Guerra in Ucraina, a rischio la sicurezza alimentare in molti paesi africani

Il conflitto manda in tilt i prezzi del grano e diventa sempre più centrale il rafforzamento dell’agricoltura di piccola scala e delle produzioni di cereali locali.

di Elias Gerovasi, responsabile progettazione e partenariati di Mani Tese

È di qualche giorno fa la notizia che centinaia di navi partite dall’Ucraina cariche di grano e destinate al mercato africano sarebbero state bloccate nel Mar Nero per ordine del Cremlino.

A denunciare il potenziale disastroso di questa azione russa è stata la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha allertato la comunità internazionale sulle conseguenze drammatiche che questo tipo di blocco può provocare in termini di sicurezza alimentare per almeno sedici Paesi africani, il cui approvvigionamento del grano dipende per oltre il 50% dalle importazioni provenienti dall’Ucraina e dalla Russia.

È così che la guerra in Europa mette in allarme le economie di mezzo mondo e inizia a far vedere concretamente le sue ripercussioni negative sulla vita quotidiana di milioni di persone a migliaia di chilometri di distanza.

Il sacco da 50 kg di farina di frumento è passato in poche settimane da 11.000 a 23.000 franchi CFA (35 euro) in Costa d’Avorio, il prezzo dello zucchero e dell’olio è in aumento in maniera esponenziale in Senegal, Mali e Mauritania. Dall’altra parte del continente in Kenya, al porto di Mombasa, i cereali vengono sbarcati a 57.000 scellini (500 dollari) la tonnellata contro i 45.600 scellini (400 dollari) dello scorso gennaio. Dalla settimana scorsa i 5 milioni di abitanti di Abidjan acquisteranno con 150 franchi CFA (23 centesimi di euro) una baguette da 170 g al posto di quella tradizionalmente venduta il cui peso superava i 200 g di peso.

Il conflitto fa saltare gli equilibri dei mercati internazionali; se in Europa la principale emergenza è mettere fine alla dipendenza energetica dalla Russia, in molti paesi del continente africano la preoccupazione è più spostata sulla sicurezza alimentare, urgenza che è stata portata sul tavolo della recente riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu dedicata alla situazione umanitaria in Ucraina. Secondo la FAO, da 8 a 13 milioni di persone in tutto il mondo potrebbero soffrire di malnutrizione se si interrompessero le esportazioni di cibo dall’Ucraina e dalla Russia.

Ecco che in questo contesto preoccupante la produzione agricola di piccola scala diventa ancora più centrale per la sicurezza alimentare delle comunità in molti paesi dell’Africa e tutte le iniziative volte a porre fine alla dipendenza dalla farina di grano sono da incoraggiare.

In diversi paesi africani, anche di fronte alle preoccupazioni climatiche, sono state intraprese iniziative che possano portare alla sostituzione del grano con altri cereali locali come il sorgo e il fonio, un seme autoctono recentemente tornato alla ribalta per il suo profilo nutrizionale e per via della sua tecnica di coltivazione che richiede meno acqua di altri cereali. Una coltivazione che da diversi anni Mani Tese, ed ancora oggi con il progetto Miglioramento della sicurezza alimentare e delle condizioni igienico-sanitarie delle comunità dell’Atacora, sta supportando in Benin. Decine di gruppi di donne si sono organizzate in cooperative per riappropriarsi della coltivazione e del consumo di questo importante cereale.

Altre interessanti alternative in termini di costi benefici rispetto alle sementi importate sono rappresentate dai legumi e dai tuberi che possono anche essere mescolati con farina di frumento per produrre il pane. Il Niebè è uno dei principali legumi prodotti nel continente africano, proveniente dalla famiglia delle lenticchie e dei ceci, è un alimento base importante nell’Africa subsahariana, è noto per la sua ricchezza di proteine ​​(21% contro il 12% della pasta di frumento) e fibre. Anche la farina di manioca può essere utilizzata per la panificazione e la pasticceria, ma l’assenza di glutine ne limita l’uso per il pane al 30% o al 40% della dose.

In Burkina Faso, Mani Tese supporta gruppi di giovani e donne nello sviluppo di attività produttive, imprenditoriali e innovative, che valorizzano proprio le produzioni agricole locali e agroecologiche. Tra queste un focus particolare negli ultimi anni si è sviluppato nell’ambito della produzione e trasformazione del riso locale grazie al Progetto per il miglioramento delle condizioni nutrizionali di donne e bambini nei distretti sanitari di Garango e Tenkodogo, che promuove l’utilizzo del compost e di altre tecniche agroecologiche e la costituzione di centri di trasformazione per il riso paraboiled, tecnica che aumenta notevolmente le proprietà nutritive e le possibilità di conservazione del riso stesso.

Esse rappresentano storie di produzione agricola di piccola scala e di trasformazione di prodotti locali che possono essere in questo momento storico un antidoto importante alla crisi alimentare che sembra destinata a peggiorare con il prolungarsi del conflitto in Ucraina.

Raccontare la guerra ai bambini e alle bambine

Vi aspettiamo on line, il 6 e 20 aprile 2022, per un ciclo di webinar dedicato a genitori, insegnanti ed educatori per capire come raccontare la guerra ai più piccoli.

Il poeta ed educatore Danilo Dolci, uno dei grandi padri del movimento pacifista e non violento italiano, in una sua famosa poesia dal titolo “Ciascuno cresce solo se sognato” chiama gli adulti ad “educare senza nascondere l’assurdo ch’è nel mondo, aperti ad ogni sviluppo ma cercando d’essere franchi all’altro come a sé”.

Si tratta di un appello visionario, dirompente e drammaticamente attuale. Lo scoppiare di una guerra così vicina e così dolorosa ci pone di fronte a preoccupazioni e interrogativi che non hanno risposte facili né immediate. Ancora una volta siamo chiamati a cambiare il nostro modo di fruire informazioni e di trasmetterle ai più piccoli, che pongono grandi domande e ci restituiscono, come genitori, insegnanti ed educatori, la difficile responsabilità di tradurre la complessità.

La guerra è già entrata con prepotenza nelle case e nelle scuole, che hanno risposto in modo genuino e appassionato con il linguaggio della pace e della solidarietà; per qualcuno è già iniziato il tempo delicato dell’accoglienza delle famiglie e dei bambini in fuga dal conflitto. La risposta del “fare”, con i gesti e con l’esempio, è fondamentale anche dal punto di vista educativo, ma non esaurisce le domande, soprattutto nel medio e lungo periodo.

Come si può raccontare la guerra alle bambine e ai bambini? Come dare loro le notizie e quali notizie dare? È meglio mostrare le immagini nella loro cruda verità o filtrarle? Come evitare di mettere loro addosso un carico di preoccupazione e ansia troppo elevato?

Mani Tese e Reattiva, nell’ambito del progetto “Piccoli che Valgono” cofinanziato dall’impresa sociale Con i Bambini, propongono un ciclo di webinar per costruire insieme a genitori, insegnanti ed educatori uno spazio di riflessione sul tema.

Primo incontro mercoledì 6 aprile, dalle 18 alle 19, con Martina Recchiuti e Alberto Emiletti, della redazione di Internazionale Kids, il mensile per bambine e bambini che pubblica articoli, giochi e fumetti dai migliori giornali di tutto il mondo.

Secondo incontro mercoledì 20 aprile, sempre dalle 18 alle 19, con Daniele Novara, fondatore e direttore del CPP Centro PsicoPedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti, pedagogista e autore.

È possibile seguire la diretta sulla pagina Facebook e sul canale YouTube di Reattiva, l’impresa sociale di Mani Tese dedicata alla formazione.

Per ricevere il link diretto dell’evento on line è possibile iscriversi qui: https://www.reattiva.org/news/raccontare-la-guerra-ai-bambini-e-alle-bambine-21

A misura di bambino

A Firenze Mani Tese ha organizzato una giornata dedicata ai bambini e alle bambine con la partecipazione della comunità ucraina, delle associazioni e delle scuole.

di Mani Tese Firenze

Sabato 26 marzo si è tenuta presso il centro di Mani Tese Firenze A MISURA DI BAMBINO, una bellissima giornata dedicata ai bambini e alle bambine.

La giornata è stata un’occasione per ascoltare i bambini e capire come sostenerli al meglio, rendendoli protagonisti in un momento storico difficile e confuso.

Tutta la giornata è stata ricca di giochi, laboratori, letture animate e mercatini allestiti dai bambini, con la possibilità di partecipare al pranzo vegetariano e alla merenda.

All’evento sono intervenute le associazioni del territorio che si occupano da sempre dei diritti dei bambini e preziosa è stata la partecipazione delle scuole.

Abbiamo inoltre coinvolto la comunità ucraina di Firenze e alcune donne hanno condotto un bellissimo laboratorio di Pisanka, la tradizionale tecnica di pittura delle uova diffusa nell’Est Europa.

Con abilità e pazienza, le bianchissime uova sode si sono trasformate in coloratissimi capolavori, realizzati attraverso una tecnica di mascheratura in cera e coloranti alimentari. Gli splendidi disegni realizzati sono spesso tratti dall’arte popolare slava.

Questa tradizione è così importante per la cultura dell’Est Europa che si pensa provenga addirittura dall’era preistorica.

Secondo il folklore, il pisanka porta fortuna e può impedire al male di prendere possesso del mondo.

Qui di seguito alcune foto della giornata.

Benin: la gioia delle donne al corteo dell’8 marzo

Le donne dei gruppi sostenuti da Mani Tese si sono ritrovate a Tigninti per celebrare la 4a edizione della Giornata Internazionale della Donna, da qualche anno divenuta un importante celebrazione del loro impegno e dei loro successi.

Mani Tese si occupa da anni in Benin di promuovere il ruolo e l’autonomia delle donne attraverso lo sviluppo di attività generatrici di reddito a loro dedicate (come la produzione, la trasformazione e il commercio di prodotti agricoli locali) e la promozione della scolarizzazione delle bambine.

Per questo, la Giornata internazionale della donna da qualche anno è diventata un momento di grande festa, che le donne dei villaggi in cui siamo presenti hanno deciso di dedicare alla celebrazione del loro impegno e dei risultati raggiunti anche grazie a Mani Tese.

La giornata di quest’anno, in particolare, è stata dedicata al significativo contributo delle donne allo sviluppo della comunità attraverso il rafforzamento della loro partecipazione, indispensabile per realizzare un futuro sostenibile in cui vige realmente l’uguaglianza.

Tigninti, Koussocongou, Kounadorgou, Kouba, Souroukou, Tectibayaou, Tampatou, Toucountouna, Tampègré, Koudengou, Bongou, Oroukou-kayo, Pélima: sono i nomi di tutte le località da cui sono arrivati i gruppi di donne che hanno deciso di riunirsi per celebrare l’8 marzo a Tigninti, una località situata nel comune di Natitingou in Benin.

La giornata è stata anche un’occasione per festeggiare l’empowerment ottenuto grazie al sostegno di Mani Tese, che recentemente ha consegnato alle donne strumenti e attrezzature agricole che hanno permesso loro di migliorare l’attività di produzione e trasformazione degli alimenti locali.

I gruppi di donne si sono ritrovati all’Escale di Tigninti, da cui è partito un grande corteo composto da una lunga carovana colorata, che ha attirato una folla impressionante. I gruppi hanno sfilato lungo tutto il villaggio alternando canti e danze all’esposizione dei loro prodotti agricoli come la manioca, i suoi derivati (gari e tapioca), la soia, il fonio e il mais giallo.

La prima tappa della parata è stata il centro di trasformazione delle donne di Tigninti dove, alla presenza delle autorità amministrative e tradizionali, il Rappresentante Paese di Mani Tese Achille Yotto Tepa ha consegnato una nuova sgranatrice, con cui è stata effettuata la prima sgranatura in pubblico con successo. Achille ha poi consegnato al comitato di gestione le chiavi del centro stesso che verrà utilizzato per la trasformazione del fonio, ed è stato realizzato grazie al progetto di Mani Tese “Miglioramento della sicurezza alimentare e delle condizioni igienico-sanitarie delle comunità agricole nel dipartimento dell’Atacora” cofinanziato dai fondi dell’otto per mille dell’IRPEF a diretta gestione statale.

I membri del comitato di gestione, che hanno ricevuto le chiavi, hanno espresso la propria gratitudine attraverso la voce del loro segretario Richard Kouagou.

Al termine del corteo, il capo-villaggio Roger Wembokaan ha dichiarato: “Siamo orgogliosi delle nostre donne, che sono riuscite a organizzare questo evento e ringraziamo di cuore l’Ong Mani Tese per questo appoggio, che ha permesso di cambiare la vita delle donne e delle loro famiglie”.

Kanti N’Dah, la rappresentante del gruppo di donne trasformatrici di Tigninti, ha sottolineato come la collaborazione tra il gruppo di donne e Mani Tese abbia permesso alla comunità e ai villaggi circostanti di comprendere l’importanza del ruolo delle donne nel mondo del lavoro e nella produzione di reddito.

“Se le nostre ragazze seguono corsi di educazione civica, se oggi possiamo lottare contro l’abbandono scolastico, è grazie all’Ong Mani Tese a cui rivolgo il mio più profondo ringraziamento” ha aggiunto il direttore della Scuola Pubblica Primaria, Félix Okote.

Roméo Natta, capo del distretto di Kouandata, ha sottolineato come non era mai accaduto nella storia di Tigninti che le donne mobilitassero così tanta gente, facendole diventare importanti attori su cui contare per lo sviluppo del territorio.

Achille Yotto Tepa, Rappresentante Paese di Mani Tese in Benin, si è congratulato con le donne invitandole a perseverare nelle attività di trasformazione con dignità e determinazione senza mai rinunciare all’innovazione. Ha poi invitato la popolazione a investire nell’educazione scolastica dei bambini e, soprattutto, delle bambine perché non ci può essere sviluppo senza empowerment femminile.

L’evento si è poi concluso con l’intervento di Antoine N’Dah, membro del Parlamento per la quarta circoscrizione elettorale, che si è congratulato con le donne e con Mani Tese per il percorso realizzato.

Qui di seguito alcune foto del corteo.

Mani tese per l’Ucraina!

Dalle manifestazioni per la pace al sostegno dei profughi ucraini: l’impegno di giustizia di Mani Tese nell’emergenza.

In questo momento difficile per la popolazione ucraina, Mani Tese, attraverso le sue realtà territoriali, si è attivata per dare il proprio contributo a questa prima fase dell’emergenza causata dal conflitto.

I volontari e le volontarie delle nostre sedi locali di Catania, Gorgonzola, Finale Emilia, Napoli, Scandicci, Valdilana e Vimercate, in coordinamento con le istituzioni locali, hanno messo a disposizione le proprie sedi per l’attività di raccolta e distribuzione di beni di prima necessità a favore dei rifugiati ucraini e a servizio della solidarietà dei cittadini che intendono donare prodotti alimentari, coperte, vestiti, giocattoli e medicinali.

Molte sedi sono state messe a disposizione come punti di raccolta di beni o per le necessità dei profughi ucraini e stanno operando in coordinamento con le altre realtà locali.

Le Associazioni e le Cooperative di Mani Tese stanno partecipando inoltre attivamente ai coordinamenti territoriali contro la guerra e agli eventi per la pace manifestando, da nord a sud, la ferma condanna della guerra e della disuguaglianza, ovunque questa si manifesti.

AFFIANCACI IN QUESTO IMPEGNO!

Sostieni le nostre attività a favore del popolo ucraino con una donazione da effettuare nelle seguenti modalità:

bonifico bancario intestato a Associazione MANI TESE ONG Onlus presso banca Popolare Etica
(IBAN: IT 57 F 05018 01600 000010203040)
CCP, Conto Corrente Postale: n° 291278 intestato a Associazione Mani Tese ONG ONLUS, P.le Gambara 7/9, 20146 Milano, inserendo come causale EMERGENZA UCRAINA
Carta di credito sul sito di Mani Tese https://manitese.it/progetto/dona-ora/

L’impegno di Mani Tese a sostegno dei produttori di loumbila in Burkina Faso

Mani Tese sostiene l’Unione dei produttori di Loumbila (Union communale des sociétés coopératives Nakogblegzanga de Loumbila) da diversi anni e ha promosso in maniera significativa l’agroecologia tra i suoi membri.

Si sono appena conclusi due progetti in Burkina Faso “TOMATO REVOLUTION & DOLCI PRODUZIONI”, cofinanziati rispettivamente dalla Regione Emilia-Romagna il primo e dal Comitato Lecchese per la Pace e la Cooperazione tra i Popoli il secondo. Grazie a questi interventi, Mani Tese si è impegnata nell’organizzazione di un gruppo di donne specializzate nella trasformazione di pomodoro in passata e della frutta in marmellata.

Tutto è cominciato con l’individuazione di un gruppo di 30 donne, selezionate all’interno dell’Unione dei produttori di Loumbila Nankogblegzanga, e la loro successiva formazione sui criteri di igiene da adottare all’interno del laboratorio di trasformazione, sulla sterilizzazione e conservazione dei barattoli e ovviamente sulle tecniche di trasformazione del pomodoro e della frutta utili a preparare salsa di pomodoro e marmellate.

10 donne di queste donne, quelle più determinate, hanno poi costituito il gruppo che si sarebbe incaricato della preparazione di passata di pomodoro e marmellate e Mani Tese ha fornito l’attrezzatura necessaria e utile alla trasformazione: un set di pentole di varie dimensioni, fornelli, bilance, tavoli da lavoro, barattoli per il confezionamento dei prodotti e utensili vari.

Il gruppo di donne ha inoltre avuto la possibilità di visitare un’altra cooperativa, quella di Boussouma nella provincia di Bolgou, regione del centro-est del Burkina Faso, che già da alcuni anni è dedita alla produzione di passata di pomodoro. Qui, le donne hanno potuto capire meglio quale fosse il potenziale di questa attività e hanno visto da vicino un’unità di trasformazione di medie dimensioni con un buon ritmo di produzione e che già rifornisce numerosi clienti, con un discreto rendimento per le donne che fanno parte della cooperativa. Questa visita di scambio ha sicuramente contribuito a motivare ulteriormente il gruppo.

Mancava però un elemento molto importante: dovevamo realizzare il laboratorio dove trasformare il pomodoro e la frutta! Sembrava impossibile, perché non era previsto alcun lavoro di ristrutturazione nel budget dei progetti, ma con un po’ di accortezza abbiamo risparmiato denaro su alcuni acquisti e abbiamo richiesto una variante non onerosa per lo spostamento dei fondi necessari che la Regione Emilia Romagna ha approvato.

Per creare il laboratorio di trasformazione abbiamo sfruttato il patio esterno della sede dell’Unione di Loumbila, finora inutilizzato. Abbiamo realizzato la pavimentazione con delle piastrelle e abbiamo installato le finestre. Et voilà, il laboratorio era pronto a ospitare le attività delle donne che hanno dimostrato subito una grande cura per questo spazio: guai ad entrare senza il loro permesso o senza levarsi le scarpe!

Così è cominciata la produzione della marmellata e della salsa di pomodoro. Abbiamo valorizzato i prodotti accompagnando i contenitori in vetro con delle belle etichette, creando una sorta di linea di prodotto caratterizzata da una estetica piacevole e immediata riconoscibilità che ne valorizza il contenuto. Il gruppo di donne trasformatrici ha inoltre partecipato a due fiere che hanno permesso loro di ricevere i primi ordini e acquisire contatti di potenziali clienti.

Ovviamente, portare avanti un’attività commerciale non è sempre facile e le difficoltà non sono mancate: quest’anno, per esempio, la produzione di pomodoro è stata scarsa a causa della diminuzione delle piogge e di un insetto che ha attaccato le piante. Tuttavia, il gruppo di donne non si è mai scoraggiato ed è riuscito a preparare tutte le conserve previste dagli ordini.

Alcuni numeri sul sostegno di Mani Tese all’Unione dei produttori di Loumbila Nankogblegzanga (Burkina Faso)

Negli anni, Mani Tese ha sostenuto l’Unione dei produttori di Loumbila attraverso numerosi progetti e ha contribuito a promuovere la transizione agroecologica nella zona periurbana di Loumbila, che si trova a circa 40 km dalla capitale Ouagadougou.

Nel 2016, l’Unione di Loumbila Nankogblegzanga contava 10 siti di produzione agroecologica, mentre oggi sono oltre 50. Fanno parte dell’Unione 230 produttori, di cui oltre 140 donne, provenienti da 9 villaggi e consorziati in 17 cooperative aderenti. Inoltre un sito, dove Mani Tese ha costruito la sede dell’Unione, ha acquisito la label Bio SPG, un sistema alternativo di certificazione biologica, adattato al contesto locale. Infine, da alcuni anni, Mani Tese ha contribuito all’attivazione di un sistema di credito interno che sostiene i produttori nell’acquisto di attrezzature, sementi e altro, nei momenti decisivi per la produzione stagionale.

Anche se i progetti “TOMATO REVOLUTION & DOLCI PRODUZIONI” sono giunti al termine e non ci sono più finanziamenti diretti, Mani Tese ha comunque deciso di restare a fianco dell’Unione dei produttori di Loumbila Nankogblegzanga continuando il tutoraggio delle donne trasformatrici nello sviluppo della loro attività e sostenendo il sistema di credito già in essere a vantaggio dei produttori della cooperativa.

Aiutaci anche tu con una donazione

Qui di seguito alcune foto delle donne al lavoro nel laboratorio

La partecipazione a una fiera

La trasformazione del patio esterno della sede dell’Unione di Loumbila Nankogblegzanga in laboratorio

Gli effetti della guerra Russia-Ucraina in Kenya

L’aumento dei prezzi sta mettendo in difficoltà produttori e famiglie e si aggiunge all’instabilità politica, già esacerbata da siccità e cambiamenti climatici.

di Samuele Tini, Responsabile Mani Tese in Kenya

Il conflitto fra Russia e Ucraina non coinvolge solo l’Europa ma colpisce anche Paesi lontani, già fragili, come il Kenya.

Cosa fa sì che le bombe a Kiev siano fonte di problemi anche per i produttori coinvolti nei nostri progetti di sviluppo a Molo o Baringo, già duramente provati da questi due anni di pandemia e crisi economica?

Grano e prodotti alimentari

La risposta risiede nel fatto che il Kenya importa oltre il 75% del suo fabbisogno di grano e di altri prodotti alimentari, fra cui il mais per l’alimentazione animale (importato al 100%) e l’olio di semi di girasole.

Per quanto riguarda gli ingredienti per i mangimi animali, la richiesta nell’ultimo anno aveva già avuto una crescita esponenziale, con conseguente raddoppio dei prezzi. Alla fine dello scorso anno, infatti, le grandi aziende zootecniche del Paese avevano parlato di un imminente collasso.

Per quanto riguarda il grano, numerosi Paesi africani dipendono per oltre il 60-80% dalle importazioni del prodotto da Ucraina e Russia. Una situazione davvero problematica, che sicuramente non mancherà di far sentire i suoi contraccolpi a livello sociale.

Altri problemi riguardano poi le esportazioni: la Russia era fra i primi importatori di tè, rose e prodotti agricoli dal Kenya. Ma ora con le sanzioni è tutto bloccato e questo comporterà un ulteriore danno.

Materie prime, energia, inflazione

La guerra ha già fatto sì che il prezzo delle materie prime stia crescendo e le interruzioni degli approvvigionamenti da Russia e Ucraina, che vendono il 40% della produzione ai Paesi Africani e del Medio Oriente, sicuramente si faranno sentire in maniera ancora più intensa.

Il costo del greggio a 110 USD non è una buona notizia per il Kenya, un Paese quasi al 100% dipendente dai combustibili fossili.  Il prezzo dei fertilizzanti, anche questi importati da Russia e Cina per quanto riguarda il Kenya, è in aumento ed è già raddoppiato dallo scorso anno.

L’inflazione del paniere alimentare è del 9%. Secondo i dati del Kenya National Bureau of Statistics, il peso di questa situazione è maggiore soprattutto per le famiglie povere, dato che il cibo costituisce quasi il 40% della loro spesa.

L’energia è un altro problema. Il prezzo del kerosene e della paraffina è aumentato del 21% in meno di un anno, ed è in crescita. Il gas da cucina da 6kg è più che raddoppiato e questa non è una buona notizia per le risorse forestali.  L’aumento del gas spinge infatti le persone a tornare a utilizzare legna e carbone vegetale anche nelle città.  

La situazione sociale

La protesta per questa situazione in Kenya è dilagata anche sui social, mostrando come la tensione sui prezzi stia mettendo a dura prova il Paese.  Difficilmente, però, un hashtag su Twitter cambierà le cose.

Alle tensioni create dall’aumento alle stelle dei prezzi di grano e mangimi, si uniscono le tensioni politiche e di instabilità locali, esacerbate dalla siccità e dal cambiamento climatico.

I venti di guerra che soffiano in Europa non si sono mai placati in Africa ed in particolare nei paesi intorno al Kenya, con il duro conflitto in Etiopia e le lotte a bassa intensità sul confine della Somalia, e il problema del banditismo e del furto di bestiame.

Purtroppo, infatti, nei giorni scorsi i banditi della zona di Baringo hanno ucciso 7 persone durante alcuni attacchi a Loruk.

Il nostro lavoro a fianco delle comunità locali

Questa situazione provoca inevitabili sofferenze anche per i produttori con cui collaboriamo.

Nella zona di Baringo, attraverso i nostri progetti di cooperazione allo sviluppo come “Agri-change: piccole imprese grandi opportunità. Sviluppo di filiere agro-alimentari nel bacino del fiume Molo”, cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, lavoriamo proprio per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili attraverso la promozione del biogas. Cerchiamo, inoltre, di introdurre prodotti locali nella composizione dei mangimi. In agricoltura promuoviamo l’uso di sementi migliorate locali e la transizione agroecologica per ridurre la dipendenza da fertilizzanti chimici di sintesi.

In questo momento, pur con i limiti delle nostre risorse, cerchiamo di essere al fianco delle comunità e delle piccole imprese aiutandole nel compiere scelte difficili. Sicuramente i produttori dovranno ridurre gli stock di animali e prepararsi a un periodo complesso, ma siamo certi della loro resilienza e della capacità dimostrate in questi due anni durissimi di pandemie, lockdown e crisi economica.

Le speranze per una ripresa in questo scenario sicuramente non sono rosee, ma noi continuiamo il nostro lavoro e il nostro impegno di giustizia a fianco delle comunità locali.

Per sostenere il nostro impegno di giustizia in Kenya, usa la causale “Emergenza Kenya” e DONA ONLINE oppure via bonifico tramite iban IT 57 F 05018 01600 000010203040 e Bic/Swift CCRTIT2T84A intestati a Associazione MANI TESE ONG Onlus.

Agricoltura circolare: storia di Isaías Manuel

Isaías Manuel ci racconta come la vita nella comunità di Barrone è migliorata grazie al progetto “Agricoltura Circolare”.

Nella provincia della Zambezia, in Mozambico, stiamo lavorando per migliorare la sicurezza alimentare e la situazione nutrizionale delle comunità più vulnerabili, attraverso il rafforzamento dell’agricoltura e dell’allevamento. Lo facciamo grazie al progetto “Agricoltura circolare per ridurre la fame in Zambezia”, cofinanziato dall’8×1000 a gestione statale, che potete sostenere anche voi donando qui.

Il mese scorso, dalla comunità di Barrone, ci è arrivata la testimonianza di uno dei beneficiari del progetto, il signor Isaías Manuel, a cui lasciamo la parola.

“Prima del progetto – esordisce Isaías – avevamo difficoltà nell’agricoltura, per via di tecniche di coltivazione non efficaci, problemi con l’irrigazione dei campi e scarso accesso alle sementi. In alcuni casi, poi, ci mancavano le conoscenze: non eravamo consapevoli dell’importanza di avere una varietà di colture e il mais, per esempio, lo coltivavamo soltanto nella seconda parte dell’anno e non nella prima.

Mani Tese ci ha aiutato con nuova attrezzatura, sementi e formazioni sull’agricoltura. Adesso abbiamo cambiato il modo di coltivare e stiamo già raccogliendo i primi frutti di questo lavoro.

Un altro problema della comunità – continua Isaías – era l’acqua potabile. Il pozzo che avevamo nel villaggio era vecchio e l’acqua non era più buona da bere, la utilizzavamo solo l’agricoltura e per lavarci. Ora, grazie al progetto di Mani Tese, è stato costruito un nuovo pozzo e abbiamo a disposizione acqua potabile tutti i giorni.

Mani Tese ci ha aiutato anche a migliorare l’alimentazione dei nostri bambini. Purtroppo i nostri figli e figlie devono percorrere circa 5 km per arrivare a scuola e hanno bisogno di cibo nutriente e che dia energia. In passato davamo ai bambini il porridge con riso e zucchero, ma le famiglie che non potevano permetterselo mettevano il sale al posto dello zucchero. Grazie agli insegnamenti del progetto, abbiamo imparato altri modi per preparare il cibo per i nostri bambini. Ora prepariamo il porridge di soia e lo rendiamo più nutriente con uova, pesce o altro ancora.

Una difficoltà in più che dobbiamo affrontare – prosegue Isaías – è il cambiamento climatico. In passato seminavamo nel mese di novembre, adesso per adattarci abbiamo seminato nel mese di gennaio, ma è un mese piovoso e questo rende più difficile la produzione. Con l’aiuto di Mani Tese, però, speriamo di superare anche questa difficoltà.

In futuro – conclude Isaías – speriamo di essere nuovamente coinvolti nei progetti di Mani Tese perché abbiamo imparato tanto, ma abbiamo bisogno anche di scuole e nuovi pozzi per la raccolta di acqua potabile. Grazie a Mani Tese e grazie a tutti quelli che ci aiuteranno.”

Leggi le altre storie del progetto “Agricoltura circolare per ridurre la fame in Zambezia” e aiutaci a migliorare la sicurezza alimentare della Zambezia: https://manitese.it/progetto/agricoltura-circolare-per-ridurre-fame-in-zambezia