Sei anni in Guinea-Bissau a fianco delle donne e dei rifugiati

Si è conclusa con successo la nostra collaborazione con UNHCR per la naturalizzazione dei rifugiati senegalesi in Guinea-Bissau e per la protezione dei diritti umani delle comunità locali, in particolare delle donne vittime di violenza. Il resoconto della nostra cooperante e coordinatrice di progetto.

Di Giulia Giovagnoli, Coordinatrice del progetto di Mani Tese “INTEGRAZIONE DEI RICHIEDENTI ASILO E DEI RIFUGIATI SENEGALESI” in Guinea-Bissau

In Guinea-Bissau è cominciata la stagione delle piogge e anche la campagna di raccolta degli anacardi, il principale prodotto di esportazione del paese, nella cui coltivazione e raccolta è impegnata gran parte della popolazione delle zone rurali, incluse le donne. Durante l’epoca della raccolta, le donne e ragazze guineensi si trovano a essere ancora più vulnerabili che in altri periodi dell’anno. Spesso rimangono da sole in casa, mentre i membri maschili del gruppo familiare si assentano tutto il giorno per la raccolta dei frutti nelle zone boschive. In altri momenti della giornata loro stesse si allontanano per realizzarla. L’alta mobilità che caratterizza questo periodo dell’anno e la repentina disponibilità di denaro derivante dalla vendita degli anacardi, che spesso si traduce in acquisto immediato e consumo di prodotti alcolici da parte principalmente della popolazione maschile, fanno sì che le donne si trovino a essere ancora più isolate e suscettibili di aggressioni.

La Guinea-Bissau è uno dei paesi più poveri al mondo: occupa il 175º posto, su un totale di 188, nell’Indice dello Sviluppo Umano del 2020. In un contesto di povertà estrema, causata essenzialmente da una carenza di lavoro e di risorse, la condizione femminile è gravemente penalizzata e le violenze di ogni tipo su donne e bambine sono all’ordine del giorno. La società locale è essenzialmente patriarcale e storicamente indifferente alla tutela dei diritti e dei bisogni delle donne, sebbene il benessere e il progresso economico di intere comunità dipendano quasi esclusivamente dal lavoro femminile. Disparità, assenza di opportunità, abusi e violenze, con scarsissime protezioni giuridiche, si registrano in ogni settore. Fin dalla tenera età, alle bambine è limitata la possibilità di esprimere il loro potenziale e di acquisire gli strumenti che consentirebbero loro di uscire da uno stato di indigenza opprimente. Rispetto agli uomini, le donne hanno un limitatissimo accesso ai servizi sanitari, un minore accesso ai servizi educativi, ridotte entrate economiche, un maggiore tasso di disoccupazione e più ampie difficoltà nella lotta alla povertà. Sono inoltre vittime delle più diverse forme di violenza di genere, dalle mutilazioni genitali femminili ai matrimoni forzati, agli abusi psicologici, economici, fisici e sessuali perpetrati spesso da familiari o membri delle comunità.

Mani Tese lavora sin dal 2017 nella regione di Cacheu, nella zona nord del paese, alla frontiera con il Senegal, per cercare di intervenire e costruire una risposta articolata con le istituzioni e la società civile per l’assistenza e la protezione delle donne e ragazze vittime di violenza di genere e di un altro gruppo di popolazione altamente vulnerabile, i rifugiati e richiedenti asilo. Come segnalato nel portale della Missione delle Nazioni Unite per il Consolidamento della Pace in Guinea-Bissau -UNIOGBIS, nel 2017, “La Guinea-Bissau ha ratificato a febbraio del 1976 la Convenzione delle Nazioni Unite sui Rifugiati, ed ha rispettato i suoi obblighi di paese firmatario, accogliendo rifugiati da differenti paesi della sub-regione, com’è il caso di Liberia, Gana, Serra Leone e Senegal (…) Il paese accoglie attualmente più di ottomila rifugiati, dei quali il 98% è composto da individui provenienti dal Casamance, la regione sud del Senegal, situata tra il Gambia e la Guinea-Bissau, in conflitto da più di 30 anni con il Governo del Senegal per la sua indipendenza.”[1] (t.d.r)

Sin dal 1979 Mani Tese interviene in varie regioni della Guinea-Bissau nell’implementazione di progetti principalmente sui temi dei diritti umani e della sovranità alimentare, e dal 2017 ad oggi abbiamo mantenuto una presenza costante in 42 villaggi della zona con più presenza di rifugiati nel paese, la regione di Cacheu, nella frontiera con la regione indipendentista senegalese del Casamance, lavorando come partner di implementazione di UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Le principali aree di intervento sono state la promozione di processi ed attività socio-economiche per accompagnare l’integrazione locale e la costruzione di forme pacifiche e sostenibili di convivenza e coesistenza tra la popolazione rifugiata e le comunità locali di accoglienza nonché l’impegno attraverso azioni di sensibilizzazione, advocacy e protezione nella lotta contro ogni forma di violenza di genere e nell’assistenza alle vittime e sopravvissute.

villaggi di intervento
Villaggi di intervento di Mani Tese nella regione di Cacheu, con parziale dettaglio di attività realizzate nella comunità di Varela. Credits: Bissau Economic Lab – BELAB, SARL.
riunione

Il 2022 vale la pena di essere ricordato per due importantissimi risultati in ciascuna di queste due aree di intervento e di impegno di Mani Tese nella regione di Cacheu.

A fine febbraio 2022 si è concluso il processo di naturalizzazione dei rifugiati di lunga durata in Guinea-Bissau, predisposto e guidato da UNHCR e Governo della Guinea-Bissau sin dal 2017 e condotto in partenariato con Mani Tese. A dicembre del 2017, infatti “UNHCR, la Commissione Nazionale di Rifugiati e Sfollati Interni, una struttura del Governo della Guinea-Bissau, hanno lanciato le basi per la concessione della nazionalità guineense a circa 10.000 rifugiati. Ufficializzando questa integrazione locale, il governo guineense restituisce così dignità umana ai displaced, togliendo loro lo status di rifugiati e permettendo che godano del diritto fondamentale all’identità (…) La decisione ha un potenziale di prevenzione dell’insicurezza, trattandosi di un mezzo efficace di lotta alla apatridia, fonte di reclutamento di persone per il mondo del crimine organizzato e transnazionale, includendo attività terroristiche”. [2] (t.d.r)

L’importantissima iniziativa, che, come naturalizzazione di massa, si annovera tra le poche realizzate sinora nel mondo, ha preso quindi piede ormai cinque anni fa con l’inizio del processo di identificazione e registro dei rifugiati e si è conclusa nei primi mesi del 2022. Mani Tese negli ultimi anni ha accompagnato il Governo della Guinea-Bissau edUNHCR tanto nell’implementazione e finalizzazione dell’esercizio di registro[3] (t.d.r) come nella realizzazione di missioni nelle più remote comunità rurali per la consegna di documenti di identificazione ai nuovi cittadini, attività che si è conclusa a giugno 2022.

foto di gruppo assieme ai cooperanti

Oltre a questo prezioso risultato, il primo semestre del 2022 ha visto anche il consolidamento di un ulteriore intervento costruito negli anni dall’equipe di Mani Tese di São Domingos, cittadina di frontiera e base di lavoro nella regione di Cacheu, e delle altre sedi in Guinea-Bissau. Sin dal 2017 nella regione di Cacheu, infatti, e nelle decadi anteriori anche in altre regioni del paese, Mani Tese si è impegnata nella definizione ed implementazione di azioni per la promozione e protezione dei diritti umani. Come partner di implementazione di UNHCR abbiamo lavorato con dedizione, tra le altre azioni, alla lotta alla violenza di genere ed all’assistenza delle sopravvissute. L’equipe locale, formata da assistenti sociali, psicologhe e professioniste dell’ambito giuridico, ha registrato negli ultimi quasi sei anni più di 200 casi di donne, ragazze e bambine vittime di violenza di genere, offrendo loro assistenza psicosociale, opportunità di formazione e supporto economico, accompagnamento per il recupero dell’equilibrio psicofisico e il reinserimento sociale.

protezione sociale grafico
Attività di prevenzione, advocacy e sensibilizzazione su SGBV (Sexual and Gender Based Violence) e protezione sociale implementate da Mani Tese dal 2017 al 2021 nei villaggi della regione di Cacheu. Credits: Bissau Economic Lab – BELAB, SARL.

Come già raccontato in altri resoconti[4], il lavoro pluriennale svolto a livello interistituzionale e nell’assistenza diretta alle donne vittime di violenza ha dato i suoi frutti con l’apertura della prima Casa di Accoglienza per vittime di violenza di genere nella regione di Cacheu. Dalla sua apertura si è lavorato incessantemente alla formazione e all’action learning dei membri delle associazioni locali partner di Mani Tese nella gestione della Casa. Si è capitalizzato il background di esperienze nella prevenzione e protezione svolto negli anni e le molteplici relazioni con istituzioni locali, nazionali e internazionali, della società civile e con le autorità statali favore della consolidamento del nuovo spazio e delle competenze degli attori locali coinvolti nell’acquisizione di expertise per poter guidare autonomamente l’iniziativa. La Casa è stata in questi mesi teatro di numerose attività formative per le donne sopravvissute, sessioni di accompagnamento psicosociale, incontri istituzionali e “scuola in azione” per le associazioni locali.

Un solo articolo non permette di dare voce e risalto a tutti gli interventi sviluppati in quasi sei anni, ma comunque speriamo che questo accenno stimoli un pizzico di curiosità nei confronti degli oltre 40 gruppi di microcredito che Mani Tese ha supportato nella regione di Cacheu sin dal 2017, degli oltre 25 orti e pollai realizzati con pratiche agroecologiche e guidati principalmente da gruppi di donne rurali, rifugiate e delle comunità di accoglienza.

A giugno 2022 si è conclusa la collaborazione di Mani Tese e UNHCR grazie all’ottimo risultato del processo di naturalizzazione. L’Agenzia ONU continuerà a dare accompagnamento e follow-up alle politiche e pratiche di protezione della Guinea-Bissau dal suo ufficio transnazionale di Dakar. Come team di Mani Tese siamo sicuri di aver fatto il possibile per fornire alle comunità e agli attori locali gli strumenti per garantire la sostenibilità delle azioni promosse in questi anni, ma siamo  altresì consapevoli della necessità di continuare gli sforzi per il rafforzamento, tra gli altri, della Casa di Accoglienza, con la volontà di camminare ancora insieme alle associazioni locali e alle donne sopravvissute alla violenza per proteggerle nel modo più efficace.

foto di gruppo delle donne ospiti del centro

Sostieni la casa di accoglienza delle donne vittime di violenza di Cacheu: LINK

Scopri di più sul progetto INTEGRAZIONE DEI RICHIEDENTI ASILO E DEI RIFUGIATI SENEGALESI” in Guinea-Bissau: LINK


[1] https://uniogbis.unmissions.org/pt/guin%C3%A9-bissau-empenhada-em-resolver-situa%C3%A7%C3%A3o-dos-refugiados

[2] ONU News- Perspectiva Global Reportagens Humanas: https://news.un.org/pt/story/2017/12/1604122-guine-bissau-e-acnur-firmam-parceria-para-integrar-refugiados

[3] https://manitese.it/un-premio-per-integrazione-dei-rifugiati-in-guinea-bissau

[4] https://manitese.it/guinea-bissau-una-nuova-casa-per-le-donne-vittime-di-violenza