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La Cop21 e le promesse inutili

COP21, DOVEVA ESSERE L’ULTIMA CHIAMATA, SI E’ RIVELATA L’ULTIMA SERIE DI PROMESSE INUTILI di Giosue De Salvo, resp. Advocacy e Campagne di Mani Tese

COP21, DOVEVA ESSERE L’ULTIMA CHIAMATA, SI E’ RIVELATA L’ULTIMA SERIE DI PROMESSE INUTILI

di Giosue De Salvo, resp. Advocacy e Campagne di Mani Tese

Il decreto salva-banche

Banche no profit, banche virtuose, banche che lottano per restare coerenti con i loro valori di sostenere l’economia reale e sostenibile: ecco chi è anche a rimetterci per il decreto salva-banche varato dal Consiglio dei Ministri il 22 novembre. A fronte di questa scelta del Governo si richiede al sistema bancario – inclusa la finanza […]

Banche no profit, banche virtuose, banche che lottano per restare coerenti con i loro valori di sostenere l’economia reale e sostenibile: ecco chi è anche a rimetterci per il decreto salva-banche varato dal Consiglio dei Ministri il 22 novembre. A fronte di questa scelta del Governo si richiede al sistema bancario – inclusa la finanza etica, penalizzandola – un contributo al fondo di risoluzione salva-banche. Fondo che sottrae risorse all’economia sociale che è la mission su cui si basano le banche no profit. Nel colpire la finanza etica si colpisce però quella parte di paese che lavora quotidianamente per lo sviluppo sostenibile e la solidarietà. Da sempre infatti le banche no profit hanno mantenuto importanti tassi di crescita nei finanziamenti erogati a favore di famiglie e imprese sociali. Stanziamenti che ora saranno costretti a ridurre a causa dei contributi che vengono richiesti per salvare banche mal gestite.

Per maggiori informazioni:

http://www.lamiafinanza-green.it/comunicati-stampa/38017-banca-etica-27-11-15

http://www.bancaetica.it/blog/decreto-salva-banche-danneggia-finanza-etica-sviluppo-sostenibile

 

Mani Tese e il cambiamento climatico

Oggi è iniziata a Parigi una delle più importanti conferenze internazionali, la COP 21, che ha lo scopo di trovare soluzioni riguardo gli effetti del cambiamento climatico. I leader dei paesi di tutto il mondo dovranno delineare e stabilire i ruoli e le responsabilità di ogni Nazione per rallentare l’aumento della temperatura a livello globale […]

Oggi è iniziata a Parigi una delle più importanti conferenze internazionali, la COP 21, che ha lo scopo di trovare soluzioni riguardo gli effetti del cambiamento climatico. I leader dei paesi di tutto il mondo dovranno delineare e stabilire i ruoli e le responsabilità di ogni Nazione per rallentare l’aumento della temperatura a livello globale nei prossimi decenni.

“Dal cambiamento devono nascere i germogli di una vita nuova per tutti”

Questa mattina Papa Francesco, al suo terzo giorno in Kenya, ha visitato la baraccopoli di Kangemi a Nairobi: proprio a Kangemi per tre anni dal 2004 al 2007 ha vissuto Giovanni Sartor, Responsabile Area Cooperazione di Mani Tese.

Questa mattina Papa Francesco, al suo terzo giorno in Kenya, ha visitato la baraccopoli di Kangemi a Nairobi: proprio a Kangemi per tre anni dal 2004 al 2007 ha vissuto Giovanni Sartor, Responsabile Area Cooperazione di Mani Tese.

Papa Francesco in Kenya

Dopo la visita di Barack Obama, il Kenya si prepara, in questo anno 2015, ad accogliere, dal 25 al 27 novembre il Santo Padre, Papa Francesco, in un viaggio che lo porterà anche in Uganda e poi in Repubblica Centrafricana. Il paese sta attraversando una fase di grande cambiamento e ci sono ancora molte ombre […]

Dopo la visita di Barack Obama, il Kenya si prepara, in questo anno 2015, ad accogliere, dal 25 al 27 novembre il Santo Padre, Papa Francesco, in un viaggio che lo porterà anche in Uganda e poi in Repubblica Centrafricana.

Il paese sta attraversando una fase di grande cambiamento e ci sono ancora molte ombre come il pericolo del terrorismo o la forte corruzione: il ricordo degli attacchi del 2013 e di quello dello scorso aprile, infatti, sono ancora freschi nella memoria di molti e per questo il governo ha dispiegato un imponente servizio di sicurezza con almeno 10.000 agenti. Anche l’industria turistica ne ha sofferto e solo ora sta dando segni di ripresa.

La visita del Papa è anche un’occasione per riportare il Kenya al centro della scena mondiale non solo per gli eventi tragici degli scorsi anni. La corruzione e gli scandali sono presenti e costituiscono una zavorra pesante per il paese, ma la stampa è vivace, i casi sono esposti quasi quotidianamente e lo stesso Presidente ha iniziato una campagna di tolleranza zero verso la corruzione con il cambio di numerosi Ministri, proprio alla vigilia della visita papale.

Aleggia poi sul paese la “spada di Damocle” della Corte Penale Internazionale, per le violenze del 2007-2008, ma sembra che, anche grazie a una offensiva diplomatica, il caso si vada risolvendo. Il fatto, che coinvolgeva il Presidente è stato chiuso nel corso del 2015 e lo stesso corso sembra aver intrapreso quello che coinvolge il vice-Presidente.

Ma il paese sta crescendo molto e cambiando, intraprendendo, pur con difficoltà il cammino verso lo status di middle income economy. La presenza cristiana e cattolica è molto forte, e grande merito hanno avuto i religiosi e i laici che hanno dato la propria testimonianza di fede e impegno. Il simbolo di questi è la Beata suor Irene Stefani, che partita da un piccolo paese del bresciano, ha passato tutta la sua vita lavorando in Kenya e Tanzania all’inizio del secolo. Il lavoro di generazioni di religiosi e religiose sarà simbolicamente rappresentato dall’altare, costruito nel 1918, che è stato usato anche durante la cerimonia di beatificazione di Suor Irene, la prima venuta in terra d’Africa.

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Ecco che quindi con Papa Francesco e la Chiesa universale splende anche l’ impegno italiano nel paese, un patrimonio che non dovrebbe essere disperso, ma invece valorizzato, per contribuire ancora di più alla crescita e a uno sviluppo sostenibile del Kenya.

E anche Mani Tese, lo staff in Kenya e il partner attendono con fervore la visita del Santo Padre.  Fedeli al nostro statuto e ai nostri valori ispiratori, auspichiamo che questo momento di unione contribuisca ad unire il paese e cancellare lo spettro del tribalismo. E la decisione del Governo di decretare la giornata del 26 Novembre come giorno di preghiera e riflessione nazionale, speriamo vada nella direzione di stemperare le tensioni e unificare il paese.

L’incontro interreligioso con le molte comunità che compongono il Kenya, dai musulmani, alla grande e variegata comunità di origine indiana, alle altre confessioni cristiane segna un forte momento di unione e comunione. Oltre agli eventi religiosi, vi è grande attesa anche per il discorso alle Nazioni Unite, che hanno una delle sedi a Nairobi, specialmente dell’ UNEP, il Programma ambientale.

IMG_20150507_101831Il Kenya è uno dei paesi a più alta biodiversità, ma rischia di perdere questo importante patrimonio nazionale e mondiale, sacrificandolo all’altare della “crescita senza controllo”. Con la Enciclica Laudato sì il Santo Padre ha con forza richiamato tutta l’umanità alla difesa dell’ambiente e alla nostra responsabilità nel preservarlo e il nostro impegno, come Mani Tese e il partner NECOFA, è proprio quello della difesa della biodiversità e dell’ambiente a fianco delle popolazioni locali.

Altro momento importante sarà la visita a Kangemi, uno degli slum di Nairobi, simbolo delle diseguaglianze del paese, degli ultimi a cui la Chiesa guarda. Un momento importante per ribadire l’impegno per la promozione umana dei più poveri, che è anche raccolto nel nostro motto, Un Impegno di Giustizia.

Coalizione Italiana Clima e Marcia di Roma

Mancano pochi giorni alla Global Climate March di Roma e di tante altre capitali del pianeta per informare e sensibilizzare sull’importanza del vertice ONU di Parigi sul cambiamento climatico.

Mancano pochi giorni alla Global Climate March di Roma e di tante altre capitali del pianeta per informare e sensibilizzare sull’importanza del vertice ONU di Parigi sul cambiamento climatico.

1 milione di alberi contro il cambiamento climatico

Dal 30 novembre al 11 Dicembre gli occhi del mondo saranno su Parigi e sulla conferenza sul cambio climatico, una emergenza ormai chiara e non più rimandabile. Nell’attesa che la burocrazia e le mediazioni riescano almeno a raggiungere un compromesso minimo ma quanto mento vincolante per tutti i paesi, numerosi sono i progetti che già […]

Dal 30 novembre al 11 Dicembre gli occhi del mondo saranno su Parigi e sulla conferenza sul cambio climatico, una emergenza ormai chiara e non più rimandabile.

Nell’attesa che la burocrazia e le mediazioni riescano almeno a raggiungere un compromesso minimo ma quanto mento vincolante per tutti i paesi, numerosi sono i progetti che già lavorano sul terreno per cercare di ridurre la pressione sull’ambiente e dare risposte concrete alle nostre responsabilità verso le generazioni future.

Il Kenya è un paese che perde, ogni anno, una superficie forestale pari a di 20 campi da calcio, con conseguenti drammatiche conseguenze sulla piovoistà, sulla erosione dei suoli e la perdita di biodiversità.

E nel Kenya centro-occidentale Mani Tese, insieme al partner locale NECOFA, sta lavorando concretamente per combattere, in prima linea, il cambiamento climatico.

Il centro della azione è il bacino del fiume Molo, che va dalle montagne del Mau alle piane aride del lago Baringo con un progetto cofinanziato dal Ministero degli Affari Esteri e dalla Cooperazione Internazionale.

Fedeli all’insegnamento del premio Nobel Wangari Maathai “Until you dig a hole, you plant a tree, you water it and make it survive, you haven’t done a thing. You are just talking” , il progetto ha distriubuito 1 milione di piante e sta attualmente distribuendo 15 mila stufe migliorate a basso consumo energetico.

installazione

Il 64% delle famiglie in Kenya usa la legna come combustibile e questo, oltre alla pressione sull’ambiente, aumenta il carico di lavoro, specie delle donne nelle zone rurali, costrette ad andare nella foresta per raccogliere il legname necessario. Il progetto ha distribuito alberi alle famiglie da piantare nelle zone marginali degli appezzamenti da usare come fonte di legna e nel contempo ha introdotto le stufe migliorate. La semplice tecnologia, che permette una riduzione di consumi di più del 50%, è costituita da 2 blocchi centrali, le stufe, che vengono assemblati, con materiale locale, per formare un blocco unico. I materiali sono facilmente disponibili localmente e le formazioni nei gruppi rendono possibile la familiarizzazione con la tecnica e la sua replicabilità. L’impatto è nettamente positivo, andando a ridurre i consumi di legna e quindi le spese per la famiglia, aumentando il tempo disponibile, specie per le donne e in più contribuendo a ridurre la pressione sulla foresta.

stufe distribuzione 2

Questo è il contributo, piccolo ma concreto, che sul terreno Mani Tese con i suoi partner sta dando per combattere il cambiamento climatico.

Ora la parola ai decisori politici!