Diamoci una regolata! Dal non profit nasce la campagna Impresa2030

Per una direttiva europea che imponga alle imprese il rispetto dei diritti e dell’ambiente.

Prende il via oggi, 21 ottobre, Impresa2030, Diamoci una regolata, la campagna nazionale per una direttiva europea che imponga alle imprese di tutelare i diritti umani e l’ambiente, prevenendo qualsiasi abuso collegato direttamente alle proprie attività economiche o a quelle dei propri fornitori.

La Commissione Europea sta già lavorando al testo della Direttiva che verrà presentato entro la fine dell’anno al Parlamento europeo e al Consiglio dell’UE e le organizzazioni promotrici spingono affinché i Ministri e gli Europarlamentari italiani sostengano una proposta forte ed efficace, senza cedere alla pressione di quei settori industriali che si oppongono a obblighi e responsabilità chiare. Proprio in quest’ottica sono numerose le campagne gemelle nate o in fase di avvio in una decina di altri Stati membri dell’Unione Europea.

Impresa2030, Diamoci una regolata è promossa da un network di organizzazioni già impegnate nella difesa dei diritti umani nella propria azione quotidiana, esse sono: ActionAid Italia, Equo Garantito, Fair, Focsiv, Fondazione Finanza Etica, Human Rights International Corner (HRIC), Mani Tese, Oxfam Italia, Save the Children e WeWorld.

Le imprese multinazionali si trovano oggi ad operare in tutto il mondo in un contesto di sostanziale impunità – dichiara Giosuè De Salvo (Mani Tese), portavoce della campagna – Molte di loro sono coinvolte in devastazioni ambientali, violazioni sistematiche dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, espulsioni di popoli indigeni e sfruttamento del lavoro minorile.

Tre i dati più significativi, si citano: i 16 milioni di persone sottoposte a forme moderne di schiavitù lungo le filiere produttive globali; i 287 difensori dei diritti umani uccisi, nel solo 2020, perché impegnati nella difesa dell’ambiente e dei popoli indigeni da iniziative economiche ad alto impatto; le prime 20 imprese energetiche del mondo che hanno emesso da sole il 35% dei gas climalteranti dal 1965 ad oggi.

Proprio alla luce di questi dati, arriverà la proposta di direttiva della Commissione Europea. Si tratterà di una norma di due diligence (dovuta diligenza), che imporrà alle imprese di adottare politiche e pratiche efficaci nel garantire che i diritti umani e gli ecosistemi non siano violati né dalle operazioni da loro direttamente intraprese, né all’interno delle catene di fornitura di cui si avvalgono a livello globale.

Quando la Commissione avrà elaborato la direttiva, sarà importante evitare che nel corso della negoziazione tra Stati Membri e Parlamento europeo, il testo di partenza risulti indebolito dichiara Martina Rogato (HRIC), co-portavoce della campagnaPer questo, come organizzazioni della società civile abbiamo lanciato questa campagna, e con essa un appello, rivolto a decisori politici italiani ed europei, cui chiediamo di farsi portatori di una nuova cultura di impresa, che metta al primo posto i diritti delle persone e dell’ambiente, subordinando a questi i profitti.

La campagna richiede – come previsto dai Principi Guida ONU su Imprese e Diritti Umani – che la direttiva contempli tre assi fondamentali: il dovere degli Stati di proteggere dagli abusi e dalle violazioni; la responsabilità delle imprese, di far rispettare i diritti umani in tutti i passaggi della propria filiera; l’accesso alla giustizia da parte delle vittime di violazioni.

L’attività dei prossimi mesi sarà dedicata alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei mass media, all’attivazione delle altre associazioni e dei cittadini e delle cittadine e alla pressione verso le istituzioni a cui spetteranno le decisioni finali.

Firma l’appello su impresa2030.org.

AUMENTA IL TRAFFICO DI MINORI IN BENIN

Ora più che mai la nostra azione nel Paese è necessaria per sensibilizzare sull’importanza dell’educazione scolastica e per evitare che i minori cadano preda dei trafficanti.

Il fenomeno del traffico di minori sta peggiorando sempre di più in Benin, in particolare nelle zone di Atacora e Donga, dove trafficanti di bambini destinati allo sfruttamento in Paesi come il Niger, il Togo, la Nigeria o il Ghana vengono regolarmente intercettati sulla strada.

I trafficanti fingono di contribuire alla loro assistenza sociale promettendo ai genitori un futuro migliore sia per il bambino che per loro stessi. Si fanno così affidare minori generalmente tra gli 8 e i 15 anni, diretti nei Paesi vicini e anche in altre regioni del Benin per un lavoro remunerativo.

La situazione in Atacora

Mani Tese è presente da molti anni in Benin e nel dipartimento dell’Atacora in particolare, dove ha realizzato diversi progetti per contrastare la dispersione scolastica, un fenomeno collegato e spesso conseguente al traffico di minori. Secondo i risultati di un’indagine condotta dall’organizzazione locale “Fee-Développement”,  e successivamente trasmessi dall’Agenzia di stampa del Benin (ABP) nel 2020, 2096 bambini sono stati segnalati come vittime di tratta in cinque comuni dell’Atacora. Il comune di Kouandé guida questa triste classifica con 794 casi identificati, seguito da altri comuni come Matéri, Péhunco, Toucountouna e Cobly.

Questo fenomeno si sta diffondendo in tutto il dipartimento portando molti bambini ad abbandonare la scuola. Per l’esame del Certificato di Educazione Primaria (CEP) della sessione di giugno 2021, su un totale di 12078 candidati registrati, 685 studenti sono stati segnalati assenti dal Servizio di esami e concorsi della direzione dipartimentale dell’educazione infantile e primaria di Atacora.

Il dramma delle ragazze costrette ad abbandonare la scuola

La situazione dell’educazione, in Atacora, è particolarmente drammatica per quanto riguarda le ragazze. Il tasso di analfabetismo è molto alto ma ha una maggiore propensione tra le donne, per le quali il valore è circa dell’80%. Le donne purtroppo non vengono educate poiché si occupano dell’agricoltura e della famiglia, di solito in condizioni di sottomissione. A causa dei bassi livelli di alfabetizzazione, la maggior parte di loro non possiede o gestisce denaro e non è in grado di avviare imprese. Il tasso di disoccupazione delle donne nel 2018 è stato infatti del 51,7%.

I progetti di Mani Tese

Mani Tese ha sviluppato diversi progetti per combattere la dispersione scolastica in tre comuni del dipartimento Atacora (Natitingou, Toucountouna e Kouandé), che hanno contribuito a sensibilizzare le bambine, i loro insegnanti e le loro famiglie sui diritti dei bambini e delle bambine e sull’importanza dell’istruzione. In totale, sono state 9 le scuole coinvolte.

L’attività ha anche previsto la creazione di comitati di monitoraggio della frequenza scolastica nelle scuole e il sostegno alle famiglie più povere fornendo sementi per la creazione di campi da coltivare.

Sono stati poi organizzati programmi radiofonici su due radio comunitarie per sensibilizzare la popolazione sull’importanza del diritto all’istruzione e sui pericoli legati all’abbandono scolastico, soprattutto per le ragazze.

L’intervento di Mani Tese ha permesso alle comunità di avere una migliore consapevolezza del fenomeno della dispersione scolastica e delle sue conseguenze, tuttavia, c’è ancora molto da fare perché non tutti i villaggi dei tre comuni sono stati raggiunti dalle attività proposte e la determinazione della popolazione a garantire il diritto all’istruzione dei bambini e delle bambine non è ancora sufficiente.

L’impegno di Mani Tese oggi prosegue con un nuovo progetto, che intende contrastare il traffico di bambini e il fenomeno della dispersione scolastica mettendo al centro in particolare la legge sul codice dell’infanzia esistente in Benin.

Continuano i programmi radiofonici, nel corso dei quali vengono presentate le diverse tematiche affrontate dal codice dell’infanzia.

Prosegue inoltre l’impegno nelle scuole, che passano da 9 a 20, nelle quali vengono proposti percorsi di sensibilizzazione sull’importanza del diritto all’istruzione e sui fattori e le conseguenze della dispersione scolastica, soprattutto delle ragazze.

Di fondamentale importanza è il coinvolgimento delle istituzioni locali. A questo proposito sono in programma diversi incontri tra autorità civili, direttori delle scuole e leader comunitari locali allo scopo di elaborare strategie condivise per la protezione e la lotta al traffico dei bambini e delle bambine.

Tutte queste attività necessitano però di supporto perciò ogni contributo è prezioso e ben accetto!

Aiutaci a sostenere i bambini e le bambine vittime di tratta e dispersione scolastica in Benin con un piccolo contributo: https://donazioni.manitese.it/

LA SECONDA FIERA AGROECOLOGICA IN ZAMBEZIA

È stata l’occasione per sostenere la vendita di prodotti locali e incentivare la popolazione alla produzione e consumo di cibo sano e sostenibile.

Nell’ambito del progetto Quelimane Agricola cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, il 20 agosto 2021, nel distretto di Nicoadala (provincia della Zambezia, Mozambico), si è tenuta la seconda fiera agroecologica con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sulla produzione e consumo di prodotti locali sani e sostenibili.

È stata un’edizione speciale della fiera perché, per la prima volta, i clienti potevano effettuare l’ordine dei prodotti online, comodamente da casa, per poi andare fisicamente in fiera solo per ritirare i prodotti. Questa modalità di vendita, oltre ad essere comoda per i clienti, ha consentito di evitare assembramenti di molte persone, cosa fondamentale in tempi di pandemia.

La fiera è stata un successo e potete trovare foto e ulteriori informazioni sulla pagina Facebook Produtos Agro-ecologicos da Zambezia. Qui sotto, invece, trovate un video riassuntivo della giornata con testimonianze del nostro staff e dei beneficiari del progetto in Mozambico.

 

La fiera è stata organizzata da Mani Tese in collaborazione con il Comune di Quelimane, ICEI e l’Unione provinciale dei contadini Zambezia.

Un, due, tre… Festival! Prima edizione

Lo scorso novembre si è svolta la prima edizione di Un, due, tre… Festival!, il festival dedicato ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

 

Un, due, tre… Festival! è il festival dei diritti dei bambini, delle bambine e delle/degli adolescenti promosso da Mani Tese, Fondazione Hallgarten-Franchetti Centro Studi Villa Montesca e Università di Milano-Bicocca, con il supporto di un’ampia rete nazionale formata da scuole ed enti competenti.

Centrato sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sanciti dalla Dichiarazione ONU del 1989, il Festival intende prendere in considerazione il tema attraverso chiavi di lettura differenti e complementari: uno sguardo teorico e una serie di esperienze che avranno al centro la povertà educativa nelle sue molteplici forme.

L’evento è dedicato ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e, in particolare, al diritto di tutti gli studenti e le studentesse di partecipare al dibattito sul futuro della scuola.

La prima edizione del festival è stata caratterizzata da una serie di eventi diffusi su tutto il territorio nazionale, fra cui il convegno pubblico in diretta streaming “Povertà al plurale: effetti e dimensioni dell’esclusione sociale nell’educazione” (guarda la replica qui). Svolto in occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, l’incontro intendeva declinare e in qualche modo attualizzare i contenuti della Giornata internazionale, legandoli al tema delle povertà educative anche in una dimensione operativa, alla luce degli eventi recenti (l’emergenza sanitaria) che hanno profondamente trasformato la vita dei bambini, delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze.

Un, due, tre … Festival! rientra nell’ambito delle iniziative di Piccoli che Valgono! un progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile promosso da Mani Tese insieme ad altri partner.

 

ONU: il governo italiano obblighi le imprese a rispettare I diritti umani

Le Nazioni Unite hanno messo in luce gravi e persistenti abusi fra cui lo sfruttamento dei lavoratori migranti.

di Giosuè De Salvo, responsabile advocacy, educazione e campagne di Mani Tese

Al termine di una visita ufficiale di 10 giorni in Italia, il Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani ha messo in luce gravi e persistenti abusi in relazione alle attività delle imprese in Italia.

Tali abusi includono condizioni di lavoro e di vita disumane per migliaia di lavoratori migranti, gravi problemi di salute e sicurezza sul lavoro e inquinamento ambientale che mette in pericolo la salute pubblica.

Gli esperti delle Nazioni Unite hanno esortato il Governo italiano a intraprendere azioni decisive per porre fine allo sfruttamento dei lavoratori migranti stranieri e per rendere le imprese italiane legalmente responsabili delle violazioni dei diritti umani e dell’ambiente che si verificano in seguito delle loro attività produttive.

“I lavoratori migranti, compresi quelli provenienti da paesi africani e asiatici, che lavorano in settori come l’agricoltura, l’abbigliamento e la logistica, sono intrappolati in un circolo vizioso di sfruttamento, schiavitù per debiti e abusi dei diritti umani che deve essere spezzato” ha dichiarato Surya Deva, Presidente del Gruppo di lavoro.

Il Gruppo di lavoro ha accolto con favore gli sforzi profusi dal Governo per smantellare il sistema di reclutamento illecito noto come “caporalato”, ma ha affermato che “molti lavoratori che vivono in condizioni disumane non intravedono alcun cambiamento positivo nella loro vita.”

Gli esperti delle Nazioni Unite hanno visitato le comunità che vivono in aree industrializzate, come Taranto e la Val d’Agri, le quali hanno sottolineato il mancato rispetto dei loro diritti alla salute e a un ambiente pulito da parte del loro stesso Governo.

“Le loro preoccupazioni devono essere prese sul serio” – ha sostenuto Deva –“Occorre compiere sforzi concertati per infondere fiducia, monitorare in modo indipendente le emissioni e gli effetti sulla salute e fornire soluzioni efficaci. Tali soluzioni devono essere lungimiranti e contribuire agli sforzi globali verso il conseguimento della decarbonizzazione e della transizione verso un’economia verde.”

Il Gruppo di lavoro ha chiesto miglioramenti significativi nella revisione e nell’applicazione delle leggi, nello svolgimento di un monitoraggio efficace delle attività delle imprese e nel rafforzamento dell’accesso a rimedi giudiziari o extra giudiziari per le vittime di abuso. Le imprese italiane e quelle estere che operano in Italia devono inoltre esercitare una verifica sistematica rispetto all’impatto sui diritti umani delle loro operazioni e delle loro catene di approvvigionamento.

In generale le misure adottate dal Governo per rafforzare il quadro giuridico e politico dell’Italia nel settore delle imprese e dei diritti umani sono apprezzabili, ma persiste la necessità di attuare meglio le leggi e imporre sanzioni adeguate a dissuadere le imprese dal violare tali leggi.

“In quanto economia altamente sviluppata dell’Unione europea, l’Italia dovrebbe creare al più presto un’istituzione nazionale per i diritti umani forte e indipendente, investita di un mandato esplicito che le permetta di intervenire su questioni relative a abusi dei diritti umani legati alle attività delle imprese. Dovrebbe inoltre promulgare una legge in materia di due diligence obbligatoria rispetto ai diritti umani e all’ambiente” ha dichiarato infine Deva.

Il Gruppo di lavoro ha visitato l’Italia dal 27 settembre al 6 ottobre per esaminare gli sforzi fatti dal Governo e dalle imprese per ottemperare ai loro obblighi e responsabilità in materia di diritti umani, in linea con i Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani sia in Italia che in relazione alle attività e alle catene di approvvigionamento delle imprese italiane all’estero. Ha visitato Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Lombardia e Toscana. Ha inoltre considerato l’impatto del Covid-19 sulla promozione delle pratiche di comportamento responsabile delle imprese.

Mani Tese, in collaborazione con altre associazioni e Ong, è da tempo impegnata nella promozione e nel monitoraggio dell’applicazione dei Principi Guida ONU su imprese e diritti umani e in occasione di questa importante visita ha deciso di realizzare una versione in inglese del suo ebook “Business e Diritti Umani. Come vincolare la libertà di impresa al rispetto dei diritti umani”.

SCARICA QUI L’EBOOK

SCARICA QUI LA VERSIONE IN ITALIANO

Il futuro è nelle nostre mani!

Gli eventi di Mani Tese in occasione della Pre COP 26 a Milano: “Cambiare il sistema per cambiare il clima”.

Cambiare il sistema per cambiare il clima. È questo il motto di Mani Tese che parteciperà attivamente agli eventi organizzati in occasione della Youth4Climate e della PreCOP, che quest’anno si terranno in Italia, a Milano, fra il 28 settembre e il 2 ottobre 2021. Si tratta di importanti tappe di avvicinamento alla COP26 del prossimo novembre, a Glasgow (Scozia), dove si riuniranno le nazioni di tutto il mondo per decidere sul futuro degli abitanti del pianeta.

Le iniziative di Mani Tese avranno luogo nell’ambito del percorso Climate Open Platform, una piattaforma lanciata dai Fridays for Future nel maggio scorso, a cui hanno aderito decine di associazioni e sigle sindacali, con l’obiettivo di influenzare i processi istituzionali attraverso un Eco Social Forum, che si svolgerà dal 28 al 30 settembre, e due manifestazioni di piazza: il Climate Strike degli Studenti del 1 ottobre e il Climate Strike Generale del 2 ottobre.

Gli eventi di Mani Tese

Mani Tese parteciperà attivamente a diversi eventi della Climate Open Platform, che spazieranno in particolare su tre ambiti della sostenibilità: cibo, moda e salute.

“Il nostro motto è cambiare il sistema per cambiare il clima’ – dichiara Giosuè De Salvo, Responsabile Advocacy di Mani TesePer questo abbiamo pensato di mettere al centro dell’Eco Social Forum i nessi tra cibo/clima e moda/clima, due ambiti in cui Mani Tese è fortemente impegnata nel superare un modo convenzionale di produrre che è ormai provato essere insostenibile dal punto di vista sociale, ambientale e climatico. A questo si aggiungerà un approfondimento sulle relazioni tra crisi climatica e pandemia, un tema abbandonato troppo in fretta per non mettere in discussione un sistema economico dominante che è in larga parte basato su estrattivismo e sfruttamento senza regole di risorse naturali e di persone”.

Martedì 28 settembre 2021, ore 15.00
Salute, cambiamento climatico e tutela della biodiversità, nell’era delle pandemie

Convegno co-organizzato da Mani Tese con IPSIA ACLI
Presso Acli Milanesi
Via della Signoria 3, Milano

Con:

  • Maria Cristina Rulli, Politecnico di Milano
  • Nicoletta Dentico, Society for International
  • Development Monica Di Sisto, FairWatch Italia

Mercoledi 29 settembre 2021, ore 10.00
From Soil to Fork. Dal suolo al piatto

Convegno organizzato da Legambiente
Presso Cascina Nascosta (Parco Sempione)
Viale Emilio Alemagna 14, Milano

Giovedì 30 settembre 2021, ore 10.00
Senza agricoltura contadina non c’è transizione ecologica. Agroecologia e sovranità alimentare per raffreddare il pianeta

Convegno organizzato da ARI – Associazione Rurale Italiana
Presso Cascina Nascosta (Parco Sempione)
Viale Emilio Alemagna 14, Milano

Sabato 2 ottobre 2021, ore 14:45
Global March for Climate Justice

Presso Largo Benedetto Cairoli, Milano
La Marcia per la Giustizia Climatica della Climate Open Platform di chi crede fermamente che non debbano essere gli ultimi a pagare le conseguenze del disastro climatico, ma chi se n’è reso responsabile, di chi sa che senza giustizia sociale non ci può essere transizione ecologica. Il ritrovo per chi vuole manifestare con Mani Tese è di fronte all’ingresso di Decathlon Milano Cairoli alle ore 14.45.

Domenica 3 ottobre 2021, ore 16:30
Un’altra moda è possibile

Sfilata e laboratori dedicati alla sostenibilità co-organizzati da Mani Tese con vari partner
Presso Giardini in Transito – Giardino Comunitario Lea Garofalo
Via Montello 3, Milano

Programma dell’evento:

  • 16:30 | Belli capelli con l’upcycling: laboratorio per adulti a cura di Dress ECOde e Carlotta Redaelli Workshop per realizzare accessori per i capelli, turbanti, fasce e scrunchies recuperando tessuti di scarto.
  • 17:30 | Immagina e crea il tuo eco-animaletto: laboratorio per bambini/e a cura di Dress ECOde e Carlotta Redaelli Workshop per creare animaletti con stoffe di recupero dedica-to a bambini/e 6-10 anni.
  • 18:30 | Sfilata “Un’altra moda è possibile”: le possibili alternative alla fast fashion sfilano in passerella! A cura di Cooperativa Sociale Mani Tese, Manigolde Sartoria Sociale e Oso.

Il poster di Mani Tese

In fondo a questa pagina potete scaricare il poster con il claim “IL FUTURO È NELLE NOSTRE MANI!”. La particolarità del poster è la presenza di due fessure (da ritagliare) nelle quali infilare le proprie mani, che andranno così fisicamente a sorreggere un’immagine della Terra.

Il poster potrà essere stampato e portato con sé durante eventi e manifestazione per il clima e sostenibilità in tutta Italia.

Scarica il poster

in FORMATO A2

o in FORMATO A3

Un’altra moda è possibile

Una sfilata di moda sostenibile per far riflettere sulle alternative alla fast fashion.

Gli abiti di riuso e sostenibili diventano glamour! Domenica 3 ottobre, a colpi di stile, faremo riflettere sulle possibili alternative alla fast fashion, la moda usa e getta che ha un enorme impatto sul pianeta.

Durante l’evento si terrà una sfilata dove presenteremo capi di abbigliamento prodotti con materiali naturali, tessuti recuperati e vestiti di riuso.

L’evento avrà inizio a partire dalle 16.30 e si svolgerà presso Giardini in Transito – Giardino Comunitario Lea Garofalo, in via Montello 3 a Milano.

Il programma

  • Ore 16:30 | Belli capelli con l’upcycling, a cura di Dress ECOde e Carlotta Redaelli

Laboratorio per adulti per realizzare accessori per i capelli, turbanti, fasce e scrunchies recuperando tessuti di scarto.

  • Ore 17:30 | Immagina e crea il tuo eco-animaletto, a cura di Dress ECOde e Carlotta Redaelli

Laboratorio per bambini/e (6-10 anni) per creare animaletti con stoffe di recupero.

  • Ore 18:30 | Sfilata “Un’altra moda è possibile”, a cura di Cooperativa Sociale Mani Tese, Sartoria Sociale Manigolde e Oso

Le possibili alternative alla fast fashion sfilano in passerella! Ci saranno anche un mercatino solidale e una zona bar.

Per info e iscrizioni ai laboratori scrivete a eventi@manitese.it o chiamate il 3401641474.

VITA E RINASCITA DI THA, VITTIMA DI SFRUTTAMENTO IN CAMBOGIA

Quella di Tha è una delle tante storie di bambine e bambini vittima di sfruttamento in Thailandia e Cambogia: l’organizzazione Damnok Toek si occupa di loro con l’aiuto di Mani Tese.

Tha* è una bambina originaria della provincia di Pursat in Cambogia. Dopo la separazione col marito, la madre di Tha decise di migrare in Thailandia, con l’aiuto di un intermediario, e la bambina finì a mendicare per strada.

La madre di Tha sapeva che l’intermediario la costringeva a elemosinare, ma si rifiutò sempre di andare alla polizia a denunciarlo per non essere riportata in Cambogia. In seguito, la madre di Tha si risposò con un altro uomo e non si preoccupò più della figlia.

“Avevo molta paura – ci ha raccontato poi Tha – Non volevo più vivere e lavorare in Thailandia, ma mia madre non mi ascoltava. Così ho cercato di trovare un altro lavoro e ho parlato della mia situazione alla gente, che poi ha denunciato tutto alla polizia”.

Nel dicembre 2019, Tha è stata identificata dalla polizia di immigrazione thailandese ed è stata mandata in un centro per bambini e bambine chiamato Banbratakan, dove è rimasta prima di essere riportata in Cambogia. Una volta arrivata nel suo Paese di origine, tramite il Poipet Transit Centre è stata indirizzata al centro di accoglienza di Damnok Toek, supportato da Mani Tese.

“All’inizio – ci raccontano gli operatori di Damnok Toek – Tha era molto intimorita e non voleva parlare né con gli altri bambini né con il personale del centro. Poi è emerso che la piccola si vergognava di essere stata abbandonata dalla madre e sfruttata dagli intermediari”.

Da quando vive al centro di accoglienza di Damnok Toek, però, Tha è gradualmente rinata e ha potuto studiare e imparare il khmer, la lingua cambogiana. È molto felice della sua nuova vita e di poter imparare nuove discipline, come la meditazione, la danza, l’artigianato e il disegno. Riceve anche un supporto di consulenza e di assistenza dalla squadra del centro di accoglienza.

Tha finalmente sorride e ci dice: “Non ho più paura, tutti qui mi hanno aiutato. Voglio studiare duramente per poter avere una mia attività, forse un piccolo negozio, penso di poterlo fare. In futuro, se ne avrò l’opportunità, spero di poter sostenere altri bambini vulnerabili come me. Non voglio che abbandonino la scuola e vengano sfruttati”.

*Tha è un nome di fantasia per proteggere la privacy del minore.