Peggiora sempre di più la situazione in Sud Sudan

Sale sempre di più la preoccupazione nello stato meridionale del Sud Sudan del Western Equatoria per i continui conflitti armati da parte di fazioni opposte locali che stanno avendo un grave impatto sulla popolazione civile. Secondo il nuovo rapporto Integrated Food Security Phase Classification, pubblicato sul sito ipcinfo.org, il conflitto in corso e la conseguente recessione economica hanno […]

Sale sempre di più la preoccupazione nello stato meridionale del Sud Sudan del Western Equatoria per i continui conflitti armati da parte di fazioni opposte locali che stanno avendo un grave impatto sulla popolazione civile.

Secondo il nuovo rapporto Integrated Food Security Phase Classification, pubblicato sul sito ipcinfo.org, il conflitto in corso e la conseguente recessione economica hanno portato più di 4 milioni di persone a livelli d’insicurezza alimentare di crisi e di emergenza. Il rapporto avverte che se non vengono prese misure urgenti la situazione è destinata a peggiorare e aumenterà il pericolo per altre centinaia di persone.

Questa condizione oltre a ripercuotersi sulla vite degli innocenti ha un grave effetto anche sui raccolti o sulle conserve di cibo che molto spesso finiscono bruciate durante gli scontri. La popolazione è così costretta a trovare rifugio emigrando, cercando luoghi più sicuri dove stabilizzarsi, e per farlo abbandona la propria casa, i propri campi e i propri raccolti.

I conflitti e l’insicurezza sociale hanno interrotto la stagione della semina già dallo scorso anno nella regione dell’Alto Nilo e hanno causato l’evacuazione di milioni di capi di bestiame con la fuga degli allevatori in ogni parte del paese per sfuggire agli scontri. Ma anche nelle aree non colpite molti mercati non operano regolarmente, l’inflazione cresce e il deprezzamento della valuta locale sta trascinando al rialzo i prezzi alimentari.

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Questa situazione di guerra sta violando il diritto di migliaia di cittadini di vivere in pace e in sicurezza. Se infatti normalmente il cibo occupa una larga porzione delle spese delle famiglie fino all’85%, con la riduzione dei redditi dovuta alla recessione, molti abitanti delle aree rurali ed urbane non saranno più in grado di soddisfare i propri bisogni alimentari. In questo momento più di 4 milioni di persone non sono in grado di mantenere adeguatamente i loro mezzi di sussistenza o di soddisfare i loro bisogni alimentari senza ricorrere a sistemi negativi di risposta come approvvigionarsi di cibi selvatici o saltare i pasti.

Nonostante il contesto delicato, Mani Tese interviene in Sud Sudan con progetti di cooperazione nella contea di Wau e Juba che mirano a portare avanti l’espansione di un’agricoltura di sussistenza, la conservazione del territorio, la valorizzazione delle risorse locali e la trasmissione di conoscenze tecniche adeguate agli agricoltori per garantire l’autonomia e l’indipendenza alimentare alle comunità.

Da anni il lavoro di Mani Tese cerca di sostenere quella parte di popolazione che giornalmente subisce gli impatti negativi di un disagio e squilibrio sociale e attualmente i tre progetti in corso tentano di mitigare e supportare la dura situazione in cui il Sud Sudan si trova.