Aliguetou si è unita alla cooperativa Zekoula Panga per mettere a disposizione la sua esperienza e imparare nuove cose: scopri la sua storia!
Zekoula Panga significa “l’unione fa la forza” e Aliguetou ha scelto di far parte di questa cooperativa nel 2014, quando aveva 36 anni, perché voleva mettere la sua esperienza al servizio della comunità e, nello stesso tempo, accrescere le sue conoscenze e capacità, condividendo e ricevendo idee, esperienze e metodi di lavoro.
Aliguetou vive a Bittou dove, con le sue colleghe di Zekoula Panga, si occupa dell’étuvage del riso, ovvero una precottura del riso al vapore, che mantiene le proprietà nutritive della materia prima. Il loro riso, sostiene Aliguetou, è il migliore, perché prendono il lavoro molto seriamente e utilizzano un riso di qualità, da produzione agroecologica, senza pesticidi per il benessere del consumatore e dell’ambiente, e selezionato e pulito in modo da non presentare impurità.
Aliguetou ci propone poi il suo piatto preferito a base di riso (che poi è anche tra i preferiti della capoprogetto, che però dice così di tutti i piatti, quindi forse in realtà non fa testo): il riz gras alpesce. Per prepararlo prima di tutto bisogna tagliare i “condiments” ovvero tutte le verdure e le spezie che daranno sapore e colore al piatto (cipolle, cavoli, peperoni dolci, melanzane viola e melanzane locali – simili a un pomodoro cuore di bue nell’aspetto), dopodiché si mettono a cuocere le verdure per 5 minuti in olio abbondante (altrimenti il riso non viene abbastanza “gras”!) e si aggiunge quindi dell’acqua (quantità da definire in base a quanto riso si voglia ottenere: qui meno di un paio di kg alla volta non se ne fa), del soumbala e del pesce secco o fritto. Si lascia bollire circa una mezz’oretta e si aggiunge il riso étuvé lasciandolo cuocere circa una ventina di minuti. Poi si spegne il fuoco, si copre la pentola e si lascia altri 5-10 minuti prima di servire nel piatto, ancora caldo. Una coccola per le grandi occasioni!
Aliguetou ride quando le chiediamo di spiegarci la ricetta, perché le sembra impossibile che ci sia ancora qualcuno nel mondo che non l’ha provata. Quindi ora dobbiamo tutti impegnarci per darle soddisfazione e assaggiarla!
Aliguetou ci dice anche di essere molto orgogliosa perché grazie al progetto “Imprese” ha imparato, così come le sue colleghe, a leggere e scrivere in lingua locale e questa alfabetizzazione le consente ora di gestire con cognizione di causa i beni materiali e finanziari della cooperativa.
Aliguetou, inoltre, spera che Zekoula Panga diventi una grandissima cooperativa che possa conquistare molti mercati e in questo senso, grazie al contributo della Fondazione ACRA e all’impresa sociale Ke du Burkinabé, si stanno facendo degli studi e delle analisi dei prodotti della cooperativa, riso rosso in particolare, per cercare di trovare un canale di commercializzazione nel mercato della capitale. Più nel breve termine, invece, il desiderio sarebbe quello di ingrandire la sede che, grazie al progetto, è stata equipaggiata di numerosi materiali come la pompa dell’acqua e la decorticatrice per il riso che potete vedere nelle foto qui di seguito.
Pompa dell’acqua
Decorticatrice per il riso
La nostra cooperante Giulia Polato che prepara il “riz gras”
Incontro online giovedì 15 ottobre, dalle 17 alle 19, sulla piattaforma Zoom.
Siete tutti invitati all’incontro online “Africa in fermento: diritti, economia e risorse”, tre ambiti cruciali per ragionare sul presente e sul futuro del continente.
MODA SOSTENIBILE E RIUSO: LE ESPERIENZE DI FINALE EMILIA, FAENZA E CATANIA
La sostenibilità della moda è un tema caro a Mani Tese e alle associazioni locali che fanno parte della nostra Federazione: scopri i progetti attivi a Finale Emilia, Faenza e Catania!
La moda è arte, storia, cultura, è il nostro modo di vestirci, di esprimere la nostra personalità ed è anche uno dei principali settori produttivi del mondo, che dà lavoro a oltre 300 milioni di lavoratori e lavoratrici.
Ma qual è il lato oscuro della moda? Sfruttamento dei lavoratori, violazioni dei diritti e inquinamento ambientale. Soprattutto nel modello “fast fashion”, basato su una frenetica produzione di capi di abbigliamento a basso prezzo e per un consumo di massa, cheamplifica gli impatti sulle persone e sull’ambiente.
Ma il tema della sostenibilità e dell’eticità della moda, così come quello del riuso e della circolarità dell’economia, è un tema caro da anni a Mani Tese, che svolge sul territorio attività dedicate grazie anche alle associazioni e cooperative locali che fanno parte della Federazione Mani Tese.
Oggi vogliamo parlarvi di loro e di alcuni specifici progetti dedicati al riuso e allamoda sostenibile.
Mani Tese Finale Emilia e il progetto Manigolde
Il gruppo Mani Tese Finale Emilia nasce nel 1996 ed è composto da circa 40 volontari e volontarie di tutte le età. Fra le attività svolte dall’associazione c’è la gestione del mercatino dell’usato (aperto mercoledì e sabato dalle 15.30 alle 18.30) che si trova in una struttura costruita dai volontari in via per Camposanto 7/A, nella periferia di Finale Emilia.
Al mercatino è possibile portare qualsiasi cosa a cui si voglia dare una seconda vita e ogni settimana arrivano tantissime donazioni. Fra le varie tipologie di beni, i capi di abbigliamento sono certamente la categoria più gettonata e negli ultimi anni le donazioni di vestiti sono raddoppiate.
Purtroppo non è possibile rivendere tutto al mercatino, quindi la domanda è sorta spontanea: “cosa ne facciamo di stoffe, jeans, tessuti e accessori invenduti?”. Il quesito è stato posto anche su Facebook e inaspettatamente sono arrivate tantissime risposte e proposte.
È da qui che nasce il progetto Manigolde.
Manigolde è una sartoria sociale con un duplice obiettivo: da una parte, recuperare gli indumenti di scarto e, dall’altra, recuperare le persone, inserendo in un contesto lavorativo uomini e donne con svantaggi socioeconomici (a oggi gli inserimenti sono stati due).
Tre sono le linee di moda che comunicano la filosofia del progetto:
Manigolde, composta da modelli nuovi realizzati con tessuti di scarto industriali;
RiMani, creata modificando i capi d’abbigliamento provenienti dalle donazioni al mercatino di Mani Tese Finale Emilia;
RiMani puro, che prevede la sanificazione di pezzi unici vintage.
Il progetto Manigolde è reso possibile dalla determinazione dei volontari e delle volontarie e dal sostegno di Mantovanibenne, Fondazione Cattolica Assicurazioni e Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola.
Manigolde, però, mira ad avere anche una sostenibilità economica data dalle vendite delle sue creazioni sartoriali… Per maggiori informazioni visitate i profili di Manigolde sui social (FacebookoInstagram) o scrivete a info.manigolde@gmail.com.
Anche Mani Tese Faenza gestisce un mercatino dell’usato (aperto tutti i giovedì dalle 14:30 alle 18 e il primo sabato del mese dalle 10 alle 12.30), ma in questo articolo vi vogliamo parlare della collaborazione con Garum, altra associazione del faentino che recupera materiali tessili dagli scarti dei magazzini e li trasforma in nuovi capi dallo stile unico.
“Garum è un insieme di colori, di stoffe, di stili, di magia dove una camicia da uomo diventa la perfetta borsa da donna e dove la gonna da donna diventa il perfetto gilet da uomo. Una fusione di creatività, fantasia, passione e bravura che non ha limiti, confini, stereotipi e differenze. Dove non importa da dove vieni, ma importa solo dove puoi arrivare, dove un capo vecchio gettato può tornare a splendere.”
Cultura del riuso, rispetto delle diversità, rifiuto di qualsiasi forma di discriminazione: tante le cose in comune fra Garum e Mani Tese Faenza che sposano una i valori dell’altra e celebrano questo matrimonio con due sfilate annualidelle collezioni di abiti sartoriali di Garum. Il ricavato delle vendite viene poi interamente devoluto ai progetti di Mani Tese.
La finalità della cooperativa è, da un lato, creare opportunità lavorative per migranti e giovani disoccupati in condizioni di marginalità sociale, dall’altro, sviluppare un’economia circolare in grado di reintegrare nella vita quotidiana le risorse e le persone.
FIERi è specializzata nella creazione di abiti, accessori e arredi per interno ed esterno. Le creazioni, i modelli e i prototipi di FIERi hanno una storia che deriva dal fatto che si tratta di oggetti che hanno già avuto una vita e dietro ognuno di essi c’è la storia di una o più persone che lo hanno pensato.
In quest’ultimo anno si è cercato di sistematizzare il recupero dei materiali collaborando con il mercatino della Cooperativa Sociale Ri-Mani (nata da Mani Tese Sicilia) e riuscendo così a creare nuovi prodotti solo con materiali di riuso. Legna, mobili, stoffe, bottoni, cerniere, fili e tanto altro vengono trasformati e valorizzati come risorse e questo permette a FIERi di creare prodotti unici e di qualità.
Purtroppo la cooperativa in questi anni ha subito due furti che l’hanno obbligata a ricominciare quasi da zero, ma le donne della cooperativa sono scese in campo e con dolcezza, caparbietà e forza hanno rimesso in piedi FIERi raccogliendo donazioni, portando stoffe e ben tre macchine da cucire.
Oggi FIERi proponeuna linea di mascherine ecosostenibili, sacchetti per la spesa e sportine, accessori, borse, zaini, arredi per la casa, tutto realizzato con materiali che per l’80% arrivano dalla Cooperativa Ri-Mani. Da qualche settimana è presente anche un angolo presso il mercatino, dove si mostra ciò che si può fare semplicemente osservando gli oggetti e le stoffe…da un altro punto di vista!
PRESENTATO IL LIBRO DI RICETTE “SABORES DA ZAMBÉZIA”
Nell’ambito del progetto “Quelimane agricola”, in Mozambico abbiamo realizzato un libro di ricette destinato alla comunità locale per valorizzare i prodotti agroecologici della Zambézia.
Giovedì 10 settembre, presso l’Universidade Licungo di Quelimane e alla presenza di rappresentanti del Governo, organizzazioni della società civile, partner di progetto – come l’ONG ICEI – e proprietari di hotel e bar, è stato presentato il libro di ricette “Sabores da Zambézia”, ovvero Sapori della Zambézia.
Un progetto nato in loco, e realizzato in collaborazione con gli operatori di Mani Tese in Italia, con l’obiettivo di promuovere i prodotti agroecologici della Zambézia e raccontarne la loro storia, dalla terra alla tavola.
Ascensão Chauchane, funzionario del Comune di Quelimane che segue le attività del progetto Quelimane Agrícola, ha dichiarato che il libro di ricette sarà un’eredità per le generazioni future e Brígida de Oliveira Singo, Vice Rettrice dell’Universidade Licungo, ha rinnovato la disponibilità a collaborare con Mani Tese nella speranza che vengano avviati nuovi progetti.
Dopo ladistribuzione di cibo ai lavoratori rimasti disoccupati, avvenuta nei mesi scorsi, in questa fase i principali beneficiari dei nostri aiuti sono i bambini, che vengono pesati, misurati e a cui vengono distribuiti pacchi alimentari nutrienti, ricchi di proteine e carboidrati.
L’impegno di Mani Tese in Tamil Nadu non si arresta, ma senza il vostro aiuto non potremmo mai continuare. Grazie quindi a tutti i sostenitori, al nostro partner SAVE e a tutti coloro che ci vorranno aiutare anche in futuro.
Qui di seguito alcune foto della distribuzione dei pacchi alimentari:
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ONLINE LA LIBRERIA MULTIMEDIALE PER L’EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA GLOBALE
La nostra cassetta degli attrezzi per l’Educazione alla Cittadinanza Globale pensata per docenti, formatori, studenti e studentesse.
La scuola finalmente riparte e per farlo alla grande ha bisogno delle migliori competenze ed energie di docenti, esperti, formatori, educatori, genitori e ovviamente studenti e studentesse.
Per questa ripartenza del tutto particolare abbiamo pensato di condividere online alcuni dei nostri migliori strumenti e contenuti per fare Educazione alla Cittadinanza Globale ed Educazione Civica.
Si tratta di una vera e propria libreria didattica multimediale, realizzata dai formatori di Mani Tese, e messa a disposizione per tutti, pensata soprattutto per i docenti, per i formatori e per gli studenti e le studentesse.
La libreria presenta, in modo semplice e comparabile, decine di strumenti e risorse indispensabili per poter lavorare con gruppi di giovani (e meno giovani!) sulle sfide del XXI secolo e per aiutarli a sviluppare le competenze di cittadinanza globale.
Navigando al suo interno troverete il materiale catalogato per categorie: ice-breakers per riscaldare l’ambiente all’inizio di un percorso; giochi cooperativi e giochi di ruolo per ribaltare la prospettiva sui problemi contemporanei; approfondimenti mirati; metodi di facilitazione; contenuti video prodotti da Mani Tese e due kit didattici multimediali, comprensivi di Linee Guida per docenti e formatori, utilissimi sia come supporto nelle classi che per la didattica a distanza. La navigazione è facilitata dalla possibilità di ricerca anche per tematiche e fasce d’età verso le quali sono rivolte le singole proposte.
La nostra Library funziona come una cassetta degli attrezzi virtuale che si focalizza su alcune tematiche chiave per sviluppare unità didattiche transdisciplinari e poter lavorare con ragazzi/e sui 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU. Vogliamo preparare il terreno per far germogliare le competenze di cittadinanza.
Da anni il nostro obiettivo è quello di aiutare i giovani a maturare competenze per affrontare le sfide del XXI secolo e, quindi, per trasformare – nella direzione dell’Agenda 2030 – il nostro stile di vita e le nostre comunità per un futuro più sostenibile e più giusto.
Non ci accontentiamo di denunciare i problemi contemporanei, non basta più identificarne le cause, dobbiamo costruire insieme nuove strade fondate sul rispetto dei diritti umani e dei limiti ecologici del nostro Pianeta Terra. L’anello centrale di questa trasformazione è la formazione: da qui possiamo ripartire per abbandonare il mito della crescita infinita su un Pianeta dalle risorse limitate; da qui dobbiamo ripartire per contrastare la disuguaglianza economica, che permette all’1% più ricco del mondo di detenere più ricchezza di 6,9 miliardi di persone messe insieme. Da qui, in sostanza, vogliamo ripartire nelle prime settimane di scuola per non lasciare indietro nessuno.
SUN RAE, STORIA DI UNA BAMBINA VITTIMA DI ABUSI IN CAMBOGIA
Sun Rae, ospite del centro di accoglienza di Damnok Toek, ha avuto un’infanzia difficile, ma ora è rinata e vuole diventare una cantante.
Sun Rae* ha 13 anni ed è nata a Poipet, una città nel nord-ovest della Cambogia, al confine con la Thailandia. Quando ancora era piccola, i suoi genitori si separarono, il padre sposò un’altra donna e poi si trasferì a Phnom Penh, perdendo i contatti con la famiglia.
La madre di Sun Rae era povera, non possedeva una casa, né poteva permettersi di affittare una stanza. Così, in seguito alla partenza del padre, Sun Rae e la madre camminavano ogni giorno per le strade facendo l’elemosina per potersi comprare qualcosa da mangiare. Di notte poi, cercavano un riparo o un giardino pubblico dove dormire fino al giorno successivo, quando avrebbero ripreso a chiedere l’elemosina fino a notte fonda.
Come se non bastasse, la madre di Sun Rae aveva problemi con l’alcol e quando beveva diventava nervosa e mandava Sun Rae a mendicare da sola. Un giorno, però, le autorità locali trovarono Sun Rae per strada e, dopo aver compreso che non aveva cibo né riparo, la indirizzarono al centro di accoglienza di Damnok Toek dove venne intervistata dal personale e dai membri del Dipartimento degli affari sociali.
Nel centro di accoglienza, lo staff di Damnok Toek scoprì che era malnutrita e senza forze. Aveva difficoltà nel ricordare gli episodi passati e aveva paura di parlare. Sun Rae era tranquilla e timida con gli altri bambini del centro e continuava a chiedere di tornare da sua madre, ma gli assistenti sociali di Damnok Toek non riuscirono a trovarla, anche perché neanche la bambina sapeva dove potesse essere.
Dopo essere rimasta nel centro per un po’, Sun Rae un giorno raccontò a uno dei membri dello staff di un fatto che le successe mentre era sola a chiedere l’elemosina. Disse di aver subito molestie sessuali da parte di un uomo: aveva paura di lui ed era troppo spaventata per allertare le autorità. Il coordinatore di Damnok Toek, appreso dell’accaduto, denunciò immediatamente l’episodio alla polizia, ma purtroppo non riuscirono mai a trovare l’uomo che abusò della piccola.
Sun Rae adesso sta bene e il centro di Damnok Toek le offre un posto sicuro dove vivere, tre pasti al giorno, cure mediche, controlli sanitari e istruzione. Grazie alle lezioni, abbiamo appreso che Sun Rae è una brava studentessa: sa leggere e scrivere, disegna e si diverte con diverse attività. Ama anche cantare e ballare pezzi tradizionali Khmer (il gruppo etnico più popoloso in Cambogia).
“Vorrei ringraziare Damnok Toek che mi ha salvato e mi ha fornito molte opportunità per imparare – dice Sun Rae – Ora sono forte e coraggiosa dopo aver vissuto qui. In futuro voglio essere una cantante pop. Il mio grande sogno è quello di tornare a vivere con mia madre e prendermi cura di lei.”
*Nome di fantasia per proteggere la privacy del minore.
Qui di seguito alcune foto dal centro di accoglienza di Damnok Toek:
Danza tradizionale Khmer
Un po’ di ginnastica
Attività nell’orto
Attività di sensibilizzazione sul Covid-19
Gli operatori Damnok Toek insegnano a lavarsi bene le mani
Didattica a distanza: un moltiplicatore di disuguaglianza
Secondo un’indagine della Global Campaign for Education Italia in collaborazione con AstraRicerche, la Didattica a Distanza ha aumentato le differenze fra gli studenti.
La Didattica a
Distanza ha accentuato le differenze tra gli studenti e il 60% delle ragazze e
dei ragazzi è rimasto indietro con compiti e lezioni.
È quanto emerge dall’indagine realizzata dalla Global Campaign for Education Italia (di
cui Mani Tese fa parte), in collaborazione con AstraRicerche e basata su interviste a oltre 2.800 insegnanti in tutta Italia che hanno raccontato le
difficoltà quotidiane degli studenti durante il lockdown fra disagio in
famiglia, difficoltà di connessione e la fatica di mantenere la concentrazione
davanti a uno schermo.
Secondo l’80% di loro, più
della metà degli studenti è rimasta indietro nel percorso di studi e il
motivo principale sarebbe la presenza di
situazioni di disagio in famiglia, come ad esempio la mancanza di spazi dove
studiare o seguire le lezioni e tensioni in famiglia.
“I risultati dell’indagine ci aiutano a capire quanto
il periodo di lockdown abbia inciso sull’aumento della povertà educativa in
Italia – afferma Giacomo Petitti,
Responsabile Educazione e Formazione di Mani Tese – Più dell’80% degli
insegnanti dichiara che con le scuole chiuse le differenze tra gli alunni si
sono accentuate e chi aveva meno possibilità di seguire le lezioni a distanza è
rimasto indietro.”
“I prossimi mesi – continua
Petitti – saranno decisivi per cercare di ridurre la distanza tra gli
studenti che hanno una situazione familiare agiata, una connessione stabile e
un device a propria disposizione, e quelli che non sono in condizione di godere
appieno da casa del diritto allo studio. È su di loro che occorre concentrare
gli sforzi.”
“Mani Tese, con il proprio programma di contrasto alle
povertà educative attivo in cinque regioni italiane, è accanto ai minori, agli
insegnanti e ai genitori con progetti concreti, attraverso i quali faremo del
nostro meglio per ridurre il gap e assicurare a tutte le bambine e i bambini le
stesse possibilità di ricevere un’istruzione adeguata. ”
Qualche info sulla Global Campaign for Education Italia
La Global Campaign for Education Italia nasce l’11 dicembre 2008, quando un gruppo di organizzazioni che aderiscono alla campagna a livello internazionale e sono presenti in Italia lanciano la Coalizione italiana che si impegna a coinvolgere altre organizzazioni interessate e con competenza sul tema educazione, nonché partner strategici per sviluppare le attività della campagna. Aderiscono alla Coalizione italiana della Campagna Globale per l’Educazione (CGE): ARCS – Children in Crisis – CBM Italia – CIFA Onlus – Cisl Scuola – ICEI – Magis – Mais Ong – Mani Tese – Oxfam Italia – Plan International – PRO.DO.C.S. – RE.TE.Ong – Save the Children Italia Onlus – Sightsavers International Italia – VIS – WeWorld.