EMERGENZA KENYA: SOSTENIAMO LA POPOLAZIONE DOPO IL CROLLO DELLA DIGA!
A causa delle precipitazioni, nella zona di Molo occorre far fronte alla contaminazione dell’acqua: aiutaci a fornire dei kit di potabilizzazione
Il Kenya, dopo 3 anni di siccità, sta vivendo una stagione della piogge caratterizzata da fortissime e anomale precipitazioni. Secondo i dati della National Disaster Management Agency (NDMA), a oggi ben 311.164 persone sono state sfollate mentre 132 hanno perso la vita.
L’ultima tragedia è accaduta proprio nella contea di Nakuru, in cui opera Mani Tese, dove una diga privata, situata nei pressi della cittadina di Solai, è crollata a causa delle ormai incessanti precipitazioni uccidendo più di 40 persone di cui quasi la metà bambini.
Da Mombasa a Nakuru, al nord del Kenya, l’emergenza è continua. Se prima si attendeva la tanto agognata pioggia, ora i campi e il bestiame tradizionale, allevato allo stato brado, sono sommersi dall’acqua. In questo duro periodo, sono andati persi ben 6.000 capi di bestiame e le precipitazioni dureranno almeno fino alla fine del mese di maggio.
Perché succedono tali fenomeni?
La causa è nell’alternanza dei fenomeni naturali di El Niño e La Niña, fortemente accentuati sia dal processo di cambiamento climatico, sia da anni di negligenza nella conservazione del territorio, con una forte riduzione delle zone forestali. Il terreno disboscato con le forti piogge è stato sottoposto a una tremenda erosione, che sta portando tonnellate di sedimenti a valle, causando il fortissimo interramento delle dighe e la distruzione di strade e vie di comunicazione.
Come stiamo cercando di far fronte al problema?
Attualmente siamo impegnati, insieme al nostro partner locale NECOFA, nel fornire assistenza in questo difficile frangente. Nell’ambito del progetto “IMARISHA! ENERGIE RURALI PER LA LOTTA AL CAMBIAMENTO CLIMATICO E LA SALVAGUARDIA AMBIENTALE“, cofinanziato da AICS, stiamo infatti lavorando al consolidamento degli argini e alla riforestazione. Nelle ultime settimane abbiamo intrapreso un grossissimo lavoro con più di 10 ettari di terreno scoperto ed eroso nella zona di Ndoinet, che si trova lungo un fiume che andrà ad alimentare un bacino di raccolta per l’acqua di Nakuru.
Stiamo inoltre proteggendo 4 sorgenti d’acqua e vari km di un fiume completamente eroso nella zona di Molo.
L’attività è realizzata in collaborazione con il Kenya Forest Service e con le comunità, valutando, con il loro ausilio, le situazioni più critiche e che più hanno avuto un impatto negativo sulla popolazione. Si tratta di un lavoro importante per consolidare il terreno ed evitare la perdita di sedimenti e di fertilità dei suoli e per evitare tragedie come quelle accadute.
Solo una costante cura del territorio è la soluzione per evitare simili tragedie.
Il Kenya, con il forte sviluppo economico degli ultimi anni, ha sacrificato la conservazione della natura sull’altare del facile profitto e della speculazione edilizia. Ora le strade allagate di Nairobi e Mombasa e delle principali città, l’erosione e le tragedie come quella di Solai devono rappresentare i campanelli d’allarme per un’inversione di rotta prima che si verifichino ulteriori e anche peggiori disastri.
Come sostenerci?
A causa dell’inondazione di molti pozzi e la distruzione delle latrine, nella zona di Molo occorre far fronte a un problema di contaminazione dell’acqua. Per ovviare a questa situazione, stiamo fornendo alle famiglie dei kit di potabilizzazione dell’acqua.
Con 20 euro puoi contribuire all’approvvigionamento di un kit per una famiglia colpita dalle alluvioni.
Donare è semplice: vai sulla pagina on line del progetto di Mani Tese e clicca nella sezione “DONA ORA” scegliendo la prima opzione di donazione.
Grazie per il tuo contributo!