SCHIAVE SCINTILLANTI: INCONTRO CON SILVESTRO MONTANARO

In occasione della Giornata Contro la Violenza sulle Donne, Mani Tese propone un incontro per parlare delle vittime dello sfruttamento sessuale

“Ho sopportato ogni orrore e sono divenuta un corpo che scintilla e scintillare per tutte noi è innanzitutto sorridere. Voi uomini, voi stranieri, avete bisogno di comprarci sorridenti per chetare i vostri sensi di colpa, illudervi, nascondervi la semplice verità di star pagando un corpo che ha anche un’anima cui è stata rubata la libertà, la purezza e la gioia”

(Da “Il cuore coperto di neve” di Silvestro Montanaro)

Nel mondo sono 4,8 milioni le vittime di sfruttamento sessuale. Di queste, la maggior parte è donna.
Abusate, seviziate, prigioniere, costrette a prostituirsi: è la spaventosa vita quotidiana di moltissime schiave, spesso bambine.

In occasione della Giornata Contro la Violenza sulle Donne (25 novembre 2017), Mani Tese propone l’evento “SCHIAVE SCINTILLANTI – Le vittime della prostituzione e dello sfruttamento sessuale”.

Un incontro con Silvestro Montanaro, giornalista e documentarista (noto come autore del programma di Rai Tre “C’era una volta”), che ha raccolto le storie delle vittime di sfruttamento sessuale durante le sue coraggiose inchieste e le ha pubblicate nel libro “Col cuore coperto di neve”.

Dialogano insieme a lui, Chiara K. Cattaneo, Program Manager della Campagna “I Exist” di Mani Tese e Sr. Claudia Biondi, Responsabile Area Tratta e Prostituzione di Caritas Ambrosiana.

L’incontro si terrà Sabato 25 novembre 2017, alle ore 18.00, presso la sede di Mani Tese in Piazzale Gambara 7/9, Milano.
L’ingresso è libero.

SCARICA LA LOCANDINA DELL’EVENTO

Leggi la nostra intervista a Silvestro Montanaro

AL NOSTRO PARTNER DAMNOK TOEK IL PREMIO “CHILD 10 AWARD”!

Sam Sovannarith, Direttore di Damnok Toek, nostro partner in Cambogia, è da poco tornato da Stoccolma dove ha ritirato il premio Child 10 Award 2017

Damnok Toek, che in lingua khmer significa goccia d’acqua, è nostro partner in Cambogia dal 2008. Con questa organizzazione stiamo promuovendo il progetto “Bambini al sicuro in Cambogia” che prevede il supporto a un centro di accoglienza per bambini vittime di trafficking e a rischio di abusi.

Sam Sovannarith, Direttore di Damnok Toek, è da poco tornato da Stoccolma dove ha ritirato il premio Child 10 Award 2017 promosso da Sophie Stenbeck Family Foundation, Reach for Change ed ECPAT Sweden.

Il Child 10 Award viene rilasciato ogni anno a 10 imprenditori sociali che, in tutto il mondo, si sono distinti nella promozione e nella difesa dei diritti dei bambini.

Di seguito il video proiettato durante la cerimonia di premiazione:

Scopri le attività che Mani Tese supporta in Cambogia grazie a Damnok Toek

GUINEA-BISSAU, SINERGIE VIRTUOSE PER LA REINTEGRAZIONE DEGLI EX DETENUTI

RENASCER è l’organizzazione di ex detenuti creata in Guinea Bissau per promuovere la diffusione dei diritti dei prigionieri e il loro reinserimento

RENASCER è l’organizzazione di ex detenuti creata di recente in Guinea Bissau all’interno del progetto Prisioneiro tene balur (Il prigioniero ha valore). L’associazione RENASCER nasce con l’idea di promuovere attività di diffusione dei diritti dei prigionieri appoggiando il loro reinserimento sociale e familiare.

Ma non si può pensare a un reinserimento sociale senza la possibilità e la certezza di un lavoro. Per questo motivo, grazie anche alla collaborazione di ENGIM, stiamo lavorando con i membri di RENASCER per valorizzare le loro idee cercando di concretizzare i loro sogni.

I membri dell’associazione sono molto entusiasti di questa collaborazione. Tanto che Ivanildo, segretario dell’associazione, ha accompagnato Mani Tese, insieme ad altri suoi colleghi, in una serie di conferenze lanciate da Desafio GB, programma di rilancio delle micro imprese in Guinea Bissau, il 23 settembre.

Il loro impegno e la loro voglia ci spingono a un ultimo mese di progetto molto intenso. Grazie alle competenze agricole acquisite in carcere in questi anni, RENASCER ha infatti deciso di cimentarsi nella creazione di un pollaio comunitario e nell’allevamento di suini.

E allora perché non creare sinergie con i progetti in corso in Guinea Bissau, dove si sta sviluppando proprio una filiera avicola? Sabato 30 settembre abbiamo dunque visitato il CEDAVES (centro avicolo) e i piccoli pollai familiari dei quartieri periferici di Bissau finanziati dal nostro progetto “Promozione della filiera avicola in Guinea Bissau”. Alfredo, Segunda, Paula, ci hanno raccontato dei loro piccoli successi economici e del loro impegno, sacrificio e dedizione nell’allevamento di polli.

Nei prossimi giorni l’associazione si riunirà per iniziare a pensare concretamente al loro piccolo pollaio e noi di Mani Tese cercheremo di accompagnare gli amici di RENASCER in questo sogno.

Il processo di reintegrazione dei detenuti continua anche grazie alla sinergia tra i nostri progetti!

Ivanildo, segretario dell'associazione RENASCER
Ivanildo, segretario dell’associazione RENASCER
Foto di gruppo conferenza sviluppo micro imprese
Foto di gruppo alla conferenza sviluppo micro imprese
Visita al CEDAVES
Visita al CEDAVES
Alfredo, direttore di ASAS spiega la filiera avicola nel centro di Antula
Alfredo, direttore di ASAS spiega la filiera avicola nel centro di Antula
Pollai costruiti con materiale di poco valore. l'esperienza di Segunda
Pollai costruiti con materiale di poco valore. l’esperienza di Segunda
Costruzioni artigianali. Si può fare anche con poco
Costruzioni artigianali. Si può fare anche con poco
Visita nei pollai
Visita e curiosità nei pollai

 

GUINEA-BISSAU: VIDEO “METTIAMO LE ALI ALLO SVILUPPO”

Abbiamo realizzato un video in cui raccontiamo il nostro progetto “Promozione della filiera avicola in Guinea Bissau”!

Abbiamo realizzato un video in cui raccontiamo il nostro progetto “Promozione della filiera avicola in Guinea Bissau“. Il progetto intende contribuire a sviluppare una filiera produttiva di proteine di origine animale, riducendo così l’insicurezza alimentare della popolazione e dando vita, al contempo, ad attività generatrici di reddito.

Nel video “Mettiamo le ali allo sviluppo” lo raccontiamo attraverso la voce e le immagini di alcuni dei suoi protagonisti:

 

Per approfondire:

Leggi la scheda del progetto “Promozione della filiera avicola in Guinea Bissau”

Guarda e dona il calendario di Mani Tese 2018 “People of Guinea Bissau”

Scarica il paper “Migrazioni e sovranità alimentare: il caso Guinea-Bissau”

PADRE DANIELE MOSCHETTI, DA MANI TESE A MISSIONARIO ALL’ONU

Questa settimana è venuto a trovarci Daniele Moschetti per raccontarci la sua esperienza: ecco le tappe della sua straordinaria esperienza

Questa settimana è venuto a trovarci Daniele Moschetti per raccontarci la sua esperienza.
E’ proprio notizia di questi giorni che Padre Daniele sia stato incaricato di seguire un’attività di advocacy e lobbying per portare le istanze dei più poveri presso le Nazioni Unite e il Parlamento Americano. A New York collaborerà con Vivat International e a Washington con l’African Faith and Justice Network.

E’ stato davvero emozionante ripercorrere le tappe dell’esperienza straordinaria di Padre Daniele, dedicata alla ricerca del senso profondo della vita a fianco dei più bisognosi.

Tutto cominciò proprio con Mani Tese, e in particolare con un campo estivo dell’associazione, quello di Andria (Bari), di cui Daniele venne a sapere leggendo Famiglia Cristiana.
Quella del campo fu una bellissima esperienza d’incontro con il Sud del mondo. Lì Daniele conobbe Don Vito Miracapillo, espulso dal Brasile dei tempi della dittatura per aver difeso i diritti dei contadini. L’esperienza del sacerdote colpì molto Daniele che, tornato a casa, cambiò vita e fondò, insieme ad altri, il gruppo di Mani Tese Gallarate.

Fu inoltre presso la sede nazionale di Mani Tese che Daniele incontrò per la prima volta Alex Zanotelli, un’altra figura molto importante per la sua formazione.
Contro la fame, cambia la vita” ricorda Padre MoschettiEra lo slogan di Mani Tese di quei tempi. Io ci credevo e ci credo ancora“.

Oltre al lavoro con Mani Tese, crebbe in Daniele il desiderio di concretizzare il proprio impegno sociale anche nella dimensione spirituale.
Un viaggio in Repubblica Centrafricana “alla scoperta della parola di Dio” fu determinante e lo riconciliò alla Chiesa portandolo a seguire la propria la vocazione dapprima a Firenze e poi in Africa, a fianco di Alex nelle baraccopoli di Korogocho, in Kenya.
Poi da lì l’esperienza con i giovani nel nord-est italiano per poi tornare di nuovo a Korogocho, dove rimase fino al 2008. Proprio in quel luogo, in mezzo agli ultimi degli ultimi, Padre Daniele trovò “il Vangelo incarnato nella realtà”.
In seguito, fu mandato dapprima in Palestina e poi in Sud Sudan. Tutti luoghi in cui le contraddizioni del sistema apprese con Mani Tese furono vissute da Padre Daniele in prima persona.

Mi sarebbe piaciuto rimanere in Sud Sudan o lavorare in Italia a fianco dei migranti ma non sarà così” continua Moschetti riferendosi al suo prossimo, inatteso, incarico. La sua meta ora saranno gli Stati Uniti, dove dovrà coordinare e far sentire la voce dei missionari sparsi nel mondo presso le Nazioni Unite.

Del resto, chi meglio di lui, che ha conosciuto dal vivo le peggiori ingiustizie che avvengono quotidianamente nelle periferie del Pianeta e che ha un’idea estremamente lucida dell’attuale situazione geopolitica, può portare le istanze dei più emarginati nei luoghi in cui dovrebbero avvenire le più importanti decisioni politiche?

Noi di Mani Tese siamo convinti che Padre Daniele farà un ottimo lavoro e che, ancora una volta, sarà d’aiuto agli ultimi facendosi portavoce della loro dignità.

Padre Daniele Moschetti_Mani Tese_2017

IL CALENDARIO 2018 DI MANI TESE!

PEOPLE OF GUINEA BISSAU è un calendario d’autore da parete realizzato con le immagini di Mirko Cecchi.

Quest’anno abbiamo realizzato un calendario davvero speciale!

PEOPLE OF GUINEA BISSAU è un calendario d’autore da parete (21,5×48) realizzato con le immagini di Mirko Cecchi, fotografo che ha lavorato sui diritti umani in molti dei suoi reportage e che ha viaggiato in Guinea Bissau insieme a noi per documentare i nostri progetti di cooperazione e cogliere lo spirito di questo popolo indomito.

Ogni mese del calendario è arricchito da citazioni significative per Mani Tese che ne raccontano i valori e come sempre da alcune delle giornate internazionali più importanti, che lo rendono uno strumento di attivismo utile e aggiornato.

Il calendario 2018 di Mani Tese è un bellissimo dono per sostenere i nostri progetti e per ricordare, tutti i giorni, un impegno di giustizia che dura da oltre 50 anni.

Scarica la versione digitale del calendario

Dona il calendario e sostieni i nostri progetti

Ecco il video in cui presentiamo il calendario in anteprima:

LIONE: AL VIA IL PRIMO FORUM EUROPEO SULL’AGROECOLOGIA

È iniziato oggi a Lione, in Francia, il primo forum europeo sull’agroecologia. Più di 300 partecipanti provenienti da 18 Paesi europei.

È iniziato oggi a Lione, in Francia, il primo Forum Europeo sull’Agroecologia. Più di 300 i partecipanti provenienti da 18 diversi Paesi europei che si confronteranno per tre giorni sul tema per rafforzare le sinergie tra movimenti e organizzazioni non governativi, mondo della scienza e agricoltori.

Si registra una grande presenza di giovani e donne.

Noi siamo presenti al Forum con due delegati: Giosuè De Salvo, Responsabile Advocacy, Educazione e Campagne di Mani Tese e Giovanni Sartor, Responsabile Cooperazione Internazionale di Mani Tese.

#aef2017

La filiera amara della canna da zucchero

Leggi e scopri il nuovo dossier sulle condizioni di lavoro e vita dei lavoratori della canna da zucchero in Nicaragua e Guatemala

di  Federica Alfano, Chiara K. Cattaneo, Claudia Zaninelli, Raùl Zecca Castel

Lo zucchero oggi rappresenta uno dei beni di consumo quotidiano più richiesti e diffusi su scala globale.  Il suo consumo è più che raddoppiato dagli anni ’60 al 2009, ed è prevista una crescita costante nei prossimi anni. Al momento si aggira intorno ai 25 kg annui pro capite, ma i paesi sviluppati superano addirittura i 40 kg, come nel caso americano. Un italiano medio ne consuma circa 27 kg all’anno, pari a 70 gr giornalieri, cifra che comunque supera del 50% il limite massimo consigliato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Sempre più studi clinici riconoscono l’eccessivo consumo di zucchero come fattore di rischio non solo rispetto alle patologie metaboliche, ma anche per quelle cardiache e tumorali.

Risulta attualmente meno noto e problematico a livello pubblico il discorso sulle modalità di produzione dello zucchero, in particolare per quanto riguarda le condizioni di lavoro e le gravi violazioni che si verificano all’interno della filiera, che includono forme di lavoro forzato, minorile, sottopagato e insicuro, abusi e violenze, nonché fenomeni di accaparramento e contaminazione di terre e acqua.

Il dossier La filiera amara della canna da zucchero analizza la filiera della canna da zucchero, che sempre più terre, lavoratori e denaro è andata interessando in tutto il mondo negli ultimi decenni. L’ampliarsi delle terre destinate a questa coltivazione è proporzionale all’aumento di livelli di malnutrizione, con l’agricoltura famigliare e quella destinata al consumo locale fortemente penalizzate, e con la diffusione di fenomeni come il land grabbing che accentrano ulteriormente la proprietà della terra. Inoltre risultano notevoli danni all’ambiente dovuti sia all’impoverimento progressivo del suolo e alla perdita di biodiversità, sia alla contaminazione del terreno e delle risorse idriche a causa dell’uso massiccio di fertilizzanti e diserbanti chimici.

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La filiera della canna da zucchero

 

All’interno della filiera della canna da zucchero emerge una forte frammentazione e precarizzazione del lavoro. Attraverso un sistema di subappalti informali, la manodopera viene ingaggiata da terzi a seconda della necessità del momento. Questo sistema penalizza ulteriormente i lavoratori, costretti a lavorare in condizioni precarie dal punto di vista della sicurezza nel breve, medio e lungo termine. Si segnalano fenomeni gravi come impiego del lavoro minorile e la violazione dei diritti dei lavoratori.

Abbiamo scelto di studiare con maggiore attenzione, anche sul campo, la filiera della canna da zucchero in due paesi centroamericani – Guatemala e Nicaragua – due casi esemplificativi delle gravi conseguenze che la filiera della canna da zucchero può produrre sia sulle risorse umane sia sulla questione della terra.

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I Paesi analizzati nel dossier

 

La coltivazione della canna da zucchero in Guatemala ha assunto un’importanza enorme per l’economia nazionale, fino a trasformare il paese nel principale produttore ed esportatore di zucchero della regione e uno dei quattro esportatori principali su scala mondiale. La manodopera bracciante impiegata nel settore è costituita quasi al 90% da popolazione indigena. Sono emersi rapporti di lavoro non contrattualizzati e sommersi, salari al di sotto dei minimi legali, negazione dei diritti sindacali, sfruttamento di lavoro minorile e casi di land grabbing con impatti fortemente negativi sulle popolazioni e l’ambiente.

Il Nicaragua si è posto al centro di recenti attenzioni internazionali a causa della significativa incidenza che la patologia di Insufficienza Renale Cronica Per Cause Non Tradizionali (IRCnT) registra nelle aree agricole e in particolare tra i lavoratori delle piantagioni di canna da zucchero. Per quanto sia stata classificata come una malattia multifattoriale, il mondo accademico e della medicina a livello internazionale concorda sul ruolo predominante dell’utilizzo massiccio di agrochimici impiegati nella coltivazione della canna da zucchero, e nelle condizioni di lavoro dei braccianti.

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Le cause della “Nefropatia mesoamericana”: tutti fattori legati alle condizioni di lavoro

 

Nello scegliere questi due paesi Mani Tese ha inteso però anche proseguire una relazione nata rispettivamente nel 1969 in Guatemala e nel 1973 in Nicaragua e che nei decenni si è concretizzata nel sostegno a organizzazioni e movimenti della società civile locale su diversi fronti: dall’acqua alla terra, dal sostegno all’imprenditoria agricola alla valorizzazione della medicina tradizionale, a fianco delle comunità indigene e delle vittime di violenza politica.

La filiera della canna da zucchero e lo sfruttamento del lavoro minorile nella sua coltivazione in Brasile sono stati al centro dell’impegno di Mani Tese durante la Global March Against Child Labour. Nel 1998 ONG, associazioni di lavoratori e altre realtà della società civile hanno deciso di lanciare una campagna internazionale per la difesa dei diritti dei minori, e per richiamare l’attenzione di opinione pubblica e istituzioni sul problema dello sfruttamento del lavoro minorile; la marcia ha attraversato 90 paesi, per arrivare a Ginevra e contribuire all’adozione della Convenzione ILO 182 sulle peggiori forme di sfruttamento del lavoro minorile. Mani Tese è stata coordinatrice europea della campagna, svolgendo un’azione di lobby politica, di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e contemporaneamente di promozione di progetti di cooperazione a tutela dell’infanzia e contro lo sfruttamento del lavoro minorile.

All’interno di questo progetto si è inserita, nel 1998, la pubblicazione del fumetto “Lo zucchero amaro di Carlos José” su diverse filiere produttive che sfruttano il lavoro minorile. In particolare la storia di Carlos José tratta dello sfruttamento nella filiera della canna da zucchero in Brasile e il mancato accesso alla terra per i contadini. Questa azione di sensibilizzazione racconta per immagini il lavoro e l’importante partenariato tra Mani Tese e il movimento politico Sem Terra che si batteva per la riforma agraria.

L’impegno di Mani Tese

Se da un lato è necessario acquisire e promuovere consapevolezza sulle molteplici violazioni che avvengono all’interno della filiera della canna da zucchero, auspicando azioni che la rendano più sostenibile dal punto di vista ambientale e umano, occorre anche tenere presente che queste criticità non possono essere affrontate e risolte con un approccio monotematico.

Il ruolo del business è sicuramente centrale nella complessa sfida di rendere più trasparente e sostenibile la filiera della canna da zucchero, così come devono esserlo la consapevolezza e sensibilità dei consumatori nel domandare che lo zucchero che utilizzano sia prodotto nel pineo rispetto della legislazione che tutela lavoro e ambiente.

Occorre tuttavia ricordare il ruolo preminente che possono e devono ricoprire le istituzioni politiche nazionali e internazionali nell’esigere che la libertà di impresa sia vincolata al rispetto dei diritti umani, e che tale responsabilità ricada sugli attori del business.

Mani Tese ha scelto di operare sui seguenti tre livelli: diversi, complementari, e tutti necessari.

In Nicaragua è impegnata nella prevenzione e nel miglioramento delle cure per i lavoratori malati di Insufficienza Renale Cronica, e della popolazione a rischio di contrarre la malattia. Partner locale è il Centro de Investigacion de Salud, Trabajo y Ambiente (CISTA), della Facoltà di Scienze Mediche dell’Università Nazionale Autonoma del Nicaragua-Leon (UNAN), i cui ricercatori sono impegnati nell’analisi della letteratura internazionale in materia, integrandola con interviste e dati raccolti sul campo. Attraverso il coinvolgimento di leader informali e autorità locali competenti, si è avviato un processo per l’elaborazione e adozione di strategie comuni per affrontare la malattia con l’obiettivo ultimo di farla riconoscere come patologia professionale e produrre norme atte a prevenirne l’ulteriore diffusione.

In Guatemala da più di 10 anni, Mani Tese sostiene diversi movimenti sociali e contadini, tra cui la Coordinadora Nacional Indígena y Campesina (CONIC), che si occupano di sovranità alimentare e accesso alla terra, promuovendo il recupero di tecniche e produzioni locali tradizionali, l’educazione nutrizionale e il rafforzamento delle loro capacità di ingaggio con le autorità locali.

In Italia Mani Tese realizza la campagna di sensibilizzazione “i  exist – say no to modern slavery”, per informare e sensibilizzare i cittadini e le istituzioni sulle diverse manifestazioni delle forme moderne di schiavitù – in particolare il lavoro minorile, il traffico di esseri umani e lo sfruttamento del lavoro nelle filiere. Parallelamente abbiamo di recente promosso un Coordinamento strategico nazionale di associazioni, accademici e Ong (tra queste Amnesty International, Fondazione Finanza Etica, Action Aid, Focsiv e Cospe) con l’obiettivo di incidere su due processi determinanti sul fronte “business & human rights”: il Piano di Azione Nazionale sui Principi Guida dell’ONU su Imprese e Diritti Umani e i negoziati in corso a Ginevra, Consiglio ONU per i Diritti Umani, per un “Trattato vincolante per le società transnazionali ed altre imprese in tema di diritti umani”.

A livello europeo, Mani Tese è infine membro attivo di due importanti network, accreditati presso la Commissione e il Parlamento Europeo: l’European Coalition for Corporate Justice (ECCJ) e la Copenhagen Initiative for Central America and Mexico (CIFCA). ECCJ si batte sin dalla sua fondazione, avvenuta nel 2006, per rendere le imprese legalmente responsabili delle proprie filiere di produzione e fornitura globali e per dare accesso ai tribunali europei alle vittime di abusi commessi da imprese europee in paesi terzi. CIFCA ha come focus il monitoraggio degli accordi politici e commerciali tra l’Unione Europea e l’America Latina e del loro impatto in termini di giustizia sociale e ambientale.

Se l’obiettivo di una filiera della canna da zucchero sostenibile e rispettosa dei diritti è indubbiamente ambizioso, rimane pur sempre un obiettivo raggiungibile attraverso strategie e azioni che sappiano attivare i singoli cittadini, la società civile organizzata, le istituzioni e gli operatori di impresa più sensibili, e riescano a convogliare sforzi e sguardi nella direzione di un sistema economico e produttivo più equo e, in ultima istanza, un mondo più giusto.

 

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