Non c’è pace per il Burkina Faso: ancora sangue e morti nel “Paese degli uomini integri”

Poco si sa e quasi nessuno ne parla in Italia di questa crisi senza fine.

Sono più di 100, secondo diverse fonti, i civili uccisi nell’attacco avvenuto nella notte tra il 4 e 5 giugno presso il villaggio di Solhan, situato nella provincia di Yagha nella regione del Sahel, situata al confine tra Burkina Faso appunto, Mali e Niger. In questi tre Paesi, purtroppo, è in atto una crisi che al momento sembra inarrestabile e che sta causando immani sofferenze alla popolazione civile: attacchi, morti e migliaia di sfollati che devono fuggire dalle proprie terre sono notizie quotidiane.

Tornando a quanto successo a Solhan secondo l’agenzia di stampa del Burkina Faso i terroristi, diversi gruppi di matrice jihadista operano da anni in questa zona del Paese, sono entrati nel villaggio sparando sulle persone che incontravano, incendiando abitazioni e il mercato del villaggio. È la più grave tragedia dal 2015, anno che viene considerato quello di avvio del processo di destabilizzazione del Burkina Faso, che ha portato fino ad oggi a più di 1400 morti e a più di un milione di sfollati interni.

“Il Paese è sotto shock per questo ulteriore attacco – ci racconta Giulia Polato da Ouagadougou, dove gestisce i progetti di Mani Tese nel Paese – Le persone sono atterrite, stanche e devastate da questa guerra di cui al di là del Mediterraneo nessuno parla. Oggi sono 132 i morti da piangere. E domani?”

Sono tre i giorni di lutto nazionale proclamati dal Presidente Rock Kaboré che ha dichiarato inoltre che le forze di difesa e sicurezza del Paese sono state mobilitate per ricercare e neutralizzare gli autori di questo ignobile atto.

Mani Tese si unisce al dolore del popolo del Burkina Faso e dei famigliari delle vittime in questo momento di grande sofferenza. Resta, inoltre, impegnata con ancor più motivazioni con vari progetti di sviluppo nel Paese per combattere la povertà diffusa che colpisce la sua popolazione. Povertà terreno fertile, purtroppo, per i terroristi che riescono a reclutare giovani, senza prospettive di futuro, per le loro efferate azioni.

SENSIBILIZZARE I GIOVANI E LE DONNE DI GABU AI RISCHI DELLA MIGRAZIONE IRREGOLARE

Il nostro lavoro in Guinea-Bissau per rendere consapevoli le persone sulle opportunità locali per uscire dalla povertà e sui pericoli della migrazione senza documenti.

La Guinea-Bissau è uno dei Paesi più poveri e al mondo, con una instabilità politica permanente e una popolazione estremamente giovane. È quindi uno dei tanti Paesi africani in cui le persone sognano di raggiungere la ricca Europa per migliorare il proprio tenore di vita e quello dei loro familiari.

Il problema non è la migrazione in sé, un fenomeno costante nella storia dell’umanità, in quanto le persone si sono sempre spostate in cerca di migliori condizioni economiche. Il problema sono le conseguenze della migrazione irregolare, cioè quel fenomeno in cui le persone migrano da un Paese all’altro senza i necessari documenti.

Chi migra irregolarmente compie un viaggio altamente rischioso, in cui è possibile morire o subire violenze di qualsiasi tipo. Nel caso in cui riuscisse a raggiungere la destinazione, non avrebbe possibilità di trovare un lavoro regolare e finirebbe inevitabilmente nelle grinfie di gente e organizzazioni senza scrupoli.

Per evitare che i giovani guineensi intraprendano questi pericolosi “viaggi della speranza” privi di documenti, Mani Tese, attraverso il progetto Ripartire dai giovani: pro-motori dello sviluppo locale e della migrazione consapevole cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, cerca di informare la popolazione giovanile e femminile sui rischi della migrazione irregolare e sulle opportunità che la Guinea-Bissau può offrire.

Il progetto è basato a Gabu, città in cui il fenomeno migratorio è molto forte. Molte persone qui hanno parenti e amici che vivono in Europa. Assanatu, ad esempio, ha il padre in Spagna che lavora nell’agricoltura. Bubaca ha gli zii che vivono in Italia, a Verona.

Camminando per Gabu è facile notare alcune case molto belle e confortevoli, che contrastano con la maggior parte delle altre abitazioni. Molte di queste residenze appartengono proprio a migranti che hanno avuto successo, o presunto tale, fuori dal Paese. Questo, unito ai racconti dei familiari e degli amici, può indurre a pensare che raggiungere la ricchezza nel vecchio continente sia una cosa semplice.

Ma non è affatto così. Il sogno di una vita migliore si scontra invece con la dura realtà. Mustafà, ad esempio, ci racconta di suo cugino, che ha raggiunto l’Italia in barcone, ma che vuole tornare in Guinea-Bissau a causa dell’impossibilità di trovare un lavoro decente. Anche Mustafà avrebbe voluto partire per l’Europa, ma ha desistito proprio a causa dell’esperienza del cugino.

Il lavoro di Mani Tese consiste nel sensibilizzare la popolazione più colpita dal fenomeno migratorio, quella giovanile, spiegando i pericoli della migrazione irregolare e le opportunità che può offrire la Guinea-Bissau. Si tratta di un’attività di sensibilizzazione che avviene tramite programmi radio, il media più utilizzato dai guineensi, e i Djumbai.

Il Djumbai è un ritrovo tradizionale in cui le persone di una comunità si riuniscono e discutono di un argomento. Nel nostro caso, i Djumbai sono tenuti dall’animatore sociale, Lourenço Mané, dalla psicologa Paula Sim Najute e dal parner locale, il Focal Point di PONGAB.

Questa pratica di scambio di idee è rivolta, in particolare, alla popolazione giovanile, poiché sono i più convolti dal fenomeno migratorio, e a quella femminile. La migrazione femminile in Guinea-Bissau in realtà è quasi assente, ma il coinvolgimento delle donne è importantissimo: sono madri e mogli che hanno un ruolo importante nella scelta o nella rinuncia alla migrazione da parte di un membro della famiglia. Il coinvolgimento dei famigliari nella corretta informazione sulla migrazione irregolare è molto importante, perché spesso è la famiglia ad appoggiare e perfino spingere un giovane a emigrare, sperando così di poter migliorare le proprie condizioni di vita.

I Djumbai organizzati da Mani Tese non si limitano solamente a informare sui rischi della migrazione irregolare, ma anche a spiegare le opportunità che ci sono in Guinea-Bissau e come usare le proprie competenze, capacità e abilità per migliorare le proprie condizioni di vita. Le opportunità sono diverse, l’importante è capire come cercarle e sfruttarle. È possibile, per esempio, sfruttare la terra per una agricoltura che non si limiti alla sussistenza ma che miri alla vendita dei propri prodotti ai Paesi confinanti, essenzialmente desertici (come il Senegal).

Rita, detta Tchampu è una persona che ha preso coscienza delle proprie capacità. Ha capito che era molto brava a cucinare e che la sua cucina era molto apprezzata quando lavorava in un ristorante di Gabu. Così, con un piccolo prestito, è riuscita ad aprire un suo piccolo ristorante in centro città, in cui prepara pietanze locali e con il quale riesce a mantenere sé stessa e la figlia di 4 anni.

C’è ancora molto lavoro da fare per far comprendere i rischi della migrazione irregolare e le opportunità che la Guinea-Bissau offre, ma le sensibilizzazioni di Mani Tese hanno di certo aumentato la consapevolezza su questo tema e suscitato dibattito e confronti fra le persone, che si sono accorte di avere opinioni e storie comuni. I Djumbai non fermeranno il flusso migratorio, che è un fenomeno umano, ma stanno rendendo più consapevoli le persone. Ora sanno che la migrazione non è l’unica via per fuggire dalla povertà e che possono trovare opportunità nuove e alternative nel loro Paese.

Qui di seguito alcune foto dei tradizionali Djumbai e di una stazione radiofonica che trasmette i nostri messaggi di sensibilizzazione alla migrazione irregolare:

Trasmissione radio per la sensibilizzazione della popolazione sulla migrazione irregolare

INDIA: L’EMERGENZA COVID A TIRUPPUR È ALLARMANTE

L’ospedale principale conta circa 100 morti al giorno mentre il lockdown ha aumentato il lavoro minorile in casa e nelle fabbriche: circa 20.000 i bambini coinvolti. Occorre aiuto urgente!

Il nostro partner SAVE, con cui collaboriamo in India, ci ha inviato un aggiornamento sulla situazione a Tiruppur, dove siamo presenti con il progetto “Combattere e prevenire le schiavitù moderne in Tamil Nadu”.

La situazione Covid-19 è gravissima. A metà maggio circa erano 7.092 le persone in cura all’ospedale del distretto. Ovunque stanno emergendo problemi: negli ospedali mancano i letti e la disponibilità d’ossigeno. Il tasso di mortalità, inoltre, aumenta ogni giorno: il solo ospedale governativo principale conta circa 100 morti al giorno.

Nonostante la chiusura delle fabbriche, ogni giorno vengono infettati, in media, 650 lavoratori. Alcuni sono ancora attivi. La maggior parte di coloro che hanno bambini, in particolare, non è in grado di abbandonare il posto mentre circa il 40% dei lavoratori migranti interstatali è rientrato a casa.

Un’altra piaga da affrontare è quella del lavoro minorile, aumentato a causa del coprifuoco. SAVE stima infatti che circa 20.000 bambini siano coinvolti in qualche tipo di lavoro in casa o in piccole o medie imprese che producono abbigliamento o in altri luoghi come officine, hotel, allevamenti di pollame, vendita di verdure, ecc.

SAVE si sta occupando di circa 30 famiglie che vivono in alcune piccole capanne temporanee e che hanno chiesto aiuto per potersi sfamare.

Si tratta di persone di Indiranagar venute dal vicino stato di Uttrapradesh per pulire le strade grazie a un contratto municipale. Il pagamento del loro salario è purtroppo in ritardo. Solitamente, queste persone mettono da parte un po’ di denaro grazie alla vendita di materiali di scarto, che raccolgono dalla spazzatura comunale. Ora però il coprifuoco proibisce questa attività impedendo loro di guadagnare qualche soldo.

I bambini di queste famiglie stanno ora ricevendo un’istruzione presso le strutture di SAVE.

ABBIAMO BISOGNO DEL TUO AIUTO PER ARGINARE L’EMERGENZA COVID!

In questo momento, attraverso il nostro partner SAVE, stiamo provvedendo a:

  • Garantire una fornitura di Kabsura kudineer* a 2.250 persone vulnerabili

*Il “Kabsura kudineer” è una composizione tradizionale usata dai praticanti Siddha per gestire efficacemente i comuni disturbi respiratori come l’influenza e il raffreddore. I praticanti Siddha utilizzano questo composto a base di erbe per alleviare i sintomi respiratori tra cui catarro grave, tosse secca e umida e febbre.

  • Acquistare un pulsiossimetro e un termometro per assistere le famiglie colpite dal Covid con il controllo dell’ossigeno e della temperatura
  • Fornire kit alimentari di segale e miglio ai lavoratori infetti
  • Fornire kit alimentari di riso e grano alle famiglie con bambini a carico colpite da povertà e disoccupazione.

 

AIUTACI A SOSTENERE LE FAMIGLIE INDIANE DONANDO ORA TRAMITE UNA DI QUESTE MODALITÀ

  • bonifico bancario intestato a Associazione MANI TESE ONG Onlus presso banca Popolare Etica (IBAN: IT 57 F 05018 01600 000010203040)
  • CCP, Conto Corrente Postale: n° 291278 intestato a Associazione Mani Tese ONG ONLUS, P.le Gambara 7/9, 20146 Milano

>>> Inserire come causale EMERGENZA INDIA <<<

 

Qui di seguito trovate le foto di bambine e bambini che in questi mesi sono costrette/i a lavorare presso imprese tessili. Si occupano di rifilatura, taglio, controllo qualità e molto altro e guadagnano solo dalle 20 alle 200 rupie al giorno (equivalenti a pochi centesimi di euro). Con la tua donazione puoi aiutare anche loro!

Alisha lavoro in una impresa tessile e guadagna 50 rupie al giorno, equivalenti a 57 centesimi di euro
Masum Raja realizza decori per vestiti e guadagna 30 rupie al giorno, 34 centesimi di euro
Shanmathi si occupa di rifilatura presso la compagnia tessile Shiva Tex e guadagna 21 rupie al giorno, pari a 24 centesimi di euro
Leelambikai sbroglia il tessuto di scarto degli indumenti e guadagna 65 rupie al giorno, ovvero 73 centesimi di euro

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MOZAMBICO, RIDURRE L’EMISSIONI DI C02 NELLA CITTÀ DI QUELIMANE

A fine aprile si è tenuta la prima missione in Mozambico dopo la pandemia per promuovere a Quelimane l’adozione delle azioni del “Patto dei sindaci”, che mira a ridurre entro il 2030 le emissioni di gas a effetto serra delle città coinvolte.

Tra il 26 e il 29 aprile 2021 si è svolta la prima missione internazionale sul progetto in Mozambico da quando è scoppiata la pandemia. Stefano Cigarini di Fondazione E35, partner di Mani Tese nel progetto Quelimane Agricola, è venuto a Quelimane per rafforzare le relazioni con il municipio della città e stabilire i prossimi passi nella collaborazione con Mani Tese.

Il progetto “Quelimane Agricola: produce, cresce e consuma sostenibile” è cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo ed è in corso di realizzazione in Mozambico. Ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo rurale sostenibile nella provincia della Zambezia.

Durante la missione, un consulente tecnico di E35, con la facilitazione di Stefano, ha tenuto una formazione a distanza con i funzionari del municipio di Quelimane sull’adozione delle principali azioni strategiche del “Patto dei Sindaci”. Uno degli obiettivi del patto è infatti la riduzione entro il 2030 di almeno il 40% dei gas a effetto serra. Durante la formazione sono stati quindi illustrati i criteri e gli strumenti per la misurazione di emissioni di CO2 della città che permetteranno di capire l’impatto ecologico della città di Quelimane.

Alla formazione hanno partecipato circa 15 funzionari municipali che hanno dimostrato grande interesse e partecipazione. Qui di seguito alcune foto della formazione:

BENIN: DOPO LA SICCITÀ, LE PRIME PIOGGE PORTANO LA SPERANZA DI SCONFIGGERE LA FAME

Nell’Atacorà, dopo mesi durissimi, sono arrivate le prime piogge. Dopo sette mesi di preparazione, siamo pronti per iniziare la stagione agricola recuperando le colture tradizionali e migliorando l’accesso all’acqua potabile.

Sono stati mesi molto difficili per il dipartimento dell’Atacorà, situato nella zona nord del Benin al confine con il Burkina Faso. Non solo per la pandemia in corso, ma anche per gli effetti, ben più gravi della siccità: fiumi e torrenti si sono totalmente prosciugati rendendo molto difficili le attività agricole di contro-stagione (quelle che di solito si svolgono nel periodo secco utilizzando fonti d’acqua diverse dalle piogge). Anche le falde da dove pescano i pozzi per l’acqua potabile sono state in sofferenza.

Purtroppo fenomeni di siccità e desertificazione colpiscono con sempre più frequenza il Paese e, in particolare, la zona dell’Atacorà rendendo difficile la sopravvivenza di molte famiglie, che dipendono dai pozzi d’acqua per dissetarsi e dalle coltivazioni per nutrirsi, e aumentando l’insicurezza alimentare, che colpisce il 51% della popolazione della zona.

Mani Tese interviene nella zona con il progetto Miglioramento della sicurezza alimentare e delle condizioni igienico-sanitarie delle comunità dell’Atacorà. Iniziato da sette mesi, il progetto ha visto concluse le attività preliminari e ora le comunità beneficiarie di agricoltori stanno iniziando a mobilitarsi per la stagione agricola perché sono finalmente arrivate le prime piogge.

Il progetto mette a disposizione risorse tecniche e materiali per migliorare le condizioni di vita delle comunità in termini di produzione agricola e condizioni igienico-sanitarie, favorendo l’apporto nutrizionale e incrementando l’accesso all’acqua potabile.

In questi mesi sono stati selezionati 66 gruppi di agricoltori e agricoltrici, la maggior parte composti da donne già collaborano insieme in maniera mutualistica e cooperativa.

I gruppi provengono da 21 diversi villaggi dei Comuni rurali di Natitingou, Kuandé e Toucountouna e, nei mesi scorsi, sono stati visitati più volte dai tecnici agronomi di progetto per verificare con loro la disponibilità di terra e il lavoro in preparazione del periodo di coltivazione, non appena fossero arrivate le piogge.

Per ogni gruppo è stata individuata una porzione di terra dimostrativa dove poter piantare patate dolci, una specie locale di mais giallo, sesamo e fonio, prodotti tradizionali della zona e altamente nutritivi. Negli anni questi prodotti sono stati soppiantati dalla coltivazione, finalizzata alla rendita, del cotone e dalla monocultura del mais da semente importata. L’intento del progetto è proprio quello di recuperare queste colture tradizionali, che si adattano bene all’ambiente locale. È infatti la monocultura che negli anni ha ridotto la diversificazione delle diete e impoverito i terreni favorendo la malnutrizione.

Sono stati tantissimi i gruppi che hanno chiesto di far parte del progetto, a testimonianza dell’interesse che ha suscitato la riscoperta della tradizione agricola locale.

Nelle scorse settimane, viste le piogge in arrivo, l’equipe di progetto ha consegnato le sementi dei quattro prodotti a tutti i 66 gruppi, insieme ad alcuni semplici attrezzi, come la zappa con punta in ferro che, a differenza di quella tradizionale in legno, facilita la coltivazione.

Le sementi serviranno sia per i campi dimostrativi, dove si svolgeranno sessioni formative con la tecnica del learning by doing (imparare facendo), sia per le coltivazioni individuali.

Ora i contadini e le contadine hanno davanti a sé mesi molto impegnativi, i primi di duro lavoro nei campi, e mesi successivi di attesa nella speranza che le piogge siano continue e regolari per favorire un buon raccolto per il mese di ottobre. Ce la metteranno davvero tutta, e noi saremo lì al loro fianco, per supportarli in questa importante impresa.

Qui di seguito alcune foto della consegna delle zappe con punta in ferro e delle formazioni:

UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO PER IL CENTRO DI TRASFORMAZIONE DI LOUMBILA

L’installazione permetterà l’automatizzazione dei processi di trasformazione degli ortaggi attraverso l’uso di macchinari alimentati ad energia solare.

Loumbila è un piccolo comune peri-urbano del Burkina Faso situato a una ventina di km dalla capitale Ouagadougou; una zona dalla spiccata vocazione agricola grazie all’abbondante disponibilità d’acqua dovuta ai barrages, le dighe che permettono un costante approvvigionamento.

Qui Mani Tese sostiene l’Unione dei produttori di Loumbila NANGLOBZANGA in un percorso di promozione dell’agroecologia che comprende anche attività di formazione sulle tecniche di trasformazione e conservazione dei prodotti orticoli.

In questo contesto, grazie al progetto “Agroecologia, avanti tutta” cofinanziato dalla Regione Veneto, stiamo realizzando un impianto fotovoltaico che darà un grande impulso al centro di trasformazione, permettendo l’automatizzazione dei processi attraverso l’uso di macchinari che saranno alimentati ad energia solare e non più a gasolio.

Inizialmente, il progetto prevedeva che il partner tecnico Equa (Energia di qualità per l’uomo e l’ambiente), un’eccellenza italiana specializzata nella progettazione e realizzazione di impianti fotovoltaici , si recasse in loco per curare direttamente l’installazione del sistema. Purtroppo, però, la pandemia ha reso impossibile la missione e, vista la situazione, staff locale e tecnici di Equa si sono attivati per co-progettare a distanza l’impianto.

È stata quindi condotta un’attenta analisi dei carichi che potrà sostenere l’impianto (un piccolo ufficio con computer, stampante, proiettore, l’illuminazione generale del centro, connessione wifi) ma soprattutto sono stati verificati i carichi dei macchinari di trasformazione (una macchina per la tritatura di pomodoro e frutta e un frigorifero per la conservazione).

Nel centro è inoltre già presente un pozzo alimentato da una pompa solare. Prima di realizzare un nuovo impianto, abbiamo dunque voluto capire se il vecchio impianto potesse essere integrato nella nuova installazione. Per fare ciò è stato necessario valutare l’energia prodotta dagli attuali pannelli solari, quella consumata dalla pompa, necessità e consumi idrici del centro (animali, orti, etc) e la potenza della pompa del pozzo.

Insomma, un lavoro impegnativo che sarà però molto importante per lo sviluppo del centro di trasformazione e darà un grosso aiuto all’Unione dei produttori di Loumbila NANGLOBZANGA nella produzione di buonissime salse di pomodoro e confetture di frutta bio!

La sede dell’Unione dei produttori di Loumbila
Un impianto di irrigazione

16. Mariam, la regina del soumbala

La cooperativa Wend Songré non solo ha dimostrato che è possibile fare un’impresa di successo, ma sta anche fornendo acqua potabile a tutto il villaggio.

Se è la prima volta che state leggendo un articolo del blog “L’impresa di crescere insieme” (male!) è possibile che non conosciate il soumbala: l’insaporitore alimentare a base di néré fermentato, alla base di tantissimi piatti della tradizione burkinabé come il riz gras, le zuppe o le salse per condire il riso e la pasta.

Bene, Mariam è la regina del soumbala. La conosciamo perché fa parte della cooperativa Wend Songré (tradotto “Dio ci aiuta”) di Gourgou, nella provincia di Boulgou, in Burkina Faso, e insieme ad altre donne trasforma il néré in soumbala. Mariam ci racconta: “Abbiamo scelto questo prodotto perché è sano e fa bene alla salute e abbiamo deciso di riunirci in cooperativa perché l’unione fa la forza”.

Per Wend Songré formalizzarsi in cooperativa non è stato però facile: la prima volta che ci hanno provato i documenti non erano corretti e la loro domanda non è stata accettata. Ma le donne non si sono arrese, hanno risparmiato, con tanta fatica, per preparare un nuovo dossier e al secondo tentativo è andata bene.

Grazie al progetto Imprese sociali innovative e partecipazione dei migranti per l’inclusione sociale in Burkina Faso” cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e dalla Fondazione Maria Enrica, Wend Songré ha potuto beneficiare di diverse formazioni, tra cui quella sulla qualità dei processi produttivi e sull’igiene che, come dice Mariam, ha significato una vera svolta nel loro modo di lavorare.

Ma c’è una cosa di cui Mariam è ancora più orgogliosa: non solo la sua cooperativa ha dimostrato con tanti sacrifici di potercela fare, non solo grazie alla vendita del soumbala ora le donne possono contribuire alle spese familiari e alle tasse scolastiche dei propri figli, ma con il pozzo realizzato grazie ai contributi di progetto e alla forza di volontà di queste donne, Wend Songré sta fornendo accesso all’acqua potabile a tutto il villaggio.

“Noi donne, in Burkina Faso, nonostante le precarietà ci battiamo molto per migliorare le condizioni di vita nostre e della nostra comunità. Il pozzo è una prova della nostra forza nella lotta: grazie alla cooperativa Wend Songré, a Mani Tese e ai nostri amici in Italia, tutti ormai beneficiano di acqua potabile, anche coloro che non fanno parte della cooperativa e anche i nostri mariti che la usano per le costruzioni o per dare da bere agli animali”.

Mariam e le sue colleghe hanno cambiato la vita di tutto il villaggio. E noi siamo contenti di essere al loro fianco!

Vi lasciamo con la fantastica ricetta della zuppa di pesce con soumbala che ci ha regalato Mariam. Per prima cosa si fanno soffriggere in una casseruola con olio già caldo cipolle, pomodori e peperoni tagliati a pezzettini piccoli; dopo circa 7 minuti si aggiunge un litro e mezzo di acqua e all’incirca dalle 5 alle 10 palline piccole di soumbala (a seconda di quanto si vuole saporito il piatto). In seguito si prende circa un chilo di pesce (qui in Burkina si usa quello secco, per facilità di conservazione, ma fresco sarà ancora meglio) e lo si aggiunge pulito e spezzettato nella zuppa, con un po’ di sale, e si lascia cuocere per una mezzoretta. A questo punto il piatto sarà pronto da gustare con un po’ di pane o della polenta.

Mariam e il pozzo
Mariam e il soumbala

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Piano scuola estate 2021: diventare “Sapiens a 5P” con Mani Tese

Le nuove proposte di Educazione Civica e di Educazione alla Cittadinanza Globale di Mani Tese per allenarsi a un futuro sostenibile attraverso le 5P dell’Agenda 2030.

Mani Tese ha ideato una nuova proposta formativa per i gruppi e per le scuole, ideale per tutto l’anno e, in particolare, come attività partecipativa per il Piano Scuola Estate 2021.

“Se la pandemia ci ha insegnato qualcosa, è che siamo tutti e tutte inter-connessi dichiara Giacomo Petitti di Roreto, Responsabile Educazione e Formazione di Mani Tese Per affrontare le sfide del XXI secolo non basta più usare la stessa ragione che ha guidato l’homo sapiens a colonizzare il mondo 200.000 anni fa. È ora che l’essere umano evolva nel proprio modo di rapportarsi agli altri, al Pianeta Terra e alle altre specie viventi trovando un nuovo modo di concepire la propria felicità e le proprie relazioni.”

Per questo Mani Tese, da sempre in prima linea nell’educare i cittadini e le cittadine di domani per creare un futuro più giusto e sostenibile, è convinta che sia giunto il momento che l’homo sapiens compia un salto evolutivo e diventi homo sapiens a 5P!

Che cosa sono i Sapiens a 5P

Come è scritto nell’Agenda 2030, l’essere umano deve allenarsi a trasformare il mondo abbandonando le cose come si sono sempre fatte e abbracciando cinque concetti chiave, le cosiddette 5P:

  1. Persone. Eliminare fame e povertà in tutte le forme, garantire dignità e uguaglianza.
  2. Prosperità. Garantire vite prospere e piene in armonia con la natura.
  3. Pace. Promuovere società pacifiche, giuste e inclusive.
  4. Partnership. Implementare l’Agenda attraverso solide partnership.
  5. Pianeta. Proteggere le risorse naturali e il clima del pianeta per le generazioni future.

Come diventare Sapiens a 5P

Partendo da questi assunti dell’Agenda 2030, Mani Tese ha ideato “SAPIENS A 5P”, nuovi percorsi formativi per classi e/o gruppi di tutte le età: veri e propri esercizi di allenamento a un futuro sostenibile per diventare homo sapiens “a 5P”.

“Vogliamo rendere l’Agenda 2030 un tema vicino agli studenti, concreto e appassionante” afferma Giacomo Petitti di Roreto.

Affrontando temi diversi (dal cambiamento climatico alla cittadinanza economica, dalla moda alle migrazioni, passando per l’acqua, il cibo e lo sfruttamento ineguale delle risorse naturali) i percorsi provano a innescare un cambiamento del nostro modo di fare e di approcciare la complessità, cercando di mettere in dubbio gli schemi di riferimento abituali che non ci permettono di cambiare rotta.

Quest’anno l’offerta formativa di Mani Tese è realizzata in partnership con Reattiva, la nuova impresa sociale dedicata alla formazione nata dall’esperienza e dalle competenze di Mani Tese.

Il Piano Scuola Estate 2021

L’offerta formativa “SAPIENS A 5P” è particolarmente indicata come attività da svolgere con gli studenti e le studentesse nell’ambito del Piano Scuola Estate 2021.

“Il recupero di una dimensione laboratoriale e interattiva, soprattutto nelle realtà più periferiche, è la vera priorità in questo periodo di chiusura dell’anno scolastico prosegue Giacomo Petitti di RoretoPer questo Mani Tese è ben lieta di offrire i suoi percorsi di Educazione Civica e Cittadinanza Globale, da sempre pensati e realizzati attraverso metodologie inclusive e partecipative, anche nell’ambito del Piano Scuola Estate 2021. Condividiamo in particolare l’intenzione di ricostruire una socialità “affettuosa”, soprattutto nell’ottica di fare da ponte per ragazze e ragazzi nel delicato passaggio tra la scuola primaria e secondaria.”

A chi si rivolge l’offerta formativa

I percorsi sono strutturati per studenti e studentesse di tutte le età, con una particolare attenzione ai gruppi classi che vanno dai 6 ai 18 anni.

Per educare cittadini e cittadine globali gli educatori e le educatrici di Mani Tese applicano metodologie partecipative: i laboratori sono quindi progettati per gruppi (formali e non formali) dalle 10 alle 30 persone.

Dove si svolge

Tutti i laboratori possono essere realizzati in presenza, in modalità mista oppure interamente on-line, a seconda delle esigenze specifiche del richiedente e delle condizioni di contesto.

Come aderire alle proposte di Mani Tese

Per aderire alle proposte è sufficiente contattare l’ufficio di Educazione alla Cittadinanza Globale di Mani Tese per un colloquio scrivendo a ecg@manitese.it o chiamando il numero di telefono 02-4075165.

Gli educatori e le educatrici concorderanno insieme agli insegnanti o agli interessati un percorso che tenga conto delle specifiche esigenze del gruppo-classe e della fascia d’età dei destinatari.

È possibile scaricare la brochure dell’offerta formativa completa sul sito di Mani Tese.

SCARICA LA BROCHURE DELL’OFFERTA FORMATIVA

offerta formativa mani tese 2021