di Anna Pozzi. Persone che diventano oggetti di scambio, da usare e poi gettare via. Il traffico di esseri umani è la faccia più sporca della globalizzazione criminale.
C’è un mondo vulnerabile che produce per un mondo che vuole tanto e a poco prezzo. Un sistema economico iniquo e la debolezza delle istituzioni sono il terreno di coltura dello sfruttamento dei più deboli. Oggi gli schiavi sono lontani, nelle fabbriche del lavoro forzato, eppure così vicini, nei prodotti del nostro consumo.
Poipet, citta della Cambogia al confine con la Thailandia, è il luogo di convergenza di numerose famiglie che si trasferiscono perché vedono in questa città un luogo di lavoro e quindi di un futuro migliore.