FIERA AGROECOLOGICA DI QUELIMANE: IL VIDEO RACCONTO

Il 7 e 8 settembre 2019 si è svolta la prima Fiera Agroecologica di Quelimane con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sull’importanza della produzione e del consumo di prodotti locali.

Il 7 e 8 settembre 2019 si è svolta la prima Fiera Agroecologica di Quelimane (Mozambico), nell’ambito del progetto “Quelimane agricola: produce, cresce e consuma sostenibile” cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

La fiera si inserisce in una serie di attività volte a promuovere un’agricoltura sostenibile che possa produrre cibo locale, sano e nutriente e far crescere gli agricoltori e i commercianti di Quelimane.

Guarda il video racconto!

KENYA, CONCLUSO IL PROGETTO AGRI-CHANGE!

Il progetto, co-finanziato dalle Regione Emilia-Romagna ha agito con lo scopo di migliorare la sicurezza alimentare delle comunità rurali della Contea di Baringo.

Il 31 ottobre si è concluso il progetto AGRI-CHANGE! SICUREZZA ALIMENTARE PER LE COMUNITÀ DEL LAGO BARINGO, co-finanziato dalla Regione Emilia Romagna, che ha agito allo scopo di migliorare la sicurezza alimentare delle comunità rurali della contea di Baringo, in Kenya.

Parallelamente a Rimini e Faenza si sono svolte due attività di sensibilizzazione inerenti alla tematica trattata dal progetto e gli eventi sono stati collegati tra loro grazie al passaggio, da una città all’altra, del libro delle testimonianze dal Kenya. L’ultimo evento si è svolto a Faenza  la sera del 31 ottobre in occasione del campo invernale e del weekend for Africa dell’Associazione Mani Tese Faenza.

Nel corso della serata i  volontari dell’Associazione hanno approfondito il contesto socioculturale, la sfida della sicurezza alimentare e le criticità provocate dai cambiamenti climatici in Kenya e le risposte attuate dalle attività realizzate nel corso del progetto. L’utilizzo di letture, musiche e video ha resto la serata piacevole e ricca di interessanti spunti di riflessione.

campo faenza cooperazione mani tese 2019
In foto i volontari del campo invernale dell’Associazione Mani Tese Faenza

Un calendario solidale per I “Climate Change Heroes”

Climate Change Heroes è il nuovo calendario solidale di Mani Tese per l’anno 2020 che l’Ong – che da oltre 55 anni  si batte per un mondo più giusto – ha deciso di dedicare alle donne e agli uomini che stanno cambiando il volto del Kenya, difendendo la propria terra dai cambiamenti climatici e creando […]

Climate Change Heroes è il nuovo calendario solidale di Mani Tese per l’anno 2020 che l’Ong – che da oltre 55 anni  si batte per un mondo più giusto – ha deciso di dedicare alle donne e agli uomini che stanno cambiando il volto del Kenya, difendendo la propria terra dai cambiamenti climatici e creando uno sviluppo sostenibile.
Si tratta, per Mani Tese, di veri e propri eroi ed eroine che, nella loro quotidianità, insegnano al mondo un progresso rispettoso dell’ambiente riscrivendo un futuro che sembrava definitivo.
Fra loro, c’è Nancy, una contadina che sfrutta l’energia solare tutelando gli alberi e che, grazie al risparmio energetico sfama la sua famiglia e permette ai suoi figli di studiare. C’è Denis, guardiano della foresta, che mentre pascola i suoi capi di bestiame allerta la comunità Ogiek quando vede qualcuno intento a disboscare gli alberi. C’è Helen che pianta alberi: ha dato avvio a un vivaio che, in tre anni, garantirà a lei e al marito l’approvvigionamento necessario di legna preservando la foresta.
Sono dodici, una per mese, le storie di questi “eroi”. Molti di loro sono destinatari del progetto di Mani Tese “Imarisha! Energie rurali per la lotta al cambiamento climatico e la salvaguardia ambientale”, che si propone di tutelare l’ambiente nella foresta Mau migliorando le condizioni di vita delle popolazioni locali.

La foresta Mau
La foresta Mau è la più vasta estensione forestale del Kenya ed è la fonte di 12 fiumi che sostengono un delicato ecosistema. Fonte di combustibile e spesso terreno di pascolo per gli animali, dagli anni ’70 è stata oggetto di continua deforestazione a causa dell’accrescimento demografico e degli effetti del cambiamento climatico.
Il progetto “Imarisha!” si occupa di lotta al cambiamento climatico e salvaguardia ambientale attraverso la gestione partecipata della foresta Mau e del suo bacino idrico, la mappatura della biodiversità e delle aree a rischio, la riforestazione e il consolidamento degli argini del fiume Molo, la fornitura alle famiglie di fornelli migliorati e la costruzione di impianti fotovoltaici e a biogas.

Il fotografo Alessandro Grassani
Le foto del calendario sono di Alessandro Grassani che si è recato con Mani Tese in Kenya per documentare i progetti di cooperazione in corso. Alessandro Grassani è un fotografo e video maker documentarista che ha viaggiato in oltre 30 Paesi. I suoi reportage sono pubblicati, tra gli altri, da The New York Times, TIME, CNN e sono stati esposti a livello internazionale come al Palazzo delle Nazione Unite, al Museo de la Porte Dorèe a Parigi e alla Royal Geographic Society di Londra. E’ stato premiato, tra gli altri, per due volte ai Sony World Photography Awards e ai Days Japan International Awards.

Le caratteristiche del calendario e come riceverlo
Il calendario Climate Change Heroes è stampato a colori su carta riciclata 100% in formato 29,7×42 (A3).
Per riceverlo e sfogliarlo in anteprima, è sufficiente collegarsi al sito www.manitese.it o direttamente sul sito dedicato ai doni solidali regalisolidali.manitese.it.
Le donazioni per il calendario andranno a sostegno dei progetti di Mani Tese in Kenya.
La donazione minima consigliata è di 7 euro.

>>Sfoglia il calendario on line<<
Su richiesta, sono disponibili le immagini del calendario

 

MILLE ALBERI E NUOVA VITA AL POLMONE VERDE DI OUAGADOUGOU

In occasione della Giornata del Rimboschimento della capitale del Burkina Faso, Mani Tese ha piantato 1000 alberi e inaugurato un nuovo impianto di irrigazione.

di Giulia Polato, Rappresentante Paese Burkina Faso

 

La Siberia è in fiamme, l’Amazzonia brucia, il deserto avanza inesorabilmente (e noi di Mani Tese qui in Burkina Faso ne sappiamo qualcosa!). Che fare di fronte a questi drammi ambientali? Come dice un proverbio zen “anche un viaggio di mille miglia inizia con un passo” e quindi… noi in Burkina Faso abbiamo fatto il nostro.

Mani Tese è presente nel Paese con diversi progetti. In particolare, è attiva nelle province del Boulkiemdé e del Boulgou e nella capitale Ouagadougou con il progetto Imprese sociali innovative e partecipazione dei migranti per l’inclusione sociale in Burkina Faso, cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e dalla Fondazione Maria Enrica, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita della popolazione rurale attraverso lo sviluppo di attività produttive e il coinvolgimento di donne, giovani e migranti in Italia.

All’epoca dell’ex presidente Thomas Sankara (1949-1987), la città di Ouagadougou poteva vantare una florida “cintura verde” che la circondava: una foresta rigogliosa che le passate generazioni ben ricordano. Con la morte di Sankara e la crescita della città, nessuno tuttavia si prese più cura di quello spazio, che è stato in parte dimenticato, in parte usato come discarica e in parte sfruttato per recuperare legna da ardere.

Oggi, di quella bella cintura, non rimane che un piccolo collier vecchio, sporco e malandato. E così, in collaborazione con il Comune di Ouagadougou – nostro partner di progetto – abbiamo deciso di fare la nostra parte per dare nuova vita al polmone verde della città.

Ad agosto, di fronte alla comunità e alla presenza delle autorità locali e della stampa, in occasione della giornata del rimboschimento di Ouagadougou abbiamo inaugurato un impianto di irrigazione nel quartiere di Kossoghin. Uno château d’eau con 300 metri di perimetro irriguo che permetterà a un’associazione composta da oltre 40 donne di coltivare l’area.

Ma non è tutto: grazie all’aiuto di diversi attori locali, nella stessa giornata sono stati piantati nella zona oltre 1000 alberi, che avranno a disposizione un ampio bacino d’acqua per crescere e consentire così alla foresta di Ouagadougou di tornare a splendere come un tempo. Anche perché, come diceva Sankara; “Planter un arbre fait partie des exigences minimales pour être et durer au Burkina” (Piantare un albero è uno dei requisiti minimi per vivere in Burkina) e noi aggiungiamo “nel mondo”.

 

Mani Tese cerca 5000 “Angeli” per sostenere l’educazione dei bambini

Al via la ricerca di volontari per la campagna “Molto più di un pacchetto regalo!” che quest’anno sostiene i progetti di educazione in Benin e Guinea-Bissau

Studiare è un diritto di tutti e di tutte. Ma per molti, purtroppo, non è così. Per questo motivo, la campagna Molto più di un pacchetto regalo!, l’iniziativa di raccolta fondi natalizia di Mani Tese realizzata in collaborazione con laFeltrinelli, quest’anno sarà a favore dei progetti di sviluppo per l’educazione di bambini e bambine e ragazzi e ragazze in Benin e in Guinea-Bissau. 

Giunta alla sua XIII edizione, la campagna Molto più di un pacchetto regalo! interesserà 50 città e più di 90 librerie e raccoglierà fondi che andranno a sostegno dell’educazione delle bambine in Benin, delle ragazze vittime di violenza di genere e di matrimoni forzati e precoci e dei ragazzi privi di sbocchi lavorativi in Guinea-Bissau.

Per realizzarla, Mani Tese cerca 5000 volontari in tutta Italia per impacchettare regali nelle librerie. I volontari e le volontarie di Mani Tese confezioneranno libri e oggetti acquistati dai clienti delle librerie laFeltrinelli nel periodo prenatalizio (dal 1 al 24 dicembre 2019).

Le offerte raccolte dai volontari andranno a supporto di tre progetti di cooperazione allo sviluppo di Mani Tese in Benin e in Guinea-Bissau.

Studiare per poter contare

In Benin più della metà della popolazione è analfabeta, cifra che per le donne si abbassa addirittura al 27%. Nei comuni di Natitingou, Toucountouna e Kouandé, il tasso di dispersione scolastica sale vertiginosamente: basti pensare che solo nel primo trimestre dell’anno scolastico 2018-2019, l’8% dei bambini iscritti ha abbandonato la scuola.

Il dipartimento dell’Atacora, dove si svolge il progetto di Mani Tese, in particolare, registra un elevato tasso di dispersione scolastica che sta aumentando di anno in anno e si sta diffondendo in varie località a causa, da un lato, del fenomeno dell’esodo rurale massiccio delle popolazioni verso la Nigeria, che comprende anche il traffico di minori, e dall’altro, del persistere di retaggi culturali che spingono i genitori a impiegare le ragazze nei lavori di casa e i ragazzi come forza lavoro nei campi.

Sono in particolare le bambine a non frequentare la scuola o ad abbandonarla precocemente. Le famiglie, quando raggiungono gli 8-9 anni, le coinvolgono nei lavori in casa – come la cura dei fratelli più piccoli, la pulizia e la cucina o il recarsi a prendere l’acqua – che non consentono loro di avere più il tempo per l’istruzione.

Il progetto SCUOLA, DIRITTI E AGROECOLOGIA PER LE BAMBINE E LE DONNE di Mani Tese intende favorire l’istruzione delle bambine attraverso la formazione e la sensibilizzazione sull’importanza della loro educazione. Queste attività sono svolte con i genitori, gli insegnanti, i leader delle comunità ma anche i bambini e le bambine stesse, che vengono coinvolte per costruire una società dove i diritti delle donne, a partire da quello allo studio, siano rispettati.

Studiare per difendersi

La Guinea-Bissau è uno dei sei stati dove si registra il maggior numero di matrimoni precoci di tutta l’Africa (fonte Unicef). Si stima che la percentuale delle donne sposate minori di 18 anni sia infatti del 27%.  (Rapporto Save The Children 2017). Molte ragazze, a causa del matrimonio precoce e della gravidanza, non terminano la scuola. Per eliminare i matrimoni delle bambine entro il 2030, il Paese dovrebbe raggiungere un tasso di riduzione annuale del 19%. Oggi raggiunge solamente il 3.9% (fonte Unicef).

Grazie alla casa rifugio sostenuta da Mani Tese, nell’ambito del progetto LIBERE DALLA VIOLENZA: DIRITTI ED EMANCIPAZIONE PER DONNE E BAMBINE IN GUINEA-BISSAU, le ragazzine vittime di matrimonio forzato e precoce possono sfuggire a questo drammatico destino e trovare un luogo sicuro che fornisca loro – oltre che protezione – un’educazione che le aiuti a diventare consapevoli dei propri diritti e a imparare un mestiere con cui poter essere indipendenti.

Studiare per realizzare i propri sogni

In Guinea-Bissau oltre il 40% della popolazione sopra i 15 anni è analfabeta (Istituto Nazionale di Statistica della Guinea Bissau, 2014). Secondo il rapporto di Save the Children 2017, i minori costretti a lavorare sono ben il 51%. Molti ragazzi e ragazze vivono inoltre in condizioni precarie e sono privi di opportunità lavorative all’interno del proprio territorio.

Mani Tese, con il progetto RIPARTIRE DAI GIOVANI, offre loro una formazione sia scolastica che extrascolastica attraverso borse di studio, corsi e tirocini professionalizzanti in ambito imprenditoriale e informatico per favorire la creazione di nuovi sbocchi lavorativi.

Come diventare volontari/e per “Molto più di un pacchetto regalo!”

Per partecipare a Molto più di un pacchetto regalo! è sufficiente avere 16 anni compiuti e almeno 4 ore di tempo da dedicare all’attività di volontariato.
Sul sito wwww.manitese.it, nella pagina dedicata alla campagna, è possibile visionare la lista di tutti i punti vendita interessati.

Trattato onu su diritti umani e imprese: a che punto siamo?

Proseguono i negoziati, ma mancano certezze sui punti chiave: cronaca sintetica della quinta sessione del Gruppo di Lavoro Intergovernativo delle Nazioni Unite, Ginevra, 14-18 ottobre 2019

di Riccardo Rossella e Giosuè De Salvo *

Dal 14 al 18 ottobre si è svolta a Ginevra la quinta sessione del Gruppo di Lavoro Intergovernativo delle Nazioni Unite per la definizione di un trattato vincolante su imprese e diritti umani. La sessione ha segnato una nuova tappa nel percorso verso l’adozione di uno strumento internazionale giuridicamente vincolante, necessario per superare l’attuale impianto basato su principi guida e codici di condotta di natura volontaria e garantire la responsabilità delle imprese – in particolare quelle a carattere transnazionale – in caso di abusi lungo le loro catene di fornitura e l’accesso alla giustizia da parte delle vittime.

Nei cinque anni trascorsi dal suo avvio ufficiale in seno al Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU nel 2014, il Gruppo Intergovernativo, presieduto dall’Ecuador, ha visto un crescente coinvolgimento da parte di Stati, organismi internazionali e realtà della società civile, portando alla definizione di una prima bozza di testo (Zero Draft) nel 2018 e di una nuova versione (Revised Draft) nel luglio 2019. Se l’avanzamento del processo negoziale e la crescente attenzione sul tema rappresentano segnali incoraggianti, la strada per il raggiungimento di un accordo realmente incisivo appare, però, ancora lunga. La sessione da poco conclusa ha infatti fornito un’ulteriore conferma delle resistenze dei Paesi che sono sede delle maggiori imprese multinazionali. In particolare, Russia e Cina hanno osteggiato a più riprese le proposte maggiormente progressiste, mentre i diplomatici dell’Unione Europea – che nel 2014, insieme a quelli degli Stati Uniti, avevano votato contro l’istituzione del gruppo di lavoro –  si sono nuovamente astenuti dal partecipare attivamente al negoziato adducendo come motivazione, ormai ricorrente, l’assenza di un mandato chiaro da parte della Commissione Europea e degli Stati Membri.
Le diverse posizioni tra Stati, oltre che tra i diversi stakeholder, fanno sì che quelli che dovrebbero essere gli elementi portanti del trattato restino ancora oggetto di discussione. La versione del testo alla base del round di negoziati appena conclusosi era del resto già stata bersaglio di critiche da parte delle organizzazioni della società civile, che a livello globale stanno attivamente contribuendo al processo e monitorandone l’evoluzione attraverso reti e campagne quali la Treaty Alliance, di cui Mani Tese fa parte, o la Global Campaign to Dismantle Corporate Power and Stop Impunity.
Tra i punti che destano maggiore preoccupazione rientrano: l’allargamento del campo di applicazione del trattato dalle società transnazionali a tutte le tipologie di società; l’incertezza rispetto all’effettiva previsione di obblighi giuridici direttamente in capo alle imprese, invece che agli Stati, facendole diventare per la prima volta nella storia soggetti del diritto internazionale; la necessità di superare il principio cardine secondo cui la case madre di una “big corporation” non può essere portata in giudizio in Europa o negli Stati Uniti o un’altra nazione industrializzata per rispondere degli abusi compiuti da imprese da loro controllate in Paesi terzi che non sono in grado di garantire un equo processo alle vittime.

Si tratta di questioni essenziali per il fine ultimo del trattato: superare l’attuale sistema di impunità di cui le imprese multinazionali godono e che consente loro di eludere le giurisdizioni dei singoli Stati, anche attraverso l’influenza esercitata sulle istituzioni finanziarie internazionali e sugli accordi commerciali e di tutela degli investimenti siglati tra gli Stati stessi. Non è un caso infatti che, oltre alle questioni aperte appena citate, un altro tema cruciale sia l’inserimento del principio di supremazia della protezione dei diritti umani sulla protezione dei diritti economici previsti da queste due tipologie di accordi. In sua assenza il rischio è quello di perpetrare un sistema in cui i meccanismi di risoluzione delle controversie tra Stati e imprese, i famigerati ISDS (Investment Dispute Settlement Body), sacrificano la sovranità dei popoli sull’altare degli interessi economici e finanziari.

Gli input alla discussione forniti dai vari stakeholder andranno ora ad alimentare una nuova bozza di testo, attesa entro giugno 2020. L’auspicio è che questa possa costituire un passo in avanti sostanziale nella giusta direzione, ovvero dotare la comunità internazionale di un trattato vincolante capace di garantire la protezione delle persone e delle comunità che si sono viste violate nelle loro libertà fondamentali e negli ecosistemi da cui dipendono. Mani Tese continuerà a monitorare il processo negoziale, collaborando in modo fattivo con la società civile globale per far sì che questo avvenga.

Per un approfondimento di quanto accaduto giorno per giorno durante la sessione negoziale si vedano i bollettini della European Coalition for Corporate Justice, di cui Mani Tese è membro.

 

*  Area Advocacy, Educazione e Campagne di Mani Tese 

 

 

Mani Tese indice un premio per neolaureati con un’idea per cambiare il mondo!

Verrà premitata la migliore tesi su “business, diritti umani e ambiente” con un contributo monetario per la specializzazione post laurea.

Mani Tese lancia un premio dedicato alle migliori tesi di laurea con un’idea in grado di coniugare sviluppo economico, giustizia sociale e ambientale.

Il Premio Mani Tese per tesi di laurea su “business, diritti umani e ambiente” intende infatti promuovere le migliori idee che circolano in ambito universitario su come superare gli attuali modelli di impresa ad alto impatto sociale e ambientale e come sostanziare la cultura dei diritti umani e dell’ecologia integrale in azienda e, più in generale, nei sistemi economici che consentono di distribuire ricchezza e opportunità.

A chi è rivolto
Il Premio è riservato a laureati/e di tutte le facoltà e i master nell’anno accademico 2018/2019 (entro la data di scadenza del bando) di ogni età, nazionalità e genere che intendano proseguire i loro studi su temi affini a quelli del premio.

Il premio
Il Premio consiste in un contributo monetario fino a un massimo di 3.500 euro a copertura delle spese di iscrizione a master o corsi di specializzazione in partenza nell’anno 2020.

Come partecipare
La partecipazione al Premio è gratuita. Per concorrere è necessario compilare il modulo di iscrizione allegando, oltre alla tesi completa in formato PDF, la propria biografia, l’abstract della tesi e l’indicazione e i collegamenti a possibili master/corsi che si intendono frequentare nel 2020.
Il termine di scadenza per l’invio delle tesi è il 24 novembre 2019. I risultati della selezione saranno annunciati entro il 20 dicembre 2019.

La giuria
La selezione dei vincitori sarà rimessa all’insindacabile giudizio della Giuria – composta da accademici e/o esperti del settore di Mani Tese, Oxfam Italia, Action Aid Italia, Fondazione Finanza Etica, Fondazione Sodalitas, Comune di Milano e WWF Italia – sulla base degli elaborati presentati, avendo come principali criteri di valutazione: l’aderenza al tema, l’originalità dello studio, la qualità scientifica, il grado di visionarietà della tesi proposta.

I promotori del premio
Il premio si inserisce all’interno del progetto “New Business for Good”, realizzato con il contributo di Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), supportando il programma di Mani Tese MADE IN JUSTICE per una cultura dei diritti umani e del rispetto dell’ambiente nelle aziende e nella società.

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Scarica la locandina (clicca sull’immagine per la versione in pdf)

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Blockchain Fighting Poverty

Corso di formazione gratuita per promuovere la conoscenza di questa nuova tecnologia ed evidenziarne le potenzialità per la cooperazione internazionale.

Blockchain è ormai un termine che negli ultimi mesi è sulla bocca di tutti.

Blockchain fighting poverty” è il corso per conoscere i possibili campi di applicazione di questa tecnologia nel settore della cooperazione internazionale, che Mani Tese e Gnucoop organizzano a novembre a Milano presso la sede di Mani Tese.

Il corso è rivolto a operatori della cooperazione internazionale e a chi, in particolare, gestisce progetti di distribuzione in contesti di emergenza o di filiere produttive.

Il corso è completamente gratuito perché inserito all’interno dell’iniziativa Innovazione per lo sviluppo promossa da Fondazione Cariplo e Compagnia di San Paolo.

Per informazioni ed iscrizioni https://academy.gnucoop.com/course/view.php?id=5.

 

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