EMERGENZA CIBO IN MOZAMBICO, RAGGIUNTA ANCHE L’ISOLA DI MARIA

La distribuzione di cibo nel distretto di Chinde è anche l’occasione per sensibilizzare la popolazione sulle misure da adottare per la prevenzione del Covid-19.

Come documentato a inizio maggio, anche col Coronavirus è continuata la distribuzione di cibo nel distretto di Chinde (Mozambico) dove siamo attivi con il progetto “Food assistance for assets – EMERGENZA CIBO DOPO IL CICLONE IDAI” finanziato dal World Food Programme.

Il progetto ha come obiettivo principale la fornitura di alimenti di prima necessità a 4.000 famiglie del distretto di Chinde. Ora, la distribuzione del cibo diventa anche l’occasione per sensibilizzare la popolazione sulle misure da adottare per la prevenzione del Covid-19 che, purtroppo, è sempre più diffuso nel Paese.

È notizia degli ultimi giorni, in particolare, la conferma dei primi casi di Covid-19 nella Provincia della Zambezia, una delle aree più povere del Paese dove operiamo storicamente.

Mani Tese, tuttavia, non si ferma e, fra molte difficoltà legate anche alle piogge che hanno colpito recentemente la zona, ha raggiunto anche l’isola di Maria dove vivono 80 famiglie beneficiarie del progetto. Nelle foto potete vedere alcuni momenti dell’incontro con i beneficiari che hanno ormai l’abitudine di indossare la mascherina o coprirsi il viso con un fazzoletto.

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Come il virus può rivoluzionare il mercato e cambiare in meglio le nostre vite

Una riflessione sulle prospettive economiche, sociali e ambientali nel post quarantena.

di Giosuè De Salvo, Responsabile Advocacy, Educazione e Campagne di Mani Tese.

Se l’“assembramento” è il male assoluto e il “distanziamento fisico” è il principio precauzionale per eccellenza, allora c’è speranza.

L’economia di mercato, nella sua versione più avanzata, o selvaggia, a seconda dei punti di vista, si fonda sul concetto di assembramento. Assembramento di merci in un unico luogo fisico, il supermercato o il centro commerciale. Assembramento di strutture ricettive su tratti limitati di litorale o aree circoscritte di montagna e riserve naturali. Assembramento di libri, film e musica su di un’unica piattaforma a pagamento. Perché così facendo si abbattono i costi, si massimizzano gli utili, si concentrano le quote di mercato e si apprezzano i listini di borsa.

Il distanziamento fisico è per converso – secondo i canoni del pensiero economico divenuto tradizionale (eviterei, dopo quarant’anni, di utilizzare l’aggettivo neoliberista) – sinonimo di inefficienza e dispersione di valore. Decentralizzare i punti vendita di cibo o di vestiti, magari accorciando la distanza tra chi li produce e chi li consuma. Attrezzare le spiagge e le aree boschive demaniali con strutture e servizi di qualità per tutte le famiglie che vogliono goderne. Incentivare e sovvenzionare la presenza di librerie, sale cinematografiche indipendenti e spazi dedicati alla musica nei centri e nelle periferie delle città, così come nei piccoli borghi, in modo da rendere la cultura una presenza vitale per coloro che vi abitano. Tutto ciò sarebbe un abominio per il mercato ma una manna per la salute pubblica. Sì, anche la cultura diffusa e accessibile sui territori. Perché se è vero che le piattaforme online consentono di ridurre il numero di persone fuori casa, è altrettanto vero che tendono ad isolarle, ad individualizzarne l’esperienza culturale e, con il tempo, a corrodere il senso di comunità e quello di corresponsabilità su cui si poggiano le chance di successo di tutte le misure di prevenzione e contenimento delle epidemie.

C’è quindi la speranza che, non tanto la ripresa, che purtroppo sarà a dir poco selvaggia, della serie si salvi chi può, ma il futuro prossimo dei consumi, e quindi indirettamente delle produzioni, sarà per forza di cose rifondato sul principio del distanziamento e quindi su di una serie di imperativi nominalisticamente antitetici ma sostanzialmente correlati l’uno all’altro: decentrare, rilocalizzare, condividere e partecipare.

L’economia di mercato potrebbe così trasformarsi in un’economia di relazione. Tra chi coltiva la terra e chi si alimenta dei suoi frutti. Tra chi crea moda e chi attraverso di essa esprime la propria personalità. Tra chi genera arte e chi ne gode per arricchirsi d’animo. Tra il genere umano e la natura, in modo da ristabilire un equilibrio di convivenza, di sicuro più importante per il primo che per la seconda.

La chiamo speranza ma forse è qualcosa in più. Di sicuro, grazie al virus, è paradossale dirlo, è una prospettiva economica, sociale e ambientale con cui le istituzioni mondiali dovranno fare i conti. E con una bella spinta da parte della società civile, dei movimenti sociali e della buona politica, non si sa mai che sia la volta buona.

GUATEMALA, PREVENZIONE E CIBO CONTRO IL CORONAVIRUS

Nello Stato dell’America Centrale, purtroppo colpito dal Coronavirus, Mani Tese fa opera di prevenzione e porta sementi per l’agricoltura.

In Guatemala, Mani Tese è attiva nel dipartimento di Chiquimula per combattere la fame, aggravata da lunghe siccità, e per migliorare le condizioni igienico-sanitarie delle comunità.

Purtroppo, negli ultimi mesi, la situazione già critica nel Paese è peggiorata per l’arrivo del Coronavirus, che ha portato contagi e morti, ma soprattutto più fame e povertà a causa del blocco delle attività lavorative.

Il progetto “Lotta alla denutrizione nel dipartimento di Chiquimula” non si è però fermato, al contrario sono stati maggiori gli sforzi per supportare le famiglie della zona.

Innanzitutto sono stati consegnati ai leader delle comunità di intervento dei manuali per educare alla prevenzione e cura del Covid-19. I manuali spiegano infatti cos’è un virus, cos’è nello specifico il Coronavirus, quali sintomi provoca, quali sono le persone maggiormente esposte al rischio di contagio, come avviene il contagio, come fare prevenzione nella comunità e quali sono le piante naturali per alleviare tosse e influenza.

In seguito, si è pensato anche alla produzione agricola e quindi al sostentamento alimentare della comunità.

Ai beneficiari della porzione di terreno agroecologico facenti parte delle comunità di intervento Dos Quebradas e Lantiquin, è stato infatti consegnato un pacchetto per migliorare la produzione. Il pacchetto conteneva semi e piccole piante, nel dettaglio:

  • alberi da frutta: limone persiano, mandarino, arancia washington, mango de brea, avocado, mamey, gambuta, nance, mango tommy, jocote e anacardi;
  • alberi: mogano, cipresso, pino, aripin, cedro e legno bianco, semi di peperoncino, peperoncino jalapeño, cetriolo e pomodoro, pilones de loroco;
  • piante medicinali: ruta, apasote, salvia, altamis e origano, semi di mais e fagioli creoli, estacones de madrea cacao e sacchi di vermicompost.

 

Il pacchetto è stato preparato congiuntamente ai beneficiari di ogni appezzamento in base alle loro esperienze, preferenze e all’adattabilità delle piante.

Il processo di semina degli alberi e delle piante medicinali è stato realizzato con successo secondo il modello precedentemente stabilito fra CUNORI, team tecnico e beneficiari.

I beneficiari hanno collaborato nel processo di preparazione del terreno piantando gli alberi distanziati in modo che prendano la luce necessaria per avere una migliore crescita e sviluppo, creando delle corsie per evitare l’erosione del suolo e facendo il diserbo, ovvero rimuovendo le erbacce indesiderate. Adesso si aspettano le prime piogge.

Alle famiglie beneficiarie, sono stati consegnati poi anche dei silos realizzati con fogli di zinco liscio con una capacità di 12 quintali che serviranno a effettuare lo stoccaggio dei cereali.

Qui di seguito alcune foto della consegna dei manuali sul Covid-19 e dei pacchetti per la produzione.

La consegna dei manuali sul Covid-19

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La consegna di semi e piccole piante per l’agricoltura

Il processo di preparazione del terreno e della semina

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La consegna di beni di prima necessità
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La consegna dei silos

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6. ATIJA E LE FORMAZIONI AGROECOLOGICHE

La vita di Atija è cambiata molto grazie alle formazioni agroecologiche.

Siamo tornati nel distretto di Namacurra per incontrare di nuovo Atija, beneficiaria del progetto “Quelimane agricola” cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

Avevamo incontrato Atija già circa un anno fa e a lei era dedicata la prima puntata del nostro videoblog “Le storie di Quelimane agricola”.

Atija, inizialmente, non aveva le conoscenze per coltivare al meglio i propri campi, ma in seguito alle formazioni agroecologiche offerte dal progetto “Quelimane agricola” ha appreso nuove tecniche come l’utilizzo degli scarti per fertilizzare il terreno.

Inoltre, è stato costruito un pozzo e ora la comunità in cui vive Atija può utilizzare l’acqua per cucinare, lavarsi, lavare i vestiti, e non è più necessario percorrere a piedi lunghe distanze per fare rifornimento.

Sono piccole ma importanti conquiste.

Guarda il video e ascolta il suo racconto:

 

CONTINUA A SEGUIRE IL VIDEOBLOG “LE STORIE DI QUELIMANE AGRICOLA”

BURKINA FASO, CONSEGNATO MATERIALE SANITARIO PER LA PREVENZIONE DEL COVID-19

Anche con il Coronavirus l’impegno di Mani Tese in Burkina Faso non si ferma: consegnati kit igienizzanti per 15 Centri di Salute in 3 regioni del Paese.

In Burkina Faso, dove Mani Tese è attiva da quasi 30 anni con progetti di sviluppo sostenibile per le comunità locali, il Coronavirus si è aggiunto e ha esacerbato una crisi già in atto a causa della desertificazione crescente, della povertà e dell’avanzamento del terrorismo.

Ovviamente, anche il numero di ospedali è scarso nel Paese e per questo la popolazione, soprattutto quella rurale, si rivolge principalmente ai cosiddetti “Centri di Salute” ovvero piccoli ambulatori di villaggio dove ci si reca per piccole ferite, malattie lievi o anche per partorire.

Già in contatto con i Centri di Salute di villaggio di tre regioni grazie ad un progetto in corso sui diritti delle donne e dei bambini e la promozione dei servizi sanitari e di stato civile, Mani Tese ha raccolto la richiesta di rendere questi luoghi più attrezzati per prevenire la diffusione del virus.

Ha quindi acquistato kit igienizzanti (lavamani, secchi, sapone, gel idroalcolico, disinfettante, candeggina, stracci, guanti, mascherine, scope) per 15 Centri di Salute di villaggio di 3 regioni del Paese africano (Plateau Central, Centre Sud e Centre) e la prima consegna è avvenuta presso il governatorato di Ziniaré (Plateau Central) qualche settimana fa.

I kit sono stati portati su due enormi pick-up straripanti di secchi e strutture di ferro, con scope infilate in ogni angolo disponibile e corde a tenere insieme il tutto (ovviamente dopo aver caricato i suddetti pick-up, sotto il sole a 40 gradi, vanificando ogni tentativo di arrivare puliti e ordinati alla cerimonia… ma in fin dei conti, cosa importa? È molto più importante far arrivare il necessario!).

A Ziniaré attendevano la governatrice e tutto il comitato di risposta all’emergenza Covid-19 della Regione, nonché alcune organizzazioni beneficiarie del progetto, venute a sostenerci in questo momento particolare. La cerimonia è stata semplice ma molto significativa: la governatrice si è quasi commossa ringraziandoci del sostegno che stiamo dando, nonostante nel nostro stesso Paese d’origine, l’Italia, la situazione sia drammatica.

Abbiamo avuto anche una bella sorpresa: i gruppi di donne che partecipano al progetto, a loro spese, avevano invitato un cantante che si è esibito in una performance di canto e ballo, a oggetto “gestes barrière”: il tema erano tutti quei gesti di prevenzione che è buona norma adottare in questa situazione (portare la mascherina, lavarsi le mani, starnutire nell’incavo del gomito, ecc). Le donne hanno dovuto sostenere anche la spesa del generatore, perché ovviamente non c’era corrente!

Siamo tornati da questo viaggio positivi e carichi, contenti del gesto compiuto e consapevoli che tanti, per fortuna, intorno a noi, si stanno muovendo nella stessa direzione e che in questo modo ce la potremo fare. Perché mai come in questa occasione, è il caso di ribadire il motto burkinabé per eccellenza: on est ensemble (stiamo insieme).

Questo virus ci sta insegnando che, anche se siamo tutti vittime, comunque abbiamo la possibilità di guardare al di là del nostro orticello: in Italia abbiamo ricevuto il sostegno da tanti Paesi nel mondo. Qui in Burkina Faso, dove Mani Tese da anni è ospite accolto e integrato, era giusto fare la nostra parte: ci siamo quindi rimboccati le maniche per dare il nostro contributo.

Questa azione rientra tra le attività del progetto Promozione sociale e dei diritti delle donne e dei bambini per il miglioramento dei servizi sanitari e di stato civile, cofinanziato dall’Unione Europea e che stiamo realizzando in consorzio con la Fondazione ACRA (capofila) e le ONG AsmadeComunità di Sant’Egidio e la federazione delle donne rurali del Burkina Faso (Fenafer-B).

 

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Pandemia sotto inchiesta: il giornalismo ai tempi del coronavirus

LiveTalk in occasione della cerimonia di premiazione del Premio Mani Tese per il giornalismo investigativo e sociale con Federica Angeli, Gad Lerner, Tiziana Ferrario, Gianluigi Nuzzi, Eva Giovannini, Francesco Piccinini, Stefania Prandi, Riccardo Iacona, Emilio Ciarlo.

Chi vincerà la seconda edizione del Premio Mani Tese per il giornalismo investigativo e sociale? Lo scopriremo in diretta giovedì 4 giugno alle 18.00 sui canali Facebook e Youtube di Mani Tese durante un evento live che vedrà la partecipazione di tanti e tante ospiti illustri.

Insieme a Federica Angeli, Gad Lerner, Tiziana Ferrario, Gianluigi Nuzzi, Eva Giovannini, Francesco Piccinini, Stefania Prandi, Riccardo Iacona, Emilio Ciarlo, giurati e giurate del Premio, parleremo di giornalismo e comunicazione ai tempi del coronavirus. A seguire i 5 finalisti del Premio, selezionati dalla giuria, si sfideranno presentando il proprio progetto d’inchiesta tramite pitch.

La consegna simbolica del premio (fino a un massimo di 10.000 euro a copertura delle spese di realizzazione dell’inchiesta) sarà affidata a Sara de Simone, Presidente di Mani Tese, con la partecipazione di Margherita Rebuffoni, mamma di Nadia Toffa, alla cui figlia è dedicata l’edizione 2020 del Premio.

Il programma

PANDEMIA SOTTO INCHIESTA: IL GIORNALISMO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
LiveTalk con Federica Angeli, Gad Lerner, Tiziana Ferrario, Gianluigi Nuzzi, Eva Giovannini, Francesco Piccinini, Stefania Prandi, Riccardo Iacona, Emilio Ciarlo.

AMAZON E LO SMALTIMENTO DELL’INVENDUTO: COME È ANDATA A FINIRE?
Collegamento con gli autori dell’inchiesta vincitrice del Premio Mani Tese 2019 “Amazon, uno smaltimento al di sopra di ogni sospetto”.

IL LATO OSCURO DELLA MODA
Pitch dei cinque finalisti del Premio Mani Tese 2020 che presenteranno i loro progetti d’inchiesta sull’impatto dell’industria dell’abbigliamento sui diritti umani e sull’ambiente. Al termine, i giurati/e presenti voteranno il progetto vincitore.

IN RICORDO DI NADIA
Margherita Rebuffoni, mamma di Nadia Toffa, consegna virtualmente il premio in ricordo della figlia insieme a Sara de Simone, Presidente di Mani Tese.

Conduce l’evento Giorgia Vezzoli, Responsabile Comunicazione Istituzionale di Mani Tese.

La giuria del Premio

Federica Angeli
Cronista di nera e giudiziaria, dal 1998 scrive sulle pagine del quotidiano La Repubblica. Nota per le sue inchieste sulla mafia romana per le quali, in seguito alle minacce ricevute, vive sotto scorta dal 17 luglio 2013. Nel 2019 la sua storia è protagonista del film A mano disarmata.

Emilio Ciarlo
Direttore comunicazione dell’AICS. Avvocato, giurista internazionale d’impresa, pubblica su diverse testate articoli su politica estera, cooperazione e diritti umani. Dal 2013 al 2015 è stato Consigliere politico del Vice Ministro degli Esteri e della Cooperazione.

Tiziana Ferrario
Giornalista, già inviata e conduttrice RAI. Dopo essersi occupata di politica estera, guerre e crisi umanitarie, ha deciso di dedicarsi al tema della parità di genere. Nel 2006 pubblica Il vento di Kabul (Baldini Castoldi Dalai). Nel 2017 Orgoglio e Pregiudizi (Chiarelettere).

Eva Giovannini
Giornalista e inviata RAI. Ha condotto l’edizione 2017 del Premio Strega. Membro del “Comitato di Saggi” sull’Europa, ha scritto Europa Anno Zero – Il ritorno dei Nazionalismi (Marsilio, 2015). In TV ha lavorato per Annozero, Piazzapulita, Skytg24. Ha condotto il programma Popolo Sovrano.

Riccardo Iacona
Giornalista e conduttore televisivo, si occupa di giornalismo d’inchiesta. Ha lavorato per diversi programmi televisivi sia in Rai che in Mediaset, fra cui Samarcanda, Il Rosso e il Nero, Tempo Reale, Moby dick, Moby’s, Circus, Sciuscià. Ha realizzato numerose trasmissioni come W gli sposi, W il mercato, W la ricerca e la serie di inchieste W l’Italia. Dal 2009 conduce il suo programma di inchiesta Presa diretta, in onda su Rai Tre.

Gad Lerner
Giornalista e autore di numerosi libri, ha collaborato con Radio Popolare, L’Espresso, Corriere della sera, Repubblica, La stampa, Nigrizia. In RAI ha condotto Profondo Nord, Milano, Italia, Pinocchio, L’Approdo. Su LA7 è stato direttore del tg e conduttore di Otto e mezzo e L’Infedele.

Gianluigi Nuzzi
Giornalista autore di diverse inchieste e scoop che hanno avuto vasta eco come Vaticano S.p.A. (Chiarelettere, 2009) e Metastasi (Chiarelettere 2015). Ha ideato e condotto la trasmissione Intoccabili su La7. Attualmente conduce su Rete4 Quarto Grado.

Francesco Piccinini
Direttore responsabile di Fanpage. Ha lavorato come digital manager di Caltagirone Editore Digital, direttore di AgoraVox Italia e docente presso l’École Supérieure de Gestion di Parigi. Tra gli autori di Novantadue. L’anno che cambiò l’Italia (Castelvecchi, 2012).

Stefania Prandi
Giornalista e fotogiornalista, si occupa di questioni di genere, lavoro, diritti umani, società e ambiente. Ha realizzato reportage collaborando per Al Jazeera, El País e altre testate. È autrice di Oro rosso. Fragole, pomodori, molestie e sfruttamento nel Mediterraneo (Settenove, 2018).

A proposito del Premio Mani Tese

Il Premio Mani Tese per il giornalismo investigativo e sociale è un’iniziativa di Mani Tese, ONG che da oltre 55 anni si occupa di contrastare le ingiustizie nel mondo, e rientra nel programma MADE IN JUSTICE di Mani Tese, che mira a mettere i diritti umani e l’ambiente al centro della governance delle imprese e delle scelte dei consumatori. L’edizione 2020 del Premio si inserisce all’interno del progetto “Cambia MODA! Dalla fast fashion a una filiera tessile trasparente e sostenibile”, realizzato con il contributo dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).

Scarica e diffondi la locandina dell’evento!

Quale ripartenza per l’industria della moda?

Mani Tese supporta e rilancia gli appelli della Campagna Abiti Puliti per una ripresa del settore che non lasci indietro nessuno, ma che sia anzi l’occasione per ripartire da nuovi presupposti di giustizia.

di Riccardo Rossella, Area Advocacy, Educazione e Campagne

Un mese fa, in occasione della nostra adesione alla Fashion Revolution Week 2020, abbiamo descritto la situazione di grave difficoltà in cui versavano i lavoratori e le lavoratrici impiegati lungo le filiere globali del tessile e dell’abbigliamento, un settore tra i più duramente colpiti dalla crisi attuale a causa del forte rallentamento tanto della produzione quanto della domanda di vestiti e accessori.

Oggi, a distanza di un mese, la situazione non mostra segni di miglioramento. Milioni di persone in tutto il mondo continuano a perdere occupazione e reddito, o per evitare ciò si trovano costretti a lavorare in assenza delle necessarie misure di protezione dal contagio di coronavirus.

La risposta a questo quadro drammatico deve arrivare in primis dalle aziende a monte delle filiere, le quali hanno la responsabilità di tutelare quelle persone che hanno permesso negli anni passati un continuo aumento dei profitti, a partire dal rispetto degli impegni contrattuali in essere con i propri fornitori.

Per questo motivo Mani Tese supporta la petizione rivolta dalla Campagna Abiti Puliti ai marchi e distributori della moda affinché adottino tutte le misure necessarie per fornire adeguate tutele sanitarie, economiche e sociali a tutti i lavoratori e lavoratrici impiegati lungo le loro catene di fornitura.

Anche i governi però possono e devono fare la loro parte, a partire da quello italiano. Ci associamo quindi anche alle richieste che la stessa Campagna Abiti Puliti ha inoltrato all’esecutivo per chiedere che l’accesso ai fondi pubblici del Decreto Rilancio venga garantito solo a quelle aziende che si impegnano al rispetto dei diritti umani e pagano le tasse nel nostro Paese.

La crisi che stiamo vivendo può essere l’occasione per cambiare radicalmente i vecchi e logori modelli di business, fin da subito: la ripartenza deve necessariamente avvenire all’insegna del rispetto dei diritti di tutti i lavoratori e lavoratrici e della tutela dell’ambiente. Deve esserci, da parte di tutti, un rinnovato impegno di giustizia sociale, economica e ambientale.   

Per firmare la petizione della Campagna Abiti Puliti:       
https://petizioni.abitipuliti.org/covid19/

Per approfondire le richieste inviate al Governo Italiano: http://www.abitipuliti.org/regole-vincolanti-per-le-imprese/vincolare-i-fondi-al-rispetto-dei-diritti-umani-e-ambientali-altrimenti-la-pezza-sara-piu-grande-del-buco/

Per scoprire il programma Made in Justice, finalizzato a promuovere nuovi modelli di business rispettosi di ambiente e diritti umani: https://manitese.it/made-in-justice

CAMBOGIA: PREVENIRE IL CORONAVIRUS FRA I PIÙ PICCOLI

Anche il Centro di Accoglienza Damnok Toek in Cambogia, col sostegno di Mani Tese, si protegge dal Coronavirus con la formazione sui metodi di prevenzione, la distribuzione di materiali di protezione e il distanziamento fisico.

In Cambogia Mani Tese supporta da diversi anni l’associazione Damnok Toek che accoglie nel suo centro i bambini e le bambine vittime di trafficking e abusi, per riabilitarli e reintegrarli nelle loro famiglie.

Con la diffusione a livello globale del Coronavirus, oltre alle consuete attività del Centro di Accoglienza, Damnok Toek sta adottando anche delle misure di contenimento del contagio allo scopo di tutelare i bambini e lo staff dell’associazione.

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Un’adeguata conoscenza del virus e dei metodi di prevenzione sono sicuramente fra le cose più importanti e per questo Damnok Toek ha realizzato un training per lo staff e due incontri per i bambini riguardanti informazioni generali sul Covid-19 e le misure igieniche e di protezione da adottare durante questo periodo. Se il primo incontro è stato anche l’occasione per parlare un po’ coi bambini di questa situazione, il secondo incontro è stato invece molto più pratico e concreto per imparare, anche giocando, le regole da seguire.

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Sono stati poi distribuiti a staff e bambini i materiali di prevenzione e protezione a disposizione e si è provveduto all’acquisto di 3 mesi di scorte alimentari per evitare il rischio di incremento dei prezzi e/o di carenza di cibo. 

Le consuete attività del Centro di Accoglienza come i lavori artigianali, l’arte terapia, il supporto psicologico e gli incontri di assistenza psicologica continueranno comunque a svolgersi rispettando ovviamente quel distanziamento fisico che appare oggi come la principale misura di contenimento del contagio.

Qui di seguito alcune foto dei momenti di formazione con staff e bambini e della distribuzione di cibo e materiali di prevenzione e protezione.

 

Scopri di più sul progetto “Bambini al sicuro in Cambogia” e fai una donazione se vuoi supportare anche tu il Centro di Accoglienza di Damnok Toek: https://manitese.it/progetto/cambogia-centro-accoglienza-bambini-vittime-trafficking-rischio-abusi

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