Juntas: empowerment femminile nella regione di Gabu
Un progetto per favorire l’empowerment femminile e contrastare le diseguaglianze di genere con un’attenzione particolare alle persone con disabilità nella provincia di Gabu in Guinea-Bissau.
IL CONTESTO
Considerata una zona ad alto potenziale produttivo per la ricchezza delle risorse naturali, la regione di Gabu è in realtà una tra le più povere della Guinea-Bissau: l’indice di povertà si attesta introno al 69,3% e l’indice di insicurezza alimentare al 89,9%. Nonostante l’importante contributo femminile nella produzione agricola, nel commercio e nel lavoro domestico, i sistemi di valori culturali assoggettano purtroppo la donna all’uomo perpetrando la violenza domestica e la pratica delle mutilazioni genitali femminili, diffuse nel 44.9% delle donne (dati 2014). Una situazione che si aggrava maggiormente per le donne con disabilità.
GLI OBIETTIVI
AIFO e Mani Tese da anni lavorano nella regione di Gabu per sviluppare l’associazionismo femminile e le attività generatrici di reddito per le donne contribuendo al riconoscimento del loro importante ruolo da parte della comunità. Il progetto Juntas: empowerment femminile nella regione di Gabu si è inserito in questo impegno con l’obiettivo di contrastare le diseguaglianze di genere con un’attenzione particolare alle persone con disabilità e in situazione di vulnerabilità.
LE ATTIVITÀ
1. Lotta alle diseguaglianze di genere attraverso il microcredito
È stata organizzata una formazione sulla gestione del microcredito, sulle strategie di intervento sostenibili e sull’educazione alimentare ai 76 Gruppi di Auto Aiuto composti da donne vulnerabili o in condizioni di disabilità, che, grazie a un progetto procedente, hanno ricevuto fondi di microcredito per attività agricole generatrici di reddito. Le somme impiegate, già regolarmente rese, sono state reinvestite in un circuito virtuoso.
2. Creazione di un incubatore di microimprese locali
30 gruppi di donne e persone con disabilità hanno ricevuto un finanziamento per l’avvio o il rafforzamento di una microimpresa oltre che una formazione specifica, con monitoraggio e successivi corsi di aggiornamento.
3. Rafforzamento delle filiere agricole
È stato previsto un potenziamento di 6 orti comunitari creati nel precedente progetto e lo sviluppo di ulteriori 4 nuovi orti. Gli orti comunitari sono dei campi dimostrativi. In ogni campo – di circa 1 ettaro – lavorano oggi soprattutto donne (da 30 a 50) in gruppi assistiti da un formatore esperto di tecniche agroecologiche. 9 gruppi di donne hanno ricevuto dei kit per la trasformazione dell’arachide in pasta, sementi e repellenti naturali e una formazione sulla produzione e la commercializzazione dell’arachide.
4. Mobilitazione sociale per la prevenzione della violenza di genere attraverso un cambiamento culturale
Il progetto ha introdotto un nuovo approccio al problema della violenza di genere. Sviluppato da CARE International e sperimentato in altre 5 nazioni africane, il metodo ha infatti ottenuto una riduzione del 50% dei casi di violenza domestica. Il SAC (Sistema di Allerta Comunitario) è stato rafforzato attraverso un ampliamento del numero e delle competenze dei suoi operatori.
5. Sensibilizzazione comunitaria
Sono stati organizzati 50 eventi di sensibilizzazione sul tema dell’emancipazione femminile e della violenza di genere. Sono state inoltre implementate formazioni nelle Scuole di Volontariato della locale associazione REMAJ, frequentate soprattutto dai giovani e sono stati realizzati dei video, diffusi sui social media, sulle storie di successo di donne e di persone con disabilità.
6. Dialogo istituzionale su equità di genere e inclusione
Nell’ambito dell’esistente Spazio di Concertazione su Eguaglianza ed Equità di Genere, che riunisce tutte le organizzazioni che operano in loco su tematiche legate ai diritti di donne e bambini, è stato istituito un tavolo regionale sulla violenza di genere con eventi di sensibilizzazione.