FERMIAMO LA DERIVA AUTORITARIA IN TURCHIA: FIRMA LA LETTERA APERTA!

Mani Tese e altre associazioni, sindacati e ong hanno inviato una lettera aperta a Federica Mogherini, Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri, in cui esprimono profonda preoccupazione per la deriva autoritaria assunta dal governo turco.

Mani Tese e altre associazioni, sindacati e ong hanno inviato una lettera aperta a Federica Mogherini, Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri, in cui esprimono profonda preoccupazione per la deriva autoritaria assunta dal governo turco.

GUINEA BISSAU, INAUGURATO IL CENTRO DI PROMOZIONE AVICOLA

Di barbara Cerizza, Coordinatrice Generale di Mani Tese

Di barbara Cerizza, Coordinatrice Generale di Mani Tese

“BAMBINI, SAPETE CHE COSA E’ LA FAME?” IL DIRITTO AL CIBO E LE FILIERE AGRICOLE SPIEGATI IN UN BLOG

di Amanda Pacher, insegnante di scuola primaria presso l’Istituto Comprensivo Narcisi Milano

di Amanda Pacher, insegnante di scuola primaria presso l’Istituto Comprensivo Narcisi Milano

GARANTIRE L’ACCESSO AL CREDITO IN BURKINA FASO CON IL WARRANTAGE

Il warrantage è uno strumento di microfinanza che consente ai membri delle organizzazioni contadine di ottenere un prestito impegnando come garanzia il proprio raccolto, il cui prezzo tende ad aumentare.

Il warrantage è uno strumento di microfinanza che consente ai membri delle organizzazioni contadine di ottenere un prestito impegnando come garanzia il proprio raccolto, il cui prezzo tende ad aumentare.

AGROECOLOGIA: IN MARTESANA NASCE LA RETE DEI CITTADINI COLTIVATORI

Dalla casalinga allo studente, dal chimico al migrante: ecco i nuovi “bio-contadini”. Al via dal 1 luglio quattro workshop per sperimentare l’agroecologia fuori e dentro casa.

Dalla casalinga allo studente, dal chimico al migrante: ecco i nuovi “bio-contadini”. Al via dal 1 luglio quattro workshop per sperimentare l’agroecologia fuori e dentro casa.

27 giugno 2016 – ULTIMO GIORNO IN BENIN

Oggi è il nostro ultimo giorno in Benin. Cotonou, la capitale economica del paese, è molto lontana dai villaggi del progetto, non solo in termini di distanza: il traffico di auto e motorini, esasperato dalle piogge stagionali, ha poco a che vedere con la vita dei contadini dell’Atakora. L’unica traccia che ci ricollega al nostro […]

Oggi è il nostro ultimo giorno in Benin. Cotonou, la capitale economica del paese, è molto lontana dai villaggi del progetto, non solo in termini di distanza: il traffico di auto e motorini, esasperato dalle piogge stagionali, ha poco a che vedere con la vita dei contadini dell’Atakora.

L’unica traccia che ci ricollega al nostro viaggio sono dei piccoli apecar che vendono il gari lungo le strade della città.

Giorno 5 - Kouba 3
Sono stati dieci giorni intensi che ci hanno permesso di comprendere meglio le dinamiche complesse di un progetto di sviluppo: solo incontrando le persone e percorrendo i luoghi, infatti, si può iniziare a capire il valore e le inevitabili difficoltà della cooperazione internazionale.

Giorno 8 - Kouba 2

I saluti vanno alle persone incontrate in questo breve viaggio: agricoltori sperimentali e tradizionali, funzionari pubblici, abitanti di piccole e grandi città, colleghi di Mani Tese e, soprattutto, le donne dei gruppi che da anni collaborano con la nostra associazione. Sono le facce di un’Africa dinamica, lontana dagli stereotipi occidentali, vera protagonista della cooperazione internazionale.

Giorno 5 - Kouba 6

(Diario dal Benin, Giorno 11 – a cura di Valerio Bini, Presidente di Mani Tese e Paolo Santagostini, ricercatore in geografia e dottorando all’Università di Paris VIII)

25/26 giugno 2016 – FRA COTONE, GARI E MANIOCA

25 Giugno 2016 Parakou Iniziamo il ritorno verso Cotonou, dove ci aspetta l’aereo per tornare in Italia. Oggi arriviamo a Parakou, terza città del paese e capitale economica della zona centro-settentrionale. La storia di Parakou è strettamente legata al cotone che, fin dai tempi della colonizzazione, arrivava dalle regioni settentrionali e ripartiva in treno in […]

25 Giugno 2016
Parakou

Iniziamo il ritorno verso Cotonou, dove ci aspetta l’aereo per tornare in Italia. Oggi arriviamo a Parakou, terza città del paese e capitale economica della zona centro-settentrionale.
La storia di Parakou è strettamente legata al cotone che, fin dai tempi della colonizzazione, arrivava dalle regioni settentrionali e ripartiva in treno in direzione della costa, per poi essere imbarcato verso l’Europa. Negli anni Settanta qui si è sviluppata anche un’industria tessile nazionale, la Ibetex che però, come molte imprese simili, è andata in crisi con i Piani di Aggiustamento Strutturale (PAS) degli anni Novanta.
Con le privatizzazioni dei PAS, diverse aziende cotoniere sono state acquistate da un imprenditore locale, Patrice Talon, che è diventato il leader del settore. Dopo aver sviluppato ottime relazioni politiche con l’ex presidente Yayi Boni, Talon è caduto in disgrazia e ha perso tutte le sue imprese a seguito di una fantasiosa accusa di complotto contro il presidente. Alle recenti elezioni, Talon ha sfidato il candidato presidenziale Lionel Zinsou, un imprenditore franco-beninese con forti relazioni politiche con Parigi. Sfruttando la sua rete di relazioni legata alla produzione di cotone, Talon ha guadagnato consensi ed è diventato il nuovo presidente del paese. Il nuovo presidente ha conservato il suo interesse per il settore cotoniero e in molti sono pronti a scommettere su un futuro aumento degli investimenti pubblici nel settore.

26 Giugno 2016
Cotonou e Paouignan

Da Parakou viaggiamo verso Cotonou. La strada che corre parallela al confine nigeriano è costeggiata di rivenditori informali di benzina. Un litro costa 300 franchi CFA, meno di 50 centesimi di euro. Il rapporto tra mercato informale ed economia ufficiale è complesso: da una parte questo commercio non controllato ostacola lo sviluppo di una distribuzione formale efficace, dall’altra l’assenza di benzina nelle stazioni ufficiali alimenta il mercato informale.
Arrivati a Dassa inizia una zona famosa per il commercio di gari: Paouignan è il centro di questa economia locale e le strade sono un susseguirsi di banchi di vendita coperti di sacchi pieni di bianca semola di manioca. Anche qui sono le donne le protagoniste di questo commercio e cercano di spingere i viaggiatori a fermarsi con fantasiose insegne pubblicitarie e con i più tradizionali richiami in francese e in fon, la lingua del Sud. Osservando queste energiche commercianti, colpisce il contrasto tra l’economia diffusa del gari e la forte centralizzazione del sistema cotoniero, legato a doppio filo con la politica nazionale.

(Diario dal Benin, Giorno 9 e 10 – a cura di Valerio Bini, Presidente di Mani Tese Paolo Santagostini, ricercatore in geografia e dottorando all’Università di Paris VIII)

23/24 giugno 2016 – A NATITINGOU E KOUBA

Giorno 7 Natitingou La sede di Mani Tese a Natitingou si trova in un quartiere periferico, più silenzioso, dove si gode di una vista sulla città che sfuma nelle colline dell’Atakora. Oggi è giornata di riunione. Alla presenza di tutto lo staff discutiamo dei primi risultati della missione: i tre comuni interessati dal progetto manifestano […]

Giorno 7
Natitingou

La sede di Mani Tese a Natitingou si trova in un quartiere periferico, più silenzioso, dove si gode di una vista sulla città che sfuma nelle colline dell’Atakora.

Giorno 7 - Natitingou

Oggi è giornata di riunione. Alla presenza di tutto lo staff discutiamo dei primi risultati della missione: i tre comuni interessati dal progetto manifestano esigenze diverse secondo la forza dei gruppi e la vicinanza dei grandi mercati alimentari della regione.
I gruppi più consolidati, nel comune di Toucountouna, sono ormai autonomi e il ruolo di Louis, l’animatore della zona, è soprattutto quello di sostenere le cooperative più giovani.

Giorno 7 - Natitingou 2
A sud di Natitingou invece la situazione è più difficile perché tutti i gruppi sono di recente formazione e sono in generale meno coesi. Achille Tepa, da oltre 20 anni rappresentante di Mani Tese in Benin, spiega che questo è in parte dovuto alla tradizione “individualista” della società Tammari e in parte all’influenza negativa che una certa politica ha avuto nella zona: durante le campagne elettorali, infatti, è pratica diffusa pagare le persone per partecipare alle riunioni e questo rende più difficile organizzare incontri senza finalità di lucro.
A Kouande invece si sente maggiormente il problema della lontananza dai grandi mercati: le piste sono spesso in cattivo stato e, a causa dei costi di trasporto, il gari viene venduto a un prezzo anche del 30% inferiore a quello di altre zone.

Giorno 8
Kouba

Oggi è l’ultimo giorno di lavoro nei villaggi: a Kouba visitiamo i campi di manioca che si trovano fuori dal centro del villaggio, dove la terra è più fertile.

Giorno 8 - Kouba 2
La prima cosa che colpisce è la lunga distanza, circa 3 km, che le donne devono percorrere ogni volta che si recano nei campi a lavorare. Solo una minima parte del cammino è percorribile da mezzi a motore e quindi le donne devono portare la manioca con delle bacinelle trasportate sulla testa. In una giornata, una donna arriva a dissotterrare circa 1000 radici che devono essere trasportate al villaggio prima di sera. Si tratta di un lavoro molto pesante che se non fosse svolto in gruppo sarebbe impossibile. Questa esperienza è senza dubbio la più importante tra quelle fatte in questi giorni e ci permette di comprendere più in profondità il valore del lavoro e la forza di questi gruppi di donne.

Giorno 8 - Kouba
Un’ultima immagine che dice molto dei nostri stereotipi sulla natura in Africa e delle diversità dei rapporti con la natura. Lungo la strada per Kouba, Dramane ferma l’auto perché in mezzo alla pista c’è un camaleonte che sta cercando di attraversare. Mentre siamo fermi ad aspettare, sorridendo della curiosa andatura dell’animale ci affianca un uomo in moto, con un carico di legna: “posso proseguire ?” dice e noi annuiamo spiegando il motivo della nostra sosta.
L’uomo saluta, riparte e schiaccia il camaleonte.

Giorno 8 - Kouba 3

(Diario dal Benin, Giorno 7 e 8 – a cura di Valerio Bini, Presidente di Mani Tese Paolo Santagostini, ricercatore in geografia e dottorando all’Università di Paris VIII)