RITORNO ALLA TERRA: UN NUOVO PROGETTO DI INCLUSIONE IN GUINEA-BISSAU
Al via il progetto che promuove processi di inclusione agricola, economica e sociale nel corridoio Gabu e Bafata, in Guinea-Bissau.
Si è svolta all’insegna della musica l’inaugurazione del progetto “RITORNO ALLA TERRA – processi di inclusione agricola, economica e sociale nel corridoio Gabu e Bafata” finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo – sede di Dakar nell’ambito dell’Iniziativa di emergenza AID 11274, e implementato da Mani Tese in partenariato con Asas de Socorro e AMIC (Amici dei bambini).
La cerimonia, svoltasi a Gabu in Guinea-Bissau il 23 ottobre 2018, è stata aperta da un artista locale, Abdul Embalo, che ha presentato la sua ultima canzone, Diversidade Cultural, vincitrice del premio PLURAL+ (promosso da UNAOC e IOM).
Abdul è un migrante di ritorno, rientrato in Guinea-Bissau nel 2016 grazie all’appoggio dell’IOM in Niger. Oggi canta per sensibilizzare i giovani sui rischi della migrazione irregolare e per dar loro fiducia nelle opportunità economiche e produttive del loro Paese.
Il suo messaggio non avrebbe potuto essere più pertinente dal momento che la messa in luce di queste opportunità è proprio il focus del progetto “Ritorno alla terra”.
Come hanno spiegato, durante l’evento, Piero Meda di Mani Tese, il Coordinatore di progetto, e gli altri membri dell’equipe, gli obiettivi e le principali attività dell’ambizioso progetto sono la valorizzazione delle opportunità economico-produttive in campo agricolo e zootecnico del territorio, per agire sui fattori di spinta che inducono alla migrazione irregolare e per promuovere la reintegrazione socio-professionale dei migranti di ritorno e dei minori nelle comunità originarie.
È toccato poi ai partner di progetto (Asas de Socorro e AMIC) spiegare le attività di loro competenza ed esortare i giovani e le famiglie a partecipare in massa alle attività previste.
Il rappresentante di Asas de Socorro, Wilson Cá, ha aggiunto: “Investire il proprio tempo nell’allevamento dei polli e delle galline è come investire nel futuro della propria famiglia. Oggi hai un pulcino e domani un pollo, oggi hai un uovo e domani ne hai dieci. La nostra ONG si batte nella lotta contro l’insicurezza alimentare e per l’indipendenza della produzione alimentare in Guinea-Bissau. I sette pollai saranno un esempio per tante famiglie e per tante comunità. Lo abbiamo già sperimentato in molte regioni, e sappiamo che anche a Gabu e Bafata raggiungeremo ottimi risultati”.
Il rappresentante di AMIC, Fernando Cá, ha invece illustrato un altro aspetto del progetto, ovvero le attività con i bambini talibé. Fernando ha spiegato che Gabú è regione con il maggior numero di bambini vittime di tratta e traffico e che il fenomeno purtroppo continua.
Il progetto è stato infine inaugurato ufficialmente dalle autorità presenti, ovvero il Governatore della regione di Gabu, il Regulo centrale (la massima carica del potere tradizionale), la Presidente dell’Istituto Nazionale della Gioventù (del Ministero dell’Educazione, Cultura, Gioventù e Sport), i delegati regionali del Ministero dell’Agricoltura, Veterinaria e Educazione e il rappresentante IOM, oltre ai responsabili delle associazioni giovanili e femminili delle regioni di Gabu e Bafata. Le autorità hanno augurato buon lavoro a tutta l’equipe e si sono auspicate di poter contribuire al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
La presidente dell’Istituto Nazionale della Gioventù, in particolare, ha invitato i giovani e i migranti di ritorno a partecipare al progetto da protagonisti e ad appropriarsi del Centro Multifunzionale della Gioventù, che verrà animato dal progetto attraverso l’apertura di un punto informazioni.