APRIAMO I PORTI: MANI TESE ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE DI MILANO
Mani Tese aderisce alla manifestazione “Apriamo i Porti. Garantiamo il Soccorso in Mare” e invita soci, volontari, operatori e sostenitori a parteciparvi.
Che posizione vuole prendere l’Italia sul rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale del mare, che impone il salvataggio delle persone in imminente pericolo di vita?
Noi pensiamo che l’uso strumentale dei migranti da parte del Governo italiano, che ha preso in ostaggio centinaia di persone al solo scopo di perseguire un progetto politico di parte, sia inaccettabile.
È on line il nuovo giornale di Mani Tese dedicato all’Educazione alla Cittadinanza Globale dal titolo “A scuola di Mondo”
È on line il nuovo giornale di Mani Tese!
Con una vesta grafica rinnovata, il nostro semestrale, la voce della nostra associazione da oltre 50 anni, in questo numero affronta un contesto sempre più caratterizzato da muri e paure focalizzandosi su un tema nell’ambito del quale Mani Tese è sempre stata in prima linea: l’Educazione alla Cittadinanza Globale.
“A scuola di mondo” è il titolo che abbiamo scelto per ribadire, oggi più che mai, che i percorsi di Educazione alla Cittadinanza Globale rappresentano una risposta concreta alle sfide sociali del nostro tempo, per conoscere e imparare a leggere una realtà sempre più complessa, per creare nuovi cittadini e cittadine capaci di cambiare il futuro e per combattere i razzismi.
Ecco perché, oggi, la nostra risposta alla decisione del Ministro dell’Interno di chiudere i porti ai migranti non può che essere quella di aprire le menti attraverso una resistenza culturale. Perché le soluzioni “facili” a una realtà complessa non sempre sono le più giuste. Perché la battaglia politica per ottenere una condivisione delle responsabilità in tema di migranti con gli altri Paesi membri dell’UE non si può fare sulla pelle di persone inermi, per cui il viaggio in mare è solo l’ultima tappa di un percorso di abusi, torture e sfruttamento schiavista.
“Dedicare oggi un numero del giornale al tema dell’educazione suona un po’ come una provocazione, un’estrema difesa di un valore in disuso – scrive Valerio Bini, Presidente di Mani Tese nel suo editoriale – In disuso non solo perché diversi movimenti politici sono riusciti a costruire consenso sull’incultura, facendo dell’ignoranza un malinteso segno di vicinanza al “popolo”. Più a fondo, l’educazione oggi è messa in pericolo dai tempi e dagli spazi serrati che vogliono risposte semplici, in pochi caratteri, a problemi complessi“.
In questo numero, in particolare, si parlerà di:
La complessità non s’impara in pochi caratteri, l’editoriale di Valerio Bini, Presidente di Mani tese
Nuovi cittadini per un altro futuro di Giacomo Petitti di Roreto, Responsabile Educazione e Formazione di Mani Tese
Educare per includere, la Strategia italiana di Elias Gerovasi, Responsabile Progettazione e Partenariati di Mani Tese
Imparare da una ciambella. L’economia ridisegnata di Giosuè De Salvo, Responsabile Advocacy, Educazione e Campagne di Mani Tese
Più ti conosco più ti rispetto: nuovi italiani e integrazione di Valeria Schiavoni, Formatrice di Mani Tese
Fuori dalla classe siamo tutti insegnanti di Fabrizio Boldrini e Maria Rita Bracchini, Pedagogisti della FONDAZIONE Hallgarten-Franchetti Centro Studi Villa Montesca
Istruzione per tutti: tante voci per un obiettivo – Intervista a Kira Boe, rappresentante della Società Civile nel board della Global Partnership for Education, a cura di di Giacomo Petitti di Roreto, Responsabile Educazione e Formazione di Mani Tese
Kenya, una nazione al bivio tra disuguaglianze e speranza di Giovanni Sartor, Responsabile Cooperazione di Mani Tese e Samuele Tini, Rappresentante Paese Kenya di Mani Tese
Il miele resistente dei Lesingo di Cosimo Bizzarri
E ora mandateci a quel paese! Sei storie di impegno e cooperazione – Intervista a Matteo de Mayda e Cosimo Bizzarri, autori della campagna 5×1000 di Mani Tese Matteo a cura di Giorgia Vezzoli, Communication & PR Manager di Mani Tese e Matteo Chiari, Direttore del Giornale di Mani Tese
NICARAGUA: STOP ALLE VIOLENZE PER PROMUOVERE LA PIENA DEMOCRAZIA
Con il peggiorare della situazione e in seguito a gravi minacce ricevute, siamo costretti a sospendere temporaneamente il nostro progetto in Nicaragua.
E’solo di pochi giorni fa la notizia che i violenti scontri nel Paese avevano reso difficoltose alcune attività del nostro progetto”Cura e prevenzione dell’insufficienza renale cronica nei lavoratori della canna da zucchero“, che comunque stava proseguendo. Con il peggiorare della situazione e in seguito a gravi minacce ricevute, lo staff si trova nell’impossibilità di svolgere qualsiasi spostamento o attività, e siamo dunque costretti a sospendere temporaneamente il progetto. Esprimiamo la massima solidarietà e vicinanza al nostro partner e allo staff di progetto, e condividiamo il comunicato di AOI, Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale di cui Mani Tese fa parte, sulla situazione in Nicaragua.
“Oltre 100 sono le persone morte, 1000 i feriti e sconosciuto è il numero degli scomparsi sino ad oggi in Nicaragua in seguito alla violentissima repressione governativa contro le manifestazioni pacifiche di protesta iniziate il 18 aprile scorso. La gran parte delle vittime sono manifestanti, ma dal momento in cui si è acuito lo scontro si contano morti anche nelle forze di polizia e nei gruppi filo-governativi.
L’AOI, insieme ad altre reti di Ong a livello internazionale, esprime forte preoccupazione per questo clima di scontri violenti in Nicaragua e teme che ciò inneschi una spirale che potrebbe riportare il Paese ai periodi più tragici del suo passato.
Il rapporto “Sparare per uccidere“, diffuso nei giorni scorsi da Amnesty International, parla di “una strategia repressiva nei confronti delle manifestazioni basata sull’uso eccessivo della forza, esecuzioni sommarie, controllo dei mezzi d’informazione e impiego di gruppi armati filo-governativi“. A sua volta, la Commissione Interamericana per i Diritti Umani dell’Organizzazione degli Stati Americani ha espresso giudizi molto duri verso il governo che a suo avviso non ha vigilato sul rispetto dei diritti umani, denunciando “l’uso eccessivo della forza” da parte della polizia.
La grande, pacifica protesta che attraversa il Paese ha preso le mosse dalle università contro la riforma del sistema previdenziale, ma ha continuato a estendersi anche dopo il ritiro della riforma. Si tratta dell’emersione di un profondo malessere cresciuto negli anni, legato al disagio sociale, al malcontento per la bassa qualità dei servizi e alla mancanza di politiche strategiche in termini di welfare e lotta alla povertà, di un forte dissenso per una gestione delle risorse naturali considerata predatoria, di un’opposizione di comunità contadine e indigene all’esproprio di terre con l’argomento della futura costruzione di un canale inter-oceanico.
In Nicaragua nella popolazione è largamente diffusa la convinzione che stiano venendo a mancare reali garanzie democratiche, con un Parlamento dominato dal Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN), che ha messo di fatto fuori legge i principali partiti di opposizione.
Il “dialogo” promosso dalla Conferenza Episcopale e dall’Organizzazione degli Stati Americani si è subito rivelato molto difficile per la forte distanza fra il governo nicaraguense e i movimenti popolari.
La partecipazione democratica e l’ascolto delle rivendicazioni di tutti i settori è una condizione indispensabile per eliminare la povertà e l’esclusione sociale e costruire una società pienamente democratica e partecipe di processi di autosviluppo. La storia, in particolare per le fragili democrazie latino americane, ha sempre dimostrato che il baratto “meno povertà in cambio di più autoritarismo” produce solo lutti, violenze e maggiore radicamento della povertà.
AOI, unendosi alle voci dei movimenti e delle reti di Ong che si sono espresse nel mondo, chiede l’impegno della comunità politica internazionale a sostegno delle istanze che stanno lavorando per promuovere il pieno sviluppo democratico e sociale del Nicaragua.
UNA SUMMER SCHOOL SULLA GIUSTIZIA AMBIENTALE NELLA CITTÀ DELL’ILVA
Aperte le candidature alla scuola di formazione di Mani Tese “Comunicare la Giustizia Ambientale” che si terrà a Taranto dal 20 al 26 agosto.
Si svolgerà proprio a Taranto, nella sede della più grande acciaieria d’Europa, la Summer School di Mani Tese dedicata agli attivisti che si occupano della narrazione di temi legati all’ambiente.
La Summer School “Comunicare la Giustizia Ambientale” si terrà infatti nella città Tarantina dal 20 al 26 agosto e avrà l’obiettivo di formare 20 giovani attivisti nel campo della comunicazione sociale a comprendere i meccanismi chiave della giustizia ambientale e a trovare forme innovative ed efficaci per raccontarle al grande pubblico.
“La relazione tra giustizia e ambiente è difficile da inquadrare – dichiara Giacomo Petitti, Responsabile Educazione e Formazione di Mani Tese – non si tratta infatti solo di garantire il diritto alla salute o la sovranità sulle risorse naturali delle comunità più sfruttate, si tratta piuttosto di una questione sociale e ambientale allo stesso tempo. In questo contesto diventa decisivo, per gli attivisti che si occupano di questi temi, saper comunicare in modo efficace la complessità di un fenomeno in aumento anche in Italia”
I PROMOTORI
La scuola è organizzata da Mani Tese in collaborazione con Peacelink, Centro Giustizia, Pace e Integrità del Creato e Genitori Tarantini ed è finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
A CHI È RIVOLTA
La summer school è rivolta a giovani attivisti/comunicatori di età compresa tra i 18 e i 35 anni che intendono incrementare le proprie competenze nel documentare e raccontare casi di ingiustizia ambientale.
DOVE & QUANDO
La Summer School si terrà a Taranto da Lunedì 20 a Domenica 26 Agosto 2018. La scuola è progettata in forma residenziale e prevede una metodologia formativa che combina momenti di studio, di riflessione e di condivisione.
LA STRUTTURA
La metodologia della scuola utilizzerà un approccio formativo esperienziale (learning by doing) e peer to peer, a partire dalla conoscenza diretta di un caso emblematico come quello dell’ILVA di Taranto.
I momenti formativi si suddivideranno in sessioni teoriche a cura di professionisti esperti di comunicazione sociale, visite sul campo per conoscere le realtà tarantina come caso studio, sessioni metodologiche e laboratori esperienziali sulle tecniche di comunicazione.
I RELATORI
Ecco i professionisti che accompagneranno gli iscritti in questo percorso: Fulvio Colucci, giornalista e scrittore. Redattore tarantino della Gazzetta del Mezzogiorno, da oltre vent’anni raggiunge luoghi e racconta storie di cronaca e umanità. Matteo de Mayda, fotografo focalizzato su progetti sociali e campagne che mescolano sostenibilità e branded content. Gianluca Costantini, artista attivista che da anni combatte le sue battaglie attraverso il disegno. Giosuè De Salvo, responsabile dell’area Advocacy, Educazione e Campagne di Mani Tese. Giacomo Petitti di Roreto, responsabile della formazione e dei programmi di giustizia ambientale di Mani Tese.
CANDIDATURE
Al fine di assicurare una buona interazione tra i partecipanti la scuola è a numero chiuso e prevede un numero massimo di 20 attivisti.
La partecipazione ai momenti formativi è gratuita. È richiesto un contributo di partecipazione alle spese pari a 100€ che non comprende i viaggi per raggiungere Taranto e i pranzi.
Per candidarsi è necessario inviare una mail all’indirizzo ecg[at]manitese.it oppure iscriversi attraverso il form on line sul sito di Mani Tese entro e non oltre Giovedì 12 Luglio 2018 specificando nell’oggetto: Summer School 2018 e allegando curriculum vitae e breve lettera di motivazioni.
SOGNANDO LA LIBERTÀ: BAMBINI VITTIME DI TRAFFICKING E ABUSI IN CAMBOGIA
In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, lunedì 18 giugno Mani Tese organizza un incontro con Sam Sovannarith, Direttore di Damnok Toek
Ogni giorno decine di bambine e bambini lasciano la Cambogia nel tentativo di sfuggire all’estrema povertà per raggiungere la Tailandia, dove spesso diventano vittime di trafficking e abusi.
In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, lunedì 18 giugno alle ore 18.00 presso la sede di Mani Tese ne parleremo con Sam Sovannarith, Direttore di Damnok Toek, organizzazione non governativa per l’accoglienza e la reintegrazione di minori, partner di Mani Tese dal 2008 e premiata con il Child 10 Award 2017.
Dialogano insieme a lui Chiara K. Cattaneo, Program Manager della campagna “I exist” di Mani Tese e Giulia Donnici, Responsabile dei progetti in Cambogia di Mani Tese.
L’incontro, aperto al pubblico, si terrà presso la sede di Mani Tese, in Piazzale Gambara 7/9 a Milano.
Di seguito la locandina dell’evento (clicca sull’immagine per scaricare la versione in PDF)
CONTINUA IL NOSTRO IMPEGNO IN NICARAGUA NONOSTANTE GLI SCONTRI NEL PAESE
Il Paese è scosso da proteste in reazione alla riforma delle pensioni e represse con violenza. Le attività del nostro progetto, seppur riviste, proseguono
Dal 18 aprile il Nicaragua è scosso da gravissime proteste nate in reazione alla riforma delle pensioni, e represse con estrema violenza. La Commissione interamericana dei diritti umani ha dichiarato che almeno 76 persone sono state uccise durante gli scontri, e 868 ferite.
In un contesto così drammatico, nell’ultimo mese è stato necessario rivedere anche le attività del nostro progetto “Cura e prevenzione dell’insufficienza renale cronica nei lavoratori della canna da zucchero“. Per motivi di sicurezza, infatti, sono stato limitati allo stretto necessario gli spostamenti dello staff di progetto, concentrandosi sulla revisione ed edizione del manuale sull’insufficienza renale cronica che servirà a informare e sensibilizzare la popolazione sulla prevenzione e cura della malattia.
Sono allo studio anche le varie attività di formazione sul tema, che accompagneranno la presentazione del materiale ai diversi destinatari.
Di recente lo staff ha inoltre incontrato il delegato del Ministero dell’Educazione di Chichigalpa, che ha dato un parere positivo sulle attività del progetto, e sta organizzando nel comune di Quezalguaque dei focus group con le comunità che ci permetteranno di approfondire le convinzioni e gli atteggiamenti della popolazione rispetto all’insufficienza renale cronica.
Incontro con il delegato del Ministero dell’EducazioneIncontro con il sindaco e vice-sindaco di Quezalguaque
A PADOVA SI PARLA DI ENERGIE RURALI, AMBIENTE E SVILUPPO SOSTENIBILE
Il 10 giugno si terrà il convegno “ENERGIE RURALI, TUTELA DELL’AMBIENTE E SVILUPPO SOSTENIBILE – la sfida energetica dall’Italia al Kenya…e ritorno”
Nell’ambito dell’evento di celebrazione dei primi 20 anni di Mani Tese Padova, domenica 10 giugno alle ore 10.00 presso FENICE Green Energy Park si terrà il convegno “ENERGIE RURALI, TUTELA DELL’AMBIENTE E SVILUPPO SOSTENIBILE – la sfida energetica dall’Italia al Kenya…e ritorno”.
Ecco il programma della giornata:
10.00-13.00 convegno: “ENERGIE RURALI, TUTELA DELL’AMBIENTE E SVILUPPO SOSTENIBILE – la sfida energetica dall’Italia al Kenya…e ritorno”
Interventi di apertura Regione Veneto e Comune di Padova
Stella Mecozzi – Vice Presidente Cooperativa Sociale Mani Tese ONLUS Giovanni Sartor – Responsabile Area Cooperazione Mani Tese ONG Rodolfo Pasinetti – Climate and Development Foundation Luca Zingale – OffgridSun Michael Metzger – Equa Srl
Introduce e coordina Francesco Bicciato, Segretario Generale per la Finanza Sostenibile
Dalle 15.00 LABORATORI DI RIUSO CREATIVO CICLOFFICINA GIOCHI E INTRATTENIMENTO YOGA EDUCATIVO PER BAMBINI MERCATO DELL’USATO ARTIGIANATO AFRICANO
Dalle 19.00 CENA AFRICANA a cura dell’Associazione Sorelle Burkinabé
(si consiglia la prenotazione)
Dalle 20.00 MUSICA LIVE CON LA GHENGA FUORIPOSTO
Di seguito la locandina dell’evento:
La coltivazione del riso in Burkina Faso
Il riso rappresenta in Burkina Faso il quarto cereale più coltivato ma la produzione locale non soddisfa i bisogni del Paese.
Il riso rappresenta in Burkina Faso il quarto cereale più coltivato dopo, in ordine di importanza, il sorgo, il miglio e il mais.
Come si vede dal grafico*, la produzione di riso locale non soddisfa i bisogni del Paese, che ogni anno viene invaso da riso di bassa qualità e a costi molto bassi dalla Cina e da altri Paesi asiatici che distruggono il mercato risicolo interno burkinabé.
Uno dei principali fattori che limita lo sviluppo della risicoltura nel paese è legato non solo ai cambiamenti climatici e quindi alla riduzione delle piogge e alla loro distribuzione irregolare ma anche alla mancanza di centri di trasformazione e lavorazione del riso.
Nonostante l’aumento della superficie agricola destinata al riso e un grande lavoro fatto dai governi e dalle ONG per migliorare la produzione e la qualità del prodotto, il rendimento del riso non è ancora soddisfacente (la resa media non supera i 3000kg/ha. Per avere un’idea, in Italia è di 6.4000 kg/ha e 4.000-5.000 kg/ha per il riso biologico). Il miglioramento relativamente piccolo della produttività del riso viene spiegato dai tecnici locali da una variabilità delle precipitazioni, da un basso ricambio e utilizzo di semi migliorati, limitato accesso a fertilizzanti organici e minerali e cattiva gestione idrica delle risaie.
Mani Tese nell’ambito del progetto “Donne e sviluppo rurale inclusivo quale mezzo per il raggiungimento della sicurezza alimentare in Burkina Faso” finanziato dall’AICS, in partneriato con ACRA, ha contribuito a migliorare la produttività del riso nel villaggio di Roogo, nel comune di Sourgu, nella provincia del Bulikiemdé, grazie a un sistema di dighe e canalizzazioni su oltre 20 ettari di risaia che consentono una produzione razionale ad oltre 120 donne produttrici.
Nello stesso villaggio è stato inoltre realizzato nel mese di Aprile un centro di trasformazione di riso che consentirà alle donne di lavorare il riso meccanicamente e di poterlo trasformare in riso parboiled migliorando la loro qualità della vita in termini di tempo e di qualità nutritive del prodotto. Normalmente infatti le donne passano buona parte del loro tempo a decorticare il riso manualmente e a trasformarlo artigianalmente nelle loro case.
La produzione di riso parboiled consentirà anche un netto miglioramento della dieta alimentare di tutta la famiglia poiché con la semplice decorticatura molti dei nutrienti vengono persi.
Il parboiled (dall’inglese partially boiled = parzialmente bollito) è una modalità di trattamento dei chicchi di riso che ne salvaguarda il contenuto di micronutrienti (vitamine e sali minerali) e ne consente cotture prolungate. Il parboiled presenta quasi lo stesso tenore nutritivo del riso integrale.
La parboilizzazione avviene in tre fasi: il riso viene bagnato con acqua calda, poi sottoposto a bollitura per breve tempo e successivamente asciugato al sole o essiccato. Dopo questi trattamenti, il riso viene sbramato (privato delle glume o lolla, ossia le lamelle che avvolgono il chicco) e sottoposto a eventuali ulteriori lavorazioni di raffinatura.
I vantaggi di questo procedimento sono che il riso:
mantiene il proprio contenuto di vitamine e sali minerali rispetto al riso trattato anche dopo il lavaggio e la cottura;
non scuoce anche se cotto a lungo;
è più digeribile perché assorbe meno i grassi.
La precottura parziale del riso è un processo di origine antichissima. Veniva svolta tradizionalmente nei Paesi tropicali per facilitare la sbramatura manuale e la conservazione. La cottura a vapore infatti distrugge parassiti e microrganismi dannosi. Nello stesso tempo, la precottura del risone grezzo “fissa” le vitamine e le proprietà del chicco, al quale vengono trasferite le sostanze utili contenute nella pellicola che ricopre i chicchi, tra cui la tiamina.
Dal punto di vista nutritivo, il riso parboiled mantiene l’80% dei nutrienti del riso integrale. Risulta pertanto un alimento più completo del riso bianco, è fonte di amido resistente (fibra solubile) e pertanto anche più facile da digerire.
*Fonte dei grafici presenti nell’articolo: RAPPORT GENERAL DES RESULTATS DEFINITIFS DE LA CAMPAGNE AGRICOLE 2016/2017 ET DES PERSPECTIVES DE LA SITUATION ALIMENTAIRE ET NUTRITIONNELLE – Mars 2017 – MINISTERE DE L’AGRICULTURE ET DES AMENAGEMENTS HYDRAULIQUES, SECRETARIAT GENERAL, DIRECTION GENERALE DES ETUDES ET DES STATISTIQUES SECTORIELLES – Pag. 95
Donna mentre lava il riso per i primi passaggi della lavorazione del parboiled
Preparazione del riso prima dei processi di trasformazione.
Raccolta delle pietre per la formazione delle dighe
Riso bianco contro riso parboiled (rispettivamente a dx e a sx).
Riso pronto per essere decorticato
Donne riposano dopo il duro lavoro per la sistemazione della risaia.