Le nostre attività di empowerment femminile a Gabu

Il nostro cooperante Andrea dalla Guinea-Bissau si presenta e ci aggiorna sugli sviluppi del nostro progetto dedicato all’empowerment femminile.

Ciao a tutti e tutte, mi chiamo Andrea Santopaolo e da maggio 2021 lavoro in Guinea-Bissau come responsabile del progetto “JUNTAS: empowerment femminile nella regione di Gabu”, cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

La Guinea-Bissau, per me, è il Paese di uno dei più grandi rivoluzionari d’Africa, Amilcar Cabral (1924-1973), che ha lottato per la liberazione dalla colonizzazione portoghese. Il sogno di Cabral era quello di una Guinea-Bissau libera dalle egemonie straniere, in cui avvenisse una “riafricanizzazione degli spiriti” e una riappropriazione della terra come prima passo per l’autonomia alimentare.

Come spesso è accaduto nei Paesi lusofoni africani, tuttavia, il progetto non ha avuto i risultati sperati e Cabral, tradito probabilmente dai suoi compagni di partito, è stato assassinato il 20 gennaio 1973.

Oggi la Guinea Bissau è uno dei Paesi più poveri al mondo con un elevato indice di insicurezza alimentare. Il Paese, che precedentemente era in grado di produrre in autonomia gran parte degli alimenti consumati, principalmente il riso alla base della dieta della popolazione, vede ora la sua economia formale ed informale basata principalmente sulla raccolta della castagna di anacardo, che viene poi esportata in India per essere trasformata.

Il progetto “JUNTAS”, che ha come capofila l’ONG Aifo, nello specifico lavora nella regione di Gabu, zona ad alto potenziale produttivo per la ricchezza delle risorse naturali, ma in realtà una tra le più povere del Paese, con un indice di povertà è intorno al 69,3% e l’indice di insicurezza alimentare al 89,9% (Fonte WFP/SISAN 2018). In questo contesto la condizione femminile è estremamente penalizzata e, nonostante le donne rappresentino il fulcro della vita agricola e familiare, il potere decisionale è appannaggio degli uomini.

Mani Tese sta lavorando attivamente per fronteggiare queste dinamiche. In otto villaggi della regione di Gabu, infatti, stiamo realizzando incontri comunitari di sensibilizzazione sulla parità di genere e supportiamo le donne nella creazione e consolidamento di orti comunitari, sia per fortificare la loro autonomia alimentare sia per aumentare il loro reddito personale.

La terra, come Cabral menzionava, dev’essere il fulcro per una rivoluzione sociale e seguendo questo concetto crediamo che fortificando il benessere delle comunità, e generando reddito per le donne dei villaggi, possiamo supportare la loro emancipazione in un percorso di autonomia e di presa di coscienza del loro ruolo.

Negli otto villaggi, nello specifico, sono stati creati quattro nuovi orti e altri quattro sono stati fortificati. Sono stati realizzati quattro nuovi pozzi e sono stati installati due sistemi fotovoltaici di pompaggio dell’acqua. Precedentemente al nostro intervento, la produzione di orticole era scarsa e avveniva solamente durante il periodo delle piogge. Attualmente, tramite il supporto degli animatori agricoli di Mani Tese, si stanno appoggiando le donne delle comunità sia nell’organizzazione degli orti, attraverso l’introduzione di pratiche agroecologiche, sia a livello di commercializzazione dei prodotti.

I risultati sono visibili, soprattutto quando le donne degli orti ti mostrano con fierezza le melanzane pronte per essere mangiate o quando si siedono a cerchio per confrontarsi su cosa piantare o come organizzare la prossima semina di orticole.

Qui di seguito alcune foto:

empowerment femminile guinea bissau mani tese 2021

Video: come stanno I bambini e le bambine?

Attraverso i loro sguardi e le loro parole, bambini e bambine ci hanno raccontato l’esperienza del rientro a scuola dopo il lungo periodo di DAD.

L’abbandono scolastico è il risultato di un disagio che spesso comincia in famiglia e nella scuola primaria. Dopo il Covid, questo fenomeno sembra essere peggiorato. Prima della pandemia, infatti, circa un/una bambino/a su sette era a rischio dispersione scolastica, ora ben uno/a su quattro potrebbe abbandonare la scuola precocemente.

Come stanno i bambini e le bambine oggi? Come hanno vissuto il periodo della DAD? Cosa desiderano per loro? Lo abbiamo chiesto ad alcuni di loro e ne è nato un video davvero toccante.

“Tutto l’anno scorso stare davanti al computer non mi dava sollievo. È una bella sensazione stare a scuola. Prima quasi non contava, invece adesso sì” ci racconta uno di loro.

“La cosa più importante è stare vicini” ci dice un’altra.

I bambini e le bambine, se li osservi, si mostrano. E, se li ascolti, ti parlano. I loro sguardi, i loro gesti e le loro parole arrivano dritti al cuore. Tutti in qualche modo ci raccontano del loro diritto all’infanzia e all’adolescenza.

E proprio nella Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza vogliamo condividere i loro sogni e le loro sensazioni pubblicando questo video che abbiamo realizzato nell’ambito nell’ambito di “Piccoli che Valgono!”, un progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, promosso da Mani Tese insieme ad altri partner.

 

Il lavoro di Damnok toek coi bambini di strada in Cambogia

Damnok Toek, organizzazione con la quale collaboriamo in Cambogia, accoglie bambini e bambine di strada e offre percorsi di riabilitazione finalizzati al reinserimento nella società.

Seng* è un ragazzo cambogiano di 17 anni con un vissuto famigliare molto difficile. Figlio più grande di una famiglia con cinque figli, tutte le sere veniva preso di mira dal padre alcolista che lo picchiava.

Stanco di questa situazione, Seng cominciò a vivere per strada. La sera trovava un giaciglio nell’area del mercato e si addormentava; la mattina si alzava, faceva l’elemosina per riuscire a mangiare qualcosa e col tempo, a causa del trauma famigliare e della solitudine, cominciò a drogarsi e a incontrarsi con altri ragazzi dal passato difficile con i quali commetteva piccoli furti.

Alla fine del 2019, però, Seng scopre l’esistenza del centro di Damnok Toek ed entra a far parte del progetto “Mobile Rehabilitation” che mira a migliorare le condizioni di vita dei bambini di strada, fornendo supporto materiale e psicologico e opportunità di apprendimento.

Molte ragazze accolte nel centro, per esempio, sono scappate di casa dopo aver subito abusi; altri giovani hanno lasciato la loro città per cercare lavoro ma, non avendolo trovato, si sono trovati a vivere per strada; altri ancora sono stati costretti a mendicare. Lo staff del centro individua questi/e ragazzi/e e li/le invita a seguire un percorso di riabilitazione fornendo loro tre pasti al giorno, un luogo dove dormire, la possibilità di frequentare la scuola, di fare sport, meditazione, ma anche corsi di giardinaggio e laboratori creativi.

Nel centro, ragazzi e ragazze possono anche seguire dei percorsi di sensibilizzazione sull’abuso di droghe e, nell’ultimo periodo, è stato avviato un corso sull’importanza dell’igiene e del distanziamento per riuscire a prevenire il diffondersi della pandemia. Infine, in gruppi e individualmente, i minori vengono seguiti da psicologi che li aiutano a superare i traumi subiti e a favorire il processo di riabilitazione e reinserimento nella società.

Da luglio a settembre sono stati reintegrati nelle famiglie tre ragazzi e due ragazze e altre due sono in attesa valutazione finale da parte dello staff che comunque continuerà a monitorare la situazione anche dopo che i giovani ospiti sono usciti dal centro.

Con la chiusura dei confini a causa della pandemia, è stato molto complesso riuscire a rintracciare le famiglie d’origine dei ragazzi provenienti dalla Thailandia, anche perché i bambini più piccoli non ricordano da dove sono arrivati. Con l’apertura delle frontiere prospettata per l’inizio del 2022, però, l’attività di ricerca delle famiglie potrà continuare anche grazie alla collaborazione con altre ONG ed enti locali.

Seng ha vissuto un’infanzia e un’adolescenza difficile, ma adesso è diventato un educatore di Damnok Toek e ci dice: “Lavoro con bambini che affrontano problemi come quelli che avevo io affinché possano ricevere supporto e lasciare la vita di strada. In futuro voglio studiare formazione professionale, per avere delle nuove opportunità lavorative. Sarò per sempre grato a Damnok Toek per avermi reso quello che sono oggi”.

Mani Tese sostiene Damnok Toek tramite il progetto “Bambini al sicuro in Cambogia”. Fai una donazione per garantire cure mediche, pasti caldi o materiale scolastico.

Clicca qui per donare: https://donazioni.manitese.it/

*Seng è un nome di fantasia per proteggere la privacy del minore.

UNA START UP IN BURKINA FASO: LA STORIA DI ARSÈNE

Grazie al concorso “Nourrir Ouaga” nell’ambito del progetto Imprese in Burkina Faso, Arsène Gambo ha avviato un’impresa che sta avendo molto successo. Leggi la sua testimonianza.

Son passati circa 8 mesi da quando, a febbraio 2021, abbiamo premiato 5 giovani talenti di Ouagadougou per le loro idee innovatrici nella filiera agroalimentare nel quadro del progetto Imprese sociali innovative e partecipazione dei migranti per l’inclusione sociale in Burkina Faso” cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e da Fondazione Maria Enrica. 8 mesi in cui i vincitori del concorso “Nourrir Ouaga” hanno potuto sviluppare le proprie idee grazie al contributo ottenuto dal progetto.

Ed è con grande gioia che alcuni giorni fa abbiamo ricevuto questo messaggio da uno dei vincitori: “Buonasera, sono Arsène Gambo, vincitore del concorso Nourrir Ouaga. Con questo messaggio vorrei testimoniare tutta la mia riconoscenza a voi, al Comune di Ouagadougou e a tutti coloro che hanno organizzato il concorso. Tra poco sarà trascorso un anno da quando abbiamo beneficiato del premio e oggi ho una buona notizia, poiché grazie a questo concorso mi avete permesso di oltrepassare i miei limiti e aprire un’impresa. Se oggi ho potuto fare tutto questo è grazie all’esito del concorso, che tra le altre cose ha rinforzato la fiducia in me stesso, ha portato visibilità, mi ha permesso di creare una rete di conoscenze e molte altre cose. Per tutto questo desidero dirvi grazie per il vostro accompagnamento. Grazie per tutto quello che fate per i giovani e lo sviluppo del Paese. Tutto questo resterà impresso nella storia dell’impresa e sarà una testimonianza per gli altri giovani”.

Arsène (anzi, ormai dobbiamo dire l’ingegner Arsène Gambo, visto che si è da poco laureato!), è l’esempio perfetto di quello che un giovane, con un piccolo aiuto iniziale e tanta buona volontà, può realizzare: la sua idea innovatrice, ora diventata idea imprenditoriale, si basa sulla distribuzione di kit di produzione orticola per uso domestico. Con dei materiali semplicissimi, economici e di facile reperibilità, Arsène accompagna le famiglie ad autoprodurre gli ortaggi di cui hanno bisogno per il consumo domestico (dalla cipolla, al pomodoro, dalle melanzane alle erbe aromatiche) tramite un sistema di irrigazione goccia a goccia.

Arsène fornisce inoltre assistenza 24 ore su 24 tramite Whatsapp ed esiste infatti un gruppo (Family Vegetables Growers-FVG) nel quale vengono condivise semplici schede tecniche e video esplicativi su come migliorare la produzione o risolvere eventuali problemi. L’iniziativa di Arsène ha avuto talmente successo che dalle 8 famiglie sperimentali a Ouagadougou, da cui ha potuto iniziare grazie al finanziamento del concorso, adesso i clienti si moltiplicano in tante altre città e villaggi, ragione per cui la sua idea si è trasformata in impresa vera e propria e noi non potremmo essere più orgogliosi! Auguriamo quindi tanto successo ad Arsène e alla sua impresa e speriamo che il suo entusiasmo e il suo spirito d’iniziativa siano da esempio per tanti altri ragazzi e ragazze.

 

Una foto di Arsène (a sinistra) durante la premiazione del concorso “Nourrir Ouaga”:

 

Alcune foto dei kit di produzione orticola:

GUATEMALA, UN’ALTERNATIVA SOSTENIBILE PER L’AGRICOLTURA

Abbiamo consegnato oltre 2.500 sacchi di fertilizzante naturale per migliorare l’agricoltura e renderla sostenibile.

Nel dipartimento di Chiquimula, dove siamo presenti col progetto “Lotta alla denutrizione”, le comunità rurali di Jocotán e Camotán fino ad oggi hanno lavorato la terra utilizzando prevalentemente fertilizzanti chimici e pesticidi.

Queste pratiche agricole, nel corso del tempo, hanno impoverito il suolo causando il fenomeno dell’erosione, mentre i parassiti hanno sviluppato una resistenza alle sostanze chimiche e si sono diffusi fino a danneggiare i raccolti.

A causa di ciò, e della forte siccità che caratterizza la regione, la produzione di alimenti essenziali per le comunità, come mais e fagioli, è diminuita e Mani Tese ha deciso di sostenere le famiglie fornendo del fertilizzante naturale per nutrire il terreno ed aumentare la produzione agricola.

A 24 famiglie di queste comunità sono stati quindi consegnati 108 sacchi di fertilizzante ciascuna ed è stato chiesto loro di utilizzarlo in appezzamenti di terra destinati a una coltura agroecologica.

Il fertilizzante naturale porta diversi benefici: migliora la struttura, la composizione e la porosità del terreno, permettendo una maggiore infiltrazione d’acqua, rilascia gradualmente le proprietà nutritive e aumenta l’aerazione e la ritenzione idrica del suolo. Le famiglie, in questo modo, possono aumentare la propria produzione agricola e coltivare in maniera sempre più sostenibile.

Qui di seguito alcune foto della consegna di fertilizzante.

11° edizione del festival il diritto di essere bambini

Giocare, capire, imparare nei laboratori dei diritti.

A Milano, nelle giornate del 12, 13 e 20 novembre 2021, si celebra la Carta Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza. Durante questa occasione si terrà il Festival “Il diritto di Essere Bambini” che avrà luogo al Municipio 8 di Milano e sarà organizzato dall’Università degli Studi di Milano-Bicocca.

Il programma dell’evento è centrato sul tema dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, sanciti dalla Convenzione ONU del 1989, e fa tesoro di sperimentazioni ed esperienze didattiche condotte nei luoghi dell’educazione valorizzando alcune ricerche in ambito educativo legate al progetto “Piccoli che Valgono!” finanziato dalla Fondazione Con i Bambini.

Proprio nell’epoca del post-pandemia, il Festival rappresenta un modo per attirare nuovamente l’attenzione sulla Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Infanzia, che nell’evento diventa materiale vivo, da cui scaturiscono vere occasioni educative, didattiche, di gioco, di interesse, di nuove curiosità.

I diversi diritti verranno esplorati grazie a chiavi di lettura differenti e complementari. Tavole rotonde e presentazioni di libri saranno caratterizzate da uno sguardo teorico con approfondimenti per bambini, insegnanti e famiglie.

Le attività del Festival sono tutte gratuite e a misura di bambino/a e adolescente, protagonisti di queste giornate. Saranno loro a fornire sollecitazioni e suggerimenti ai decisori, ma anche al mondo della scuola, che sarà ampiamente rappresentato, e agli operatori del sistema educativo e di cura dell’infanzia e dell’adolescenza.

L’evento è promosso anche dalla Fondazione Hallgarten-Franchetti Centro Studi Villa Montesca, con il supporto di un’ampia rete nazionale formata da scuole ed enti competenti.

Anche Mani Tese parteciperà all’evento: curerà, in particolare, la Prima seduta del Consiglio dei ragazzi e delle ragazze del Municipio 8 (venerdì 12, dalle 10 alle 12 – Auditorium Municipio 8) e parteciperà a due tavole rotonde. Giacomo Petitti di Roreto, Responsabile Educazione e Formazione di Mani Tese e Coordinatore nazionale del progetto “Piccoli che Valgono!” sarà infatti presente alla tavola rotonda “Quali prospettive e pratiche per il patto della Comunità Educante del Municipio 8?” (sabato 13, dalle 16 alle 18 – Auditorium Municipio 8) e “I diritti dei bambini per il tempo che viene” (sabato 20, dalle 16 alle 18 – Aula Martini, Edificio U6 dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca).

SCARICA IL PROGRAMMA

La partecipazione agli eventi del festival è gratuita. Per motivi di sicurezza l’accesso sarà consentito solo ai possessori di Green Pass (dai 12 anni in su) previo esaurimento posti disponibili. È consigliata la registrazione agli eventi.

Per iscriversi all’Inaugurazione e alle tavole rotonde del 12 e 13 novembre, registrarsi qui.

Per info e iscrizioni ai laboratori del 12 e 13 novembre e all’evento del 20 novembre, scrivere a infofestivaldirittideibambini@gmail.com

Il Festival “Il diritto di Essere Bambini” è organizzato all’interno del progetto “Piccoli che Valgono!” selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile promosso da Mani Tese  insieme ad altri partner.

UN GIORNO IN MISSIONE SUL CAMPO IN BURKINA FASO

Come si svolge una giornata di missione sul campo per un cooperante? Ce lo spiega Eugenio Attard, Responsabile Paese di Mani Tese in Burkina Faso, che ha ripreso il suo sopralluogo fra le coltivatrici destinatarie del nostro progetto per il miglioramento delle condizioni nutrizionali di donne e bambini.

Eugenio Attard, Responsabile Paese di Mani Tese in Burkina Faso, ha ripreso in un video un giorno nel quale ha effettuato verifiche e sopralluoghi con le donne destinatarie del “Progetto per il miglioramento delle condizioni nutrizionali di donne e bambini nei distretti sanitari di Garango e Tenkodogo, Burkina Faso”, cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e con capofila l’ONG AES-CCC.

Nello specifico, Eugenio ha visitato i bas-fond rizicole, le zone dove si accumula l’acqua durante la stagione delle piogge e dove le donne, formate da Mani Tese, coltivano il riso. “Generalmente sono stati constatati buoni risultati in tutte le parcelle a loro affidate” racconta Eugenio “Il miglioramento dei rendimenti della produzione di riso che le donne hanno confermato è dipeso dalla padronanza delle tecniche di produzione del compost, dal suo corretto impiego e dalla semina in linea, tecniche che la maggior parte delle donne prima non conosceva.” “Tutte le beneficiarie si ritengono soddisfatte dei risultati. La grande maggioranza ha constatato una maggiore facilità nelle attività di cura del campo e un’ottimizzazione dello spazio, che permetterà loro di avere una maggiore produzione”.

Eugenio ha poi visitato le parcelle sperimentali del riso di Bidiga (Tenkodogo) e Guebidi (Garango). Si tratta di campi dimostrativi nei quali si compara la differenza di risultati tra l’uso delle tecniche tradizionali (cioè con eventuali concimi non organici e semina randomica) e quello con le tecniche apprese nel corso del progetto (compost e semina in linea).

“Normalmente le donne facevano una semina in modo randomico e quindi non sfruttavano bene il terreno” spiega Eugenio “Dove è stata usata la tecnica tradizionale e quindi una semina casuale non in linea, infatti, il raccolto in proporzione è risultato essere inferiore di circa il 50%.”

Eugenio ha infine presenziato all’inaugurazione di 2 centri di trasformazione del riso a Daze (Tenkodogo) e Kayo (Garango). “È stato un momento importante e bello. In ogni villaggio, la comunità ci ha accolti con grande entusiasmo e ha presenziato insieme alle donne, ai partner di progetto, ai servizi tecnici dell’agricoltura e alle autorità locali” racconta Eugenio “Tutti i centri sono di circa 30 mq e sono composti da una stanza magazzino e uno spazio dedicato ai macchinari per la trasformazione. Sono gestiti da gruppi di donne che saranno formate tra i mesi di settembre e ottobre, in primis nella gestione amministrativa e finanziaria dei centri e successivamente all’utilizzo di specifici macchinari, nelle tecniche di trasformazione e parboiling del riso. I gruppi che gestiranno i due nuovi centri di trasformazione, grazie all’accompagnamento di Mani Tese, sono già formalmente costituiti in cooperative”.

Qui di seguito il video racconto di Eugenio e alcune foto della missione.

eugenio missione burkina faso mani tese 2021
“Sono molto contenta di essere stata formata. Adesso coltivo meglio il mio riso” Dabone Aguiratu
“Seminando in linea riesco a curare meglio le mie piante e spero di avere più riso quest’anno” Tarnagada Korotimi
eugenio missione burkina faso mani tese 2021
eugenio missione burkina faso mani tese 2021
eugenio missione burkina faso mani tese 2021
eugenio missione burkina faso mani tese 2021

Diamoci una regolata! Dal non profit nasce la campagna Impresa2030

Per una direttiva europea che imponga alle imprese il rispetto dei diritti e dell’ambiente.

Prende il via oggi, 21 ottobre, Impresa2030, Diamoci una regolata, la campagna nazionale per una direttiva europea che imponga alle imprese di tutelare i diritti umani e l’ambiente, prevenendo qualsiasi abuso collegato direttamente alle proprie attività economiche o a quelle dei propri fornitori.

La Commissione Europea sta già lavorando al testo della Direttiva che verrà presentato entro la fine dell’anno al Parlamento europeo e al Consiglio dell’UE e le organizzazioni promotrici spingono affinché i Ministri e gli Europarlamentari italiani sostengano una proposta forte ed efficace, senza cedere alla pressione di quei settori industriali che si oppongono a obblighi e responsabilità chiare. Proprio in quest’ottica sono numerose le campagne gemelle nate o in fase di avvio in una decina di altri Stati membri dell’Unione Europea.

Impresa2030, Diamoci una regolata è promossa da un network di organizzazioni già impegnate nella difesa dei diritti umani nella propria azione quotidiana, esse sono: ActionAid Italia, Equo Garantito, Fair, Focsiv, Fondazione Finanza Etica, Human Rights International Corner (HRIC), Mani Tese, Oxfam Italia, Save the Children e WeWorld.

Le imprese multinazionali si trovano oggi ad operare in tutto il mondo in un contesto di sostanziale impunità – dichiara Giosuè De Salvo (Mani Tese), portavoce della campagna – Molte di loro sono coinvolte in devastazioni ambientali, violazioni sistematiche dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, espulsioni di popoli indigeni e sfruttamento del lavoro minorile.

Tre i dati più significativi, si citano: i 16 milioni di persone sottoposte a forme moderne di schiavitù lungo le filiere produttive globali; i 287 difensori dei diritti umani uccisi, nel solo 2020, perché impegnati nella difesa dell’ambiente e dei popoli indigeni da iniziative economiche ad alto impatto; le prime 20 imprese energetiche del mondo che hanno emesso da sole il 35% dei gas climalteranti dal 1965 ad oggi.

Proprio alla luce di questi dati, arriverà la proposta di direttiva della Commissione Europea. Si tratterà di una norma di due diligence (dovuta diligenza), che imporrà alle imprese di adottare politiche e pratiche efficaci nel garantire che i diritti umani e gli ecosistemi non siano violati né dalle operazioni da loro direttamente intraprese, né all’interno delle catene di fornitura di cui si avvalgono a livello globale.

Quando la Commissione avrà elaborato la direttiva, sarà importante evitare che nel corso della negoziazione tra Stati Membri e Parlamento europeo, il testo di partenza risulti indebolito dichiara Martina Rogato (HRIC), co-portavoce della campagnaPer questo, come organizzazioni della società civile abbiamo lanciato questa campagna, e con essa un appello, rivolto a decisori politici italiani ed europei, cui chiediamo di farsi portatori di una nuova cultura di impresa, che metta al primo posto i diritti delle persone e dell’ambiente, subordinando a questi i profitti.

La campagna richiede – come previsto dai Principi Guida ONU su Imprese e Diritti Umani – che la direttiva contempli tre assi fondamentali: il dovere degli Stati di proteggere dagli abusi e dalle violazioni; la responsabilità delle imprese, di far rispettare i diritti umani in tutti i passaggi della propria filiera; l’accesso alla giustizia da parte delle vittime di violazioni.

L’attività dei prossimi mesi sarà dedicata alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei mass media, all’attivazione delle altre associazioni e dei cittadini e delle cittadine e alla pressione verso le istituzioni a cui spetteranno le decisioni finali.

Firma l’appello su impresa2030.org.