27 giugno 2016 – ULTIMO GIORNO IN BENIN

Oggi è il nostro ultimo giorno in Benin. Cotonou, la capitale economica del paese, è molto lontana dai villaggi del progetto, non solo in termini di distanza: il traffico di auto e motorini, esasperato dalle piogge stagionali, ha poco a che vedere con la vita dei contadini dell’Atakora. L’unica traccia che ci ricollega al nostro […]

Oggi è il nostro ultimo giorno in Benin. Cotonou, la capitale economica del paese, è molto lontana dai villaggi del progetto, non solo in termini di distanza: il traffico di auto e motorini, esasperato dalle piogge stagionali, ha poco a che vedere con la vita dei contadini dell’Atakora.

L’unica traccia che ci ricollega al nostro viaggio sono dei piccoli apecar che vendono il gari lungo le strade della città.

Giorno 5 - Kouba 3
Sono stati dieci giorni intensi che ci hanno permesso di comprendere meglio le dinamiche complesse di un progetto di sviluppo: solo incontrando le persone e percorrendo i luoghi, infatti, si può iniziare a capire il valore e le inevitabili difficoltà della cooperazione internazionale.

Giorno 8 - Kouba 2

I saluti vanno alle persone incontrate in questo breve viaggio: agricoltori sperimentali e tradizionali, funzionari pubblici, abitanti di piccole e grandi città, colleghi di Mani Tese e, soprattutto, le donne dei gruppi che da anni collaborano con la nostra associazione. Sono le facce di un’Africa dinamica, lontana dagli stereotipi occidentali, vera protagonista della cooperazione internazionale.

Giorno 5 - Kouba 6

(Diario dal Benin, Giorno 11 – a cura di Valerio Bini, Presidente di Mani Tese e Paolo Santagostini, ricercatore in geografia e dottorando all’Università di Paris VIII)

25/26 giugno 2016 – FRA COTONE, GARI E MANIOCA

25 Giugno 2016 Parakou Iniziamo il ritorno verso Cotonou, dove ci aspetta l’aereo per tornare in Italia. Oggi arriviamo a Parakou, terza città del paese e capitale economica della zona centro-settentrionale. La storia di Parakou è strettamente legata al cotone che, fin dai tempi della colonizzazione, arrivava dalle regioni settentrionali e ripartiva in treno in […]

25 Giugno 2016
Parakou

Iniziamo il ritorno verso Cotonou, dove ci aspetta l’aereo per tornare in Italia. Oggi arriviamo a Parakou, terza città del paese e capitale economica della zona centro-settentrionale.
La storia di Parakou è strettamente legata al cotone che, fin dai tempi della colonizzazione, arrivava dalle regioni settentrionali e ripartiva in treno in direzione della costa, per poi essere imbarcato verso l’Europa. Negli anni Settanta qui si è sviluppata anche un’industria tessile nazionale, la Ibetex che però, come molte imprese simili, è andata in crisi con i Piani di Aggiustamento Strutturale (PAS) degli anni Novanta.
Con le privatizzazioni dei PAS, diverse aziende cotoniere sono state acquistate da un imprenditore locale, Patrice Talon, che è diventato il leader del settore. Dopo aver sviluppato ottime relazioni politiche con l’ex presidente Yayi Boni, Talon è caduto in disgrazia e ha perso tutte le sue imprese a seguito di una fantasiosa accusa di complotto contro il presidente. Alle recenti elezioni, Talon ha sfidato il candidato presidenziale Lionel Zinsou, un imprenditore franco-beninese con forti relazioni politiche con Parigi. Sfruttando la sua rete di relazioni legata alla produzione di cotone, Talon ha guadagnato consensi ed è diventato il nuovo presidente del paese. Il nuovo presidente ha conservato il suo interesse per il settore cotoniero e in molti sono pronti a scommettere su un futuro aumento degli investimenti pubblici nel settore.

26 Giugno 2016
Cotonou e Paouignan

Da Parakou viaggiamo verso Cotonou. La strada che corre parallela al confine nigeriano è costeggiata di rivenditori informali di benzina. Un litro costa 300 franchi CFA, meno di 50 centesimi di euro. Il rapporto tra mercato informale ed economia ufficiale è complesso: da una parte questo commercio non controllato ostacola lo sviluppo di una distribuzione formale efficace, dall’altra l’assenza di benzina nelle stazioni ufficiali alimenta il mercato informale.
Arrivati a Dassa inizia una zona famosa per il commercio di gari: Paouignan è il centro di questa economia locale e le strade sono un susseguirsi di banchi di vendita coperti di sacchi pieni di bianca semola di manioca. Anche qui sono le donne le protagoniste di questo commercio e cercano di spingere i viaggiatori a fermarsi con fantasiose insegne pubblicitarie e con i più tradizionali richiami in francese e in fon, la lingua del Sud. Osservando queste energiche commercianti, colpisce il contrasto tra l’economia diffusa del gari e la forte centralizzazione del sistema cotoniero, legato a doppio filo con la politica nazionale.

(Diario dal Benin, Giorno 9 e 10 – a cura di Valerio Bini, Presidente di Mani Tese Paolo Santagostini, ricercatore in geografia e dottorando all’Università di Paris VIII)

23/24 giugno 2016 – A NATITINGOU E KOUBA

Giorno 7 Natitingou La sede di Mani Tese a Natitingou si trova in un quartiere periferico, più silenzioso, dove si gode di una vista sulla città che sfuma nelle colline dell’Atakora. Oggi è giornata di riunione. Alla presenza di tutto lo staff discutiamo dei primi risultati della missione: i tre comuni interessati dal progetto manifestano […]

Giorno 7
Natitingou

La sede di Mani Tese a Natitingou si trova in un quartiere periferico, più silenzioso, dove si gode di una vista sulla città che sfuma nelle colline dell’Atakora.

Giorno 7 - Natitingou

Oggi è giornata di riunione. Alla presenza di tutto lo staff discutiamo dei primi risultati della missione: i tre comuni interessati dal progetto manifestano esigenze diverse secondo la forza dei gruppi e la vicinanza dei grandi mercati alimentari della regione.
I gruppi più consolidati, nel comune di Toucountouna, sono ormai autonomi e il ruolo di Louis, l’animatore della zona, è soprattutto quello di sostenere le cooperative più giovani.

Giorno 7 - Natitingou 2
A sud di Natitingou invece la situazione è più difficile perché tutti i gruppi sono di recente formazione e sono in generale meno coesi. Achille Tepa, da oltre 20 anni rappresentante di Mani Tese in Benin, spiega che questo è in parte dovuto alla tradizione “individualista” della società Tammari e in parte all’influenza negativa che una certa politica ha avuto nella zona: durante le campagne elettorali, infatti, è pratica diffusa pagare le persone per partecipare alle riunioni e questo rende più difficile organizzare incontri senza finalità di lucro.
A Kouande invece si sente maggiormente il problema della lontananza dai grandi mercati: le piste sono spesso in cattivo stato e, a causa dei costi di trasporto, il gari viene venduto a un prezzo anche del 30% inferiore a quello di altre zone.

Giorno 8
Kouba

Oggi è l’ultimo giorno di lavoro nei villaggi: a Kouba visitiamo i campi di manioca che si trovano fuori dal centro del villaggio, dove la terra è più fertile.

Giorno 8 - Kouba 2
La prima cosa che colpisce è la lunga distanza, circa 3 km, che le donne devono percorrere ogni volta che si recano nei campi a lavorare. Solo una minima parte del cammino è percorribile da mezzi a motore e quindi le donne devono portare la manioca con delle bacinelle trasportate sulla testa. In una giornata, una donna arriva a dissotterrare circa 1000 radici che devono essere trasportate al villaggio prima di sera. Si tratta di un lavoro molto pesante che se non fosse svolto in gruppo sarebbe impossibile. Questa esperienza è senza dubbio la più importante tra quelle fatte in questi giorni e ci permette di comprendere più in profondità il valore del lavoro e la forza di questi gruppi di donne.

Giorno 8 - Kouba
Un’ultima immagine che dice molto dei nostri stereotipi sulla natura in Africa e delle diversità dei rapporti con la natura. Lungo la strada per Kouba, Dramane ferma l’auto perché in mezzo alla pista c’è un camaleonte che sta cercando di attraversare. Mentre siamo fermi ad aspettare, sorridendo della curiosa andatura dell’animale ci affianca un uomo in moto, con un carico di legna: “posso proseguire ?” dice e noi annuiamo spiegando il motivo della nostra sosta.
L’uomo saluta, riparte e schiaccia il camaleonte.

Giorno 8 - Kouba 3

(Diario dal Benin, Giorno 7 e 8 – a cura di Valerio Bini, Presidente di Mani Tese Paolo Santagostini, ricercatore in geografia e dottorando all’Università di Paris VIII)

22 giugno 2016 – AL LAVORO NEI CAMPI DI MANIOCA!

Arriviamo al villaggio di Tampegré, nel comune di Toucountouna, dopo una notte di pioggia torrenziale. Nei campi, che i giorni scorsi erano quasi vuoti, oggi vediamo i contadini approfittare delle prime piogge per preparare le “collinette” di terra che ospiteranno le piante di manioca. Si tratta di un lavoro faticoso, fatto dagli uomini con la […]

Arriviamo al villaggio di Tampegré, nel comune di Toucountouna, dopo una notte di pioggia torrenziale. Nei campi, che i giorni scorsi erano quasi vuoti, oggi vediamo i contadini approfittare delle prime piogge per preparare le “collinette” di terra che ospiteranno le piante di manioca.

Giorno 6 - Tampegrè

Si tratta di un lavoro faticoso, fatto dagli uomini con la zappa tradizionale. Un contadino ci mostra come utilizzarla, ma il nostro tentativo risulta un po’ goffo: ci mancano tecnica e, forse, anche forza fisica.

Giorno 6 - Tampegrè 5

A Toucountouna parliamo con Pascal T. Poematè, presidente dei produttori di cotone della zona e anche lui, come i contadini che abbiamo incontrato nei giorni scorsi, ci racconta di una crisi ormai decennale. Pascal stesso ha riconvertito negli ultimi anni alcuni dei suoi campi dal cotone alla manioca: “il problema – dice – è l’aumento del costo dei pesticidi e dei fertilizzanti utilizzati per la coltivazione”.

Giorno 6 - Tampegrè 3

Ci mostra quindi due campioni di Napeco Metafos e Moacartarine 46, insetticidi altamente tossici prodotti in Cina e distribuiti dalla società nazionale di promozione dell’agricoltura: un’altra differenza fondamentale tra il modello agro-alimentare di esportazione e quello della sovranità alimentare che abbiamo visto all’opera nei campi di manioca.

(Diario dal Benin, Giorno 6 – a cura di Valerio Bini, Presidente di Mani Tese e Paolo Santagostini, ricercatore in geografia e dottorando all’Università di Paris VIII)

21 giugno 2016 – IL CIBO LOCALE È MOTORE DELLO SVILUPPO LOCALE

La strada per Kouba è costeggiata da alberi di anacardio. Con il cotone, la noce di anacardio è la grande coltura commerciale della zona ed è il simbolo della nuova globalizzazione. Dramane, l’autista, ci racconta che le noci di anacardio vengono raccolte nei villaggi da camion al servizio di grandi imprese indiane e brasiliane. A […]

La strada per Kouba è costeggiata da alberi di anacardio. Con il cotone, la noce di anacardio è la grande coltura commerciale della zona ed è il simbolo della nuova globalizzazione.

Dramane, l’autista, ci racconta che le noci di anacardio vengono raccolte nei villaggi da camion al servizio di grandi imprese indiane e brasiliane.
A Kouba Manitese è presente da diversi anni e la collaborazione ha permesso ai cinque gruppi di crescere al punto che ora sono riuniti in una federazione. L’incontro si svolge davanti al nuovo atelier per la produzione del gari, inaugurato lo scorso maggio, e sullo sfondo sono allineate le bacinelle piene di manioca pronta per essere trasformata.

Qui si sta sviluppando un’interessante collaborazione con Slow Food che, nell’ambito del grande progetto 10.000 orti in Africa, porterà alla realizzazione di un piccolo orto accanto alla scuola che permetterà ai bambini di migliorare notevolmente la loro dieta.
La mattinata si conclude con un ottimo pranzo a casa della presidente della federazione: una “pate” di riso (simile alla nostra polenta) con una salsa piccante di pomodoro e semi di una zucca locale, insieme all’immancabile pollo.

(Diario dal Benin, Giorno 5 – a cura di Valerio Bini, Presidente di Mani Tese Paolo Santagostini, ricercatore in geografia e dottorando all’Università di Paris VIII)

20 giugno 2016 – A TIGNINTI FRA PROBLEMI AMBIENTALI E COLTIVAZIONE DELLA SOIA

Siamo a Tigninti, pochi chilometri a Sud di Natitingou. Qui la vicinanza alla città crea una forte pressione sull’ambiente: gli alberi vengono tagliati per produrre carbone e il danno ambientale che ne consegue non è per nulla compensato dai modesti benefici economici. In questi villaggi l’attivazione di reti agro-alimentari locali rappresenta quindi non solo un’importante […]

Siamo a Tigninti, pochi chilometri a Sud di Natitingou. Qui la vicinanza alla città crea una forte pressione sull’ambiente: gli alberi vengono tagliati per produrre carbone e il danno ambientale che ne consegue non è per nulla compensato dai modesti benefici economici.

Giorno 4 - Tigninti 2

In questi villaggi l’attivazione di reti agro-alimentari locali rappresenta quindi non solo un’importante diversificazione economica ma anche una forma di tutela dell’ambiente.

La prossimità alla strada asfaltata facilita il collegamento con la città e dunque le attività commerciali, ma sembra indebolire la coesione sociale: i gruppi che incontriamo sono più recenti e fragili rispetto a quelli dei giorni passati.

Giorno 4 - Tigninti 3

Accanto al gari, qui le donne vendono anche una sorta di “tofu”, derivato dalla lavorazione della soia. In questa zona la soia è una coltivazione in forte espansione, anche perché c’è una crescente domanda da parte delle industrie di produzione di olio che fino ad anni recenti utilizzavano i semi di cotone e che ora, con la crisi dell’“oro bianco” sono costrette a cercare alternative.

Giorno 4 - Tigninti

(Diario dal Benin, Giorno 4 – a cura di Valerio Bini, Presidente di Mani Tese Paolo Santagostini, ricercatore in geografia e dottorando all’Università di Paris VIII)

17 giugno 2016 – LA DANZA DELLE DONNE

Nei villaggi di Tectibayaou, Tampatou e Borokonné, del comune di Toucountouna, incontriamo tre gruppi di donne che, con canti e danze locali, creano una cornice di festa alla mattinata.   Grazie al lavoro di traduzione di Louis, l’animatore del progetto in questo comune, discutiamo con le donne dell’andamento del progetto, cercando di cogliere al meglio […]

Nei villaggi di Tectibayaou, Tampatou e Borokonné, del comune di Toucountouna, incontriamo tre gruppi di donne che, con canti e danze locali, creano una cornice di festa alla mattinata.

Giorno 3 - Tectibayaou 2
Tectibayaou

 

Grazie al lavoro di traduzione di Louis, l’animatore del progetto in questo comune, discutiamo con le donne dell’andamento del progetto, cercando di cogliere al meglio il processo di trasformazione della manioca in gari.

Giorno 3 - Tectibayaou
Tectibayaou

 

Dopo la discussione è il momento della visita ai campi collettivi, dove le donne lavorano insieme, e dove tra qualche mese la manioca sarà pronta per essere raccolta e successivamente trasformata in gari, che sarà venduto nei mercati locali della zona. Questo ciclo –produzione-distribuzione e consumazione- non crea benefici solo all’economia locale ma contribuisce anche alla sovranità alimentare, le cui logiche sono al centro del progetto.

(Diario dal Benin, Giorno 3 – a cura di Valerio Bini, Presidente di Mani Tese Paolo Santagostini, ricercatore in geografia e dottorando all’Università di Paris VIII)

16 giugno 2016 – L’AGROECOLOGIA NON È UN LUSSO PER PAESI RICCHI

Questa mattina abbiamo incontrato Kader Toko, Direttore del settore “Promozione delle filiere” della struttura locale del Ministero dell’Agricoltura. Obiettivo dell’incontro era capire la situazione del cotone nella regione. Fino al 2004, infatti, il cotone era una coltivazione molto redditizia, ma la l’abbassamento del prezzo sui mercati internazionali e una crisi nel sistema di gestione nazionale […]

Questa mattina abbiamo incontrato Kader Toko, Direttore del settore “Promozione delle filiere” della struttura locale del Ministero dell’Agricoltura. Obiettivo dell’incontro era capire la situazione del cotone nella regione.

Fino al 2004, infatti, il cotone era una coltivazione molto redditizia, ma la l’abbassamento del prezzo sui mercati internazionali e una crisi nel sistema di gestione nazionale ha portato all’abbandono di questa coltura da parte di molti contadini. Per molte famiglie oggi, la coltivazione di prodotti alimentari come la manioca rappresenta una risposta al fallimento dell’agricoltura di esportazione.

Giorno 2 - Berencigou
Berencigou

 

Nel pomeriggio siamo andati in visita a Emmanuel N’Tcha, agricoltore biologico e referente locale di Slow Food. La storia di Emmanuel mostra che l’agricoltura biologica non è un lusso per paesi ricchi, ma una possibilità concreta per tutti, e come lui stesso ci ha detto rappresenta “il futuro dell’agricoltura”.

Giorno 2

(Diario dal Benin, Giorno 2 – a cura di Valerio Bini, Presidente di Mani Tese Paolo Santagostini, ricercatore in geografia e dottorando all’Università di Paris VIII)