Mani Tese lancia la resilienza educativa al coronavirus!

Online una serie di iniziative gratuite per diventare cittadini e cittadine consapevoli restando a casa: esercizi di educazione alla cittadinanza globale, incontri virtuali con esperti fra cui Alberto Pellai, e un kit didattico sulla moda sostenibile. L’appello della Presidente de Simone: “Aiutateci a difendere chi è ai margini della società”.

Anche in questo periodo di emergenza, l’impegno di Mani Tese per costruire un mondo più giusto non si arresta, tanto nel Sud del mondo quanto in Italia, dove l’Ong da anni promuove un’intensa attività di educazione alla cittadinanza globale. Per questo motivo, Mani Tese ha avviato sul proprio sito diverse attività educative e formative per rimanere chiusi in casa ma con le menti aperte.

Se c’è una cosa che questa emergenza deve insegnarci, è che siamo tutti e tutte parte di un unico ecosistema – dichiara Sara de Simone, Presidente di Mani Tese – Per fronteggiare crisi globali, infatti, occorrono soluzioni globali. E per trovare soluzioni globali, occorrono cittadini e cittadine in grado di crearle. Oggi più che mai abbiamo bisogno di educare persone in grado di gestire la complessità e di cooperare nella risoluzione delle sfide del nostro secolo. Per questo, non vogliamo che nell’emergenza vinca l’ignoranza né dobbiamo cedere alla tentazione di occuparci solo di questa terribile emergenza senza considerare le altre che, a breve, potrebbero capitarci. Occorre prevenirle: non è più il tempo di aspettare per creare una società globale sostenibile”.

Mani Tese ha dunque messo a disposizione sul proprio sito numerose attività di educazione alla cittadinanza globale dedicate ai ragazzi ma anche a genitori, insegnanti ed educatori per fronteggiare questo periodo di isolamento.

Tutte le attività sono, come nello spirito di Mani Tese, gratuite e liberamente disponibili. Quello che chiediamo, a chi può e vuole, è un qualsiasi sostegno, una donazione libera anche minima, che ci permetta di proseguire il nostro lavoro sia in Italia che nel Sud del mondo. – prosegue de Simone – In questo periodo, infatti, non dobbiamo dimenticarci di chi è ai margini della nostra società ormai globale e che non avrà la possibilità di far fronte in modo altrettanto efficace a questa eventuale emergenza. Per questo è necessario, oggi più che mai, non interrompere i nostri interventi di sviluppo nel Sud del mondo ma continuare a fornire il sostegno necessario affinché questo processo per costruire un mondo più giusto e sicuro per tutti non si arresti”.

Per contribuire a sostenere l’associazione, è sufficiente effettuare una donazione libera con Carta di Credito (https://manitese.it/progetto/dona-ora), o Bonifico Bancario (BNCA Popolare Etica IBAN:  IT 57 F 05018 01600 000010203040 intestato a Associazione MANI TESE ONG Onlus), o CCP (c/c n° 291278 intestato a Associazione Mani Tese ONG ONLUS , P.le Gambara 7/9, 20146 Milano). Per aiuto nell’effettuare la donazione è possibile chiamare il numero 3737461921.

Di seguito, tutte le attività di “resilienza educativa al coronavirus” messe a disposizione online da Mani Tese.

Esercizi in equilibrio per diventare cittadini e cittadine consapevoli…dalla propria camera!

In queste settimane in cui ci si sente un po’ come dei pesci rossi nella boccia, per portarsi un po’ di mondo in casa Mani Tese propone esercizi, letture e piccole sfide di educazione alla cittadinanza globale dedicate a ragazzi e ragazze per mantenersi in equilibrio su un pianeta da rispettare, senza mettere il naso fuori di casa. Prove per giocare, riflettere e mantenere viva la voglia di nuotare nell’oceano, pubblicate a cadenza bisettimanale sui canali social di Mani Tese. “Perché prima o poi finalmente ci torneremo nell’oceano – si legge sul sito di Mani Tese – e sicuramente lo faremo con più gusto, ma forse anche con più rispetto e delicatezza. Ora lo sappiamo quanto è prezioso!”.

Il bello di restare: incontri con esperti per capire questo tempo

Mani Tese organizzerà, a partire dal 31 marzo 2020, “Il bello di restare“, un ciclo di incontri gratuiti con esperti che ci aiuteranno a leggere questo tempo sconosciuto e inaspettato, in cui tutti devono collaborare ed essere responsabili nel nome di un interesse comune. La casa diventa anche scuola e i genitori devono fare una parte del lavoro che solitamente è delegato agli insegnanti. Cosa può portare di positivo questo momento? Può esistere una pedagogia del limite, un senso nel ritrovare la misura della nostra libertà nel rispetto di un equilibrio più grande di noi?

Il primo appuntamento previsto è con Alberto Pellai e si terrà il 31 marzo 2020, dalle 14.30 alle 16.00.

Per partecipare al ciclo di incontri “Il bello di restare” è necessario iscriversi sul sito di Mani Tese così da poter ricevere, via mail, il link per assistere agli incontri.

L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto “Piccoli che Valgono!” promosso da Mani Tese insieme ad altri partner, un progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

Il mondo dalla mia finestra: racconto fotografico per bambini

Sempre nell’ambito del progetto “Piccoli che Valgono!, Mani Tese lancerà inoltre, nelle prossime settimane, un’iniziativa dedicata ai più piccoli invitandoli a inviare una fotografia di ciò che vedono dalla propria finestra o dal proprio balcone. Alcune di queste fotografie diventeranno della cartoline da scaricare sul sito di Mani Tese!

“Cambia MODA!” viaggio alla scoperta della moda del XXI secolo

È on line anche il nuovo portale educativo interattivo Cambia MODA! per accompagnare i ragazzi a riflettere sul lato nascosto della produzione di vestiti e sul proprio ruolo di consumatori.

Il vero costo di un capo di abbigliamento è infatti molto più alto rispetto ai pochi euro a cui ci ha abituato il sistema della fast fashion, basato su ritmi sempre più veloci di produzione e consumo a scapito del rispetto dei diritti umani e dell’ambiente.

Cambia MODA! conduce all’interno di un vero e proprio viaggio: quello che compie la propria t-shirt preferita prima di arrivare nei negozi italiani, alla scoperta dei criteri sottostanti le nostre abitudini di acquisto e del potenziale di cambiamento come cittadini attivi e consumatori responsabili.

Nei prossimi giorni Mani Tese organizzerà anche delle video-lezioni dedicate agli insegnanti per imparare a usare il portale.

Il portale Cambia MODA! è realizzato da Mani Tese in collaborazione con Istituto Oikos e Guardavanti – Per il futuro dei bambini e con il contributo dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo nell’ambito del progetto “Cambia MODA! – Dalla fast fashion a una filiera tessile trasparente e sostenibile”.

Aule virtuali di educazione alla cittadinanza globale

I percorsi di Mani Tese con le scuole non si fermano! Gli animatori e le animatrici di Mani Tese nei prossimi giorni proseguiranno in video-lezione i percorsi di educazione alla cittadinanza globale già avviati con i ragazzi e le scuole che vi hanno aderito.

Per informazioni su tutte le iniziative educative di Mani Tese è possibile scrivere a ecg@manitese.it

Cambia moda: viaggio alla scoperta della moda del XXI secolo!

Online il portale interattivo per accompagnare ragazzi e ragazze a riflettere sul lato nascosto della produzione di vestiti e sul proprio ruolo di consumatori e cittadini attivi.

Viene lanciato oggi il nuovo portale online educativo “Cambia MODA!”, realizzato da Mani Tese in collaborazione con Istituto Oikos e Guardavanti – Per il futuro dei bambini e con il contributo dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

Il portale è stato ideato soprattutto come strumento di supporto per gli insegnanti ed educatori durante i percorsi di Educazione alla Cittadinanza Globale sul tema moda, realizzati da Mani Tese e dalle organizzazioni partners nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. Agli studenti viene proposto un vero e proprio viaggio: quello che compie la propria t-shirt preferita prima di arrivare nei negozi italiani, ma anche e soprattutto un viaggio alla scoperta dei criteri sottostanti le proprie abitudini di acquisto e del potenziale di cambiamento come cittadini attivi e consumatori responsabili.

A prescindere dal grado di interesse verso il mondo dell’abbigliamento o dalla maggiore o minore propensione allo shopping, la moda riguarda tutti noi in quanto strumento per comunicare il proprio status e la propria personalità al mondo esterno. Ecco allora che, partendo da questo assunto, attraverso il portale viene stimolata una riflessione su come anche gli elevati impatti ambientali e sociali legati alla produzione dei vestiti ci riguardino tutti da vicino. Dal mancato rispetto dei diritti dei lavoratori nelle fabbriche di produzione, all’inquinamento ambientale causato dalle sostanze impiegate nella colorazione dei tessuti, fino ad arrivare al problema dello smaltimento dei rifiuti: il vero costo di un capo di abbigliamento è molto più alto rispetto ai pochi euro a cui ci ha abituato il sistema della fast fashion, basato su ritmi sempre più veloci di produzione e consumo a scapito del rispetto dei diritti umani e dell’ambiente. Tuttavia questo scenario di partenza poco incoraggiante non deve trarre in inganno: cambiare è possibile, tante realtà del settore moda o semplici cittadini lo stanno già facendo e ognuno può contribuire facendo la sua parte.

Il percorso non vuole infatti fermarsi alla riflessione sui costi ambientali e sociali della fast fashion ma stimolare gruppi di ragazzi e ragazze a diventare cittadini attivi. La moda è il settore creativo per eccellenza e ha una grande forza di aggregazione e di cambiamento: come possiamo quindi comunicare tramite i vestiti che un futuro più equo è possibile? Quali sono le nuove tendenze del settore, che permettono di coniugare bellezza estetica e sostenibilità? Come possiamo portare all’attenzione del nostro territorio la moda che rispetta i diritti umani? Il portale “Cambia MODA!” ci invita a considerare il nostro guardaroba come parte di un impegno globale in direzione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e ad attivarci (on line e off line!) per una moda più giusta e rispettosa dell’ambiente.

L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto Cambia MODA! – Dalla fast fashion a una filiera tessile trasparente e sostenibile, che mira a promuovere un cambiamento nei modelli di consumo e produzione relativi al settore dell’abbigliamento a partire proprio dalla sensibilizzazione di giovani e giovanissimi, affinché diventino agenti di cambiamento verso un settore moda più etico, trasparente e sostenibile.

Per maggiori informazioni sul portale “Cambia MODA!” scrivere a: ecg@manitese.it.

Leggi la nostra proposta per gli insegnanti e il calendario delle formazioni on line: https://manitese.it/cambia-moda-corso-formazione-per-docenti-educatori

LA FORZA DELLE DONNE DELL’ATACORÀ: HANNO RESO L’8 MARZO UNA CELEBRAZIONE FISSA

L’8 marzo scorso, la località di Maka in Benin ha ospitato la seconda edizione della celebrazione della giornata internazionale della donna, organizzata dalla locale Unione delle cooperative di donne trasformatrici di prodotti agricoli sostenuta da Mani Tese.

L’anno scorso ci eravamo emozionati guardando le immagini del primo corteo organizzato dalle donne dell’Atacorà in occasione dell’8 marzo.

Quest’anno, se possibile, ci siamo entusiasmati ancora di più osservando le immagini della seconda edizione di questa giornata, di fatto divenuta un importante momento di rivendicazione annuale per queste donne sempre più orgogliose della propria indipendenza.

L’unione delle cooperative di donne produttrici di prodotti agricoli, che Mani Tese sostiene in Benin, l’anno scorso aveva fatto una scommessa in merito alla possibilità di rendere l’8 marzo una giornata in cui celebrare annualmente i diritti e gli sforzi delle donne.

Quest’anno, dunque, la celebrazione si è ripetuta presso il villaggio di Maka, una località del comune di Kouandé.

Il culmine dell’evento si è svolto all’ingresso del villaggio, ai piedi della collina. Lì, una carovana lunghissima ha sfilato con un numero impressionante di donne provenienti da diverse località: Tampegré, Tigninti, Didapoumbo, Boronkoné, Tampatou, Tansé, Cabaré e Ticou Maka, Kouba, Koissoukoingou, Kounadorgou dei comuni di Natitingou, Toucountouna e Kouandé.

L’intera comunità di Maka è rimasta stupita dall’immensa sfilata, dall’armonia e dall’esplosione di colori per celebrare la battaglia a favore dell’emancipazione femminile.

Il tema scelto per la celebrazione è stato: “La promozione socio-economica delle donne: un nutrimento essenziale per la loro emancipazione. Operiamo per la conquista della nostra libertà, per l’uguaglianza nel lavoro e per promuovere la nostra coscienza di cittadine”.

La giornata ha visto l’organizzazione di canti, danze, esposizione di vari prodotti agricoli tra cui Garì, tapioca, formaggio di soia e burro di karité.

La carovana che ha attraversato il villaggio ha incontrato l’intera comunità, uscita in massa per applaudire le donne, e si è fermata nel cortile della scuola primaria, dove ad attenderla c’era una platea di autorità.

“È con gioia che vi accolgo a Maka. Siamo fieri delle nostre donne che sono riuscite a organizzare questo evento. Ringraziamo l’ONG Mani Tese per il suo accompagnamento che ha cambiato completamente la loro vita, quella dei loro figli e di noi, loro sposi”, si è rallegrato per primo il capo del villaggio di Maka.

Secondo Sounon Kpéra Maimounatou, la presidente dell’unione delle cooperative di donne trasformatrici di Maka, la collaborazione tra le donne di Maka e Mani Tese ha permesso a questa comunità e a quelle dei villaggi vicini di comprendere l’importanza delle donne, grazie alle attività economiche da loro avviate.

Il direttore della scuola primaria di Maka, Ahlean Samuel si è detto fiero della collaborazione tra Mani Tese e la sua scuola: “Se oggi abbiamo un giardino, se oggi le nostre figlie frequentano corsi di educazione civica, se possiamo lottare contro l’abbandono scolastico femminile, è grazie all’ONG Mani Tese, a cui rivolgo i miei accorati ringraziamenti”.

Il responsabile dell’arrondissement di Fô-Tancé (di cui fa parte Maka), Baparape Ibrahim ha sottolineato che questa manifestazione è, per il villaggio di Maka, un’occasione inedita: “Mai, nella storia del nostro arondissement, le donne sono state in grado di movimentare così tante persone. Baparape Ibrahim ha ringraziato Mani Tese per aver permesso alle donne di Maka di prendere consapevolezza di quanto sia necessaria la loro emancipazione poiché, secondo lui, non ci può essere sviluppo senza uguaglianza tra gli uomini e le donne e se queste non diventano veramente autonome attraverso il loro lavoro e il loro impegno”.

Il rappresentante di Mani Tese in Benin, Achille Tepa si è infine congratulato con le donne dell’unione delle cooperative di Maka per la loro determinazione durante questi undici anni di collaborazione. Tepa le ha invitate a perseverare ulteriormente nelle loro attività cercando sempre di rinnovarsi anche attraverso la valorizzazione di altre e potenzialmente redditizie filiere agricole appartenenti alla tradizione del Paese. Ha inoltre sensibilizzato la popolazione sull’importanza della formazione dei bambini e soprattutto delle bambine, senza la quale ogni sforzo fatto rischierebbe di risultare vano.

La cerimonia si è conclusa con un saluto di Sua Maestà, il re di Maka.

A tutti i partecipanti è stato offerto un pranzo e ora si pensa già all’organizzazione della terza edizione!

4. Il riscatto di Léa

Léa, imprenditrice del Burkina Faso, ha creato insieme ad altre 9 donne l’associazione Lompar, che si occupa della lavorazione e trasformazione del niébé, un fagiolo locale con cui si prepara anche il couscous.

di Giulia Polato, Responsabile Paese Burkina Faso

Léa ha 51 anni e l’associazione che ha contribuito a creare, Lompar, partecipa al progetto “Imprese sociali innovative e partecipazione dei migranti per l’inclusione sociale in Burkina Faso” cofinanziato da AICS e Fondazione Maria Enrica.  È una donna dinamica che si divide tra casa, famiglia e associazionismo. Una che non sta mai ferma, sempre pronta ad informarsi e formarsi, consapevole che essere donna, in Burkina Faso, non è facile e se non ci si dà una mano difficilmente si può riuscire.

Perché la donna africana si deve svegliare alle 4, preparare la colazione per tutta la famiglia (magari andando a prendere l’acqua a chilometri di distanza), svegliare e lavare i bambini, mandarli a scuola, per poi andare a lavorare nei campi, ma tornando sempre in tempo per preparare la cena e accudire la famiglia, mangiando al volo ciò che resta quando gli altri hanno finito di servirsi.

il riscatto di lea mani tese 2020
Léa Marie Zigani, vive nel Boulgou e la sua associazione opera nella città di Garango

Così Léa, insieme a 9 donne ha creato l’associazione Lompar, che significa “la femme fait le foyer” (la donna è famiglia), che si occupa della lavorazione e trasformazione del niébé, il fagiolo locale, con la cui farina prepara anche un couscous che recentemente ha vinto un premio per l’innovazione in campo agroalimentare di circa 150.000 fcfa (250€ circa). E se ci pensate bene è stato un grandissimo successo, il secondo in pochi mesi, dopo il contributo ricevuto dal progetto, per un’associazione che fino a un anno e mezzo fa aveva portato avanti le proprie attività senza nessun supporto esterno! Infatti Léa mi ha detto che partecipare al bando di Mani Tese è stata una grandissima sfida, ma lei sapeva che, insieme a Lompar, aveva le capacità e le risorse per farcela!

Adesso Léa non vede l’ora che, grazie alle realizzazioni che stanno facendo (Mani Tese con il progetto le sta aiutando a costruirsi una casetta per poter lavorare al riparo e in un ambiente pulito, a dotarsi di un forno, di un essiccatoio ad energia solare e di altro materiale utile alla lavorazione), tutte le donne che lavorano per Lompar possano uscire dalla povertà, pagare la scuola ai propri figli e comprarsi una moto e magari pure una macchina!

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I lavori di costruzione di un edificio per l’associazione Lompar

Quando mi parla le brillano gli occhi e posso capire che Léa sta davvero vedendo realizzarsi il suo sogno e prova una grande soddisfazione e felicità per avercela fatta fino a qui.

Mi dice che augura a tutti noi (responsabili di Mani Tese, ma anche ai membri delle altre organizzazioni collettive coinvolte nel progetto) di avere sempre del lavoro da fare, di non rimanere mai con le mani in mano, perché se si lavora si prospera e si vive a lungo. E poi ovviamente si augura la pace, per noi e per tutto il Burkina Faso.

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Diventare cittadini e cittadine del mondo… salla propria camera!

Esercizi, letture e piccole sfide per mantenersi in equilibrio su un pianeta da rispettare, senza mettere il naso fuori di casa.

In queste settimane il nostro mondo sembra essersi fatto estremamente più piccolo. Il “fuori” si è fatto enorme e il “dentro” si è ridotto alla nostra casa. 

Se anche voi vi sentite un po’ come dei pesci rossi nella boccia, vuol dire che è arrivato il momento di portarsi un po’ di mondo in casa

Nei prossimi giorni vi proporremo qualche prova per giocare, riflettere e mantenere viva la voglia di nuotare nell’oceano. Perché prima o poi finalmente ci torneremo, e sicuramente lo faremo con più gusto, ma forse anche con più rispetto e delicatezza. Ora lo sappiamo quanto è prezioso! 

Eccovi dunque, a partire da domani, i nostri esercizi di equilibrio: ognuno si conclude con una o più domande. 

Saprete rispondere? 

Siamo molto curiosi di saperlo: seguiteci sui nostri canali social e scrivete le vostre risposte nei commenti oppure a ecg@manitese.it.

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Premio Mani Tese per il giornalismo investigativo e sociale: al via la II edizione!

In giuria: Federica Angeli, Riccardo Iacona, Gad Lerner, Gianluigi Nuzzi, Tiziana Ferrario, Eva Giovannini, Francesco Piccinini, Stefania Prandi, Emilio Ciarlo. Margherita Rebuffoni, mamma di Nadia Toffa, consegnerà il Premio in ricordo della figlia.

Dopo il successo della prima edizione, che ha visto la pubblicazione dell’inchiesta “Amazon, uno smaltimento al di sopra di ogni sospetto”, torna il Premio Mani Tese per il giornalismo investigativo e sociale, di cui sono ufficialmente aperte le candidature.

Il Premio Mani Tese per il giornalismo investigativo e sociale intende sostenere la produzione di inchieste originali su tematiche concernenti gli impatti dell’attività di impresa sui diritti umani e sull’ambiente in Italia e/o nei Paesi terzi in cui si articolano le filiere globali di produzione.

Obiettivo del Premio è portare alla luce fatti e storie di interesse pubblico finora ancora poco noti e/o dibattuti, con un taglio sia di denuncia sia di proposta.

La prima edizione ha permesso la realizzazione dell’importante inchiesta Amazon, uno smaltimento al di sopra di ogni sospetto – Dalla distruzione di massa dei beni invenduti a una nuova economia circolare, il cui estratto è stato mandato in onda da Presa Diretta. In seguito all’inchiesta, il Ministero dell’Ambiente ha messo sotto osservazione la legge vigente sull’e-commerce, la Regione Lazio si è impegnata ad offrire un’alternativa verde e solidale nei confini di sua competenza e il Governo, con il decreto del 28 febbraio scorso, ha introdotto agevolazioni fiscali per le imprese che donano merci al non profit.

L’edizione 2020

Il tema della II edizione del Premio è l’impatto dell’industria dell’abbigliamento sui diritti umani e sull’ambiente, in Italia e/o nei Paesi terzi in cui si articola la filiera globale del tessile.

Il premio consiste in un contributo a copertura delle spese di realizzazione dell’inchiesta vincitrice fino a un massimo di 10.000 euro.

A chi è rivolto

La partecipazione è aperta a giornalisti indipendenti/freelance anche non iscritti all’Ordine dei Giornalisti e non pubblicisti, di ogni età e nazionalità.

Come partecipare

La partecipazione al premio è gratuita.

Per concorrere al Premio è necessario compilare il form di iscrizione on line nella pagina dedicata al premio sul sito di Mani Tese presentando il proprio progetto di inchiesta e la biografia dei partecipanti.

La scelta del formato dell’inchiesta (articoli, fotoreportage, video, web-doc, web serie, graphic novel ecc…) è libera.

Il termine di scadenza per l’invio dei progetti è il 4 maggio 2020.

La giuria

Composta da giornalisti ed esperti del settore, la giuria selezionerà 5 finalisti tra una shortlist stilata dalla Commissione Tecnica, formata da membri dello staff di Mani Tese. I finalisti saranno annunciati e invitati a presentare i loro progetti durante l’evento di premiazione che si terrà nel mese di giugno 2020.

La selezione finale avverrà nel corso dell’evento con l’annuncio del/i vincitore/i che sarà rimesso all’insindacabile giudizio della Giuria.

Consegnerà il Premio Margherita Rebuffoni, madre di Nadia Toffa, in ricordo dell’impegno nell’ambito del giornalismo d’inchiesta da parte della figlia.

I membri della giuria, composta da giornalisti e/o esperti del settore, sono, in ordine alfabetico:

Federica Angeli

Cronista di nera e giudiziaria, dal 1998 scrive sulle pagine del quotidiano La Repubblica. Nota per le sue inchieste sulla mafia romana per le quali, in seguito alle minacce ricevute, vive sotto scorta dal 17 luglio 2013. Nel 2019 la sua storia è protagonista del film A mano disarmata.

Emilio Ciarlo

Direttore comunicazione dell’AICS. Avvocato, giurista internazionale d’impresa, pubblica su diverse testate articoli su politica estera, cooperazione e diritti umani. Dal 2013 al 2015 è stato Consigliere politico del Vice Ministro degli Esteri e della Cooperazione.

Tiziana Ferrario

Giornalista, già inviata e conduttrice RAI. Dopo essersi occupata di politica estera, guerre e crisi umanitarie, ha deciso di dedicarsi al tema della parità di genere. Nel 2006 pubblica Il vento di Kabul (Baldini Castoldi Dalai). Nel 2017 Orgoglio e Pregiudizi (Chiarelettere).

Eva Giovannini

Giornalista e inviata RAI. Ha condotto l’edizione 2017 del Premio Strega. Membro del “Comitato di Saggi” sull’Europa, ha scritto Europa Anno Zero – Il ritorno dei Nazionalismi (Marsilio, 2015). In TV ha lavorato per Annozero, Piazzapulita, Skytg24. Ha condotto il programma Popolo Sovrano.

Riccardo Iacona

Giornalista e conduttore televisivo, si occupa di giornalismo d’inchiesta. Ha lavorato per diversi programmi televisivi sia in Rai che in Mediaset, fra cui Samarcanda, Il Rosso e il Nero, Tempo Reale, Moby dick, Moby’s, Circus, Sciuscià. Ha realizzato numerose trasmissioni come W gli sposi, W il mercato, W la ricerca e la serie di inchieste W l’Italia. Dal 2009 conduce il suo programma di inchiesta Presa diretta, in onda su Rai Tre.

Gad Lerner

Giornalista e autore di numerosi libri, ha collaborato con Radio Popolare, L’Espresso, Corriere della sera, Repubblica, La stampa, Nigrizia. In RAI ha condotto Profondo Nord, Milano, Italia, Pinocchio e L’Approdo. Su LA7 è stato direttore del tg e conduttore di Otto e mezzo e L’Infedele.

Gianluigi Nuzzi

Giornalista autore di diverse inchieste e scoop che hanno avuto vasta eco come Vaticano S.p.A. (Chiarelettere, 2009) e Metastasi (Chiarelettere 2015). Ha ideato e condotto la trasmissione Intoccabili su La7. Attualmente conduce su Rete4 Quarto Grado.

Francesco Piccinini

Direttore responsabile di Fanpage. Ha lavorato come digital manager di Caltagirone Editore Digital, direttore di AgoraVox Italia e docente presso l’École Supérieure de Gestion di Parigi. Tra gli autori di Novantadue. L’anno che cambiò l’Italia (Castelvecchi, 2012).

Stefania Prandi

Giornalista e fotogiornalista, si occupa di questioni di genere, lavoro, diritti umani, società e ambiente. Ha realizzato reportage collaborando per Al Jazeera, El País e altre testate. È autrice di Oro rosso. Fragole, pomodori, molestie e sfruttamento nel Mediterraneo (Settenove, 2018).

A proposito del Premio Mani Tese

Il Premio Mani Tese per il giornalismo investigativo e sociale è un’iniziativa di Mani Tese, ONG che da oltre 55 anni si occupa di contrastare le ingiustizie nel mondo, e rientra nel programma MADE IN JUSTICE di Mani Tese, che mira a mettere i diritti umani e l’ambiente al centro della governance delle imprese e delle scelte dei consumatori.

L’edizione 2020 del Premio si inserisce all’interno del progetto “Cambia MODA! Dalla fast fashion a una filiera tessile trasparente e sostenibile”, realizzato con il contributo dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).

È possibile visionare il regolamento completo del Premio alla pagina dedicata sul sito di Mani Tese. Per ricevere informazioni sul Premio è inoltre possibile scrivere all’indirizzo advocacy@manitese.it.

8 MARZO: GLI AUGURI DELLE DONNE DEL BENIN

Dal 2009 a oggi Mani Tese ha sostenuto in Benin più di 50 gruppi di donne nella produzione, trasformazione e vendita di prodotti agricoli locali. Oggi circa 1000 donne lavorano organizzate in cooperative di primo e secondo livello in tre comuni del Dipartimento dell’Atacora: Kouandé, Natitingou e Toucountouna. Grazie a un accordo di partnership firmato […]

Dal 2009 a oggi Mani Tese ha sostenuto in Benin più di 50 gruppi di donne nella produzione, trasformazione e vendita di prodotti agricoli locali.

Oggi circa 1000 donne lavorano organizzate in cooperative di primo e secondo livello in tre comuni del Dipartimento dell’Atacora: Kouandé, Natitingou e Toucountouna. Grazie a un accordo di partnership firmato da Mani Tese con un istituto di microfinanza, presso il quale è stato depositato un fondo di garanzia, possono avere accesso al credito.

Il sostegno alle donne ha permesso, inoltre, a 100 famiglie povere di intraprendere attività di coltivazione e commercializzazione anche di colture tradizionali scomparse o in via d’estinzione come fonio, mais giallo, igname giallo, souchet, sesamo e patata dolce. 

Mani Tese promuove inoltre la cittadinanza attiva delle donne attraverso attività di sensibilizzazione sull’esercizio dei loro diritti e la loro partecipazione alla vita civile.

Dal 2018, inizialmente in tre e oggi in nove villaggi dei già citati comuni, promuove il diritto all’istruzione delle bambine e sensibilizza sui pericoli dell’abbandono scolastico per ridurre le disparità di accesso alla scuola tra ragazzi e ragazze.

Ecco gli auguri delle donne di Tampègré e di Maka:

Alcune foto delle attività:

PRESSE-DE-FARINE-DE-MANIOC-HUMIDE-AVANT-TORREFACTION-1
PASSAGE-DU-MANIOC-A-LA-RAPEUSE-1
LAVAGE-DE-RACINES-DE-MANIOC-APRES-EPLUCHAGE-1
Donne Benin

Per l’8 marzo – Giornata internazionale dei diritti della donna – scegli un dono solidale e sostieni i nostri progetti in Benin: https://regalisolidali.manitese.it/dettaglio.php?prodotto=padrone-del-proprio-destino

FUGGITA DA UN MATRIMONIO FORZATO, SOGNO DI DIVENTARE UNA DOTTORESSA

La storia di Fatumata, ragazza ospite del centro di accoglienza per vittime di matrimoni forzati e violenza di genere sostenuto da Mani Tese in Guinea-Bissau, dove più della metà delle ragazze fra i 15 e i 19 anni è sposata con uomini più vecchi di almeno 10 anni.

Fatumata (nome di fantasia) è una ragazzina vittima di matrimonio forzato e da ottobre dell’anno scorso è ospite del centro di accoglienza per bambine e donne vittime di violenza di genere e matrimoni forzati e precoci di Bissau. Il centro è sostenuto da Mani Tese nell’ambito del progetto “Libere dalla violenza” finanziato dall’Unione Europea.

Fatumata insieme a un’assistente sociale del centro di accoglienza per bambine e donne vittime di violenza di genere e matrimoni forzati e precoci di Bissau

Fatumata proviene dal Sud della Guinea-Bissau, una zona che presenta tra le più alte percentuali di matrimoni forzati e precoci del paese, le cui cause sono legate soprattutto a questioni culturali e all’impossibilita delle famiglie di mantenere il numero elevato di figli. Nel caso delle ragazze, la “donazione” in matrimonio oggi assume una vera e propria fonte di entrata per la famiglia e l’abbandono scolastico è altissimo, proprio perché sono vittime dei matrimoni precoci, ma anche perché occupate nel lavoro agricolo e a volte vittime di rituali etnici come la mutilazione genitale femminile. Secondo dati del 2014, la percentuale di donne tra i 15 ed i 19 anni sposate con uomini più vecchi di almeno 10 anni sul territorio nazionale è del 59,6%.

Fatumata ci ha raccontato la sua storia.

“Sono nata a Bissau, dove ho vissuto i primi anni con mia madre, mio padre e le mie tre sorelle.

I miei genitori si sono separati e mio ​​padre è andato a lavorare sull’isola di Bolama. Da allora non abbiamo più avuto contatti con lui.

Mia madre non lavorava e aveva quattro figlie da mantenere, così ha deciso di mandarmi a vivere con mia nonna materna a Buba, città del sud del paese Avevo 5 anni, all’epoca, e tutto andava bene: la nonna mi trattava molto bene, frequentavo l’asilo ed ero felice.

L’incubo è iniziato a 10 anni, quando la sorella di mia nonna è venuta a prendermi per andare a vivere con lei in un villaggio che si trovava a due ore di distanza da Buba. Questa mia zia però mi picchiava, mi urlava addosso e mi faceva lavorare duramente per ore e ore nelle faccende domestiche: ero la prima a svegliarmi e l’ultima ad andare a dormire[i].

Io volevo tornare a frequentare la scuola come le altre ragazze e, dopo tante insistenze, mia zia mi ha finalmente iscritto, ma non avevo nemmeno un quaderno. Per pagarmi il materiale didattico, i vestiti e quello di cui avevo bisogno per andare in classe, sono stata mandata a raccogliere la castagna dell’anacardo nei campi.

Nonostante la stanchezza, frequentavo regolarmente le lezioni, ma all’età di 15 anni, un giorno, verso le 5 di mattina, mia zia, mia nonna e alcune altre donne del villaggio sono venute a prendermi per portarmi via. “Dove mi state portando e perché?”, ho chiesto. “Ti stiamo portando da tuo marito.”, è stata la risposta.

All’inizio ho pensato che si trattasse di uno dei figli di mia zia…Invece era suo marito, un uomo di 70 anni. Ho iniziato a piangere e a urlare. Le donne hanno preso a colpirmi sui piedi, sulla schiena e su tutto il corpo. Poi mi hanno tagliato i capelli e mi hanno vestito da sposa.

Nei sei giorni che precedono il matrimonio non ho mai lasciato che quell’uomo mi toccasse. Mia madre è stata chiamata a Bissau per assistere alla cerimonia, ma appena mi ha vista ha iniziato a piangere ed è scappata a Buba a denunciare il fatto alla polizia.

Così sono arrivati i poliziotti e hanno portato via i responsabili, ma il processo è ancora in corso e mia madre ha ricevuto minacce per essere andata contro la decisione della famiglia.

È per questo che mi hanno portato al centro di accoglienza per vittime di violenza, per proteggermi fino a che la situazione non sarà migliorata. Pare che ora, dopo 4 mesi, lo sia e dovrei tornare da mia madre a marzo.

Al centro di accoglienza sto continuando a frequentare la scuola e sto seguendo i corsi di cucina e di sartoria. La mia vita è cambiata molto da quando sono arrivata qui, perché mi stanno aiutando a essere una persona migliore, a pensare che posso avere un futuro insieme a mia madre e un giorno avere una professione. Io desidero continuare a studiare per diventare dottoressa.

Vorrei dire a tutti i genitori che non devono permettere l’allontanamento dei propri figli dalla famiglia per essere cresciuti in condizioni di schiavitù e a tutti coloro che obbligano una ragazza a sposarsi contro la sua volontà che dovrebbero essere puniti secondo la legge”.

Corso di sartoria al centro di accoglienza per bambine e donne vittime di violenza di genere e matrimoni forzati di Bissau

Djenabu Balde, assistente sociale di Mani Tese, racconta che Fatumata ritornerà in famiglia dopo un percorso di reinserimento iniziato già all’interno del centro, con l’accompagnamento di Mani Tese e secondo un piano di vita e familiare pensato per lei.


[i] Il fenomeno di cui parla Fatumata è quello dei “minino di Kriason”, bambini che vengono “affidati” ad altre famiglie perché non desiderati o per mancanza di mezzi di sostentamento, che li utilizzano nel lavoro o in servizi forzati che rasentano la schiavitù. Secondo dati UNICEF del 2014 più di un bambino su 3 in Guinea-Bissau tra i 5 e i 17 anni è occupato in attività economiche e di questi l’85% in lavori non remunerati. I principali luoghi di lavoro per i bambini sono le piantagioni familiari (71,1%).

Alcuni prodotti realizzati durante i corsi di sartoria

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