Bartolo: “Sulle migrazioni ci hanno raccontato menzogne”
Le parole del medico di Lampedusa al convegno di Mani Tese
“Ci hanno raccontato bugie, menzogne”. Sono le parole di Pietro Bartolo, intervenuto sabato 28 settembre al convegno di Mani Tese “Diritti oltre i confini – La cooperazione internazionale per un mondo senza frontiere”.
Il medico di Lampedusa ora Eurodeputato è stato ospite alla festa della Federazione Mani Tese a Catania, tenutasi a distanza di 55 anni dalla costituzione della storica Ong.
Sono tante le menzogne che, per Bartolo, ci hanno raccontato in riferimento alla narrazione delle migrazioni.
“Ci hanno parlato di malattie infettive gravi, ma queste persone (ndr: i migranti arrivati per mare) non ne portano”. E poi ancora “Li chiamano clandestini, si dice di loro che sono terroristi, che ci vengo a rubare il lavoro, le case, che sono delle prostitute…Io penso che sono esseri umani e non mi stancherò mai dirlo”.
Esseri umani, persone. Le stesse persone che Bartolo ha curato. L’insistenza su questo punto è continua, come se il medico più noto di Lampedusa sentisse la necessità di riaffermare, anche nelle parole, un’umanità che abbiamo perduto.
“In questo momento stanno morendo dei bambini, delle donne, degli uomini, ora, in questo momento”. Sono tante, troppe queste morti sulla coscienza che Bartolo, con implacabile resistenza, mostra nelle terrificanti immagini degli innumerevoli corpi che, da medico, ha dovuto toccare, valutare, identificare. Un compito terribile, di cui Bartolo porta tutto il peso addosso.
“Salvini ha detto che non abbiamo bisogno di bambini confezionati…Lui non sa che cosa sono i bambini confezionati, lo so io…Nei sacchi li ho visti i bambini. Morti…Vestiti a festa dalle mamme”.
La sua è una vera e propria chiamata alle armi al senso di umanità, quella stessa umanità di cui lui, invece, pare totalmente invaso.
“Sono stato un marinaio e sono stato un naufrago – racconta – So cosa significa stare in mezzo al mare per ore aspettando la morte. Io sono stato fortunato, ma molti di loro perdono la vita ed è inaccettabile che possa succedere tutto questo in un modo “civilizzato”, dove l’indifferenza ha preso il sopravvento.
Se pensiamo che l’Africa è il continente più ricco del mondo, ci sarà un motivo, ce lo siamo mai chiesti? Quel motivo siamo noi che abbiamo scambiato quel continente come un mercato da dove prendere tutto. Loro hanno tutto: hanno i diamanti, terre rare, il petrolio e noi gli abbiamo tolto tutto. Li abbiamo costretti ad andare via e adesso che loro sono venuti a chiederci un minimo di sopravvivenza, un lavoro anche il più umile, sarebbe opportuno dare loro quello che a loro spetta”.
Sulle migrazioni il pensiero di Bartolo è molto chiaro: “Il fenomeno delle migrazioni nasce con l’uomo. Non è un fatto temporaneo che riguarda solo l’Italia ma riguarda tutto il mondo. Le persone migrano a causa dei conflitti, delle persecuzioni o dei cambiamenti climatici. La migrazione non è un’emergenza, è un fatto strutturale. Il problema è saperlo gestire con intelligenza e lungimiranza”.
Non mancano, a questo proposito, gli affondi. All’Europa, prima di tutto, e al tradimento dei valori che stanno alla base della nostra civiltà.
“L’Europa è stata molto disattenta da questo punto di vista, la stessa Europa basata su principi e valori che stanno alla base della nostra vita, come accoglienza, solidarietà e rispetto dei diritti umani. Diritti umani che nascono con l’uomo, che sono stati riconosciuti a livello internazionale e oggi sono messi in discussione”.
“Una volta coloro che salvavano le persone erano eroi. Oggi chi salva le persone diventa un delinquente e deve pagare delle sanzioni”. Ma chi salva le persone per fortuna c’è, come le Ong o come i pescatori: “I porti non sono mai stati chiusi, grazie ai pescatori. Perché i pescatori non li puoi fermare”.
E tuttavia la situazione resta drammatica: “Migliaia di persone sono morte in questo mare. Più di quaranta mila persone muoiono sotto i nostri occhi, nel mare di Lampedusa. Il mare nostrum è diventato un cimitero”.
Rivedi l’intervento di Pietro Bartolo nel video del convegno