Piscicoltura sostenibile nella comunità di Inhangome
In Mozambico una comunità di pescatori affronta la scarsa produzione del suolo e le condizioni climatiche avverse, che rendono insufficiente l’agricoltura per raggiungere il sostentamento delle famiglie, attraverso la piscicoltura praticata in modo sostenibile.
L’implementazione della piscicoltura nella comunità di Inhangome, in Mozambico, ha segnato un notevole successo nell’ambito del progetto “KATAGYA (SPERIMENTA!) – Donne al centro, per la diversificazione alimentare e la salvaguardia ambientale della città di Quelimane”, promosso da Mani Tese insieme a Fondazione E-35, Municipio Di Quelimane e Associazione Mani Tese Faenza ed è cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna.
Nella regione della Zambesia, infatti, persistono sfide come la scarsa produzione del suolo e le condizioni climatiche avverse. La comunità di Inhangome soffre di queste difficoltà e deve fare i conti con un’agricoltura insufficiente per garantire il sostentamento delle famiglie.
Uno dei problemi principali è la deforestazione delle mangrovie nei dintorni del villaggio, un’azione compiuta dagli stessi abitanti per ottenere il carbone necessario per la cucina e il riscaldamento. La deforestazione riduce anche le possibilità di pesca, un’attività tradizionale in questa comunità di pescatori.
Oltre al ripristino delle mangrovie, Mani Tese ha puntato, fra le altre cose, anche sullo sviluppo di allevamento di tilapia come pratica alternativa sostenibile per garantire la sicurezza alimentare della comunità.
Il sistema di pesca adottato è sostenibile in quanto la rete utilizzata e la tecnica di cattura consentono di selezionare solo i pesci più grandi, lasciando i pesci più piccoli nelle vasche.
Le razioni per i pesci sono state inoltre prodotte con scarti di alimenti locali (patata dolce, resti di mais e banana). Si tratta poi di un’attività facilmente replicabile a livello familiare.
L’inziativa ha raggiunto inoltre l’obiettivo di aumentare le capacità e la partecipazione delle donne e di promuovere l’attivismo giovanile contribuendo a migliorare le competenze delle donne locali e stimolando l’interesse e la partecipazione attiva dei giovani nella comunità.
In totale sono state costruite tre vasche piscicole, due in un primo momento e la terza successivamente. La costruzione è stata affidata ai membri della comunità di Inhangome, attraverso la creazione di un gruppo di lavoro composto da giovani (15 donne e 11 uomini). Questo gruppo è stato prima formato per acquisire competenze relative alla costruzione delle vasche, alle tecniche di pesca e alla produzione delle razioni alimentari.
Mani Tese ha fornito gli avannotti iniziali, 1000 per vasca, che sono stati acquistati e trasportati a Inhangome dopo la costruzione delle vasche.
Dopo 4 mesi dal popolamento delle vasche con avannotti, l’equipe di Mani Tese ha supportato il gruppo per la pesca e la commercializzazione. Una parte del pesce pescato (1,5 kg per persona) è stato distribuito ai beneficiari, mentre il resto è stato destinato alla vendita diretta a commercianti all’ingrosso che si sono recati nella comunità.
Quali prospettive di sostenibilità presenta la piscicoltura nella comunità di Inhangome?
Nonostante l’iniziale scetticismo tra i membri della comunità nei confronti del progetto, il completamento delle prime due vasche e il successo delle vendite hanno stimolato la fiducia e l’entusiasmo nella popolazione, rivelando i benefici e il potenziale di questa pratica. Le persone della comunità, dopo essere state formate, sono ora in grado di gestire autonomamente l’allevamento di tilapia e di formare gli altri membri della comunità per espandere l´attività.
La comunità di Inhangome cerca così di trasformare il suo destino socio-economico, puntando a una crescita sostenibile e a una maggiore resilienza alle sfide ambientali e agricole.