Un motocoltivatore per lo sviluppo del Burkina Faso
Realizzato da imprenditori locali con materiali di recupero utilizzando e adattando il motore di un moto-triciclo, questo motocoltivatore è stato adottato da Mani Tese per aiutare gli agricoltori nel loro sviluppo agroecologico.
“Potevamo comprarci una casa grande, potevo prendermi una bella moto o una macchina per andare in giro a farmi vedere, ma non l’ho fatto. Mio padre e io abbiamo preferito investire i soldi per lo sviluppo del nostro Paese – racconta Abdoulaye Ouedraogo, giovane imprenditore 26enne che insieme al padre, dopo cinque anni di lavoro, ha creato la versione definitiva di un motocoltivatore totalmente burkinabé, costruito con materiali di recupero e utilizzando il motore di un modello di moto-triciclo largamente diffuso in tutta l’area Saheliana.
Nel movimentato quartiere di Kouritenga, a Ouagadougou, si trova la casa-magazzino di Hamidou Ouedraogo, il padre, 61enne e pieno di iniziativa, di Adboulaye.
Hamidou faceva il commerciante ma ha sempre avuto una grande inventiva. Da circa dieci anni, infatti, lavora con il ferro e con materiali di recupero per creare nuovi attrezzi e macchinari utili soprattutto per l’agricoltura. “Cinque anni fa ho fatto una scelta – racconta Hamidou – ho iniziato ad investire e a lavorare alla creazione di qualcosa che potesse aiutare la gente dei villaggi che lavora la terra: un motocoltivatore burkinabé. Sul mercato ce ne sono diversi ma sono tutti importati e quando si rompono è difficile aggiustarli perché non ci sono pezzi di ricambio disponibili. Il prototipo a cui ho lavorato con mio figlio, invece, è più resistente degli altri, va a benzina e non a diesel, quindi meno delicato e soprattutto è facile da sistemare perché costruito con materiale reperibile sul mercato locale”.
Ci sono voluti più di 10milioni di FCFA per riuscire ad arrivare alla produzione di questo nuovo modello e le perdite nel corso degli anni sono state tante. “Siamo partiti da zero – spiega Abdoulaye – e in Burkina Faso non è semplice fare impresa, ma ciò che ci spinge è l’amore per il nostro Paese e la volontà di contribuire direttamente al suo sviluppo, che secondo noi parte proprio dall’agricoltura.”
“Ho iniziato studiando ingegneria civile – continua Abdoulaye mentre si mette alla guida del suo motocoltivatore. – ma poi ho lasciato gli studi per aiutare mio padre con il suo progetto. Ora faccio l’imprenditore e il mio sogno è di aprire la più grande azienda del Burkina Faso”.
Dopo anni di lavoro, per Abdoulaye e Hamidou è giunto il momento di lanciarsi sul mercato. Mani Tese è stata la prima ONG a voler sperimentare questo mezzo e ad acquistare la versione definitiva del motocoltivatore.
Mercoledì 12 ottobre il giovane Abdoulaye si è recato con il motocoltivatore a Ouahigouya per tenere una formazione sul suo uso agli agricoltori del villaggio di Noodin, coinvolti nel nostro progetto SEmInA – superare l’emergenza incentivando l’agricoltura, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo. Il mezzo ha subito ricevuto l’apprezzamento dei contadini per via della sua potenza, robustezza e per la facile reperibilità dei pezzi di ricambio.
Padre e figlio si augurano che la popolazione, attraverso l’acquisto del loro strumento, e il governo, tramite sovvenzioni, li appoggeranno nello sviluppo della loro impresa così che possano migliorare sempre di più e diventare promotori dello sviluppo del Paese. “C’è un proverbio in mòoré – racconta Adboulaye – che dice: BII-YAM DAADA A M’AM SAMSA e significa Il bambino intelligente compra il cibo da sua madre, così che il guadagno, in un secondo momento, vada a lui”.
Grazie al motocoltivatore, Mani Tese ha potuto, da un lato, fornire un mezzo più performante e durevole alle comunità destinatarie del progetto e, dall’altro, sostenere una piccola impresa locale che ha lavorato con grande perseveranza.