Prosegue il nostro impegno contro la violenza di genere in Guinea-Bissau
Al via il progetto “No tene diritu a um vida sem violência”(Abbiamo diritto a una vita senza violenza) per la prevenzione e il contrasto alla violenza sulle donne e l’accoglienza delle vittime, che estende l’azione di Mani Tese a due nuove regioni nel Paese.
Il mese scorso abbiamo lanciato in Guinea Bissau il progetto “No tene diritu a um vida sem violência”(Abbiamo diritto a una vita senza violenza) – Reforço dos mecanismos de proteção às vítimas de VBG e promoção dos direitos das mulheres na Guiné-Bissau. Si tratta di un progetto finanziato dall’Unione Europea e implementato da Mani Tese, capofila, in partenariato con FEC – Fundação- Fé e Cooperação, ENGIM – Fondazione Ente Nazionale Giuseppini Murialdo e AMIC – Associação dos Amigos da Criança.
Il progetto ha come obiettivo quello di migliorare il contrasto alla violenza di genere in Guinea Bissau intervenendo nell’ambito della protezione delle vittime, della prevenzione alla violenza, del miglioramento delle competenze istituzionale e della formazione e creazione di opportunità socio-economiche femminili.
Si tratta di un’iniziativa realizzata in continuità con il pregresso progetto pilota triennale “No na cuida de no vida, mindjer” – Emancipação e direitos para meninas e mulheres na Guiné-Bissau-projeto piloto” implementato da Mani Tese tra il 2018 e il 2021.
L’evento di lancio di “No tene diritu a um vida sem violência” si è svolto nella Casa dei Diritti, cuore della Società Civile impegnata nella promozione dei diritti umani a Bissau.
“La lotta alla violenza di genere è un’area di intervento prioritaria per Mani Tese in Guinea Bissau, poiché limita fortemente i diritti umani e lo sviluppo personale e socioeconomico di un Paese con cui collaboriamo da più di 40 anni” ha dichiarato Martina Pizzolato, Rappresentante Legale di Mani Tese in Guinea Bissau, prendendo la parola in apertura.
Dati alla mano, l’Ambasciatore dell’Unione Europea Artis Bertulis ha proseguito: “Attualmente nel Paese il 37% delle ragazze si sposa prima della maggiore età, il 27% delle donne hanno avuto figli prima dei 18 anni e il 50 % delle bambine di 14 anni sono state sottoposte a mutilazione genitale femminile. Questi dati sono uno dei motivi per cui l’Unione Europea continua a credere e sostenere l’implementazione del modello di contrasto alla violenza proposto dal progetto”.
Marliatu Djaló Condé, Presidente del Comitato Nazionale per l’Abbandono delle Pratiche Tradizionali Nefaste in rappresentanza del Ministero della Donna, ha espresso il pieno supporto istituzionale al progetto: “Il Ministero della Donna, della Famiglia e della Solidarietà Sociale conta sull’appoggio e la collaborazione delle organizzazioni della società civile in quanto attori chiave non soltanto della promozione e della protezione dei diritti umani, ma anche del miglioramento della qualità della vita dei cittadini”, ha dichiarato.
Il progetto “No tene diritu a um vida sem violência” prosegue il nostro impegno nella protezione e accoglienza di donne vittime di violenza di genere. Rispetto al precedente progetto, abbiamo però esteso la nostra azione a due nuove regioni di intervento con l’attivazione di un nuovo centro e due famiglie dedicate all’accoglienza delle vittime di violenza di genere nella regione di Cacheu e altre due famiglie nella regione di Oio.
Oltre alla protezione, Mani Tese si fa anche promotrice di un’iniziativa di advocacy sul territorio per richiamare l’attenzione sulle politiche pubbliche relative alla violenza di genere in Guinea Bissau. Durante il lancio di progetto, infatti, abbiamo annunciato la creazione di un tavolo di concertazione tra organizzazioni della società civile e istituzioni, di cui saremo responsabili insieme all’Istituto della Donna e del Bambino (sotto la direzione del Ministero della Donna, della Famiglia e della Solidarietà Sociale).
Il nostro obiettivo è quello di creare un dibattito sulle politiche e le leggi attive in tema di violenza di genere in Guinea Bissau e presentare un documento di posizionamento agli organi di governo competenti per migliorare il contrasto al fenomeno in tutte le sfere della vita quotidiana delle bambine e delle donne, a partire dall’ambito familiare passando per il settore educativo, sanitario e della sicurezza pubblica.
Il coinvolgimento di tutti i partner, come ha ricordato Martina Pizzolato, è fondamentale per combattere la violenza e la discriminazione contro le ragazze e le donne creando davvero un impatto tangibile sul Paese.