CONFERENZA INTERNAZIONALE “BUSINESS & HUMAN RIGHTS”
Il tema “imprese e diritti umani” è oggi al centro del dibattito sul ruolo che i tre grandi attori della cooperazione e della solidarietà internazionale – gli Stati, il settore privato e le Ong – sono chiamati ad assumere per raggiungere i nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Ne parliamo il 4 maggio 2017 con il […]
Il tema “imprese e diritti umani” è oggi al centro del dibattito sul ruolo che i tre grandi attori della cooperazione e della solidarietà internazionale – gli Stati, il settore privato e le Ong – sono chiamati ad assumere per raggiungere i nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Ne parliamo il 4 maggio 2017 con il contributo di esperti nazionali e internazionali presso l’Università degli Studi di Milano
L’evento è promosso da Mani Tese Nazionale SHuS – Sostenibilità e Human Security: agende di cooperazione e governance ECCJ – European Coalition for Corporate Justice, DIReCT – Discrimination and Inequalities Research Strategic Team Università degli Studi di Milano, HRIC
MILANO MARATHON 2017: GRAZIE A TUTTI I NOSTRI RUNNERS!
Si è conclusa domenica 2 aprile 2017 la Milano Marathon, che per noi ha rappresentato un grande evento di solidarietà. Tante le staffette che hanno corso per sostenere la nostra campagna I Exist, per un totale di 84 runners (divisi in 21 staffette) e 3 maratoneti, fra cui anche il nostro Presidente Valerio Bini, che non […]
Si è conclusa domenica 2 aprile 2017 la Milano Marathon, che per noi ha rappresentato un grande evento di solidarietà. Tante le staffette che hanno corso per sostenere la nostra campagna I Exist, per un totale di 84 runners (divisi in 21 staffette) e 3 maratoneti, fra cui anche il nostro Presidente Valerio Bini, che non si è risparmiato nella corsa!
Ecco i suoi ringraziamenti:
“Desidero ringraziare tutti coloro che oggi hanno corso per noi. Arrivare al traguardo sapendo che si sta correndo non solo per se stessi ma anche per chi è ancora vittima di schiavitù ha reso questo evento davvero speciale.”
Anche se la Milano Marathon è conclusa, chiunque può fare ancora la sua parte sostenendo i nostri progetti contro le schiavitù moderne su Rete del dono:
https://www.retedeldono.it/it/progetti/mani-tese-ong-onlus/libera-un-bambino-dalla-schiavit%C3%B9
JOANA, REGINA DEI PULCINI: “SOGNO UN POLLAIO TUTTO MIO”
Joana è la responsabile del pollaio dell’associazione giovani uniti di Pundam (AJUP), una tabanka (villaggio) della regione di Cacheu in Guinea Bissau beneficiaria del progetto di promozione della filiera agricola di Mani Tese. Joana è stata scelta dalla sua comunità come responsabile del pollaio perché è una donna molto motivata, con una grande dedizione al […]
Joana è la responsabile del pollaio dell’associazione giovani uniti di Pundam (AJUP), una tabanka (villaggio) della regione di Cacheu in Guinea Bissau beneficiaria del progetto di promozione della filiera agricola di Mani Tese. Joana è stata scelta dalla sua comunità come responsabile del pollaio perché è una donna molto motivata, con una grande dedizione al lavoro. Se le chiedi se il lavoro al pollaio è pesante, lei ti risponde di no, perché è abituata alla fatica nell’orto, nella risaia e nella raccolta dell’anacardio.
Joana tutte le mattine si sveglia presto, sistema la semplice casa dove vive con la famiglia allargata e si reca al pollaio dove da mangiare ai polli, li pesa, e pulisce gli abbeveratoi. Essendo analfabeta, viene aiutata da un giovane per l’aggiornamento del diario del pollaio.
Joana è timida, ma quando entra nel pollaio ne diventa la regina. I polli la riconoscono, si avvicinano e sembra quasi che aspettino da lei una carezza. I primi giorni di vita dei pulcini sono i più critici perché i piccoli hanno bisogno di molto calore (non bastano le alte temperature guineensi) così Joana a volte rimane a dormire nel pollaio per controllare che il braciere con il carbone non si spenga.
La dedizione di Joana ha portato il pollaio a vincere il premio regionale come miglior pollaio. Ora il suo sogno è quello di averne uno tutto suo all’interno della propria casa.
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Aiuta Joana e gli altri avicoltori a realizzare il loro sogno destinando il tuo 5×1000 a Mani Tese per sostenere i nostri progetti di cooperazione internazionale in Guinea Bissau e nel Sud del mondo.
RAVI, UNA PICCOLA VITTIMA DI TRAFFICO
Ravi* è un bambino di 5 anni (approssimativamente perché non conosciamo la sua data di nascita) ed è nato in Tailandia. Ha un fratello e una sorella: La madre è in prigione. Ravi viveva con suo padre in Tailandia dove, per procurarsi del denaro per sopravvivere, mendicava tutti i giorni al mercato. Non ha mai […]
Ravi* è un bambino di 5 anni (approssimativamente perché non conosciamo la sua data di nascita) ed è nato in Tailandia. Ha un fratello e una sorella: La madre è in prigione.
Ravi viveva con suo padre in Tailandia dove, per procurarsi del denaro per sopravvivere, mendicava tutti i giorni al mercato. Non ha mai frequentato la scuola, perché è sempre stato costretto a lavorare (mendicare) per sopravvivere.
Ravi ricorda che era spesso affamato, perché il denaro non bastava a comprare il cibo necessario. Un giorno i suoi genitori lo vendettero a un trafficante, che lo fece lavorare al mercato di Bangkok. Lì venne arrestato, come sua madre, e poi indirizzato a un centro di accoglienza per minori a Bangkok, dove visse per otto mesi. Fu infine mandato al centro di accoglienza di Poipet, dove oggi vive e che Mani Tese sostiene con un progetto di cooperazione internazionale.
A Poipet risiede in un posto sicuro e pacifico, dove riceve tutto il necessario per vivere. Ha un posto letto e gli vengono serviti pasti sani e nutrienti. Riceve cure mediche, assistenza psicologica e frequenta attività educative. Fa parte di un programma che rintraccia e valuta le famiglie d’origine dei bambini ospiti del centro, per verificare la possibilità di un reinserimento nel nucleo famigliare. Ogni giorno frequenta il programma di educazione informale.
Questa è la sintesi della sua testimonianza:
“Ero molto spaventato quando facevo parte del traffico in Tailandia e vivevo con altri che non avevo mai incontrato prima. Ero preoccupato di non essere al sicuro e non avevo cibo da mangiare.
La polizia Thailandese ha arrestato me e anche mia madre. Mi hanno mandato allo sportello per ragazzi Ban Phum Veth e hanno spedito mia madre in prigione. Là ho passato otto mesi dopo mi hanno mandato in Cambogia, a Poipet e poi mi hanno mandato qui.
Questo posto (il centro di accoglienza) è molto importante per me perché mi aiutano, mi danno da mangiare e una casa dove dormire. Se non mi aiutano non so dove andare e morirei perché sono stato venduto dai miei genitori e sono vittima di traffico di bambini in Tailandia.
Sono molto felice di vivere qui perché ho una casa dove stare, ho abbastanza cibo da mangiare, posso andare a scuola, ho degli amici con cui giocare e imparare.
Mi piace nuotare, giocare a calcio, a tennis e saltare.
Quando sarò grande voglio essere un meccanico di auto e anche riparare gli aerei.
Il mio sogno è di vivere con i miei genitori, mia sorella e mio fratello”.
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*Ravi non è il vero nome del bambino, che è stato omesso per proteggere la sua privacy.
GIORNATA MONDIALE SULL’ACQUA: GLI STATI GARANTISCANO IL DIRITTO UMANO ALL’ACQUA
Sono passati quasi sette anni dallo storico riconoscimento dell’Assemblea Generale dell’ONU del diritto all’acqua e ai servizi igienico sanitari come un diritto umano “essenziale alla qualità della vita e funzionale all’esercizio di tutti gli altri diritti”. Era il 28 luglio del 2010 e la risoluzione era la numero 64/92. Una data che avrebbe dovuto segnare […]
Sono passati quasi sette anni dallo storico riconoscimento dell’Assemblea Generale dell’ONU del diritto all’acqua e ai servizi igienico sanitari come un diritto umano “essenziale alla qualità della vita e funzionale all’esercizio di tutti gli altri diritti”. Era il 28 luglio del 2010 e la risoluzione era la numero 64/92.
Una data che avrebbe dovuto segnare una svolta per la comunità internazionale ma che in realtà, a parte rare eccezioni, non ha finora registrato una reale volontà politica degli Stati di recepire la risoluzione ONU e trasformarla in un diritto esigibile, per esempio definendo un quantitativo minimo di litri garantito a ogni cittadino (o straniero) residente sul proprio territorio.
E così oggi nel mondo si contano 663 milioni di donne, uomini e bambini che vivono senza acqua potabile in casa, trascorrendo ore in coda o in cammino per accedere a fonti remote, e oltre 2,6 miliardi di persone che non dispongono di servizi igienici di base, la cui assenza è causa primaria di contaminazione della poca acqua disponibile e delle malattie collegate (fonte: Oms/Unicef).
Cosa fare?
Noi di Mani Tese siamo convinti che occorra concentrare gli sforzi della società civile e dei movimenti sociali verso uno strumento di diritto sovranazionale che sia cogente e quindi non aggirabile da parte degli Stati. Insieme al CICMA – Comitato Italiano per il Contratto Mondiale sull’Acqua e con il supporto di giuristi ed esperti internazionali abbiamo quindi redatto una proposta di “Protocollo Opzionale al Patto Internazionale sui Diritti economici sociali e culturali” e lanciato la campagna mondiale “Water Human Right Treaty”.
Il progetto è ambizioso e necessita di un supporto ampio e diversificato. Anche da parte tua che stai leggendo. Se vuoi saperne di più e dare la tua adesione, visita il sito: www.waterhumanrighttreaty.org
NASCE “GIUSTIZIAMBIENTALE.ORG”, IL PORTALE CHE DÀ VOCE AGLI ATTIVISTI AMBIENTALI
E’ on line www.giustiziambientale.org, un nuovo spazio partecipato d’informazione e di scambio sulla giustizia ambientale promosso da Mani Tese, l’ONG che da oltre 50 anni opera a livello nazionale e internazionale per perseguire la giustizia e promuovere stili di vita sostenibili. Giustiziambientale.org si rivolge ad attivisti, ricercatori e operatori della cooperazione allo sviluppo come […]
E’ on line www.giustiziambientale.org, un nuovo spazio partecipato d’informazione e di scambio sulla giustizia ambientale promosso da Mani Tese, l’ONG che da oltre 50 anni opera a livello nazionale e internazionale per perseguire la giustizia e promuovere stili di vita sostenibili.
Giustiziambientale.org si rivolge ad attivisti, ricercatori e operatori della cooperazione allo sviluppo come strumento per ampliare la conoscenza di base sulla giustizia ambientale. Il progetto intende inoltre dare voce al mondo dell’attivismo ambientale (gruppi, comunità, comitati) in lotta per difendere la bellezza, la salubrità e la cultura dei luoghi in cui vive, resistendo ai soprusi di un sistema economico incapace di garantire sostenibilità e rispetto dei diritti umani fondamentali.
COME FUNZIONA
Giustiziambientale.org offre un servizio gratuito di aggregazione di notizie, analisi e commenti in lingua italiana e inglese sul tema. Attraverso la possibilità di pubblicare articoli e foto originali, cittadini e attivisti possono inoltre diventare “citizen journalist” sul tema della giustizia ambientale.
I PROMOTORI
L’iniziativa è promossa da Mani Tese in collaborazione con un gruppo di esperti provenienti dai mondi della ricerca, dell’editoria e del giornalismo, uniti dalla passione per la giustizia ambientale e fortemente convinti del suo potenziale trasformativo.
Del gruppo fanno parte: Marco Moro (direttore editoriale di Edizioni Ambiente), Emanuele Bompan (giornalista e geografo), Rosy Battaglia (giornalista e fondatrice di Cittadini Reattivi), Iris Corberi (direttrice responsabile di BioEcoGeo), Simon Maurano (ricercatore di Cores Lab-Università di Bergamo), Pietro De Marinis (associazione Dévelo – Università di Milano), Chiara Pirovano (coordinatrice per il Wwf della campagna “Riutilizziamo l’Italia”).
Il progetto è realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo.
A PROPOSITO DI GIUSTIZIA AMBIENTALE
La giustizia ambientale è un principio al quale si ispirano movimenti, associazioni e ONG per la difesa dei diritti umani che riconoscono l’ambiente come elemento di equità e giustizia sociale.
Il concetto si è affermato negli Stati Uniti a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso grazie a una mobilitazione contro una discarica di rifiuti tossici nella contea nera di Warren in North Carolina. A partire dal primo decennio del XXI secolo la giustizia ambientale è entrata nel campo di interesse di diverse agenzie delle Nazioni Unite e nelle attività di denuncia e di intervento di organizzazioni non governative in Africa, Asia e America Latina. Nel 2002, in occasione del secondo Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg, alla connotazione di difesa dall’ingiustizia sociale si aggiunse la connotazione di difesa delle comunità locali dal depauperamento di risorse naturali causato da imprese statali e private.
Il principio di giustizia ambientale giunto ai nostri giorni si traduce in azioni volte ad affermare il diritto delle popolazioni indigene e delle comunità storicamente insediate nei territori a esercitare il pieno controllo sul terra, acqua, foreste e fonti energetiche in termini di accesso e distribuzione, di ripartizione dei proventi, di compensazione per i danni subiti.
3. KENYA, A SCUOLA DI PARTECIPAZIONE POPOLARE
Il Kenya ha varato, dopo le violenze del 2007-2008, una nuova costituzione nel 2010 per favorire la devolution e la partecipazione popolare ed è proprio per rafforzare quest’ultima che si inserisce l’attività di potenziamento della capacità degli small scale farmes (piccoli contadini) di incidere nelle politiche locali e agricole. Il progetto ha visto coinvolti 80 […]
Il Kenya ha varato, dopo le violenze del 2007-2008, una nuova costituzione nel 2010 per favorire la devolution e la partecipazione popolare ed è proprio per rafforzare quest’ultima che si inserisce l’attività di potenziamento della capacità degli small scale farmes (piccoli contadini) di incidere nelle politiche locali e agricole.
Il progetto ha visto coinvolti 80 leader comunitari destinatari di incontri di formazione sul tema dell’educazione alla Costituzione del Kenya e le possibilità che essa prevede per la partecipazione popolare, soprattutto per quanto riguarda le problematiche degli small scale farmers.
Sono state organizzate anche 2 giornate di incontro/confronto con le autorità locali con ottimi risultati, come testimonia il video. L’attività è stata inoltre estesa a 4 scuole per lavorare anche con i più giovani e i leader contadini del futuro.
I risultati, come ci raccontano dal campo, sono stati importanti e hanno avuto risposte chiare da parte delle autorità.
Queste attività di formazione completano il lavoro di empowerment dei contadini di supporto al reddito e di creazione di opportunità di business previste dal progetto promosso da Mani Tese. In questo modo, infatti, da un lato vengono migliorate le condizioni economiche dei contadini, permettendo ìdi far fronte alle loro necessità e, dall’altro, attraverso la formazione, si lavora sul piano polito, aiutandoli a far valere i propri diritti. Questo approccio integrato consente un cambio reale delle condizioni di vita dei destinatari del progetto.
Aiuta anche tu Mani Tese a supportare integralmente le comunità contadine: con 10 euro aiuti la partecipazione di un leader comunitario a un incontro di formazione, con 100 euro aiuti a organizzare un meeting di villaggio!
Dona ora!
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Il progetto AID 010149/MATE/KEN è cofinanziato dalla Cooperazione Italiana allo Sviluppo e implementato da Mani Tese e dal partner locale NECOFA.