Imarisha! Energie rurali per la lotta al cambiamento climatico e la salvaguardia ambientale
Un progetto per incrementare la tutela dell’ambiente nella foresta Mau migliorando le condizioni di vita delle popolazioni del Kenya.
IL CONTESTO
La foresta Mau è la più vasta estensione forestale del Kenya. Dagli anni ’70 si è assistito a una continua dilapidazione: in tutto il Paese la superficie forestale si è ridotta dal 12.5% del 1963 al 2% del 2008, principalmente a causa dell’accrescimento demografico. La foresta è fonte di combustibile per l’86% della popolazione. Queste dinamiche si intrecciano con gli effetti ormai visibili del cambiamento climatico. Le ricorrenti siccità e inondazioni, combinate alla diffusa povertà, all’eccessiva dipendenza dall’agricoltura pluviale, aumentano la vulnerabilità delle comunità, soprattutto delle persone svantaggiate che dipendono dalle risorse naturali. Nell’ambito del progetto, Mani Tese, insieme al partner locale Necofa, ha fronteggiato queste emergenze attraverso una serie di attività realizzate in collaborazione con il Kenya Forest Service e con le comunità locali. Ecco cosa abbiamo fatto grazie al vostro aiuto.
OBIETTIVI
L’obiettivo del progetto Imarisha! Energie rurali per la lotta al cambiamento climatico e la salvaguardia ambientale, della durata di 3 anni, è stato di incrementare la tutela dell’ambiente nella foresta Mau migliorando le condizioni di vita delle popolazioni locali, che sono state coinvolte nei processi di gestione delle risorse, nell’accesso alle energie rinnovabili e nello sviluppo di attività economiche sostenibili ad alto valore sociale. Particolare attenzione è stata rivolta ad alcune categorie svantaggiate, quali donne, giovani e comunità indigene.
LE ATTIVITA’
- Realizzazione del piano di gestione partecipata della foresta.
Fondamentale è stato l’apporto delle locali associazioni comunitarie, opportunamente addestrate allo scopo ed assistite. È culminato con un accordo con le autorità governative preposte alla gestione delle foreste. - Realizzazione del piano di gestione del bacino idrico.
L’obiettivo è la conservazione delle risorse idriche della zona di Ndoinet, fondamentali sia per le comunità a monte che per quelle a valle. Con l’aiuto di esperti sono state definite priorità e strategie di intervento. - Realizzazione di una mappatura della biodiversità e delle aree a rischio.
Mireta ad individuare problemi ambientali e socio-economici e ad evidenziare le potenzialità da sfruttare. - Riforestazione e consolidamento degli argini per la lotta all’erosione.
Sono state piantumate di 1.000.000 di piantine. - Diffusione di fornelli migliorati.
Si tratta di 12.000 fornelli, due per famiglia, che hanno consentito di ridurre il fabbisogno di legna da ardere nonché il lavoro di raccolta, normalmente riservato alle donne più giovani. - Realizzazione di 2 chioschi solari per servizi di utilità pubblica.
Funzionanti con un impianto fotovoltaico da 1 kw, hanno consentito servizi pubblici quali illuminazione stradale, ricarica cellulari, fotocopie, etc. - Realizzazione di 5 impianti solari per scuole e dispensari.
Si tratta di impianti fotovoltaici da 0,5 kw per altrettante scuole ed annessi centri di salute. - Realizzazione di 31 impianti a biogas.
Funzionanti con le deiezioni di altrettanti allevamenti di suini, facenti parte del progetto (vedi successivi punti 12 13). - Avviamento di 2 imprese per la commercializzazione e manutenzione di impianti fotovoltaici.
Hanno interessato 30 giovani e si sono occupate anche di piccoli circuiti a led (torce, lampade, insegne, ecc.) realizzati con materiali di riciclo. - Avviamento di un’impresa per la vendita di stufe migliorate.
Dopo una prima fase di sola commercializzazione, si è passati anche alla produzione diretta. - Realizzazione di 3 vivai forestali.
Sono serviti per le attività di riforestazione presenti e future e come fonte di reddito. - Avviamento di un’impresa per la riproduzione dei suini.
La carne suina rappresenta attualmente un mercato in forte crescita in Kenya. È stato realizzato un centro per la riproduzione degli animali, la loro commercializzazione e la formazione degli allevatori. All’inizio è stato dotato di 45 scrofe e di 5 verri. - Avviamento di 30 gruppi comunitari per l’allevamento suino.
Hanno interessato 750 persone, formate al precedente centro (vedi punto 12), che ha provveduto anche ai controlli veterinari, alla fornitura di mangimi ed alla commercializzazione. - Realizzazione di un centro di raccolta e commercializzazione del miele.
Si tratta del miele di qualità di foresta a certificazione biologica, molto richiesto. Sono state fornite formazione ed arnie migliorate. L’iniziativa ha interessato ca. 200 apicultori. - Kit di potabilizzazione dell’acqua. A causa dell’inondazione di molti pozzi e alla distruzione delle latrine dovute alle recenti precipitazioni che hanno interessato il Paese, nella zona di Molo si è dovuto far fronte a un problema di contaminazione dell’acqua. Per ovviare a questa situazione, abbiamo fornito alle famiglie dei kit di potabilizzazione dell’acqua.