Energia pulita per vivere meglio in Kenya

L’uso del biogas per contrastare gli effetti del riscaldamento globale.

Il cambiamento climatico è una delle sfide che il mondo sta affrontando ed una delle sue cause è il degrado ambientale, che deriva dalla deforestazione, dall’uso di fertilizzanti chimici e di altri prodotti inquinanti nonché dalla scorretta gestione dei rifiuti.

Preservare l’ambiente potrebbe non essere sufficiente per invertire i cambiamenti climatici, ma ci aiuterà sicuramente a gestirne gli effetti in modo più sostenibile. Per questo noi di Mani Tese in Kenya siamo impegnati a promuovere attività che riducano l’impatto dell’uomo sull’ambiente.

La Contea di Baringo, in particolare, è una delle aree identificate come zone aride e semi-aride. Le precipitazioni annue sono spesso minime e, nella maggior parte dei casi, si assiste a un periodo prolungato di siccità. Nell’area sono però presenti alberi che resistono alla siccità, come l’acacia, che fornisce un aiuto notevole al controllo dell’erosione del suolo.

In questa zona molte persone dipendono dall’allevamento del bestiame, che però non è una fonte di reddito affidabile. La maggior parte vende quindi carbonella, usata anche come principale fonte combustibile per cucinare, e abbatte gli alberi per trasformarli in legna. Ovviamente si tratta di attività che hanno contribuito notevolmente al degrado dell’ambiente.

Dato che l’area è attraversata da un fiume e da alcuni corsi d’acqua stagionali, i residenti praticano anche un’agricoltura di sussistenza utilizzando fertilizzanti chimici e contribuendo così all’ulteriore degrado della terra.

Per contrastare questi fenomeni e nel contempo generare fonti di sostentamento più sostenibili, nell’ambito del progetto “Agri-change: piccole imprese grandi opportunità. Sviluppo di filiere agro-alimentari nel bacino del fiume Molo, cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, sono stati selezionati 25 agricoltori che hanno ricevuto alcuni maiali da allevare.

La preoccupazione principale della maggior parte degli agricoltori interessati all’ingrasso degli animali era però la gestione dei rifiuti, poiché i maiali sono noti per produrne molti, che rendono l’ambiente sporco e causano inquinamento atmosferico. Per risolvere questo problema abbiamo installato – per ora presso tre degli agricoltori coinvolti – un impianto per il biogas per gestire i rifiuti in modo più sostenibile. A breve tutti i 25 beneficiari riceveranno l’impianto, che migliorerà la sostenibilità ma anche l’approvvigionamento energetico, dal momento che i prezzi dei prodotti petroliferi, compreso quelli del GPL, sono aumentati in Kenya.

L’energia pulita ricavata dal biogas sarà usata per cucinare, cosa che ridurrà a sua volta il numero di alberi abbattuti per la legna da ardere e per la carbonella. Le donne, inoltre, potendo dedicarsi meno alla raccolta della legna, avranno a disposizione più tempo per altre attività.

L’impianto di biogas produce, inoltre, il bioslurry, un liquido che fuoriesce dopo che si è prodotto il Gas. Questa sostanza è un concime biologico molto buono che, utilizzato come fertilizzante, sostituirà quelli chimici, dannosi per l’acidità del suolo e l’impoverimento dei minerali nel terreno. Il degrado del suolo potrà essere così ridotto o eliminato passando all’agricoltura organica, che include l’uso di strumenti come letame, bio fertilizzanti e bio pesticidi.

I tre beneficiari che hanno già installato il sistema per il biogas sono molto contenti perché possono gestire efficacemente i rifiuti e godere di una fonte di energia pulita per cucinare.

“Sono molto felice della fornitura di questo impianto a biogas, che è una tecnologia totalmente nuova per me – ha detto uno dei beneficiari durante l’installazione – Non sapevo che le deiezioni di maiale e di altro bestiame potessero essere utilizzate per produrre gas per cucinare. Conoscevo solo il gas ma non lo usavo perché troppo costoso e la mia famiglia è numerosa. Ora possiamo cucinare per tutti in modo comodo e veloce perché disponiamo di due fornelli. Da oggi smetterò ufficialmente di andare nella foresta a raccogliere legna da ardere”.

Siamo convinti che questa attività darà presto i suoi frutti offrendo un’opportunità sostenibile per la produzione del calore per la cottura dei cibi e gradualmente sarà anche in grado di partecipare all’attenuazione del fenomeno del degrado  ambientale, divenuto dilagante in quasi tutte le regioni del Kenya, compresa quella di Baringo.

Alcune foto dell’installazione dell’impianto di biogas:

Kenya: a piedi da Eldoret per sensibilizzare sulla vaccinazione

Leonard Kiplagat ha percorso a piedi più di 300 km per ringraziare il personale sanitario e per invitare le persone a vaccinarsi.

Il Kenya sta vivendo una nuova ondata di Covid. La variante Omicron sembra aver preso il sopravvento. Si è inoltre verificata una forte incidenza di casi di “influenza” nelle comunità.

Il 2021 è stato per il Kenya un anno pieno di difficoltà, il 2022 si apre con la preoccupazione di possibili nuove restrizioni che potrebbero dare il colpo di grazia alla fragile economia.

In questo panorama complesso e difficile, ci sono però anche delle storie positive. Quella che vi raccontiamo oggi è la storia di un uomo che ha deciso di fare sensibilizzazione in un Paese in cui la riluttanza vaccinale è ancora alta, nonostante i vaccini stiano finalmente arrivando.

Leonard Kiplagat ha voluto compiere un atto simbolico: è partito a piedi da Eldoret con la bandiera del Kenya e recentemente ha raggiunto la capitale Nairobi. Lo ha fatto per ringraziare il personale sanitario e per invitare le persone a vaccinarsi.

Leonard ha deciso di agire spinto dalla velocissima diffusione della variante Omicron e dai bassi tassi di vaccinazione. A dicembre, infatti, poco più del 10% delle persone in Kenya risultava vaccinato.

Leonard, con un fischietto e una bandiera, ha percorso a piedi più di 300 km, fermandosi nei mercati, alle stazioni dei bus e chiamando la gente per informarla dei rischi del virus e dei benefici della vaccinazione. Un gesto di forza e speranza, che anche il ministero locale ha dichiarato lodevole.

Insieme al nostro partner locale Necofa, noi di Mani Tese seguiamo con preoccupazione l’evolversi della situazione e le notizie di molte persone che riportano casi di influenza. Nondimeno continuiamo il lavoro di sensibilizzazione a fianco delle comunità anche in questi giorni con i nostri progetti di cooperazione AGRI-CHANGE: piccole imprese grandi opportunità, cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, MAZIWA! impiego giovanile e sviluppo economico in ambito rurale, cofinanziato da Regione Emilia Romagna, e MAZIWA! un approccio integrato alla filiera della capra da latte in Baringo, sostenuto interamente da Mani Tese.

Benin: la storia di Yoro Cathérine

Da tagliatrice di legna a presidente di un proficuo gruppo di donne orticoltrici: “Quella di Mani Tese è la “scuola” che non ho potuto frequentare”.

Cathérine è una donna sulla cinquantina, vive a Tampègré con i suoi 6 figli e il marito. Cathérine ha conosciuto Mani Tese nel 2014 attraverso una formazione sulla strutturazione e l’organizzazione di gruppi di trasformazione. Dopo la formazione ha costituito un gruppo con altre 25 donne dal nome “Tétooma” e ne è diventata la Presidente.

Grazie ai progetti di Mani Tese, il gruppo è stato formato sulla trasformazione della manioca e sulla commercializzazione dei prodotti. Inoltre, le donne hanno ricevuto da Mani Tese le attrezzatture per la lavorazione, tra cui una grattugia motorizzata e una pressa. Infine, per garantire un’indipendenza economica al gruppo, Mani Tese ha messo in contatto le donne con una struttura di microfinanza, che ha concesso loro dei prestiti, attraverso i quali hanno potuto aumentare le capacità di trasformazione e produzione.

Oggi, il gruppo di Cathérine ha un campo di produzione collettiva di manioca, fa orticoltura e produce verdure come i pomodori, i fagiolini e l’ocra.

Oggi, grazie ad un nuovo progetto di Mani Tese, “Miglioramento della sicurezza alimentare e delle condizioni igienico-sanitarie delle comunità dell’Atacora” cofinanziato grazie ai fondi 8 per 1000 dell’IRPEF a diretta gestione statale, le donne sono formate sulle tecniche di produzione agricola del mais giallo, l’igname, il sesamo e la patata dolce, che erano scomparsi dalle abitudini alimentari. Il ritorno di queste colture si è rivelato un vantaggio per le famiglie perché ha aumentato la disponibilità di cibo e i loro redditi.

Inoltre, Cathérine con il suo gruppo ha partecipato ad alcune sessioni formative sull’importanza della scuola, dopodiché è stata spesso chiamata alle riunioni delle associazioni dei genitori per sensibilizzarli sui rischi dell’abbandono scolastico e, con il suo gruppo, ha formato una squadra per la sensibilizzazione delle ragazze sull’importanza di non abbandonare la scuola.

Cathérine si chiede se non avesse fatto la formazione, ma fosse rimasta nei campi, chi avrebbe parlato a nome delle donne nel villaggio. Dice di essere grata per aver potuto partecipare alla “scuola” di Mani Tese, che le ha fatto imparare molte cose e le ha permesso di cambiare la sua vita, senza più dover passare tutto il tempo a tagliare legna per trasformarla in carbone come ancora fanno molte donne del suo villaggio.

Oggi Cathérine è in grado di contribuire alle spese di casa grazie ai profitti che ricava dalla commercializzazione del gari, la manioca lavorata, e quando i suoi figli sono malati e suo marito è assente, riesce a occuparsi di loro. Inoltre, riesce a comprarsi anche qualcosa per sé.

I suoi tre figli più grandi, purtroppo, non vanno più a scuola, ma i tre più piccoli sì, uno è già alla scuola secondaria.

Aver capito l’importanza della scuola per i figli è stato fondamentale e di questo ringrazia Mani Tese e tutto lo staff.

Si ritiene una donna felice perché ha acquistato un nuovo valore anche all’interno della famiglia e considera Mani Tese come la “scuola” che non ha avuto la possibilità di frequentare.

Una foto di Cathérine davanti alla sua casa

Traffico di esseri umani e nuove schiavitù: convegno 8 febbraio

In occasione della Giornata mondiale contro la tratta, Centro Pime, Caritas Ambrosiana e Mani Tese promuovono un convegno sulle vittime della tratta in Italia e nel mondo.

La pandemia di Coronavirus ha ulteriormente aggravato le condizioni di vita delle donne vittime di tratta costrette a prostituirsi. Spesso relegate al chiuso, subiscono violenze e abusi anche psicologici e hanno grosse difficoltà a chiedere aiuto.

In occasione della Giornata mondiale contro la tratta, Centro Pime, Caritas Ambrosiana e Mani Tese, in collaborazione con Ucsi Lombardia, promuovono anche quest’anno un momento di riflessione e ascolto di testimonianze.

Appuntamento presso il Centro Pime di Milano (ingresso da via Mosè Bianchi, 94) martedì 8 febbraio dalle ore 18.15 alle 20.

L’evento si inserisce nel percorso di avvicinamento al Festival della Missione 2022.

PROGRAMMA

MONDO: sempre più poveri e vulnerabili

  • Fabio Agostoni, Comunità Papa Giovanni XXIII – Consiglio Diritti Umani Ginevra
  • Testimonianze video di Mani Tese con ass. Damnok Toek dalla Cambogia e Achille Tepa dal Benin

ITALIA: dalla strada all’indoor, tra invisibilità e segregazione

  • Vito Mariella, vice-direttore Caritas Bari-Bitonto ed educatore Ass. Micaela Onlus
  • Testimonianza di Joy Ezekiel, autrice di “Io sono Joy”, con Mariapia Bonanate (ed. San Paolo)
  • Accompagnamento musicale di Raymond Bahati (Coro Elikya)

Conclusioni

Momento conviviale (su prenotazione)

Ingresso con Green Pass rafforzato e prenotazione a questo link: https://bit.ly/ottofebbraio

Diretta streaming sui canali YouTube e Facebook degli organizzatori

Per informazioni: 02.43822313 – centropime@pimemilano.com

Partecipa al nostro Open Day sul servizio civile!

Un incontro aperto di orientamento sulle nostre proposte: venerdì 21 gennaio su Zoom.

Vuoi fare il Servizio Civile ma non hai ancora le idee chiare? Hai sentito parlare di Mani Tese ma vorresti saperne di più?

Ti aspettiamo venerdì 21 gennaio su zoom in un incontro aperto di orientamento sulle nostre proposte.

Alle ore 16.00 parleremo del progetto “TrasformiAMO il mondo” a Milano mentre alle 17.00 del progetto “Cambia il finale!” a Napoli, Padova, Treviso, Trivero-Valdilana (BI), Faenza (RA), Finale Emilia (MO), Rimini, Costa Masnaga (LC), Gorgonzola (MI), Verbania e Scandicci (FI).

Collegati al link https://us02web.zoom.us/j/9331053617 e ti racconteremo i progetti, le persone e le attività del Servizio Civile a Mani Tese!

Il diritto di sognare sempre

Video e foto dall’11esima edizione del festival “Il diritto di Essere Bambini”.

“Il diritto di leggere”, “Il diritto di essere ascoltati e coccolati”, “il diritto di sognare sempre”…Quali sono, per i bambini e le bambine, i loro diritti?

Da questa domanda, che abbiamo fatto a loro, è nato un progetto e poi un video bellissimo realizzato per il Festival “Il diritto di Essere Bambini”, organizzato dall’Università degli Studi di Milano-Bicocca nell’ambito del progetto “Piccoli che Valgono!” selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e promosso da Mani Tese  insieme ad altri partner.

Con questo post desideriamo ringraziare tutti e tutte coloro che, nelle giornate del 12, 13 e 20 novembre 2021, hanno partecipato al festival dedicato ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, sanciti dalla Convenzione ONU del 1989. Questo festival è stato un modo per portare attenzione sulla Convenzione facendola diventare materiale vivo, che ha generato occasioni educative, didattiche, di gioco, di interesse e di nuove curiosità. 

Il video è stato realizzato grazie alla partecipazione attiva di bambini, bambine, ragazzi, ragazze, ma anche insegnanti, rappresentanti delle istituzioni, esperti/e, operatori ed operatrici, educatori ed educatrici che si sono resi disponibili a raccontarci i loro desideri e il loro lavoro per aiutarci a immaginare soluzioni in grado di generare un impatto diretto, concreto e positivo sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Di seguito alcune immagini del festival, a cui hanno partecipato tantissimi ragazzi e ragazze, e naturalmente il video, che vi consigliamo di guardare fino alla fine!

La difficile situazione in Kenya fra omicron e riscaldamento globale

La siccità, i nubifragi e ora anche la variante Omicron rischiano di mettere in ginocchio il Paese. Il report del nostro Responsabile Paese.

di Samuele Tini, Responsabile Paese in Kenya di Mani Tese

Ci piacerebbe scrivere dei nostri progetti e delle iniziative che stiamo portando avanti in Kenya, ma in questo momento è doveroso anche informare e sensibilizzare su ciò che sta accadendo nel Paese.

Il Kenya si trova in un momento difficile. Dopo due anni di precipitazioni sporadiche causate dal cambiamento climatico, quest’anno la situazione è ulteriormente peggiorata.

Le Nazioni Unite hanno recentemente lanciato un appello per salvaguardare ben 2,1 milioni di persone a rischio. Da quella data, le notizie non sono state purtroppo incoraggianti.

Le precipitazioni tardano ad arrivare e i giornali locali riportano sempre più notizie di conflitti fra le persone e la fauna selvatica. A causa della siccità, infatti, gli animali escono dalle aree protette per cercare cibo finendo per entrare nelle zone abitate. Molti animali, fra cui decine di elefanti, giraffe e atri erbivori, in questi giorni sono purtroppo decedute, come riportato dal quotidiano nazionale Nation. Si sono verificate altresì perdite di bestiame.

Come riportato dai quotidiani nazionali, alcuni rappresentanti politici delle comunità più colpite  hanno  provocatoriamente richiesto di posticipare le elezioni e usare i soldi ad esse destinati per contrastare la siccità. 

Come se non bastasse, pochi giorni fa (il 28 novembre) Nairobi è stata colpita da un nubifragio. Le immagini delle auto che navigano e affondano nell’acqua hanno fatto il giro del Paese. Alcune foto qui

Il cambiamento climatico, insomma, è ormai una realtà. Anche le nostre attività nella zona di Baringo risentono della grave siccità che sta mettendo in difficoltà le comunità con cui collaboriamo.

Oltre al rovente martello della siccità, è tornata a farsi sentire anche l’incudine della pandemia.

Dopo la notizia dell’obbligo vaccinale richiesto per buona parte delle attività entro dicembre e dopo aver assistito a una riduzione dei casi Covid, ecco che la nuova variante Omicron sembra riportarci al mondo del 2020 con chiusure, blocco dei voli e conseguente crisi economica.

Per Paesi come il Kenya, per i quali il turismo è una delle fonti di reddito più importanti, queste restrizioni, così come una più generale fobia verso l’Africa, rischiano di dare il colpo di grazia alle già precarie attività economiche. Proprio a un mese dalla stagione estiva dell’emisfero australe, fanno temere il peggio.

Il Kenya per ora non è stato colpito dai blocchi annunciati da vari Paesi, ma l’effetto di riflesso si farà sentire. E il tasso di positività è quintuplicato nel giro di una settimana, arrivando al 6,6% e creando nuovamente allarmi e voci di chiusure.

L’Unione Africana ha chiesto di non creare panico e di evitare provvedimenti discriminatori. Da più parti si chiede di fornire finalmente più vaccini al continente africano che, con l’eccezione del Sud Africa, detiene percentuali molto basse di persone vaccinate. Servono inoltre attività di formazione e sensibilizzazione per le popolazioni provate dalla crisi economica e dagli impatti del cambiamento climatico.

Noi di Mani Tese, come sempre, cerchiamo di lavorare a fianco delle comunità in questo momento delicato auspicando un pronto ritorno alla normalità, che eviti ulteriori scossoni a economie già abbastanza fragili.

Un bambino raccoglie acqua dal fiume Molo prosciugato dalla siccità (© Alessandro Grassani)

Giuseppe Stanganello è il nuovo presidente di Mani Tese

Micol Dell’Oro è Vice Presidente. Eletti come consiglieri anche Clara Teresa Castellucci, Samuele Degli Innocenti e Lucrezia Roncadi.

Domenica 5 dicembre 2021 si è tenuta l’Assemblea dei soci di Mani Tese, ONG che da oltre cinquant’anni si batte per la giustizia ambientale, economica e sociale, che ha eletto il nuovo Consiglio Direttivo dell’organizzazione.

Il consiglio è ora composto da Giuseppe Stanganello (Presidente), Micol Dell’Oro (Vice Presidente), e dagli altri tre consiglieri Clara Teresa Castellucci, Samuele Degli Innocenti e Lucrezia Roncadi.

“In questo triennio tutti e tutte insieme dovremo cogliere le nuove sfide sociali e ambientali, contrastare l’inasprirsi di diseguaglianza e povertà. Con rinnovato impegno per una società migliore e più giusta” ha dichiarato Giuseppe Stanganello, il neo eletto presidente di Mani Tese.

La storia di Giuseppe Stanganello in Mani Tese comincia nel 2009 con un campo di lavoro di Rivoltella e prosegue con il coordinamento locale della campagna “Molto più di un pacchetto regalo”, l’organizzazione dei mercatini dell’usato, di un campo studio/lavoro e di tante altre iniziative di solidarietà e sostenibilità. Oltre a ricoprire la carica di socio, è stato inoltre consigliere nel precedente Consiglio Direttivo di Mani Tese.

Giuseppe Stanganello è funzionario pubblico. Prima dell’attuale occupazione ha svolto attività di Avvocato, di Direttore Provinciale del Patronato EPAS di Pordenone e lavorato presso l’ufficio legale della sede centrale di Banca Sella.

È stato membro del Consiglio Nazionale della CONFSAL, Segretario Regionale FNA FriuliVeneziaGiulia e Presidente Regionale UDiCon FriuliVeneziaGiulia.

Giuseppe ha svolto moltissima attività di volontariato non solo per Mani Tese ma anche presso altre associazioni.

Una foto del consiglio direttivo al completo