Benin: la storia di Yoro Cathérine
Da tagliatrice di legna a presidente di un proficuo gruppo di donne orticoltrici: “Quella di Mani Tese è la “scuola” che non ho potuto frequentare”.
Cathérine è una donna sulla cinquantina, vive a Tampègré con i suoi 6 figli e il marito. Cathérine ha conosciuto Mani Tese nel 2014 attraverso una formazione sulla strutturazione e l’organizzazione di gruppi di trasformazione. Dopo la formazione ha costituito un gruppo con altre 25 donne dal nome “Tétooma” e ne è diventata la Presidente.
Grazie ai progetti di Mani Tese, il gruppo è stato formato sulla trasformazione della manioca e sulla commercializzazione dei prodotti. Inoltre, le donne hanno ricevuto da Mani Tese le attrezzatture per la lavorazione, tra cui una grattugia motorizzata e una pressa. Infine, per garantire un’indipendenza economica al gruppo, Mani Tese ha messo in contatto le donne con una struttura di microfinanza, che ha concesso loro dei prestiti, attraverso i quali hanno potuto aumentare le capacità di trasformazione e produzione.
Oggi, il gruppo di Cathérine ha un campo di produzione collettiva di manioca, fa orticoltura e produce verdure come i pomodori, i fagiolini e l’ocra.
Oggi, grazie ad un nuovo progetto di Mani Tese, “Miglioramento della sicurezza alimentare e delle condizioni igienico-sanitarie delle comunità dell’Atacora” cofinanziato grazie ai fondi 8 per 1000 dell’IRPEF a diretta gestione statale, le donne sono formate sulle tecniche di produzione agricola del mais giallo, l’igname, il sesamo e la patata dolce, che erano scomparsi dalle abitudini alimentari. Il ritorno di queste colture si è rivelato un vantaggio per le famiglie perché ha aumentato la disponibilità di cibo e i loro redditi.
Inoltre, Cathérine con il suo gruppo ha partecipato ad alcune sessioni formative sull’importanza della scuola, dopodiché è stata spesso chiamata alle riunioni delle associazioni dei genitori per sensibilizzarli sui rischi dell’abbandono scolastico e, con il suo gruppo, ha formato una squadra per la sensibilizzazione delle ragazze sull’importanza di non abbandonare la scuola.
Cathérine si chiede se non avesse fatto la formazione, ma fosse rimasta nei campi, chi avrebbe parlato a nome delle donne nel villaggio. Dice di essere grata per aver potuto partecipare alla “scuola” di Mani Tese, che le ha fatto imparare molte cose e le ha permesso di cambiare la sua vita, senza più dover passare tutto il tempo a tagliare legna per trasformarla in carbone come ancora fanno molte donne del suo villaggio.
Oggi Cathérine è in grado di contribuire alle spese di casa grazie ai profitti che ricava dalla commercializzazione del gari, la manioca lavorata, e quando i suoi figli sono malati e suo marito è assente, riesce a occuparsi di loro. Inoltre, riesce a comprarsi anche qualcosa per sé.
I suoi tre figli più grandi, purtroppo, non vanno più a scuola, ma i tre più piccoli sì, uno è già alla scuola secondaria.
Aver capito l’importanza della scuola per i figli è stato fondamentale e di questo ringrazia Mani Tese e tutto lo staff.
Si ritiene una donna felice perché ha acquistato un nuovo valore anche all’interno della famiglia e considera Mani Tese come la “scuola” che non ha avuto la possibilità di frequentare.