8 Marzo: libere dalla violenza

In Guinea-Bissau la disuguaglianza e la violenza di genere sono allarmanti. Aiutaci a sostenere gli unici due centri di accoglienza per le donne presenti nel Paese!

La Guinea-Bissau è un piccolo Paese dell’Africa Occidentale con un altissimo indice di povertà, una forte instabilità politica e una grave carenza di lavoro e risorse. È un Paese di cui si parla poco, dove Mani Tese è presente da più di 40 anni per sostenere, in particolare, le donne.

In Guinea-Bissau la disuguaglianza e la violenza di genere sono a livelli allarmanti.

Più della metà delle donne (il 52%) ha subito mutilazione genitale femminile. Si tratta, soprattutto, di bambine tra gli 0 e i 14 anni (30%). In uno studio realizzato nel 2021 nel quadro del progetto NO NA CUIDA DE NO VIDA, MINDJER!, in particolare, ben il 60% delle donne intervistate ha confessato di aver subito questa pratica.

Moltissime donne hanno subito o subiscono violenza. Il 67% delle donne intervistate ha dichiarato di essere stata vittima di almeno un tipo di violenza. In particolare, delle 978 donne intervistate che hanno o hanno avuto un partner, ben 613 hanno affermato di aver subito violenza da quest’ultimo.

Pochissime sono le donne che denunciano gli atti di violenza. Il 68% non ha raccontato a nessuno l’accaduto e solo lo 0,5% lo ha riferito a un medico.

Tantissime ragazze sono costrette a matrimoni forzati e precoci. Su 871 donne che hanno risposto alla domanda sulla decisione del loro matrimonio, solo 22 donne (2,5%) hanno dichiarato di avere deciso da sole di sposarsi e 73 (8,4%) hanno preso questa decisione come coppia. Nella stragrande maggioranza dei casi, (81,1% delle donne), il matrimonio è stato deciso dalla famiglia del marito.

Lontane dai riflettori e da ogni forma di assistenza, molte donne in Guinea-Bissau non hanno nessuno su cui contare, se non il personale degli unici due centri di accoglienza per vittime di violenza di genere presenti in tutto il Paese e sostenuti da Mani Tese: il centro di Bissau e quello, più recente, di São Domingos.

Bambine che hanno subìto mutilazioni genitali, ragazzine costrette a sposarsi con uomini molto più grandi di loro, donne abusate dai propri compagni o famigliari…Questi centri di accoglienza rappresentano, a oggi, l’unica speranza di sopravvivenza per tantissime di loro.

Mani Tese sta facendo tutto il possibile per mantenerli attivi ma le necessità sono tante e sono urgenti.

Serve cibo con cui assicurare pasti caldi e completi a tutte le ospiti.

Serve un forno con cui preparare gli alimenti non solo per nutrire le donne accolte ma anche per essere venduti e poter generare così un reddito sicuro per il centro.

Servono medicine con cui curare le donne vittime di violenza.

Serve il carburante per i mezzi di trasporto con cui poterle accompagnare in ospedale in caso di emergenza o per visite di controllo.

Servono più mamme sociali, così come qui vengono chiamate le operatrici dei centri, che forniscono una prima assistenza, preziosissima, anche e soprattutto emotiva alle donne accolte.

Servono mura di recinzione più alte per tenere al sicuro le donne da chi vorrebbe far loro di nuovo del male o riportarle a casa con la forza.

Per l’8 marzo, aiutaci a mantenere attivi i centri di accoglienza con un dono solidale che aiuti tante donne in Guinea-Bissau ad avere un futuro libero dalla violenza

Libere dalla violenza

> Leggi le testimonianze di alcune donne accolte presso il centro di Bissau:

 

> Approfondisci il nostro progetto in corso “NO TENE DIRITU A UM VIDA SEM VIOLÊNCIA” – Rafforzamento dei meccanismi di protezione delle vittime di gbv e promozione dei diritti delle donne in Guinea-Bissau” finanziato dall’Unione Europea e promosso da Mani Tese in partenariato con FEC – Fé e Cooperação, ENGIM – Fondazione Ente Nazionale Giuseppini Murialdo, AMIC – Associação dos Amigos da Criança.