I volontari e le volontarie del servizio civile 2020/2021

Sono Elisa e ho 26 anni. Ho deciso di intraprendere questa esperienza del servizio civile per crescere, per una crescita personale e sociale, per imparare e ampliare le mie conoscenze, entrando in contatto con molteplici realtà. La vita non sempre è facile e penso che alcune esperienze ti aiutino a crescere, forse più di altre. […]

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Sono Elisa e ho 26 anni. Ho deciso di intraprendere questa esperienza del servizio civile per crescere, per una crescita personale e sociale, per imparare e ampliare le mie conoscenze, entrando in contatto con molteplici realtà. La vita non sempre è facile e penso che alcune esperienze ti aiutino a crescere, forse più di altre. Il mondo del volontariato non è nuovo per me, sono già volontaria soccorritrice e questo aspetto della mia vita mi ha aiutato tanto a fare del bene, aiutando gli altri, anche in prima persona. Il progetto che ho scelto, quello della sostenibilità, è stata una scelta fatta in base alle emozioni, toccando qualcosa che mi sta molto a cuore, cioè la tematica della difesa ambientale, della difesa di tutti i diritti umani e della giustizia sociale. Ho scelto questo percorso perché volevo fare qualcosa di concreto, qualcosa di utile alla causa, compiendo azioni concrete, informando e sensibilizzando su queste cause importanti che spesso vengono ignorate o sottovalutate. Volevo imparare qualcosa che mi avrebbe aiutato e dato la possibilità di fare effettivamente qualcosa, qualcosa per aiutare gli altri, il nostro pianeta e migliorare il nostro futuro. È un percorso che forse non sempre sarà facile. È un impegno, verso se stessi e verso gli altri, e magari ci potranno essere degli ostacoli, che possono essere personali o lavorativi, ma questo non deve darti modo di mollare, di rinunciare a qualcosa di importante. Per me il volontariato si può descrivere come una scelta e un’opportunità. Un gesto di solidarietà, altruismo e umanità. Una scelta che deve provenire prima di tutto dal cuore.

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Ciao, sono Erica e sto facendo il servizio civile a Mani Tese nella sede di Milano. Sono nel Dipartimento di Advocacy e Educazione alla Cittadinanza Globale. Nonostante alcune difficoltà dettate principalmente dall’emergenza covid-19 siamo riusciti a lavorare su vari progetti. Quelli che più mi stanno coinvolgendo in questo momento sono Cambia Moda e Food Wave. Questa esperienza mi sta piacendo così tanto che vorrei continuare la mia esperienza lavorativa in questo settore anche in futuro: credo sia fantastico riuscire a coniugare le proprie passioni con il proprio lavoro!

 

 

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Mi chiamo Kladi, sono di Faenza e ho 19 anni, alcune delle mie passioni sono l’associazionismo e il movimentismo, soprattutto per questo ho deciso di fare il Servizio Civile a Mani Tese Faenza, vorrei lottare per un mondo giusto, un mondo ideale che non credo affatto sia utopia, so che il servizio civile è una buona strada per arrivare a questo.

 

 

 

 

 

 

 

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Mi chiamo Lucia e ho 25 anni, una laurea in architettura e una passione per il mondo di grafica e comunicazione. Ho scelto di fare servizio civile con Mani Tese ispirata dall’impegno di questa associazione per la giustizia e l’equità. Questa esperienza mi ha arricchita in termini tecnici di competenze, ma soprattutto ho trovato in Mani Tese un ambiente stimolante, ricco di persone che lavorano con entusiasmo per una giusta causa.

 

 

 

 

 

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Mi chiamo Mario, ho 25 anni e presto servizio civile presso Mani Tese nella sede di Padova. Sono studente universitario di psicologia e nel corso dei miei studi ho sviluppato un interesse per la promozione della cultura della sostenibilità ambientale e della cittadinanza attiva. Ho scelto il progetto di Mani Tese perché credo nel suo contributo ad un futuro equo e sostenibile.

 

 

 

 

 

 

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Ciao! Io sono Paola e ho 25 anni. Ho studiato scienze umane dell’ambiente, del territorio e del paesaggio e ho scelto di fare servizio civile con Mani Tese perché volevo completare il mio percorso di studi mettendo in pratica ciò che ho imparato sui libri. Avevo, e ho tuttora, il desiderio di vedere realizzato ciò in cui credo: un mondo sostenibile; Mani Tese, portando avanti i valori della giustizia ambientale, economica e sociale, mi sta aiutando a vedere qual è il processo concreto per raggiungere questa sostenibilità.

 

 

 

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Mi chiamo Shana, ho 29 anni ed i capelli sempre colorati! Sono una persona empatica, amo ascoltare le persone, trasformare con cura le loro storie in fotografie. Nella vita ci si circonda di persone simili, con gli stessi ideali, con la stessa visione del mondo, con la stessa gentilezza verso il prossimo. Per questo motivo mi sono avvicinata a Mani Tese, prima come volontaria e poi ho scelto di investire quest’anno nel servizio civile proprio perché mi sentivo di voler contribuire, anche nel mio piccolo, ad un cambiamento positivo verso il mondo, mettendomi a servizio con tutte le mie conoscenze, interessi ed energie. Nonostante gli infiniti sgambetti che questo 2020 continua a farci sono soddisfatta di come sta andando quest’avventura, cerco di viverla come un continuo stimolo a migliorarmi.

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Stefano 28 anni! Amo la mia solitudine ma a tratti posso essere simpatico e socievole ✨ Esprimo il mio estro tramite il makeup e la fotografia che mi caricano di stimoli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ciao! Mi chiamo Stella e ho 20 anni e svolgo il servizio civile alla sede di Gorgonzola. Ho deciso di svolgere il servizio civile per rendermi utile e mettermi in gioco.        

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ciao sono Valeria, nel servizio civile ho visto una grande opportunità per mettermi in gioco e approfondire tematiche che non conoscevo. Penso che l’anno di servizio civile sia un grande investimento per il mio futuro sia a livello professionale che personale.

AIUTIAMO IL CENTRO PER LE VITTIME DI VIOLENZA DI GENERE IN GUINEA-BISSAU A NON CHIUDERE!

Cerchiamo sostegno per mantenere aperto l’unico centro di accoglienza per le donne vittime di violenza nel Paese e non interrompere l’assistenza alle vittime.

In Guinea-Bissau, un Paese fortemente patriarcale, la violenza e lo sfruttamento delle donne è un problema molto diffuso. Nonostante lo Stato dovrebbe per legge contrastare la violenza di genere e sostenere economicamente i centri di accoglienza, fino al 2019 non esisteva tuttavia alcun centro per accogliere le vittime adulte.

Grazie al nostro progetto “Libere dalla violenza” cofinanziato dall’Unione Europea, nel 2019 abbiamo cominciato a sostenere il centro dell’associazione AMIC (Amici dei Bambini), partner storico di Mani Tese, che dal 2012 ha accolto soprattutto bambine vittime di matrimonio forzato e precoce, estendendo l’ospitalità e l’assistenza anche alle donne adulte vittime di violenza.

Oltre all’accoglienza e al supporto psicologico, in questi anni le ospiti del centro hanno potuto usufruire di servizi (visite mediche, ginecologiche, accompagnamento legale e reinserimento lavorativo) e di attività formative (come corsi di cucina e di sartoria) grazie al supporto di finanziatori, organizzazioni locali e internazionali e istituzioni statali che hanno collaborato al progetto.

Ma tutte queste forme di assistenza potrebbero presto cessare. Il progetto “Libere dalla violenza”, infatti, ad aprile 2021 purtroppo volgerà al termine. Se non troveremo le risorse per sostenere il centro in termini di manutenzione e funzionamento (cibo, vestiti, materiale scolastico, corsi di formazione) e di risorse umane (le persone che lavorano al centro), tantissime donne vittime di violenza rimarranno di nuovo sole e indifese.

Insieme al nostro partner AMIC al momento stiamo cercando nuove opportunità di finanziamento, ma l’aiuto di tutti e di tutte è quanto mai fondamentale.

Fai una donazione per il centro di accoglienza delle donne vittime di violenza in Guinea-Bissau e aiutaci a tenerlo in vita: https://regalisolidali.manitese.it/dettaglio.php?prodotto=aiutaci-a-mantenere-aperto-il-centro-di-accoglienza

Qui di seguito alcune foto del centro di accoglienza e una foto di gruppo dello staff Mani Tese insieme al personale dell’associazione AMIC.

L’area gioco dedicata alle bambine vittime di violenza o matrimonio forzato
Il dormitorio
Un momento di confronto fra l’assistente sociale del centro e una ospite
Un’immagine del corso di sartoria offerto alle ospiti del centro
Lo staff di Mani Tese e il personale AMIC durante una visita dell’IMC (Instituto Mulher e Criança)

LE PIANTINE DI ESTHER

Nell’ambito del progetto Agri-change, realizzato da Mani Tese in Kenya, ci arriva una bellissima testimonianza da Esther Tenges, presidente del gruppo Kailer creato per dare la possibilità a 15 donne di aumentare il proprio reddito curando una coltivazione di piantine.

La vita delle donne del villaggio di Ilchamus, nella contea di Baringo, non è priva di ostacoli. La zona è piuttosto arida e accedere a un bene essenziale come l’acqua non è per niente facile.

L’acqua è utilizzata non solo nelle case, ma anche per l’agricoltura, attività da cui dipende la sussistenza della maggior parte degli abitanti della zona.

Per la fornitura d’acqua i residenti si servono solitamente del fiume Molo, ma è un fiume stagionale e durante la stagione secca devono andare fino al lago Baringo, che è molto distante. In questi mesi, ad esempio, è caduta meno pioggia del necessario nella zona e, senza la disponibilità di acqua, alcune delle coltivazioni del villaggio sono appassite.

Esther Tenges vive da sola coi suoi figli. È rimasta vedova da quando il marito è stato ucciso in una delle razzie di bestiame che avvengono spesso nelle zone meridionali della contea di Baringo. La sua attività economica principale era l’allevamento di bestiame, ma lentamente sta passando all’agricoltura a causa del rischio di conflitti collegato proprio a quest’attività che le ha già portato via il marito.

Senza le sufficienti risorse economiche per fare investimenti, Esther non è mai stata in grado di dedicarsi completamente all’agricoltura e per mantenere la sua famiglia è costretta a svolgere un ulteriore lavoro occasionale nel villaggio.

Mani Tese ha coinvolto Esther nel progetto “Agri-change: piccole imprese grandi opportunità Sviluppo di filiere agro-alimentari nel bacino del fiume Molo” cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la cooperazione allo sviluppo e ora la sua vita è molto migliorata. La donna ha ricevuto infatti 125 piantine e si dedica alla loro coltivazione con altre donne del villaggio. Nello specifico, le piantine ricevute sono: 15 alberi di acacia, 100 banani e 10 manghi.

Essendo la località dove vive molto arida, tuttavia, non è facile garantire una buona irrigazione delle colture. Esther si serve così delle bottiglie di plastica per innaffiare le piantine attraverso l’irrigazione a goccia e conserva l’acqua in una vasca di stoccaggio che ha costruito seguendo le indicazioni del personale del progetto.

A volte, quando piove e il fiume Molo è pieno, Esther pompa l’acqua nella vasca e poi la usa per innaffiare le piantine. La vasca può contenere fino a 10.000 litri d’acqua e rappresenta una risorsa molto utile in periodi di siccità.

Esther è fra le prime persone che sono state coinvolte nel progetto Agri-change e i banani hanno già iniziato a fiorire. Grazie alla formazione che ha ricevuto e alle conoscenze acquisite Esther non ha più paura di non riuscire a prendersi cura delle piante e adesso spera, a breve, di raccogliere i primi frutti. Con la vendita del raccolto si augura di ottenere i fondi che le servono per espandere il frutteto e diversificare e aumentare la produzione.

Il problema principale che resta da risolvere è la dipendenza dagli intermediari per la vendita, che decidono i prezzi dei prodotti agricoli e sfruttano il lavoro degli agricoltori. Per questo Esther vorrebbe partecipare ad un corso di formazione sulla commercializzazione dei prodotti per diventare completamente indipendente.

Una foto di Esther
Piante di banane
L’irrigazione a goccia realizzata con bottiglie di plastica
La vasca di stoccaggio dell acqua mani tese
La vasca di stoccaggio dell’acqua

Quale posto per la transizione agroecologica nella cooperazione italiana

Webinar promosso da AOI e dal gruppo “Azione TerrAE – Coalizione per la transizione agroecologica”. Martedì 9 marzo 2021, dalle 10 alle 13.

Il 9 marzo 2021 a partire dalle ore 10.00, si terrà il webinar dedicato al tema “Quale posto per la transizione agroecologica nella cooperazione internazionale sui sistemi alimentari” (come da programma allegato).

L’incontro è promosso da AOI e da “Azione TerrAE – Coalizione per la transizione agroecologica”, una alleanza che vede al suo interno Ong e  reti della società civile italiana ed europea, espressione dei mondi delle università e delle organizzazioni contadine, e che si è costituita recentemente al termine di un percorso di ricerca, confronto e condivisione, iniziato più di un anno fa.  

Obiettivo dell’alleanza è quello di sostenere la transizione agroecologica in Africa Occidentale nelle politiche e nei programmi di cooperazione internazionale, a partire dalla Cooperazione italiana. La risposta alle situazioni di crisi della regione richiedono un approccio sistemico e multi-attoriale, che metta al centro i temi della terra e dell’agricoltura contadina, il ruolo delle donne e dei giovani. 

Il webinar è l’occasione per presentare il documento-appello di Azione TerrAE, che articola questa proposta in termini di analisi di contesto, approccio metodologico, linee guida e strumenti, insieme al documento elaborato da CIDSE con FOCSIV sul ruolo della finanza a sostegno della transizione agroecologica, che mette in luce con dati e analisi come sia ancora molto insufficiente l’impegno della Cooperazione europea attraverso le agenzie ONU a favore dell’agroecologia.

Le proposte e le valutazioni contenute nei due documenti, e richiamate nelle presentazioni, saranno l’oggetto di un dialogo con i Direttori della DGCS/MAECI e di AICS, e con la Chief International Development Financial Officer della Cassa Depositi e Prestiti, per identificare percorsi di collaborazione tra società civile e istituzioni nella messa a fuoco e nella realizzazione di politiche e programmi per l’agroecologia.

L’incontro sarà aperto dal messaggio di Ibrahim Coulibaly, Presidente ROPPA, partner di Azione TerrAE.

Per partecipare si prega di registrarsi a questo link: https://forms.gle/a8D7d9z7KWB4DfMt5

Sarà possibile seguire l’evento anche via streaming sulla pagina facebook FOCSIV.

Qui di seguito il programma:

Programma Webinar Azione TerrAE

14. Zalissa, l’unione fa la forza!

La cooperativa Languem Taaba la Tongo produce pomodori e cipolle e li fa seccare per renderli disponibili tutto l’anno.

Laguem Taaba la Tongo, in lingua mooré, significa “l’unione fa la forza” e di forza, le donne di questa cooperativa, ne hanno molta. Tra tutte le 20 imprese sostenute dal progetto Imprese sociali innovative e partecipazione dei migranti per l’inclusione sociale in Burkina Faso” cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e da Fondazione Maria Enrica, Laguem Taaba la Tongo è infatti quella che ha più sofferto. Dopo la costruzione della sede e del centro di trasformazione, grazie a un finanziamento ottenuto nell’ambito del citato progetto, un fortissimo vento ne ha scoperchiato il tetto. Ma le donne della cooperativa non si sono arrese e si sono rimboccate le maniche per poter provvedere alla riparazione.

Zalissa Kabore, la presidente, ci racconta che la cooperativa è nata da un gruppo di coltivatrici di pomodoro e cipolla, che si erano rese conto che questi prodotti, utilizzatissimi nella cucina burkinabé, subivano troppe variazioni di prezzo sul mercato. Si tratta infatti di prodotti stagionali e deperibili in poco tempo, pertanto ci sono periodi durante i quali una cassetta di pomodori costa pochissimo e altri in cui il prezzo diventa quasi inaccessibile. Per questo Zalissa e le altre socie della cooperativa hanno pensato di occuparsi dell’essiccazione dei propri ortaggi, per poterli mettere a disposizione della comunità tutto l’anno, anche “fuori stagione”.

Ecco quindi che nasce Laguem Taaba La Tongo che, come ci dice Zalissa, è potuta crescere molto grazie alle occasioni formative offerte nell’ambito del progetto, in particolare la recentissima formazione sulla qualità dei prodotti, ma anche tramite i vari incontri con gli imprenditori di successo da prendere come esempio e con gli istituti di microfinanza a cui di norma si ha paura di approcciarsi. In particolare Zalissa racconta che la lezione che più le sta servendo è stata quella su come presentare bene e vendere i propri prodotti in mezzo ai tanti concorrenti, una cosa che ha imparato anche grazie alla partecipazione alle giornate agroalimentari organizzate dal partner Fiab nel 2019.

E siccome siamo all’inizio di un nuovo anno, Zalissa ci saluta facendoci e facendosi degli auguri: che il 2021 sia un anno di pace sociale, di prosperità e di buona salute, e che Laguem Taaba La Tongo possa crescere ancora e avere molto successo, trasformando magari anche dei nuovi prodotti!

Qui di seguito alcune foto delle donne nei campi e della sede danneggiata:

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IN BURKINA FASO SUPPORTIAMO LA PRODUZIONE DI RISO

Centinaia di donne vengono seguite nella coltivazione del riso locale per aumentare la produzione con tecniche agroecologiche.

Siamo alla fine del primo anno di lavoro con le donne produttrici e trasformatrici di riso selezionate dal “Progetto per il miglioramento delle condizioni nutrizionali di donne e bambini nei distretti sanitari di Garango e Tenkodogo, Burkina Faso” cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e che vede capofila l’ONG AES-CCC (Associazione Amici dello Stato brasiliano Espirito Santo – Centro di Collaborazione Comunitaria).

In questo arco di tempo abbiamo accompagnato 100 gruppi di risicoltrici a coltivare riso di qualità locale fornendo loro sia gli strumenti di lavoro, sia momenti formativi su tecniche agroecologiche molto semplici e interessanti. Tra le tecniche proposte vi è stata quella per la produzione del compost en tas, che alterna strati di concime naturale a erbe e acceleratori naturali, per avere una produzione di riso quantitativamente più importante, ma soprattutto sana e senza il bisogno di fertilizzanti chimici di sintesi.

Inoltre abbiamo costruito i primi tre centri di trasformazione del riso per altrettanti gruppi di donne, a cui sono stati forniti materiali di lavoro e macchinari, quali la decorticatrice e la selezionatrice, utilizzati per ottenere un riso più pulito riducendo la fatica fisica.

Anche questi gruppi di donne hanno seguito un percorso di formazione, in particolare sulla legge OHADA (la legge sulle società cooperative del Burkina Faso), la contabilità e la gestione dei centri di trasformazione. Inoltre sono state accompagnate nella redazione di un piano d’affari, strumento che sarà loro utile per poter pianificare il proprio sviluppo ed eventualmente richiedere finanziamenti agli istituti di microfinanza del territorio.

L’équipe di Mani Tese si è occupata e continua a occuparsi di seguire i percorsi formativi e l’accompagnamento delle donne, ma il nostro lavoro non si ferma qui e nei prossimi due anni realizzeremo altri sette centri di trasformazione per poter rispondere alle esigenze di tutte le produttrici e faremo anche alcune sperimentazioni su una varietà di riso pluviale locale che sarebbe molto interessante per questo territorio.

Il riso ha infatti un ruolo da protagonista nella dieta burkinabé, ma per ora il fabbisogno interno della nazione dipende dalle importazioni estere, spesso di bassa qualità, ed è quindi importante valorizzare e appoggiare la produzione locale.

Due donne coinvolte nel progetto appoggiate a un macchinario in uno dei centri di trasformazione del riso costruiti da Mani Tese
Un gruppo di donne coinvolte nel progetto
Due donne hanno messo in pratica la tecnica del “compost en tas”, che alterna strati di concime naturale a erbe e acceleratori naturali

APICOLTURA E AGROSILVICULTURA: LE DUE PASSIONI DI JOSEPH

Grazie al progetto AGRI-CHANGE, che Mani Tese sta realizzando in Kenya, Joseph spera di aumentare il proprio reddito con l’apicoltura e di difendere l’ambiente con l’agrosilvicultura.

Joseph Chelimo è una delle persone che Mani Tese ha coinvolto nel progetto “Agri-change: piccole imprese grandi opportunità. Sviluppo di filiere agro-alimentari nel bacino del fiume Molo”, cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la cooperazione allo sviluppo, che ha fra gli obiettivi il rafforzamento delle capacità produttive degli apicoltori nella Contea di Baringo.

Joseph proviene dalla zona di Rabai, situata lungo la strada che porta al lago Bogoria, un’area ricca di alberi di acacia. Grazie alle piogge di questi mesi, molti alberi hanno iniziato a fiorire e a produrre abbondante nettare per le api e questa è una buona notizia per gli apicoltori della zona che sperano in una grande produzione di miele. Tuttavia, a causa dei cambiamenti climatici, le piogge sono sempre più irregolari e rendono difficile ogni previsione.

Joseph, fin da giovane, si è dedicato all’apicoltura, ma la mancanza di risorse economiche per investire ha sempre frenato lo sviluppo della sua attività. Inizialmente, infatti, possedeva sette arnie, ma per processare il miele doveva recarsi fino ad una raffineria distante molte ore di cammino dagli alberi dove le aveva installate. Mani Tese, grazie al progetto Agri-change, ha fornito a Joseph altre sette arnie e ha costruito una raffineria proprio presso la località di Rabai, che Joseph può raggiungere in brevissimo tempo riducendo drasticamente il tempo che gli è necessario per portate il miele a processare e a vendere.

La famiglia di Joseph dipende al momento solo dall’agricoltura per quel che riguarda i bisogni alimentari, ma la speranza è quella di aumentare il proprio reddito grazie all’apicoltura sia per garantire la sopravvivenza alla famiglia anche in caso di scarsi raccolti (purtroppo frequenti a causa del cambiamento climatico) sia per dedicarsi all’agrosilvicultura, l’altra grande passione di Joseph.

L’agrosilvicultura è un sistema agricolo che prevede la piantumazione di alberi associata a colture agricole e/o pascoli e, fra i tanti vantaggi che offre, ha anche quello di proteggere il suolo dall’erosione e di conseguenza migliorare la produzione agricola.

La fattoria di Joseph si trova in un’area fortemente interessata dall’erosione, in quanto situata a valle di una collina dove l’acqua va a depositarsi in seguito alle piogge, ma Joseph ha dimostrato fin da subito una grande determinazione per la conservazione dell’ambiente.

Dove possibile, infatti, ha cercato di evitare l’erosione costruendo dei terrazzamenti tradizionali. A fianco alla fattoria ha invece creato un bacino per raccogliere l’acqua che scende dalla collina e utilizzarla per piantare gli alberi.

La sfida è quella di ricavarne in quantità sufficiente per la sua fattoria poiché il fiume Perkerra, l’unica fonte d’acqua permanente della zona, è piuttosto distante. Inoltre l’area è spesso colpita dalla siccità. Joseph sta inoltre già progettando di acquistare una pompa dell’acqua e di tubi per facilitare l’irrigazione dei suoi perimetri agricoli.

Nonostante le criticità Joseph ha grandi speranze per il futuro e si augura di poter sostenere sempre più la sua famiglia grazie all’apicoltura e all’agrosilvicultura.

Joseph nella sua fattoria
Terrazzamenti tradizionali per controllare l’erosione del suolo

Mozambico: sempre più frequenti I cicloni a causa del cambiamento climatico

Fortunatamente non sono molti i danni del ciclone Eloise nelle zone dove opera Mani Tese, ma preoccupa la maggiore frequenza di questi fenomeni meteorologici.

Sabato 23 gennaio il ciclone tropicale Eloise si abbatteva sul Mozambico e in particolare sulla provincia di Sofala, a sud della Zambezia dove opera Mani Tese. 

Moltissimi i danni causati dai venti e dalle piogge che hanno distrutto case e devastato campi agricoli in una regione già in forte sofferenza.

Purtroppo non si tratta del primo ciclone che mette in ginocchio il Mozambico: a marzo 2019, infatti, il ciclone Idai si abbatteva sul Paese causando danni gravissimi e circa 1.000 morti.

Due anni fa, la Zambezia fu una delle province più colpite, mentre per fortuna questa volta solo alcune case sono state colpite nei distretti di Quelimane e Nicoadala, in cui Mani Tese è presente con il progetto “Quelimane agricola” (foto in fondo all’articolo).

Preoccupa però l’aumento di questi fenomeni atmosferici che, se una volta si ripetevano a una decina di anni di distanza l’uno dall’altro, ora avvengono con grande frequenza, come ha dichiarato ad Avvenire don Claudio Dalla Zuanna, vescovo italiano di Beira

Come fatto in passato, Mani Tese continuerà a contrastare i cambiamenti climatici in Mozambico e sarà pronta a intervenire in caso di emergenza come avvenuto nel 2019 insieme al WFP

Per approfondire sul ciclone Eloise: https://www.africa-express.info/2021/01/29/ciclone-tropicale-eloisa-devasta-mozambico/ 

Per maggiori informazioni sui nostri progetti in Mozambico: https://manitese.it/paese/mozambico 

Qui sotto, invece, alcune foto delle case danneggiate nella comunità in cui operiamo.