GUATEMALA, IL CORONAVIRUS NON FERMA LA DISTRIBUZIONE DI CIBO

In Guatemala, dove l’emergenza sanitaria si aggiunge all’emergenza alimentare, grazie a una donazione di Mani Tese Firenze è stato possibile consegnare cibo alle famiglie più in difficoltà.

Mani Tese è attiva in Guatemala col progetto “Lotta alla denutrizione nel dipartimento di Chiquimula” per combattere la fame e migliorare le condizioni igienico-sanitarie delle comunità.

Purtroppo in questi mesi, con l’arrivo del Coronavirus, la situazione già critica della popolazione è ulteriormente peggiorata: da una parte, infatti, si è manifestata un’emergenza sanitaria che non ha risparmiato neanche il Guatemala ( 41.135 casi Covid e 1.573 morti al 23 luglio secondo l’OMS), dall’altra il blocco delle attività lavorative ha fatto aumentare la fame e la povertà.

Non si sono fermati, però, gli sforzi per supportare le famiglie della zona e, grazie a una donazione di Mani Tese Firenze dedicata all’emergenza Coronavirus, è stato consegnato cibo a 166 famiglie della comunità di Guayabillas nel municipio di Jocotán, dipartimento di Chiquimula.

L’intervento fa seguito a un’altra attività avvenuta nel mese di maggio e dedicata alla prevenzione del Coronavirus e al miglioramento della produzione agricola.

Nelle foto potete vedere i momenti della distribuzione del cibo.

 

Qui di seguito un video dell’attività con un’intervista a Carlos Arriola, direttore del Dispensario Bethania a Jocotán (Asociación Santiago Jocotán)

 

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LE CONSEGUENZE DEL COVID-19 A POIPET IN CAMBOGIA

La chiusura della frontiera con la Thailandia sta provocando una grave crisi economica che ha messo molte famiglie sul lastrico: il nostro partner Damnok Toek continua però a sostenere i più vulnerabili.

Poipet è una città che si trova nell’area nord-ovest della Cambogia, al confine con la Thailandia. Grazie al commercio transfrontaliero e a recenti investimenti cinesi, la città offre oggi molte opportunità economiche e negli ultimi anni hanno aperto fabbriche, casinò, bar e nello specifico molti bar karaoke, noti purtroppo come luoghi di prostituzione.

Molte famiglie cambogiane si trasferiscono a Poipet da tutto il Paese, nella speranza di migliorare la loro condizione economica e dare un futuro migliore ai propri figli. Purtroppo, essendo poco istruiti e poco qualificati, i membri di queste famiglie e in particolare i bambini sono fra i soggetti più a rischio di sfruttamento. Se i bambini finiscono spesso nella spirale del trafficking, i genitori vengono invece sfruttati per lavori umili pagati in media 3 dollari al giorno, una somma ovviamente non sufficiente per sopravvivere.

In questo contesto già critico, la pandemia di Covid-19 ha ulteriormente aggravato la situazione e la chiusura del confine Cambogia-Thailandia ha interrotto quel flusso di turisti che garantiva buoni affari a bar, ristoranti, casinò e ad altre imprese locali. Molte attività sono state costrette alla chiusura e le fabbriche hanno visto calare gli ordini con la conseguenza che molti lavoratori sono stati lasciati a casa.

Questo scenario ha d’altra parte offerto nuove opportunità ai trafficanti illegali che riescono comunque a far passare merci e persone oltre il confine, usando un ponte lontano dal valico di frontiera principale. Per molte persone questa è purtroppo l’unica possibilità per trovare lavoro e aiutare le proprie famiglie. In Thailandia, però, le leggi sull’immigrazione illegale sono severe, in particolare in questo momento, e molti cambogiani vengono arrestati durante o poco dopo il tentativo di sconfinamento.

Il sindaco di Poipet il 26 maggio ha dichiarato: “La popolazione della città si è ridotta del 40% dall’inizio del 2020 a causa della pandemia di Covid-19 e della chiusura di molte imprese che ha comportato il rinvio di gran parte della produzione e l’annullamento di molti contratti di lavoro. Inoltre negli ultimi mesi per le strade della città sono aumentati i bambini che chiedono l’elemosina, sono aumentati i furti, le irruzioni nelle case, il gioco d’azzardo e le attraversate illegali verso la Thailandia in cerca di lavoro. Circa il 45% delle famiglie sta lottando poi per sostenere i costi della vita quotidiana che sono aumentati anche a causa dell’inflazione”.

Mani Tese a Poipet da diversi anni supporta l’associazione Damnok Toek che accoglie nel suo centro i bambini e le bambine vittime di trafficking e abusi, per riabilitarli e reintegrarli nelle loro famiglie. Anche in questo periodo complicato le attività sono proseguite, ovviamente adottando le adeguate misure di sicurezza per staff e beneficiari di cui abbiamo parlato in questo articolo. Ora però gli operatori di Damnok Toek hanno notato sempre più bambini vivere in strada e intere famiglie nelle discariche e così sono aumentati gli sforzi in favore di questi soggetti più deboli e più vulnerabili.

I bambini del centro di accoglienza e del centro di assistenza hanno accesso all’e-learning per continuare con le lezioni e l’ufficio dell’impiego continua a supportare i giovani che sono alla ricerca di un lavoro. L’ufficio, purtroppo, in questo periodo è inondato di chiamate di chi chiede assistenza perché ancora non ha un impiego e gli operatori di Damnok Toek hanno scoperto che molti di quelli che hanno perso il lavoro sono tornati nelle loro province di origine. Altri invece sono stati costretti a vendere il proprio telefono cellulare o altri oggetti per acquistare beni di prima necessità.

Il centro di accoglienza non è accessibile a pieno regime, ma piccoli gruppi di bambini a turno possono entrare per giocare, studiare, lavarsi e ricevere un pasto nutriente. Questa struttura è essenziale che resti attiva durante la pandemia in quanto si rivolge ai bambini che vivono in strada o che lavorano in strada.

Gli insegnanti del nostro programma di educazione non formale (NFE) e il personale del centro di accoglienza stanno facendo regolarmente visite a domicilio agli studenti e distribuendo o raccogliendo i compiti. Al contempo stanno distribuendo pacchi alimentari alle famiglie più bisognose che hanno espresso la massima riconoscenza per l’aiuto ricevuto in questo momento di grande difficoltà.

Il nostro gruppo di sensibilizzazione a Poipet sta poi continuando a condurre visite familiari per informare i bambini e le loro famiglie sulle misure di prevenzione del Covid-19. Anche in questo caso l’attività si affianca a un’opera di distribuzione di cibo che ha come destinatari i bambini che vivono in strada (in molti casi si tratta degli stessi bambini che visitano il centro di accoglienza per lavarsi o per ricevere un pasto).

Un’altra modalità di sensibilizzazione della comunità sul tema del Covid-19 è stata la diffusione di messaggi tramite altoparlanti e materiali cartacei che sono stati distribuiti usando i tradizionali tuk tuk come mezzo di trasporto. I nostri agenti ChildSafe – che sono venditori, conducenti di tuk tuk, conducenti di motodup e altri membri della comunità – sono stati opportunamente formati per spiegare alla popolazione di Poipet  le norme di sicurezza per prevenire la diffusione del Covid-19.

Secondo l’associazione Damnok Toek, se il confine tra Thailandia e Cambogia rimarrà chiuso, sempre più famiglie si troveranno nella situazione di dover chiedere aiuto per sopravvivere, perché attualmente le fonti di reddito sono pochissime. Prima della pandemia molte persone trovavano lavoro come conducenti di motodup, operai di fabbrica, lavorando nei casinò oppure migrando in Thailandia dove ci sono opportunità nella pesca, nel trasporto merci o nell’industria tessile. Ora però le opzioni sono molto più limitate e le famiglie non sanno più come dar da mangiare ai propri figli.

Qui di seguito alcune foto delle attività di sensibilizzazione realizzate da Damnok Toek.

Sensibilizzazione dei bambini di strada
Le lezioni al centro di accoglienza proseguono
L’igienizzazione delle mani durante una lezione
La distribuzione dei compiti
Sensibilizzazione dei genitori
Sensibilizzazione degli agenti ChildSafe
La distribuzione di cibo
Una visita medica al centro di accoglienza

Scopri di più sul progetto “Bambini al sicuro in Cambogia” e fai una donazione se vuoi supportare anche tu il centro di accoglienza di Damnok Toek: https://manitese.it/progetto/cambogia-centro-accoglienza-bambini-vittime-trafficking-rischio-abusi

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La voce dei piccoli

A conclusione del primo anno di attività del progetto Piccoli che Valgono! è stato realizzato il video “La voce dei piccoli” che mostra i lavori realizzati dagli studenti.

Il video La voce dei piccoli è stato prodotto dall’Associazione Il Timone in qualità di partner nel progetto nazionale Piccoli che Valgono! e rappresenta la conclusione del primo anno delle attività di progetto che hanno coinvolto tutte le classi quarte della primaria e tutte le prime medie dell’Istituto Comprensivo di Sansepolcro

Con la chiusura delle scuole, il 5 marzo, la responsabile del progetto, Cristina Falleri, e le formatrici, Veronica Lazzari e Valentina Ricci, hanno ripensato i laboratori in un’ottica di forte resilienza educativa di fronte all’imprevisto. L’idea di fondo era che il tempo sospeso e rallentato della quarantena potesse essere il momento adatto a far ascoltare la voce dei più piccoli, come dice la poesia che accompagna il video, una voce che non si sente nel mondo “normale”. 

Ne sono nati due laboratori creativi: Alla scoperta delle mie radici per la primaria e #DISTANZAINSTANZA – Diario virale per la secondaria. 

Per quanto diversi, i due progetti chiedevano entrambi di parlare della casa, della famiglia, di se stessi usando la composizione autobiografica, che è un valido strumento per mettersi in ascolto di sé, scegliendo liberamente la modalità di espressione più vicina alla propria sensibilità, quindi non per forza il testo scritto. 

I ragazzi hanno sprigionato tutta la loro creatività nella produzione dei lavori. Hanno scritto testi e poesie sulle persone a loro care, disegnato con le tecniche più varie, fotografato dalle finestre e dentro casa, prodotto piccoli video dove si sono esibiti cantando o suonando strumenti musicali oppure facendo discorsi alla nazione. 

Il video è nato come idea per fare festa, nonostante le restrizioni, celebrando la creatività dei bambini e la fine di questo anno scolastico che rimarrà nella storia del nostro paese. 

Guarda tutti i lavori realizzati dai bambini

 

 

Piccoli che Valgono!” è un progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile promosso da Mani Tese insieme ad altri partner.

MANI TESE IN BENIN E L’IMPEGNO NELLA LOTTA AL COVID-19

In Benin, dove preoccupa la diffusione del coronavirus, abbiamo avviato un progetto di prevenzione e sensibilizzazione.

di Achille Tepa, Responsabile Paese Benin

In Benin, il numero di casi di coronavirus continua ad aumentare. Solo nel mese di giugno i contagi sono praticamente raddoppiati e al 13 luglio si contano 1.378 casi e 26 decessi. I dati sono molto preoccupanti nonostante le rassicurazioni delle autorità governative responsabili della salute che sollecitano costantemente la popolazione a rispettare le misure di sicurezza.

Per favorire l’applicazione delle varie misure imposte dal governo beninese nella lotta contro la pandemia, Mani Tese ha avviato nel mese di giugno un progetto per sensibilizzare le popolazioni dei comuni di Natitingou e Toucountouna nel dipartimento di Atacora. La cerimonia di lancio di tale progetto si è svolta alla presenza dei Sindaci dei due comuni interessati e dei rappresentanti dei gruppi beneficiari che hanno riconosciuto e accolto con favore l’opportunità delle varie attività proposte per garantire la salute della popolazione.

Prevista su un periodo di tre mesi, la fase attiva del progetto comprende attività specifiche di informazione, istruzione e comunicazione orientate verso quattro principali categorie di destinatari:

  • Manager di organizzazioni governative e utenti di 10 mercati locali;
  • 500 tassisti di moto o auto;
  • Personale e pazienti di 10 centri di salute urbani e rurali;
  • Intera popolazione dei due comuni coinvolti nel progetto.

Fin dall’inizio delle attività si è compresa l’importanza delle stesse, improntate ad una logica di prevenzione dal virus.

Centri di salute urbani e rurali

Il progetto ha distribuito presso i centri di salute selezionati kit per il lavaggio delle mani, mascherine per la protezione del viso ma anche ricariche per la connessione a Internet per consentire agli operatori sanitari di accedere online ai corsi essenziali dell’OMS e alle informazioni sulla prevenzione e il controllo delle infezioni collegate al COVID-19. Quest’ultima opportunità ha lo scopo di preparare in particolare i responsabili delle strutture sanitarie a meglio garantire la prevenzione dalla pandemia presso lo stesso centro di salute.

Distribuzione di materiali e attrezzature di prevenzione negli spazi pubblici

Prevenire una pandemia richiede anche la disponibilità di materiali e attrezzature, ma i kit per il lavaggio delle mani sono praticamente assenti nei luoghi d’incontro e nei servizi pubblici. L’appello all’uso di mascherine protettive lanciato dal governo non è purtroppo efficace perché molti non hanno la possibilità di acquistarla o non la considerano una priorità.  In questo contesto, con il progetto sono state distribuite 500 mascherine ai tassisti di moto e auto, categoria molto importante perché incontra ogni giorno decine di persone. Quest’azione è stata riconosciuta da tutti i beneficiari come un sollievo. Tuttavia, la disponibilità di mascherine sul mercato è ben lontana dal riuscire a soddisfare tutti i bisogni, in particolare nelle zone rurali.

Situazione nel dipartimento dell’Atacora

I casi sono in aumento e purtroppo la situazione che i nostri operatori continuano a rilevare è di una diffusa inconsapevolezza e inosservanza delle misure di protezione da parte delle comunità, specialmente nei luoghi d’incontro come mercati, moschee, chiese, stazione degli autobus, bar, ecc.; questi comportamenti aumentano i rischi di contagio. La popolazione giustifica questo atteggiamento con la mancanza di informazioni adeguate sulla pandemia e in alcuni casi, c’è anche una certa ingenuità di soggetti che continuano a credere che il coronavirus non esista. Proprio per queste ragioni è necessario continuare ad agire, sostenendo Mani Tese per sensibilizzare la popolazione sui rischi collegati alla pandemia e per mettere a disposizione gli equipaggiamenti necessari a rispettare le norme e i comportamenti previsti dal governo del Paese.

Le attività qui descritte fanno parte del progetto “Informazione, educazione e comunicazione per la prevenzione al COVID – 19” realizzato grazie al finanziamento dai Fondi 8xmille della Chiesa Cattolica Italiana.

Qui di seguito, foto della distribuzione di kit per il lavaggio delle mani nei centri di salute e delle attività di sensibilizzazione fra i tassisti.

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IN GUINEA-BISSAU L’EMERGENZA SANITARIA SI SOMMA ALL’EMERGENZA ALIMENTARE

Per sostenere le comunità più in difficoltà, nei mesi di maggio e giugno abbiamo distribuito cibo, beni di prima necessità e pulcini e mangime per 10 pollai.

di Sara Gianesini, coordinatrice progetto “Integrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati senegalesi”

In Guinea-Bissau la diffusione del coronavirus preoccupa: i contagi, infatti, continuano ad aumentare (1.654 casi al 29 giugno secondo i dati del COES, Centro de Operações de Emergência de Saúde) e il Governo ha appena rinnovato lo stato di emergenza per un altro mese, fino al 25 luglio 2020. Sono quindi più di 3 mesi ormai che il popolo guineense affronta con scarsi mezzi l’emergenza sanitaria e alimentare e le organizzazioni internazionali stanno facendo il massimo sforzo per supportare la popolazione civile.

Nel mese di maggio, in collaborazione con l’UNHCR, Mani Tese ha consegnato beni di prima necessità e di igiene a 40 villaggi dislocati nella linea di frontiera con il Senegal. In particolare sono stati distribuiti: 480 kit per il lavaggio delle mani, 1.680 barre di sapone, 2.600 mascherine lavabili, 1.400 litri di candeggina, 14.000 kg di riso, 1.000 kg di cipolle, 1.040 litri di olio e 2.280 litri di aceto.

Ma non è abbastanza. Nei villaggi della regione di Cacheu, dove operiamo, la popolazione è in grande difficoltà per via delle restrizioni dovute allo stato di emergenza. A documentarlo è un sondaggio socioeconomico condotto da Mani Tese nell’area.

Fra le necessità più urgenti c’è l’approvvigionamento di cibo e il bisogno di rilanciare il commercio del cajiu che impatta enormemente sulla economie familiari. La popolazione ha bisogno, inoltre, di semi per la coltivazione che possano aiutare nella sussistenza comunitaria.

Per far fronte a queste necessità, nel mese di giugno abbiamo consegnato pulcini e mangime a 10 pollai comunitari e abbiamo sbloccato un sostegno a fondo perduto per 10 comunità affinché possano acquistare semi di mancarra e fagioli per l’imminente stagione agricola che coincide con la stagione delle piogge. Tutte attività che aiutano le comunità dei rifugiati ad affrontare il momento di emergenza non solo sanitaria, ma anche alimentare.

Queste attività sono state realizzate nell’ambito del progetto “Integrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati senegalesi” implementato in partenariato con UNHCR.

Nelle foto qui di seguito la consegna dei beni di prima necessità e di igiene avvenuta a maggio.

 

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DAL BURKINA FASO FEEDBACK POSITIVI SULLE NOSTRE ATTIVITÀ DI PREVENZIONE DEL COVID-19

Abbiamo visitato i centri di salute e promozione sociale dove nel mese di maggio abbiamo consegnato kit di prevenzione contro il Covid-19.

di Habibou Kabre, coordinatrice di progetto Mani Tese

Come molti Paesi africani, anche il Burkina Faso in questi mesi è stato colpito dalla pandemia di Covid-19 che, al 2 luglio 2020, ha provocato circa 962 contagi e 53 decessi secondo i dati ufficiali. Di fronte a questa situazione, il governo ha lanciato un appello alla solidarietà e Mani Tese ha dato il proprio contributo.

In particolare abbiamo consegnato kit di protezione a 15 centri di salute e promozione sociale (CSPS) in tre regioni (Centro, Centro-Sud e Plateau Central) e condotto, nelle stesse regioni, sette programmi radio per sensibilizzare la popolazione sulle misure d’igiene da adottare.

Nei centri di salute e promozione sociale vengono garantiti servizi di prevenzione e cura. Si trovano, di solito, prestazioni di carattere ambulatoriale, la maternità con assistenza pre e post natale e una zona di ospedalizzazione per i casi più gravi in attesa di trasferimento in una struttura più idonea (in un CSPS si può rimanere in osservazione per un massimo di 48 ore).

I materiali distribuiti, per un valore totale di oltre 7.650.000 CFA (circa 11.662 euro), comprendevano:

– 60 lavamani
– 80 bottiglie di gel idroalcolico
– 150 confezioni di cotone
– 60 secchi da 20 litri per la pulizia degli ambienti
– 60 tergipavimenti con manico
– 60 bottiglie di detersivo
– 90 lattine di candeggina
– 30 bombolette spray disinfettante
– 75 confezioni di asciugamani in rotolo
– 30 scatole di saponette
– 20 confezioni da cinquanta mascherine chirurgiche
– 60 paia di guanti di plastica per la pulizia degli ambienti

I giorni della consegna dei kit a ciascuna regione, si sono svolti gli incontri con i governatori delle regioni interessate e con i comitati regionali di gestione della pandemia, e tutti hanno accolto con gioia questa ondata di solidarietà. La Governatrice della regione del Plateau central BENON  YATASSAYE, in particolare, ha anche espresso la sua compassione e solidarietà al popolo italiano, colpito duramente dalla pandemia, per poi assicurare che questo materiale aiuterà a spezzare la catena di trasmissione della pandemia e a rafforzare la resilienza degli operatori sanitari di fronte al Covid-19.

A distanza di qualche settimana dalla consegna dei kit, siamo andati a vedere come stavano andando le cose in uno dei CSPS beneficiari. Ci siamo recati dunque nel CSPS di Tintilou Nord (Regione del Centre) dove ci ha accolti Madame ZIDA, infermiera e responsabile del centro, che ogni giorno si occupa di circa 30 pazienti con il solo aiuto di un’altra collega. Madame ZIDA ci ha spiegato che il materiale ricevuto è stato molto utile: con le mascherine chirurgiche, il personale infermieristico è stato infatti in grado di proteggersi e ricevere i pazienti in maniera adeguata, i dispositivi di lavaggio delle mani sono stati installati all’ingresso del CSPS, nel reparto maternità, e il materiale di pulizia ha contribuito notevolmente a migliorare l’igiene del centro. “Il kit è arrivato davvero al momento giusto, perché lo stock disponibile per il CSPS era quasi finito”, ci dice Madame ZIDA ringraziandoci per aver pensato al suo centro che continuerà a beneficiare di quel materiale per molto tempo.

L’altra azione che abbiamo svolto è stata la sensibilizzazione alla prevenzione attraverso programmi radiofonici: l’accento è stato posto sul rispetto delle misure barriera e sui servizi disponibili all’interno dei centri di salute. Queste trasmissioni sono state condotte da professionisti dei dipartimenti di salute, giustizia e registro civile dei comuni, e dopo ogni programma sono stati organizzati giochi radiofonici che garantivano un piccolo premio agli ascoltatori più attenti. I programmi, trasmessi in 5 diverse radio per coprire il territorio delle tre regioni target, hanno riscosso tantissimo successo tanto che spesso si è sforata, o meglio è stata raddoppiata, l’ora di trasmissione prevista, per permettere al pubblico di continuare a intervenire.

La donazione dei kit e i programmi radiofonici, secondo il sindaco della città di Komki Ipala che ospita il CSPS di Tintilou Nord, hanno contribuito da un lato alla sensibilizzazione e dall’altro al rafforzamento delle capacità dei CSPS nella lotta contro il Covid-19, ed egli ne è stato talmente contento da pubblicizzare i nostri contributi ai CSPS presso 3 radio della zona.

Questa azione rientra tra le attività del progetto Promozione sociale e dei diritti delle donne e dei bambini per il miglioramento dei servizi sanitari e di stato civile, cofinanziato dall’Unione Europea e che stiamo realizzando in consorzio con la Fondazione ACRA (capofila) e le ONG AsmadeComunità di Sant’Egidio e la federazione delle donne rurali del Burkina Faso (Fenafer-B).

Madame Zida, infermiera e responsabile del CSPS di Tintilou Nord, insieme ad alcune delle sue collaboratrici
I materiali di prevenzione distribuiti
La registrazione di un programma radiofonico di sensibilizzazione

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Guida galattica al coronavirus per genitori e insegnanti

Genitori e insegnanti dell’istituto Secondo Circolo di Capoterra hanno partecipato a degli incontri online per confrontarsi sulla gestione della comunicazione con bambini e ragazzi in un periodo difficile.

La cooperativa sociale Cellarius e la Onlus GuardAvanti hanno organizzato degli incontri online per gli insegnanti e i genitori dell’istituto Secondo Circolo di Capoterra (CA) sul tema della pandemia e su cosa e come comunicare correttamente con bambini e ragazzi.

Il relatore: Andrea Moi

Psicologo, Formatore, Educatore, Mediatore linguistico e interculturale, Giudice Onorario alla Corte d’Appello di Cagliari sez. minori negli anni 2011/2019. Impegnato sui temi dei minori, della genitorialità e della scuola dal 2004.

Ha collaborato con Provincia di Cagliari, Cooperative Sociali ONLUS e scuole pubbliche/paritarie (infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado) del territorio regionale, CSV – Centro di Servizi per il Volontariato, ANTEAS, AFS – Alta Formazione & Sviluppo e GuardAvanti Onlus per il futuro dei bambini.

Impegnato sui temi della formazione degli adulti con agenzie di formazione, organizzazioni e partner privati in funzione di formatore e progettista di formazione. Formato sui temi della formazione a distanza, prestazioni a distanza in campo psicologico, Telepsychology e Telehealth con l’American Psychology Association e sui temi dell’emergenza sanitaria da nuovo coronavirus con EDUISS – Istituto Superiore di Sanità.

I temi trattati

Ai partecipanti sono state fornite informazioni teoriche sulla definizione di Coronavirus, sulle malattie ad esso connesse, la storia del virus e delle pandemie in tempi moderni finalizzati alla diminuzione del carico di incertezza in famiglia legato alla situazione attuale.

A queste sono stati affiancati strumenti di conoscenza, analisi e filtro dell’infodemia, consigli sulla gestione delle informazioni con i ragazzi, strumenti di intelligenza sociale utilizzabili durante l’isolamento con riferimenti ad autoconsapevolezza, empatia ed ascolto attivo e supporto per la ricostruzione delle routine familiari.

Infine, genitori e insegnanti si sono confrontati condividendo riflessioni personali e punti di vista del proprio ruolo educativo.

Questo approccio è stato molto apprezzato dai partecipanti soprattutto per la chiarezza e perché ha offerto spunti, suggerimenti e strumenti educativi concreti da poter sperimentare in questa nuova, difficile, quotidianità.

Questi incontri rientrano tra le attività di “Piccoli che Valgono!”, un progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile promosso da Mani Tese insieme ad altri partner.

IMPRESE SOCIALI IN BURKINA FASO: IL PUNTO DOPO DUE ANNI DI PROGETTO

Prosegue il progetto IMPRESE in Burkina Faso: dopo due anni le imprese coinvolte si sono sviluppate e stanno facendo piccoli investimenti.

Siamo alla fine della seconda annualità del progetto “Imprese sociali innovative e partecipazione dei migranti per l’inclusione sociale in Burkina Faso”, cofinanziato dall’AICS e dalla Fondazione Maria Enrica. Negli ultimi mesi abbiamo evidentemente dovuto rivedere alcune attività in programma per evitare al massimo i rischi per la nostra équipe e per i beneficiari del progetto, ma non ci siamo assolutamente fermati. Abbiamo continuato a sostenere 40 imprese in due province del Burkina Faso (Boulgou e Boulkiemdé) con formazioni e incontri su bilancio d’impresa e accesso al microcredito, con tanto di presentazioni dei loro piani d’affari ai principali istituti di microfinanza, ciascuno nella propria provincia di appartenenza. Inoltre 20 tra loro hanno anche ricevuto un contributo economico per sviluppare la propria impresa di produzione/trasformazione agroalimentare.

Ne abbiamo per tutti i gusti: dalle cooperative di produzione orticola, alle pasticcerie, agli allevamenti di polli, alle imprese di trasformazione di burro di karité. Insomma, non ci manca niente! Ogni impresa ci ha infatti presentato quasi un anno fa il proprio progetto e, dopo essere stata selezionata da una commissione formata dai partner di progetto e dalle autorità locali responsabili per le tematiche donne, giovani e agricoltura, ha iniziato a ricevere, in tranche, un finanziamento a fondo perduto per realizzare la propria idea. Le proposte sono venute direttamente dalle imprenditrici e dagli imprenditori: noi non abbiamo imposto nulla, se non determinate attenzioni formali e amministrative per assicurarci che tutto andasse a buon fine, per il resto stiamo semplicemente accompagnando le imprese con i nostri consigli.

E non solo Mani Tese non sta imponendo nulla a livello di tipologia di spesa o acquisto, ma le imprese partecipano anche economicamente alla realizzazione dei propri progetti, con un cofinanziamento del 20% (10% in cash e 10% in natura), in modo da sentirsi veramente responsabili e padrone del lavoro che viene svolto! Su questo peraltro vale la pena sottolineare che 4 tra le nostre imprese sono supportate anche da associazioni della diaspora burkinabé in Italia, che non solo aiutano a sostenere le spese cash, ma sono anche intervenute sul campo con una missione di un loro rappresentante tra dicembre e gennaio scorsi, per dare consigli e supporto tecnico.

Certo, non tutto è sempre facile. Per esempio far comprendere l’importanza di un preventivo ben fatto è stato complicato e in effetti ora alcune imprese si ritrovano a dover modificare i propri progetti in corso d’opera per poter far fronte a spese impreviste, ma di solito non ci sono grossi problemi perché gli acquisti dei macchinari più importanti ed economicamente impegnativi e le costruzioni riescono a completarli.

A che punto siamo ora? Beh, qualche impresa ha già completato i propri acquisti e costruzioni, ma la maggior parte sono ancora in corso. D’altra parte la nostra équipe è sempre presente a ogni acquisto per assicurare che il materiale comprato sia di buona qualità e il prezzo sia giusto e che i lavori vengano eseguiti a regola d’arte. E questo, se da un lato rallenta un po’ le cose, dall’altro ci garantisce un miglior raggiungimento degli obiettivi! Insomma, chi va piano va sano e va lontano!

Se volete conoscere meglio qualcuno degli imprenditori e delle imprenditrici coinvolti/e nel progetto potete seguire il nostro blog “L’impresa di crescere insieme”.

Qui di seguito, invece, trovate alcune foto che mostrano gli acquisti effettuati dalle imprese beneficiarie del progetto tramite i finanziamenti.

Imprese sociali Burkina Faso, il punto dopo due anni progetto_mani tese 2020 (1)
L’impresa Koumare che produce olio di sesamo ha acquistato un triciclo a motore
Imprese sociali Burkina Faso, il punto dopo due anni progetto_mani tese 2020 (2)
L’impresa Wendsongre che produce soumbala sta costruendo un magazzino
Imprese sociali Burkina Faso, il punto dopo due anni progetto_mani tese 2020 (3)
L’impresa Zaaksongo che produce confettura di papaya ha acquistato un impianto irriguo
Imprese sociali Burkina Faso, il punto dopo due anni progetto_mani tese 2020 (4)
L’impresa Zeemstaba che produce biscotti e couscous di mais ha acquistato un forno
Imprese sociali Burkina Faso, il punto dopo due anni progetto_mani tese 2020 (5)
L’Unione dei giovani leader di Boulgou (UJLB) sta costruendo un pollaio