Sono una bambina, devo andare a scuola,
Sono una bambina, devo andare a scuola,
Sono una bambina, la scuola è il mio futuro.
Con questo motto si è aperto il corso di educazione civica sui diritti delle bambine e l’importanza dell’istruzione intrapreso nelle scuole in Benin, nell’ambito del progetto “BAMBINE ISTRUITE E DONNE IMPRENDITRICI IN BENIN”.
Le prime due tappe del corso si sono svolte a Kouba e Tampègré con la partecipazione delle autorità locali, delle Associazioni dei Genitori degli Alunni (APE), degli insegnanti, dei direttori delle scuole e delle alunne delle classi terza, quarta e quinta elementare.
La tappa di Kouba ha visto la partecipazione di circa una quarantina di genitori, 26 alunne e 2 insegnanti.
Durante l’incontro è nato un vivace dibattito sulle responsabilità dei genitori riguardo l’istruzione delle bambine. La discussione ha permesso ai partecipanti di capire l’importanza e la necessità del sostegno da parte dei genitori per garantire alle bambine la riuscita del loro percorso scolastico.
Il direttore della scuola, intervenendo nel dibattito, ha presentato una lista di problemi con i quali le alunne devono confrontarsi che, a suo dire, derivano dall’irresponsabilità di alcuni genitori, che non si preoccupano del futuro dei loro figli. Anche il presidente dell’Associazione dei Genitori degli Alunni ha sottolineato che iscrivere le bambine a scuola non è sufficiente: occorre anche seguirle e sostenerle lungo tutto il loro percorso.
Le donne hanno invece invitato gli uomini a essere maggiormente coinvolti nell’educazione dei bambini, compito che è invece spesso lasciato esclusivamente alle madri.
Il formatore, per concludere il dibattito, ha insistito sul fatto che i genitori devono essere uniti per quel che riguarda l’istruzione dei bambini e soprattutto delle bambine, perché la scuola rappresenta un’importante sfida per il benessere delle ragazze, la stabilità e la crescita della famiglia e lo sviluppo della società in generale.
I genitori si sono quindi impegnati a tutelare tutti i diritti dei bambini, in particolare quello all’istruzione.
Anche nella tappa di Tampègré la partecipazione è stata ampia e soddisfacente come a Kouba: erano presenti 53 alunne, più di 30 genitori, 2 autorità locali e 4 insegnanti.
Durante il corso, le alunne sono state molto partecipi e non hanno lasciato che i genitori rispondessero al posto loro.
«Sono venuta a scuola per imparare a leggere e scrivere», «La scuola mi dà degli insegnamenti e delle conoscenze sulla vita e sul mondo», «La scuola mi permetterà, più avanti, di trovare un lavoro» sono stati alcuni dei loro interventi, che hanno anche incontrato l’approvazione dei genitori.
«Mandiamo le nostre figlie a scuola affinché non siano analfabete e ignoranti» hanno affermato i genitori «Le nostre figlie non devono assomigliarci. Senza istruzione, noi abbiamo incontrato molte difficoltà nella vita. Mandiamo le nostre figlie a scuola affinché non debbano più vivere la miseria che noi viviamo».
Anche a Tampègré si è discusso sulle responsabilità dei genitori nell’istruzione dei figli. Come a Kouba, il formatore ha tentato di riconciliare i diversi punti di vista fra i genitori mostrando l’esempio di una famiglia in cui l’educazione dei bambini viene promossa e tutelata e spiegando la necessità che i genitori siano vicini nell’aiutare le bambine a terminare con successo la propria istruzione, proteggendole dalle diverse forme di abuso.
La sensibilizzazione sull’importanza dell’istruzione delle bambine è proseguita attraverso la messa in onda di due trasmissioni radiofoniche, durante le quali si è discusso sulla necessità di investire nell’istruzione delle bambine e sulle conseguenze negative della loro mancata istruzione.