La tutela dell’ambiente entra nella nostra costituzione
Giosuè De Salvo: “Molto soddisfatti, adesso regole cogenti per le imprese e rimedio per le vittime di abusi”.
Con 468 voti a favore, un contrario e sei astenuti, questa settimana la Camera dei Deputati ha introdotto nella Carta Costituzionale “la tutela dell’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni” (aggiunta all’Articolo 9). La modifica, in seconda lettura e già approvata al Senato con maggioranza dei due terzi lo scorso novembre, entrerà in vigore con effetto immediato.
Cambia anche l’articolo 41, che tutela l’iniziativa economica privata. “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, ALLA SALUTE e ALL’AMBIENTE. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali E AMBIENTALI”.
“Quest’ultima modifica, in particolare, è sostanziale – ha spiegato Giosuè De Salvo, responsabile Advocacy, Educazione e Campagne di Mani Tese e portavoce della campagna Impresa2030 – La sua approvazione ci lascia molto soddisfatti, adesso è indispensabile proseguire in questa direzione. La storia del nostro Paese è ricca di esiti sanitari e ambientali drammatici per quanto riguarda le iniziative imprenditoriali. Adesso che la tutela dell’ambiente è entrata nella nostra Costituzione, bisogna prevedere regole più severe per le aziende e rimedi certi ai loro impatti”.
È ora di darci una regolata
La campagna Impresa2030 nasce da dodici ONG italiane – ActionAid Italia, Equo Garantito, Fair, Fairtrade, Focsiv, Fondazione Finanza Etica, Human Rights International Corner (HRIC), Large Movements APS, Mani Tese, Oxfam Italia, Save the Children e WeWorld – per fare pressione sulla Commissione Europea che sta lavorando al testo di una direttiva sulla “dovuta diligenza” in materia di diritti umani e ambiente.
“Chiediamo che i nostri rappresentanti istituzionali colgano questa occasione storica per ripensare il ruolo delle imprese nella società, e che quando la proposta di direttiva verrà pubblicata e si aprirà la fase di negoziazione, non cedano alle pressioni del mondo delle grandi lobby conservatrici. La tutela dell’ambiente deve essere un caposaldo di tutte le legislazioni che regolano le attività imprenditoriali”.
Dopo una serie di slittamenti indotti da contrasti in seno al collegio dei Commissari UE, la proposta di direttiva è ora attesa entro la fine del mese di febbraio.
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