WELCOMING EUROPE: PER UN’EUROPA CHE ACCOLGA
L’iniziativa dei cittadini europei mira a depenalizzare l’assistenza umanitaria ai migranti, creare canali d’ingresso sicuri e fornire accesso alla giustizia alle vittime di abusi
di LAURA BOTTI, Comitato Promotore Welcoming Europe
L’INIZIATIVA DEI CITTADINI EUROPEI MIRA A DEPENALIZZARE L’ASSISTENZA UMANITARIA AI MIGRANTI, CREARE CANALI D’INGRESSO SICURI E FORNIRE ACCESSO ALLA GIUSTIZIA ALLE VITTIME DI ABUSI
Il 19 aprile 2018 è stata presentata in Italia la campagna di raccolta firme per l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) “Welcoming Europe – Per un’Europa che accoglie”, registrata presso la Commissione Europea lo scorso 17 febbraio. Un milione di firme di cittadini europei, in almeno 7 Paesi dell’UE, entro il 15 febbraio 2019 è il risultato da raggiungere affinché la Commissione sia obbligata a discutere la proposta e a decidere se avviare o meno la procedura per trasformarla in un atto legislativo. Questa iniziativa nasce dalla volontà di porre un rimedio ai fallimenti e alle enormi difficoltà che in questi anni i governi nazionali hanno riscontrato nella gestione dei flussi migratori. Un fallimento che si è concretizzato in politiche inefficienti, spesso fondate su un approccio securitario ed emergenziale e prive della necessaria coordinazione in virtù della competenza esclusiva degli stati membri in materia di immigrazione. In questo senso, Welcoming Europe è un’iniziativa ambiziosa perché mira a sollecitare l’intervento delle istituzioni europee all’interno del perimetro molto ristretto delle loro competenze in questo ambito. Inoltre, lo strumento scelto per promuovere questo progetto è di rilevante importanza. Non si tratta di un manifesto, di un appello o di una petizione ma di un’ICE, uno strumento di democrazia partecipativa messo a disposizione dal Trattato sull’Unione Europea che permette ai cittadini di far sentire direttamente la propria voce attraverso l’iniziativa legislativa. La proposta è incentrata su tre obiettivi principali:
1. Decriminalizzazione della solidarietà
In 13 Paesi dell’UE distribuire alimenti e bevande, dare un passaggio, comprare un biglietto od ospitare un migrante sono comportamenti per cui è possibile subire intimidazioni, ricevere una multa, essere arrestati dalle autorità. A causa della mancanza di chiarezza delle normative, sempre più spesso atti di semplice assistenza umanitaria senza fini di lucro vengono qualificati come favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. E’ la storia di Cédric Herrou, arrestato per aver aiutato oltre 200 migranti sul confine tra Francia e Italia; di Sarah Mardini, l’atleta siriana arrestata per aver salvato a nuoto alcuni migranti a seguito del naufragio del loro barcone; di Lisbeth Zornig e del marito Michael Lindholm, arrestati e multati per aver dato un passaggio ad alcuni migranti in cammino verso il porto, distante 160 chilometri; di Francesca Peirotti, arrestata per aver trasportato otto persone attraverso il confine.
Si chiede, quindi, alla Commissione di modificare la “Direttiva favoreggiamento” impedendo agli Stati membri di imporre sanzioni a cittadini e ONG che forniscano assistenza umanitaria senza scopo di lucro a chi ne ha bisogno.
2. Creazione di canali d’ingresso sicuri e legali per i rifugiati e i richiedenti asilo
Dal 1990 a oggi sono morti più di 34 mila migranti nel tentativo di raggiungere l’Europa attraverso il Mediterraneo. Inoltre, migliaia di persone affrontano il calvario delle vie di terra, soprattutto attraverso i Balcani. Il Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) è il principale strumento previsto per il sostegno dell’accoglienza e dell’integrazione dei rifugiati ma si rivolge solamente ai governi degli Stati membri, i quali non hanno procedure chiare per la sponsorship privata. Eppure, l’apertura di vie d’accesso legali e sicure verso Paesi disposti ad accogliere rappresenta la sola opportunità di protezione per richiedenti asilo e rifugiati e sono numerosi i cittadini e le associazioni disposti ad avviare programmi di inclusione.
A questo scopo si propone una modifica del Regolamento n. 516/2014 per ampliare i programmi di sponsorship privata, in modo da aumentare i posti messi a disposizione tramite i piani di resettlement.
3. Tutelare tutte le vittime di abusi
Molti migranti sono vittime di sfruttamento lavorativo, traffico di esseri umani, abusi da parte delle forze dell’ordine e altre violazioni dei diritti fondamentali, in particolare alle frontiere. Tuttavia, la maggior parte di loro non presenta denunce perché in condizioni irregolari o incontra ostacoli per ottenere giustizia a causa delle procedure inadeguate.
Per questo motivo, si chiede alla Commissione di garantire l’accesso alla giustizia a tutte le vittime di abusi, in modo sicuro e senza che vi siano ripercussioni sul loro status giuridico, e di colmare le lacune legislative per garantire parità di trattamento per i lavoratori e prevenire lo sfruttamento.
In conclusione, Welcoming Europe ci permette di scegliere una nuova strada, per governare un fenomeno complesso con ragionevolezza e nel rispetto dei principi fondanti della nostra civiltà.
Articolo pubblicato sul numero di Dicembre 2018 del Giornale di Mani Tese