Mozambico: le donne contro I cambiamenti climatici

Le donne, guardiane dei semi e della terra, in Mozambico da sempre svolgono un importante ruolo di salvaguardia ambientale e mitigazione degli effetti del riscaldamento globale.

 

Mani Tese, nell’ambito del suo progetto Katagya in Mozambico cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna, nelle scorse settimane ha tenuto una tavola rotonda con l’obiettivo di scambiare esperienze positive sull’uso sostenibile dell’ambiente, valutando le donne come attrici in prima linea nel processo di mitigazione del cambiamento climatico.  

La tavola rotonda è stata moderata dalla giovane Fatima Matos, attivista ambientale della città di Quelimane, e Leonel Raimo, coordinatore del progetto Katagya e responsabile delle attività di blue economy di Mani Tese. 

All’evento, che mirava a promuovere lo scambio di esperienze tra i gruppi coinvolti nel progetto, hanno partecipato 13 donne e 7 uomini, fra cui rappresentanti di associazioni locali amiche dell’ambiente, del Comune di Quelimane, dell’Unione Provinciale de Contadini della Zambezia (UPCZ) e attivisti ambientali. 

Durante il dibattito, l’attenzione principale è stata posta sul ruolo delle donne nella mitigazione del cambiamento climatico. Sono state le donne, infatti, a discutere delle principali cause del cambiamento climatico, evidenziando alcune cattive abitudini da modificare. Fra queste, l’avidità di arricchimento compulsivo e le limitazioni alla gestione del reddito sono state indicate come fattori che inducono gli uomini a optare per l’abbattimento massiccio di alberi a uso commerciale e industriale, abusando delle foreste.  

Altre cattive abitudine emerse sono state la pratica dell’agricoltura intensiva, dove il suolo è considerato una mera risorsa da sfruttare, e l’eccessiva produzione di carbone. 

Nel dibattito è emerso chiaramente come le donne, pioniere nella pratica dell’agricoltura sostenibile, abbiano inconsapevolmente dato il loro effettivo contributo alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico. La donna contadina, con la sua zappa a manico corto, i semi autoctoni e le piante da frutto, astenendosi dall’uso di fertilizzanti sintetici, lavora i suoi campi in modo naturale rispettando la conservazione ambientale

Il ruolo delle donne nell’agricoltura è stato proprio l’oggetto specifico di una seconda tavola rotonda, organizzata da Gildo Abu Pires, del team comunicazione di Mani Tese, e moderata sempre da Leonel Raimo, coordinatore del progetto Katagya. 

L’evento ha visto la partecipazione di 17 membri di diverse organizzazioni: Comune di Quelimane, Unione provinciale dei contadini di Zambézia, SDAE, NAFEZA, CELIM, Associação das Mulheres Domesticas da Zambézia, Associação Ondas da Maganja da Costa e Senhora Fátima – Attivista sociale. 

Il dibattito ha riguardato un’attenta riflessione sul ruolo delle donne in agricoltura, compresi i suoi ostacoli, le sfide e le possibili soluzioni per l’emancipazione delle donne.  

Odete Pedro, la rappresentante di NAFEZA-Nucleo das Associações Femeninas da Zambezia, in particolare ha sottolineato come le donne abbiano contribuito positivamente all’agricoltura così come nella società in generale. La maggior parte delle persone dedicate all’agricoltura di sussistenza, infatti, sono donne, mentre gli uomini si dedicano principalmente all’agricoltura per la commercializzazione dei prodotti. 

La coltivatrice Gildo ha inoltre affermato che la donna è la Guardiana del seme autoctono e coltiva la terra senza l’uso di fertilizzanti sintetici per produrre cibo per tutta la famiglia.  

Ha inoltre aggiunto che il problema principale delle donne è il patriarcato, un sistema che perpetua il potere di decisionale degli uomini in tutti gli aspetti della vita sociale. Si tratta di un contesto radicato su convinzioni familiari, sociali, culturali e religiose, in cui l’uomo è posto come figura superiore alla donna. Un atteggiamento che finisce per disattenere il principio di uguaglianza fra le persone. 

Sono molte, infatti, le attività per cui è necessario per le donne avere l’autorizzazione degli uomini, come ad esempio l’acquisizione di machamba per la produzione alimentare, compresa la decisione su cosa può essere venduto e quando. 

La società sta quindi perdendo l’opportunità di valorizzare la donna, la principale custode del cibo. Dovrebbe invece formare uomini e donne sull’uguaglianza dei diritti umani educando gli uomini al rispetto. 

Tiago Otílio, Rappresentante di Celim, ha sostenuto la creazione massiccia di associazioni di donne per l’agricoltura e la loro formazione affermando come anche la partecipazione degli uomini alle sessioni di formazione possa fare in modo che, insieme alle donne, possano mettere in pratica cambiamenti e miglioramenti positivi tanto in agricoltura quanto nella società. 

Al via il progetto dei corpi civili di pace di Mani Tese!

Diventa volontario/a per i Corpi Civili di Pace con Mani Tese e partecipa al progetto in Mozambico “In difesa della madre terra: supporto alle popolazioni vittime di emergenza ambientale e cambio climatico”

 

I Corpi Civili di Pace sono giovani volontari e volontarie italiane impegnati nella prima sperimentazione triennale di interventi civili di pace italiani.

Gli Interventi Civili di Pace si configurano come azione civile, non armata e nonviolenta di operatori professionali e volontari che, come terze parti, sostengono gli attori locali nella prevenzione e trasformazione dei conflitti. L’obiettivo degli interventi è la promozione di una pace positiva, intesa come cessazione della violenza ma anche come affermazione di diritti umani e benessere sociale.

Per candidarsi a un progetto CCP del Cesc Project e dei suoi Enti di Accoglienza tra cui Mani Tese è utile prendere visione di tutti i progetti a cui si può presentare domanda a questo link

Successivamente si svolgerà una selezione di tutti gli aspiranti volontari e volontarie, che avverrà sulla base dei titoli di studio conseguiti, delle competenze ed esperienze pregresse, nonché sulle attitudini e motivazioni comprovate anche attraverso un colloquio psico-attitudinale di selezione.

 

Tutti i progetti di Corpi Civili di Pace del Cesc Project durano 12 mesi.

È previsto un periodo iniziale di formazione generale in Italia e la possibilità di un rientro dal paese estero per una seconda fase di formazione intermedia.

 

IL PROGETTO DEI CORPI CIVILI DI PACE CON MANI TESE

Mani Tese partecipa alla realizzazione di questo progetto con la sua Sede in Mozambico, nella città di Quelimane, in Mozambico, dove sono aperte due posizioni per i Corpi Civili di Pace.

Il progetto si realizzerà con il partenariato di União Provincial Dos Camponeses Da Zambézia – UPC-Z, un’organizzazione che ha come obiettivo principale quello di organizzare le realtà associative costituite da contadini nei vari distretti della

Provincia della Zambézia, per rappresentarle a livello regionale e sostenerle nella produzione e commercializzazione.

L’obiettivo generale del progetto è prevenire e gestire gli effetti dell’emergenza ambientale sulla natura e sulle condizioni di vita della popolazione rurale.

I volontari dei Corpi Civili di Pace parteciperanno, in particolare, alle seguenti attività

– visite di assistenza tecnica, raccolta dati e proposte nelle proprietà degli agricoltori beneficiari e coinvolti nel progetto

– elaborazione e scrittura di proposte progettuali;

– elaborazione di materiale divulgativo e di promozione, articoli, podcast o video sulle attività proposte, anche attraverso le reti sociali e le pagina web e social dei partner locali

– supporto e assistenza a gruppi, realtà, comunità locali

– collaborazione nell’identificazione e coinvolgimento di istituzioni pubbliche e private nelle attività proposte in territorio

– organizzazione logistica e accompagnamento/ implementazione di eventi formativi

– raccolta di materiale, documenti, normativa, testimonianze sulle emergenze ambientali locali

– sistematizzazione del materiale raccolto e Diagnostico delle problematiche principali legate alle emergenze ambientali

– elaborazione di un report.

Per sapere di più sul progetto e conoscere le modalità di partecipazione, visita la pagina dedicata

 

Kenya: classi senza pareti per la diffusione dell’agroecologia

Allestiti i campi dimostrativi per undici gruppi di donne. Obiettivo: diffondere l’agroecologia come pratica per raggiungere la sicurezza alimentare e affrontare la siccità e i cambiamenti climatici.

 

In Kenya ci siamo messi in marcia per un altro viaggio, questa volta per iniziare il lavoro sul campo e dare vita alle idee del nostro progetto “CHAKULA CHETU, AFYA YETU Lotta alla fame ed educazione nutrizionale nella Contea di Baringo” promosso da Mani Tese e cofinanziato dall’8×1000 dello Stato Italiano 

Ci troviamo nella contea di Baringo, una delle aree più povere del Kenya, colpita da una fortissima siccità. La parte meridionale della contea, in particolare, è una zona molto arida. Gli alberi di copertura sono solo acacie e prosopis ma il terreno è principalmente scoperto, eccetto nelle aree in cui vi è un accesso all’acqua. Di conseguenza, il suolo è molto esposto all’erosione. La stagione delle piogge è breve e dura al massimo due mesi. 

Con questo progetto vogliamo dare vita a un approccio di conservazione e ripristino dell’ambiente che possa mitigare le sfide climatiche e migliorare le condizioni di vita e la nutrizione delle singole famiglie.  

La nostra prima attività è stata quella della mappatura della fattoria didattica prevista dal progetto e dell’inizio della collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura del Kenya, che ha molta competenza in tecniche agroecologiche, con l’obiettivo di promuovere soluzioni sostenibili alla conservazione ambientale del territorio e favorire l’ownership locale del progetto stesso. 

Abbiamo avviato le prime attività con l’inizio delle piogge, in modo da poter sfruttare la presenza di acqua finalmente dopo mesi di dura siccità. Nel tracciare la mappa della fattoria, abbiamo scelto di creare giardini domestici e colture foraggere per le capre da latte. Nel giardino domestico abbiamo adottato cinque diverse tecniche: micro-gardens, moist  garden, double dug garden and multi storey garden. Si tratta di metodi che richiedono meno acqua e che quindi possono essere intrapresi in modo sostenibile anche durante la siccità.  

Poiché il terreno dispone di poca copertura vegetale, nel tempo il suolo è stato degradato dall’uso di fertilizzanti chimici, che ne hanno aumentando l’acidità. Abbiamo quindi scelto di utilizzare per le coltivazioni fertilizzanti naturali per migliorare la fertilità del suolo. 

Le colture foraggere che abbiamo avviato, inoltre, sono quelle meglio adattate al clima di Baringo sud e migliori per l’ambiente: le viti di patate dolci, l’erba Napier, bracharia, la lucerna e la african fox tail. Si tratta di colture resistenti alla siccità, che possono sopravvivere anche con poca acqua.  

Abbiamo poi realizzato un tracciato per piantare alberi da frutto e patate dolci per il consumo domestico. 

Attraverso i campi dimostrativi e grazie anche al team del Ministero dell’Agricoltura, spiegheremo alle coltivatrici come usare la fattoria in modo sostenibile per sfamare le proprie famiglie, i loro animali conservando nel contempo l’ambiente.  

 “Quando ci uniamo, accadono grandi cose”. Con questo spirito le donne hanno lavorato alla preparazione dei campi dimostrativi, durante il training a loro dedicato, con grande entusiasmo. Alcune hanno mescolato il suolo con il letame, altre hanno procurato l’acqua e altre hanno installato i giardini. “Sono molto entusiasta di lavorare finalmente qui come gruppo” ha dichiarato una delle donne partecipanti “Ringrazio Mani Tese Kenya per averci coinvolte: lavoreremo finché non ne godremo i frutti.”   

Finora abbiamo allestito i campi dimostrativi per ben 11 gruppi di donne. 

È stato affascinante vedere un popolo di donne unito dallo scopo comune di migliorare le proprie condizioni di vita.  Siamo contenti di questi progressi e siamo pronti, con un monitoraggio e un follow-up continuo, per le fasi successive del progetto, per portare un cambiamento positivo sia per le persone che per l’ambiente! 

 

Ricostruiamo il sorriso dei bambini colpiti dall’alluvione!

Stiamo avviando un progetto di educazione creativa per i bambini e le bambine colpiti dall’alluvione/: aiutaci a sostenere “Il Girotondo dei colori”.

Sono oltre 200mila i minori che vivono nei comuni colpiti dalle frane e dalle alluvioni che hanno investito l’Emilia Romagna negli ultimi giorni.

Noi di Mani Tese, già attivi sul territorio con i nostri volontari e con la raccolta di cibo, fondi e materiali, abbiamo pensato di dedicare proprio a loro, ai bambini e ai ragazzi colpiti dall’alluvione, un tempo di gioia e di spensieratezza per ripartire con il sorriso!

Vogliamo far vivere ai ragazzi e alle ragazze una realtà meno pesante di quella che in questi giorni li ha investiti così drammaticamente creando per loro uno spazio sicuro e di benessere. Nello stesso tempo, vogliamo concedere tempo e tranquillità ai loro genitori, impegnati nella ricostruzione di un “nido” familiare.

Il nostro progetto

Il Girotondo dei colori è un progetto di educazione creativa ideato da due fantastiche maestre nonché volontarie di Mani Tese, Gloria Gargiulo e Giulia Raggi, attive in questi giorni a Faenza.

Si tratta di un servizio di animazione gratuito dedicato ai bambini e ai ragazzi dai 5 anni per far nascere nuove idee e invenzioni, per creare oggetti con materiali di riciclo, per giocare insieme, leggere e condividere nuove scoperte.

Il progetto è offerto da Animazione Los Rayos de Colores in collaborazione con Mani Tese Faenza e Rione Verde e si svolge a Faenza, tra le zone più colpite, con case e vie di comunicazione inondate e famiglie intere che hanno perso tutto.

Abbiamo iniziato l’attività in questi giorni per coprire in particolare il tempo dopo scuola ma per farla proseguire abbiamo bisogno di materiale (cancelleria, stereo, libri, giocattoli e giochi di società, etc…), di sostenere i costi di affitto per la sede e quelli per la formazione. Solo così potremo garantire un’animazione gratuita strutturata per tutto il periodo estivo, quando le scuole saranno chiuse, e donare gioia e spensieratezza ai bambini e ragazzi colpiti dall’alluvione.

Abbiamo bisogno di te!

Per sostenere il progetto abbiamo bisogno di sostenere i costi per il materiale, la sede e le attività educative.

Sostienici con una donazione!

Ecco tutti i modi in cui puoi farlo:

– Carta di credito sul sito di Mani Tese inserendo l’importo che desideri donare (causale/note: EMERGENZA ALLUVIONE EMILIA ROMAGNA)

– Bonifico bancario intestato a Associazione MANI TESE ONG Onlus presso banca Popolare Etica (IBAN: IT 57 F 05018 01600 000010203040) inserendo come causale EMERGENZA ALLUVIONE EMILIA ROMAGNA

– CCP, Conto Corrente Postale: n° 291278 intestato a Associazione Mani Tese ONG ONLUS, Piazzale Morandi 2, 20121 Milano inserendo come causale EMERGENZA ALLUVIONE EMILIA ROMAGNA

Contiamo su di voi per ripartire con il sorriso:

grazie per il vostro supporto!

 

A caccia di rifiuti a Quelimane!

In occasione della Giornata della Terra, Mani Tese ha promosso una campagna di raccolta della spazzatura nella città di Quelimane, in Mozambico, nell’ambito del nuovo progetto KATAGYA.

In occasione della Giornata della Terra, Mani Tese ha promosso una campagna di raccolta della spazzatura nella città di Quelimane, in Mozambico, nell’ambito del nuovo progetto KATAGYA. 

Si tratta di un’iniziativa in linea con uno dei focus principali di Mani Tese, che è il miglioramento del suolo e dell’ambiente per garantire buon cibo e buona salute a tutti e a tutte, ed è stata realizzata nell’ambito del nuovo progetto KATAGYA – SPERIMENTA! – Donne al centro, per la diversificazione alimentare e la salvaguardia ambientale della città di Quelimane”. Obiettivo del progetto è infatti quello di contribuire alla sovranità, sostenibilità e diversificazione alimentare promuovendo pratiche agro-ecologiche, di piccola filiera, di riforestazione e di educazione ambientale volte alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici, ponendo le donne al centro dei processi di cambiamento. 

Il progetto KATAGYA è promosso da Mani Tese insieme a Fondazione E-35, Municipio Di Quelimane e Associazione Mani Tese Faenza ed è cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna. 

La campagna di raccolta dei rifiuti è stata guidata da Ailton Maiela, coordinatore delle attività ambientali di Mani Tese, che ha evidenziato l’importanza dell’Educazione Ambientale per la mitigazione del cambiamento climatico. Secondo Ailton, questa iniziativa servirà da esempio affinché tutti i cittadini e le cittadine evitino in futuro di inquinare l’ambiente mantenendolo pulito. 

La raccolta  dei rifiuti si è svolta nel giardino situato all’incrocio del fiume Zambesi, noto come Jardim Marques, e in Avenida Bonifacio Gruveta (la Marginale) nella città di Quelimane. Nel giardino Marques, la spazzatura è stata raccolta e pulita intorno all’area piena di erba mentre, sulla Marginale, è stata effettuata la raccolta di bottiglie, buste di plastica, lattine e pezzi di lamiere zincate.  

Per facilitare lo smaltimento sono state utilizzate due cargo bike adattate da Mani Tese per la mobilità urbana, che hanno aiutato a trasportare la spazzatura attraverso le arterie cittadine.  

L’iniziativa ha visto la partecipazione del CACQ- Consiglio della città di Quelimane e di associazioni locali amiche dell’ambiente: LETS DO IT; AJACQ ACODEMADZA-Associazione comunitaria per l’ambiente e la sfida dello sviluppo in Zambezia; AACECS-Associazione di sostegno alla comunità per l’educazione civica e la salute e ONDAS DA MAGANJA DA COSTA.  

Alla fine della raccolta, i partecipanti si sono riuniti festeggiando al grido  ̏Lixo no Chão Não!… ̋(Immondizia per terra, no!), lo slogan adottato dal nostro partner Fondazione E35 nelle sue attività di educazione ambientale a Pemba.  

Emergenza Emilia Eomagna: aiutaci anche tu!

Mani Tese, con i suoi volontari di Mani Tese Faenza e della Cooperativa Riciclaggio e Solidarietà, è impegnata nelle attività di supporto alla popolazione colpita dall’alluvione: ecco tutti i modi per sostenerci!

Mani Tese, con i suoi volontari di Mani Tese Faenza e della Cooperativa Riciclaggio e Solidarietà, è in queste ore impegnata nelle attività di supporto alla popolazione colpita dall’alluvione. Al loro fianco siamo tutti mobilitati, in modo particolare i volontari di Mani Tese Firenze e di Mani Tese Finale Emilia.  

Come Supportarci: 

?? Venendo come volontario/a personalmente a Faenza per liberare abitazioni e negozi dal fango, pulire, togliere i detriti e salvare quello che è possibile recuperare.  

ATTENZIONE: è necessario essere maggiorenni, venire automuniti, con l’occorrente per dormire e con i viveri per cucinare.  

I volontari/e saranno ospitati/e in una parrocchia.  

?️ Spedendo i seguenti materiali:  

– guanti da lavoro, stivali, pale, scope, pompe a scoppio, generatori elettrici, idropulitrici, deumidificatori; 

– latte lunga conservazione, biscotti, dolci, pane, caffè solubile, tè in bustine, parmigiano, carne, verdura, zucchero, pasta, cibo in scatola, vaschette di alluminio o plastica, sacchetti di carta e buste di plastica a uso alimentare. 

  • Spedire o consegnare a Associazione Piccola Betlemme Odv – Via Monsignor Antonio Cantoni, 48, Faenza (RA) – 335 561 2210 (Luca) – 349 6058931 (Camilla) – lapiccolabetlemme@gmail.com 

(L’associazione, composta interamente da volontari, è impegnata da 4 anni in un virtuoso progetto di economia circolare. Ha infatti creato una rete con i supermercati, le aziende impegnate nel food, i negozi e i ristoranti. Quotidianamente va a recuperare tutto il cibo altrimenti scartato che, una volta selezionato, viene ridistribuito alle persone in difficoltà, anche attraverso un prezioso servizio di cucina e mensa in locali offerti dal Comune.) 

? Inviandoci un contributo a sostegno dei costi necessari a intervenire in questa emergenza. 

Modalità di donazione:  

– Carta di credito sul sito di Mani Tese inserendo l’importo che desideri donare (causale/note: EMERGENZA ALLUVIONE EMILIA ROMAGNA) 

– Bonifico bancario intestato a Associazione MANI TESE ONG Onlus presso banca Popolare Etica (IBAN: IT 57 F 05018 01600 000010203040) inserendo come causale EMERGENZA ALLUVIONE EMILIA ROMAGNA 

– CCP, Conto Corrente Postale: n° 291278 intestato a Associazione Mani Tese ONG ONLUS , Piazzale Morandi 2, 20121 Milano inserendo come causale EMERGENZA ALLUVIONE EMILIA ROMAGNA 

Grazie per il vostro supporto! 

Coinvolgiamo tuttə in Guinea-Bissau!

Nel Paese abbiamo avviato un progetto per promuovere una società inclusiva e capace di offrire, in particolare a donne, giovani e persone con disabilità, opportunità formative e professionali per una crescita partecipata e sostenibile.

Mani Tese è attiva in Guinea-Bissau da più di 40 anni e lavora con costanza su temi come la tutela dei diritti umani e delle donne, la sicurezza alimentare e il diritto al cibo, la giustizia ambientale.  

Da novembre 2022 abbiamo intrapreso nel Paese un nuovo progetto, finanziato dalla Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), dal titolo “Coinvolgiamo tuttǝ per costruire il nostro futuro: politiche, formazione e lavoro per un business inclusivo!”.  

Il progetto ha come obiettivo quello di promuovere una società inclusiva, capace di offrire opportunità di formazione professionale e di lavoro per una crescita economica partecipata e sostenibile in particolare a tre gruppi discriminati e cioè ai giovani, alle donne e alle persone con disabilità. 

In Guinea-Bissau vi è infatti una forte discriminazione di genere dovuta alla struttura sociale patriarcale, soprattutto nelle zone rurali. Anche i giovani nella fascia d’età tra 15 ai 29 anni circa vivono in condizioni di povertà, caratterizzate da scarsa formazione, analfabetismo, disoccupazione, precarietà ed esclusione. Le persone con disabilità, infine, sono vittime di stigma sociale e hanno scarse possibilità di accedere alla formazione per questioni economiche e di mobilità. 

Il progetto mira, nelle regioni di intervento (Settore Autonomo di Bissau, Gabu, Bafata, Cacheu e Oio), a rimuovere gli ostacoli alla loro inclusione scolastica, a migliorare e incrementare l’offerta di formazione professionale e l’accesso al lavoro e a sostenere la nascita e la crescita di microimprese e attività economiche. 

Altro scopo è inoltre quello di sviluppare il coordinamento di una rete di 3 gruppi di lavoro tematici sul business inclusivo (giovani tra i 15 e i 34 anni, donne e persone con disabilità), al fine di proporre, alle istituzioni, politiche pubbliche volte all’inclusione formativa e professionale di questi soggetti. 

In questi primi mesi di progetto stiamo lavorando alla creazione del tavolo tematico sull’inclusione di genere e stiamo riaprendo il nostro centro operativo nell’est del Paese, nella provincia di Gabu.  

È infatti nelle province più remote, nelle zone rurali, dove la discriminazione si fa più palpabile e dove la nostra presenza è più importante ed essenziale.  

In questa fase, stiamo anche mappando le micro-imprese più funzionali (create grazie a progetti precedenti), raccogliendone le testimonianze e valutando le difficoltà emerse durante gli anni più drammatici del COVID e della crisi politico-economica che attanaglia questo Paese dell’Africa Occidentale, spesso dimenticato e poco conosciuto, ma con un potenziale enorme di risorse e di umanità.  

Il progetto “Coinvolgiamo tuttǝ per costruire il nostro futuro” è il frutto di un partenariato che vede Mani Tese capofila e che coinvolge le organizzazioni internazionali ENGIM e AIFO e le organizzazioni nazionali RENAJ (Rete Nazionale dei Giovani), FADPD _GB (Federazione delle associazioni per la difesa dei diritti e l’inclusione delle persone con disabilità in Guinea Bissau) e CIFAP (Centri per l’istruzione e la formazione professionale). Queste ONG sono tutte attive da anni in Guinea-Bissau e sono attori chiave nel costruire un cambiamento significativo verso una società più inclusiva. 

 

Chakula chetu afya yetu: il nostro cibo, la nostra salute 

Al via un nuovo progetto in Kenya per migliorare la sicurezza alimentare e nutrizionale delle comunità rurali nella contea di Baringo.

Si dice che il punto di partenza spesso determini quello di arrivo. Questo è ciò che avevamo in mente quando abbiamo avviato il progetto CHAKULA CHETU AFYA YETU (il nostro cibo, la nostra salute) sulle polverose e collinose strade di Baringo, in Kenya. Un viaggio che, nelle nostre intenzioni, ci avrebbe permesso di portare tanti nuovi sorrisi e raccontare storie di vite cambiate. 

“CHAKULA CHETU, AFYA YETU Lotta alla fame ed educazione nutrizionale nella Contea di Baringo” è un progetto promosso da Mani Tese e cofinanziato dall’8×1000 dello Stato Italiano, che ha come obiettivo quello di migliorare la sicurezza alimentare e nutrizionale delle comunità rurali in Kenya, in particolare nella contea di Baringo. 

Per avviare il progetto, come prima cosa abbiamo iniziato con un’attività cruciale ovvero la mappatura dei gruppi beneficiari. Nei primi mesi di quest’anno ci siamo dunque recati nella contea di Baringo per identificare i gruppi che potranno partecipare al progetto e le aree in cui potremo implementarlo.  

Oltre a questo, abbiamo anche incontrato le autorità locali per presentare il progetto e coinvolgerle sin da subito nella sua realizzazione, collaborando insieme. Dopo un incontro presso il Ministero dell’Agricoltura di Marigat, siamo poi andati a incontrare le comunità locali. 

Grazie al Ministero dell’Agricoltura, siamo riusciti a incontrare ben 39 gruppi coprendo tutte le circoscrizioni della parte sud di Baringo. Molti di questi avevano le caratteristiche adatte per poter partecipare al nostro progetto.  

Abbiamo poi visitato nuovamente i gruppi selezionati insieme alle aree dimostrative realizzate per l’implementazione del progetto.  

Durante quest’ultimo incontro abbiamo incontrato anche diverse donne, piene di gioia per il fatto di essere parte del progetto.Ci avete dato nuova speranza” ha affermato una donna del gruppo di vedove di Ndainwa “Stavamo per arrenderci a causa delle difficoltà economiche, ma con questo progetto la nostra speranza è stata ravvivata. Parteciperemo alle sue attività fino alla fine perché sappiamo che porteranno beneficio a tutte”.  

L’attività mappatura dei gruppi è stata molto importante ed è andata a buon fine. Crediamo che questo sia un ottimo modo per avviare bene il progetto.  

Mentre ci apprestiamo alla fase di implementazione delle attività, speriamo di ottenere lo stesso entusiasmo e lo stesso successo. L’obiettivo è quello di lavorare insieme per cambiare in meglio la vita di tante persone.