Sulla sostenibilità del cacao

Caso studio condotto da Mani Tese nell’ambito del progetto Food Wave, autore Luca Rondi di Altraeconomia.

Luca Rondi

Sullo sfondo delle ingenti importazioni di cacao in Europa, per un totale di 2460 tonnellate all’anno, questo studio, realizzato nell’ambito dell’iniziativa internazionale Foodwave, approfondisce l’industria del cacao della Costa d’Avorio, il principale produttore di cacao al mondo. Lo studio mette in luce i numerosi livelli di sfide economiche, sociali e ambientali che caratterizzano il settore.

Dalle lotte dei produttori rurali di cacao per soddisfare le richieste di esportazione alle questioni allarmanti del lavoro minorile e della significativa perdita di foreste, il dossier traccia un quadro dello stato attuale del settore del cacao. Inoltre, evidenzia i cambiamenti positivi verso le pratiche biologiche e agroforestali delle cooperative locali, che sono all’avanguardia nella produzione sostenibile e nelle tecniche di fermentazione.

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Semi di futuro

Fiera dell’Economia Solidale e del Consumo Consapevole.

Le energie solidali spese quest’estate sul fronte emergenziale non hanno consentito l’organizzazione della Fiera Semi di Futuro prevista per l’autunno, ma ciò non ha scoraggiato gli organizzatori (Gas Faenza, Mani Tese, Ceff e GRD) che hanno voluto rilanciare. Così per promuovere Semi di Futuro 2024 è nato un evento per celebrare le cose buone comunque emerse in questi mesi: la nascita delle Botteghe Srl, impresa sociale che ha sede in via Pistocchi, le iniziative di sostegno alle aziende agricole alluvionate del Gas Faenza e il progetto di inclusione sociale, parità di genere e sostenibilità alimentare di Mani Tese in Mozambico, sostenuto dalla Regione Emilia Romagna.

Il “fil rouge” che lega tutte queste iniziative è il modus operandi di “Fare comunità” e questo spirito si è pensato si sposasse bene con il tema delle Comunità Energetiche che si spera possano finalmente decollare anche a Faenza nei prossimi mesi. L’evento “Una Comunità per…”, patrocinato dal Comune di Faenza e realizzato in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, si svolgerà quindi sabato 25 Novembre dalle 17 tutto nel breve raggio compreso tra le Botteghe in via Pistocchi e il Ridotto del teatro Masini e sarà composto da tre diversi momenti: la festa del pomeriggio in via Pistocchi nelle vicinanze delle Botteghe, l’apericena preparata da Lievito con prodotti biologici del territorio e il seminario della sera presso il Ridotto del Masini.

Anche il seminario della sera, moderato da Matteo Mura, sarà diviso in tre parti: il primo intervento previsto tratta delle comunità che si possono creare per la produzione di energia rinnovabile con la partecipazione di Marco Raugi, ordinario dell’Università di Pisa e direttore del Master CERS “Comunità Energetiche Sostenibili”, il secondo intervento di Mani Tese racconta l’esperienza di promozione di comunità, principalmente composte da donne e giovani, operanti nell’ambito del contrasto ai cambiamenti climatici e sostenibilità alimentare “Katagya” in un’area del Mozambico (la Zambesia, città di Quelimane), infine l’ultimo intervento è dedicato alle comunità che si creano per fare acquisti e costruire relazioni di economia solidale con la testimonianza del GAS Faenza e di alcuni suoi progetti, basati sulla costruzione di reti di sostegno per le aziende agricole biologiche colpite dall’alluvione. Si prevede una giornata ricca che è entrata a far parte del programma nazionale della settimana dell’educazione alla sostenibilità organizzata dal CNESA (Comitato Nazionale per l’educazione alla sostenibilità – Agenda 2030) sotto l’egida della Commissione Unesco italiana.

14mila alberi in Burkina Faso contro il riscaldamento globale

A Ouagadougou, nell’ambito del progetto “Nutrire la città”, è iniziata la nostra piantumazione degli alberi per mitigare gli effetti della crisi climatica.

Sono iniziate, a Ouagadougou, le attività di piantumazione previste nel quadro del progetto “Nutrire la città”, promosso da AICS Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, che vede lavorare in partenariato Mani Tese con Fondazione ACRA, ETIFOR, GNUCOOP, Watinoma, Ital Watinoma e il Comune di Ouagadougou. 

“Oggi abbiamo cominciato a piantare gli alberi nella Cintura Verde e nel parco Urbano Bangr-Weogo”, racconta Pamoussa Sawadogo, coordinatore di progetto per Mani Tese, appena tornato dal primo giorno di attività. “L’obiettivo è arrivare a piantarne almeno quattordicimila”. 

Per quanto riguarda la Cintura Verde, l’attività di piantumazione si svolge nei settori di Tampuy e Tanghin e coinvolge circa 750 persone. Dopo una prima formazione ai membri dei gruppi di agricoltori che lavorano nei 15 ettari di terreno riabilitati da Mani Tese, gli alberi verranno piantati attraverso un vero e proprio lavoro comunitario. “Per ogni ettaro di terreno saranno piantate 400 piantine di tredici diverse specie locali: dal baobab, alla bambagia, al neré che produce i grani per il soumbala e altre ancora” continua Pamoussa. “Ogni persona dei diversi gruppi pianterà circa otto alberelli, per un totale di seimila piante”. 

Il nostro coordinatore sta seguendo anche le attività di piantumazione delle tredici specie – selezionate insieme al partner Etifor – al’interno del parco urbano Bangr-Weogo. Qui si è svolta prima di tutto una formazione destinata ai dieci guardiaparco i quali, insieme ad altre quindici persone selezionate dalla Direzione del parco, si sono occupati di ripulire i sentieri e tagliare le erbacce e i rami secchi, con l’obiettivo di individuare degli spazi adatti all’inserimento delle nuove piantine. 

La collaborazione fra Mani Tese, Etifor e la Direzione del parco è stata fondamentale anche per la scelta delle piante da collocare nel polmone verde della capitale. Le piantine vengono infatti acquistate all’interno dal vivaio del parco, cosa che permette un vero e proprio ricambio degli alberi ormai rimasti senza vita. 

Tutte queste nuove piante” sostiene Pamoussa “permetteranno di ridare aria al polmone di questa città, riducendo la CO2 e consentendo ai cittadini di godere ancora a lungo della bellezza della foresta verde”.  

Nelle aree agricole di Tampuy e Tanghin, nella Cintura Verde, inoltre, la piantumazione di prodotti forestali non legnosi permetterà sia di mitigare gli effetti dell’urbanizzazione e del cambiamento climatico, sia di generare nutrimento per le famiglie degli agricoltori e per le mense delle scuole circostanti. 

Nutrire la città” non significa solo garantire cibo ai suoi cittadini, ma significa anche creare tutte le condizioni affinché sia possibile una produzione alimentare in grado di fornire a tutti gli organismi viventi le sostanze necessarie per consentirne la vita, la crescita e lo sviluppo. Fra questi, ci sono anche gli alberi, da cui dipende sempre di più il nostro futuro. 

Anacardi, aperitivo a spese della biodiversità (e dei contadini)

Caso studio condotto da Mani Tese nell’ambito del progetto Food Wave, autrice Rosita Rijtano de Lavialibera.

Gli anacardi stanno vivendo un vero e proprio boom in Europa: li troviamo ovunque, dalle coppe da aperitivo al sushi, nei bar e in alcuni prodotti trasformati come il pesto. L’Italia è al quarto posto tra i consumatori, ma i benefici per la salute non valgono gli impatti ambientali negativi della coltivazione degli anacardi nei Paesi produttori. La Guinea-Bissau emerge come caso di studio particolarmente interessante per l’analisi della filiera produttiva dell’anacardo e delle sue conseguenze ambientali. Per questo motivo, Mani Tese e lavialibera hanno condotto una ricerca sul campo in Guinea-Bissau, con l’obiettivo di comprendere a fondo la filiera e i suoi impatti ambientali e sociali.

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Sulla Sostenibilità dell’Anacardo

Caso studio condotto da Mani Tese nell’ambito del progetto Food Wave, autrice Rosita Rijtano de Lavialibera

Lo troviamo nelle ciotole dell’aperitivo, nel sushi, nelle barrette e in alcuni prodotti pronti, come il pesto. Spinto dalle diete salutiste e vegetariane, l’anacardo ha conquistato i mercati occidentali in tempi record.

Ma da dove arriva? In meno di vent’anni la Guinea-Bissau è diventata uno dei più importanti produttori del mondo. Ma le coltivazioni sono aumentate a spese delle foreste. E i contadini hanno continuato a incassare la quota più piccola del grande business: lo 0,004 per cento del valore che il prodotto ha nei nostri supermercati.

I dati Eurostat confermano che in Europa è boom di anacardi: in dieci anni le importazioni sono aumentate di oltre il 110 per cento schizzando dalle 71mila tonnellate del 2012 alle 151mila del 2022. L’Italia è il quarto consumatore, dopo Germania, Olanda e Francia.

L’offerta ha cercato di reggere il passo. Su scala globale, nel 1988 gli ettari coltivati ad anacardio erano poco più di un milione. Nel 2020, la cifra è salita a 7,1 milioni. Quasi metà della produzione si concentra in Africa occidentale. Mentre a sgusciare e pulire la noce, che contiene un liquido corrosivo per la pelle, sono fabbriche asiatiche.

L’impatto ambientale è doppio. Il primo è legato al lungo viaggio che il prodotto fa prima di arrivare in Europa. L’espansione delle piantagioni, invece, sta contribuendo al disboscamento dei paesi di origine della materia prima, al pari di cacao e caffè. Monocolture che – a differenza degli anacardi – stanno ormai crescendo a ritmi più lenti.

Un’evoluzione di cui l’Ue sembra non tenere conto. La nuova legge contro la deforestazione “non riesce a essere preventiva”, spiega la ricercatrice Joana Capela. “La lista dei prodotti regolati è stabilita sulla base di dati vecchi, non fotografa la situazione corrente. Quando sarà aggiornata, guarderà sempre al passato. Intanto le foreste dei paesi tropicali saranno state distrutte per fare spazio agli anacardi”.

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Mani Tese cerca 5000 volontari e volontarie per sostenere l’istruzione dei bambini e delle bambine in Benin

Torna nelle librerie la campagna natalizia “Molto più di un pacchetto regalo!”. Mani Tese, in collaborazione con Feltrinelli Librerie, cerca volontari/e per impacchettare regali e sostenere le attività per garantire il diritto all’istruzione in Benin.

Torna nelle librerie la campagna di raccolta fondi natalizia di Mani Tese “Molto più di un pacchetto regalo!“.

Promossa in collaborazione con Feltrinelli Librerie, la campagna è un’iniziativa di sensibilizzazione e di raccolta fondi di Mani Tese che ogni anno, nel periodo prenatalizio, sostiene la realizzazione di progetti di sviluppo nel Sud del mondo.

Per realizzarla Mani Tese cerca 5000 volontari e volontarie che abbiano voglia di dedicare qualche ora del proprio tempo per impacchettare regali presso le Librerie Feltrinelli dal 24 novembre al 24 dicembre 2023 e sostenere così le iniziative dell’Ong per garantire il diritto all’istruzione dei bambini e delle bambine in Benin, supportandone le famiglie e permettendo loro di frequentare la scuola.

La campagna, giunta ormai alla sua XVI edizione, interesserà 98 librerie distribuite in 55 città in tutta Italia.

Il diritto allo studio per i bambini e le bambine in Benin

In Benin il tasso di abbandono scolastico è molto elevato: la maggior parte delle famiglie non può permettersi di far studiare i propri figli, spesso costretti ad abbandonare la scuola per aiutare nei lavori domestici o curare i fratelli più piccoli, soprattutto nelle zone rurali. Il 49.1% degli studenti abbandonano la scuola nelle classi corrispondenti al 3°, 4° e 5° anno di scuola primaria del sistema italiano. Un fenomeno, questo, che coinvolge in particolar modo le bambine.

L’abbandono scolastico è strettamente collegato all’aumento dei casi di traffico di bambini. Secondo un rapporto dell’Unicef del 2020, un bambino su due (52,2%) è coinvolto nel lavoro minorile, e quasi 4 su 10 lavorano in condizioni pericolose.

Mani Tese lavora in Benin dal 1979. Secondo i suoi dati raccolti nel 2020 grazie a un progetto precedentemente sviluppato nella regione, in nove scuole primarie pubbliche del dipartimento dell’Atacora, in media 30 bambini su 100 abbandonano la scuola ogni anno nei comuni di Natitingou, Toucountouna e Kouandé.

Con il progetto “Promozione Dei Diritti Dei Bambini Nell’Atacora” Mani Tese intende garantire la tutela del diritto all’istruzione e il benessere dei bambini e delle bambine in queste comunità.

Sono previsti interventi di sensibilizzazione nelle scuole per accrescere la consapevolezza dei bambini e delle bambine, dei genitori e degli insegnanti sulle conseguenze della dispersione scolastica e per ridurre le disuguaglianze di genere attraverso lezioni, giochi educativi, competizioni sportive e uno spettacolo teatrale.

Mani Tese realizza inoltre interventi di sensibilizzazione dedicati ai genitori sulle conseguenze del traffico di minori che vengono sfruttati nei campi di cotone della regione dell’Aliborì in Benin o in Nigeria e supporta le scuole fornendo kit scolastici per dare la possibilità a tutti i bambini e le bambine di studiare.

Sono poi previste azioni per sostenere il reddito delle famiglie che versano in una situazione difficile e per questo non riescono a mandare i propri figli a scuola regolarmente fornendo corsi di formazione sulle pratiche agroecologiche e kit di sementi e attrezzi per mettere a frutto il proprio appezzamento di terreno in modo più efficiente e ricavarne del reddito oltre che un’alimentazione di qualità.

Mani Tese realizza, infine, interventi di sensibilizzazione per diffondere il Codice dei Bambini attraverso trasmissioni radiofoniche in grado di raggiungere circa 100.000 persone e organizza sessioni di advocacy con autorità locali e scuole sulla protezione dei minori e il diritto all’istruzione.

Come partecipare a “Molto più di un pacchetto regalo”

Per partecipare a Molto più di un pacchetto regalo! è sufficiente avere 16 anni compiuti e almeno 4 ore di tempo da dedicare all’attività di volontariato.
Sul sito www.manitese.it, nella pagina dedicata alla campagna, è possibile visionare la lista di tutti i punti vendita interessati dall’iniziativa e scegliere quello più vicino a sé.

A proposito di Mani Tese
Mani Tese è un’Organizzazione Non Governativa che dal 1964 si batte per la giustizia sociale, economica e ambientale nel mondo. Opera in Africa, Asia e America Latina con progetti di cooperazione internazionale. In Italia promuove progetti, campi di volontariato e stili di vita improntati alla solidarietà e alla sostenibilità e realizza percorsi e laboratori di Educazione alla Cittadinanza Globale.

A proposito di Feltrinelli Librerie
Sono da sempre luoghi di scambio e divulgazione del sapere, con una forte attenzione per il libro a larga diffusione e dedicati a tutte le persone che sono alla ricerca di nuove idee, stimoli, visioni. Hanno una presenza capillare sul territorio nazionale, che conta oltre 100 punti vendita totali, e online grazie ai siti e-commerce lafeltrinelli.it e IBS.it. Le librerie Feltrinelli organizzano ogni anno oltre 3.000 eventi culturali e hanno un’offerta di più di 200.000 titoli.

CANDIDATI COME VOLONTARIO/A

25 Novembre con le donne della Guinea-Bissau

Aiutaci a mantenere attivi gli unici due centri di accoglienza per le donne vittime di violenza di genere in Guinea Bissau.

In Guinea-Bissau, un piccolo Paese dell’Africa Occidentale con un altissimo indice di povertà, la disuguaglianza e la violenza di genere sono a livelli allarmanti.

Moltissime donne hanno subito o subiscono violenza. Il 67% delle donne intervistate ha dichiarato di essere stata vittima di almeno un tipo di violenza. In particolare, delle 978 donne intervistate che hanno o hanno avuto un partner, ben 613 hanno affermato di aver subito violenza da quest’ultimo.

Pochissime sono le donne che denunciano gli atti di violenza. Il 68% non ha raccontato a nessuno l’accaduto e solo lo 0,5% lo ha riferito a un medico.

Tantissime ragazze sono inoltre costrette a matrimoni forzati e precoci. Su 871 donne che hanno risposto a domanda diretta, l’81,1% ha dichiarato che il loro matrimonio è stato deciso dalla famiglia del marito.

Più della metà delle donne (il 52%) ha subito mutilazione genitale femminile. Si tratta, soprattutto, di bambine tra gli 0 e i 14 anni (30%). In uno studio realizzato nel 2021 nel quadro del progetto promosso da Mani Tese NO NA CUIDA DE NO VIDA, MINDJER!, ben il 60% delle donne intervistate ha confessato di aver subito questa pratica.

Queste donne non hanno nessuno su cui contare, se non il personale degli unici due centri di accoglienza per vittime di violenza di genere presenti in tutto il Paese, che sono sostenuti da Mani Tese: il centro di Bissau e quello, più recente, di São Domingos.

LA CAMPAGNA DEL 25 NOVEMBRE

I due centri di accoglienza per vittime di violenza di genere in Guinea-Bissau rappresentano, a oggi, l’unica speranza di sopravvivenza per tantissime donne in difficoltà: ragazzine fuggite da matrimoni forzati con uomini molto più grandi di loro, donne abusate dai propri compagni o dai famigliari, giovani mamme abbandonate…

Mani Tese, da anni, sta facendo tutto il possibile per mantenere i centri aperti, ma le necessità sono tante. per questo, in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza Contro le Donne (25 novembre), abbiamo deciso di lanciare una campagna per supportare i centri per le vittime di violenza di genere e aiutarli a essere sempre più autosufficienti.

Di cosa abbiamo bisogno:

Kit igienico-sanitari: servono medicine e prodotti con cui assicurare il benessere fisico delle donne vittime di violenza.

Corsi di formazione: i corsi di formazione in sartoria fornisco alle donne l’opportunità di imparare un mestiere e di rendersi economicamente indipendenti.

Un orto sostenibile con cui produrre cibo per le ospiti e per la vendita così da garantire sempre di più l’autosufficienza del centro.

Per il 25 novembre, chiediamo un aiuto per mantenere attivi i centri di accoglienza per le donne che hanno subìto violenza con un dono solidale che aiuti tante di loro ad avere un futuro migliore.

IL NOSTRO PROGETTO IN GUINEA-BISSAU

Le nostre attività rientrano nel progetto “NO TENE DIRITU A UM VIDA SEM VIOLÊNCIA” – Rafforzamento dei meccanismi di protezione delle vittime di gbv e promozione dei diritti delle donne in Guinea-Bissau” cofinanziato dall’Unione Europea e promosso da Mani Tese in partenariato con FEC – Fé e Cooperação, ENGIM – Fondazione Ente Nazionale Giuseppini Murialdo, AMIC – Associação dos Amigos da Criança.

 

Al via il progetto “Corpi civili in Mozambico”

Due volontarie a Quelimane nella sede di Mani Tese saranno impegnate nella prevenzione e nella gestione dell’emergenza ambientale.

Mani Tese ha recentemente aperto due posizioni per il progetto dei Corpi Civili di Pace nella sua Sede in Mozambico, in particolare nella città di Quelimane, ed Elisa Bianchini e Silvia Martinez saranno le due volontarie che, grazie al progetto IN DIFESA DELLA MADRE TERRA, a breve si recheranno nel Paese.

L’obiettivo generale del progetto di Mani Tese dei Corpi Civili di Pace proposto da Mani Tese in Mozambico è quello di prevenire e gestire gli effetti dell’emergenza ambientale sulla natura e sulle condizioni di vita della popolazione rurale.

L’iniziativa è realizzata con il partenariato di União Provincial Dos Camponeses Da Zambézia – UPC-Z, un’organizzazione che ha come obiettivo principale quello di organizzare le realtà associative dei contadini nei distretti della Provincia della Zambézia per rappresentarle a livello regionale e sostenerle nella produzione e commercializzazione.

Ma conosciamo meglio le nostre due volontarie direttamente dalle loro parole:

“Ciao! Mi chiamo Elisa Bianchini, sono specializzata in sviluppo globale ed ho un particolare interesse per la tutela dell´ ambiente e sicurezza alimentare. Le mie esperienze lavorative precedenti includono un coinvolgimento con rifugiati e popolazioni indigene, e lavoro sul campo in Cambogia e Thailandia. Credo che al centro di un mondo migliore risieda il concetto di sostenibilità, ambientale, sociale ed economica. Credo nell’azione collettiva, incentrata sulle persone, che parta dal locale fino al globale.”

“Ciao a tutt*! Mi chiamo Silvia Martinez, sono nata a Cagliari e sarò volontaria dei corpi civili di pace in Mozambico per il progetto “In difesa della Madre Terra” con Mani Tese.

Sono specializzata in Scienze biomolecolari e dell’evoluzione e spero nel mio piccolo di poter contribuire alla diffusione di pratiche di sostenibilità e alla conservazione della natura nell’area di Quelimane”

Non possiamo non pensare che anche questa è la nostra risposta a un mondo che sempre di più sembra nutrirsi di guerra, violenza e distruzione.

Buon viaggio e buone scelte di Pace, ragazze!