La voce dei contadini africani a CO-Opera 2022

Leggi il resoconto di Mani Tese della seconda Conferenza nazionale della Cooperazione allo sviluppo.

Anche Mani Tese ha partecipato il 23 e 24 giugno a Roma a CO[OPERA], la 2° conferenza nazionale della Cooperazione allo sviluppo organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

Il Presidente della repubblica Sergio Mattarella ha aperto l’incontro con parole molto incoraggianti sul fondamentale ruolo che gioca la cooperazione allo sviluppo nell’ambito della politica estera dell’Italia. I partecipanti si sono poi confrontati per i successivi due giorni approfondendo le 5 P degli obiettivi di sviluppo sostenibile: Pace, Persone, Prosperità, Pianeta e Partenariati.

Ancora troppo poche le risorse per l’aiuto allo sviluppo

Dal confronto sono emerse molte tematiche e riflessioni sul futuro della cooperazione allo sviluppo e di quella italiana in particolare. Molti interventi hanno ripreso il tema delle risorse messe a disposizione per la cooperazione in Italia. Il ministro Luigi Di Maio ha affermato che nel 2020 si è raggiunto lo 0,28% del rapporto tra aiuto pubblico allo sviluppo e reddito nazionale lordo. Seppur in leggero aumento rispetto agli anni precedenti, è un dato molto lontano dall’obiettivo dello 0,70% che si sono posti i Paesi donatori entro il 2030. In molti, in particolare rappresentanti della società civile, hanno infatti rimarcato che questa cifra non aumenta come l’Italia si è impegnata a fare, mentre aumentano, invece, le spese militari, dove si è molto più ligi nel rispettare gli impegni sottoscritti a livello internazionale.

Le reti delle Organizzazioni non governative, a questo proposito, hanno lanciato nei mesi scorsi la Campagna070, presentata alla conferenza da Ivana Borsotto, Presidente di FOCSIV, nella sessione di apertura.

La Vice Ministra Marina Sereni ha inoltre dichiarato che le risorse impiegate per le crisi acute e per le emergenze, come è il caso ad esempio dell’Ucraina, non devono sottrarre i fondi a disposizione per il sostegno ai programmi e progetti di sviluppo, dove si accompagnano le comunità nella costruzione e realizzazione di percorsi per uscire dalla povertà nel medio-lungo periodo. Ambito, questo, che deve restare prioritario per la cooperazione allo sviluppo.

Africa e Medio Oriente le priorità della cooperazione

Per quel che riguarda la geografia degli interventi è emerso chiaramente dai due giorni di incontro che è l’Africa oggi e nell’immediato futuro il continente dove concentrare maggior impegno e risorse, insieme al Medio Orientesia per i bisogni presenti in quei territori sia per un interesse geopolitico dell’Italia.

Ibrahima Coulibaly e la voce dei contadini africani

Si è, inoltre, molto parlato della qualità della cooperazione e di quale cooperazione che deve sempre andare in sintonia con la quantità delle risorse messe a disposizione. Da questo punto di vista Mani Tese, con altre ONG unite in una coalizione per la transizione agroecologica in Africa Occidentale, ha favorito la presenza al convengo di Ibrahima Coulibaly, Presidente delROPPA (Rete delle organizzazioni contadine dei Paesi dell’Africa occidentale) arrivato direttamente dal Malì per l’evento.

Il suo intervento è stato particolarmente interessante e molto applaudito.  Coulibaly ha sottolineato la necessità di ascoltare i contadini africani, di non proporre o imporre soluzioni dall’esterno, e di favorire la riscoperta di sementi e modalità di coltivare la terra della tradizione agricola dei diversi Paesi.

Secondo Coulibaly la crisi alimentare odierna in Africa occidentale non è tanto causata dal grano, perché il pane viene consumato solo nelle città, ma dai prezzi dei fertilizzanti chimici in vorticoso aumento, che rappresentano un costo insostenibile per i piccoli produttori. Per Coulibaly quella che abbiamo davanti è un’importante occasione di cambiamento a tutti i livelli: l’agroecologia – che, come ha ricordato, non è solo un insieme di tecniche, ma un approccio globale alle sfide di oggi che si basa su input naturali in ambito agricolo – deve diventare sempre più il riferimento per i piccoli produttori, per i governi locali, per i finanziatori e per tutti coloro che agiscono nell’ambito della cooperazione internazionale.  

Più priorità alla cooperazione nella politica

Molto positiva e importante è stata la presenza alla conferenza di ben 5 ministri (oltre al già citato Di Maio, anche Cingolani, Lamorgese, Franco e Speranza), del Presidente della commissione esteri della camera Fassino oltre che della Vice Ministra alla cooperazione Sereni. Ora, però, è necessario tradurre in atti concreti le idee e le proposte emerse dai diversi dibattiti e che queste diventino temi prioritari nelle agende della politica.

Alle organizzazioni della società civile spetta il compito, altrettanto importante, di vigilare sulla politica affinché essa faccia seguire con i fatti ciò che è stato dichiarato nel corso del convegno.

Osservatorio Kenya: come la guerra “impatta” lontano dall’europa

Lo staff locale di Mani Tese impegnato nel progetto “Agrichange” affronta ogni giorno la crisi economica e alimentare dovuta a conflitto e pandemia.

“Eat cassava if there is no bread”. Mangiate la cassava se non avete il pane: la frase pronunciata dal presidente Ugandese Museveni ha ben riassunto la situazione critica che il conflitto in Ucraina ha causato in questa parte del mondo. La zona del Corno d’Africa sta infatti vivendo la più forte siccità da 40 anni a questa parte (fonte: Financial Times, 3 maggio 2022) e 20 milioni di persone sono a rischio, fra cui quelle nelle zone di Baringo, in Kenya, dove operiamo. Una drammatica situazione Il mese di aprile ha visto code e blocchi dovuti alla scarsità di carburante in Kenya, che purtroppo ancora persiste in molte aree. Anche a Nakuru le pompe hanno rifornimenti a singhiozzo. Nairobi ha vissuto momenti drammatici con il traffico paralizzato da automobilisti in coda all’unica stazione con un po’ di rifornimento. E ovviamente la speculazione ha fatto il suo ingresso con richieste di prezzi esorbitanti alla pompa. I fertilizzanti e i prezzi di molte materie prime per l’alimentazione animale e umana sono raddoppiati o più con una forte pressione inflazionistica. Il settore della alimentazione animale, che aveva già lanciato un disperato grido d’allarme nel dicembre scorso, oggi si trova in una crisi peggiore. La dipendenza della regione dalle importazioni da Ucraina e Russia (oltre il 60% sul grano) ha mostrato tutta la vulnerabilità delle politiche agricole. Il prezzo alla tonnellata è passato da circa 280 dollari a quasi 600 e le conseguenze si stanno già facendo sentire con rincari di oltre il 10% per il pane. Le previsioni sono di ulteriori rincari in una situazione in cui i sottoprodotti del grano per l’alimentazione animale già scarseggiano.

Samuele da uno sguardo alle terre attorno ai campi coltivati tramite il progetto

Anche il latte, l’alimento più consumato in Kenya con circa 100 litri pro-capite all’anno, ha visto una drammatica riduzione a causa della siccità e della crisi dei mangimi. Si fa fatica a trovarlo nei supermercati e molto spesso le poche forniture sono limitate e gli acquisti razionati. La fame di investimenti ha fatto salire il debito del paese dal 38% del Pil nel 2012 al quasi 70% odierno, con un bilancio del governo in disavanzo dell’8%. Ha fatto scalpore che per la prima volta nella storia del paese la spesa per rimborso del debito abbia superato le spese per personale dello stato ed è la prima uscita del bilancio del governo. Il rating delle principali agenzie è negativo e appena un gradino sopra la zona C.

L’impatto sulle risorse ambientali

La pressione inflazionistica derivata dalla guerra è stata esacerbata dall’aumento del carburante, che nei due anni progettuali è aumentato del 70%. E con esso quello di gas e paraffina. Questo fatto è particolarmente drammatico in quanto spinge la popolazione verso le risorse da biomasse. Legna e carbone stanno quindi diventando alternative per i bisogni domestici non solo per le zone rurali ma anche per quelle urbane, vista la diminuzione di reddito disponibile. La domanda urbana spinge purtroppo le aree rurali, colpite dalla crisi, a rispondere. Nelle strade di Baringo è possibile constatare coi propri occhi la drammaticità della situazione: decine e decine di moto cariche di sacchi di charcoal si incrociano sulla strada in direzione delle cittadine di Mogotio e Nakuru. Una processione dolorosa che mostra il danno ambientale causato dalla situazione e la disperazione delle comunità.

Un pescatore naviga il fiume Molo

Gli strascichi della pandemia

Il Kenya, tra l’altro, era appena uscito dalla crisi pandemica, che ha portato al blocco quasi totale del turismo, (-95% degli arrivi), alla perdita di numerosi posti di lavoro e al fallimento di numerose imprese nonché ad una forte minaccia agli sforzi di conservazione. Sul fronte turistico il famoso hotel Hilton, centro della Nairobi del business e del turismo di alta fascia, ha annunciato la sua chiusura, come sono stati chiusi gli storici alberghi negli Aberderes, che avevano visto la principessa Elisabetta diventare regina alla morte del padre.

Il progetto Agrichange

Mani Tese da anni in Kenya si batte per una politica di sostegno ai piccoli produttori che permetta loro di essere protagonisti e di ottenere un giusto ritorno dalla propria attività. Dal 2020 a fine 2022, Mani Tese insieme allo storico partner locale NECOFA e ai partner KOAN, E4IMPACT, APAM, Università di Torino, SIVAM e Università Cattolica, sta implementando il progetto “Agri-change: piccole imprese grandi opportunità. Sviluppo di filiere agro-alimentari nel bacino del fiume Molo”, cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, che mira alla creazione di opportunità di reddito e di resilienza nelle aree focus del nostro lavoro: Baringo e in parte Molo.

Purtroppo il progetto sin dal suo inizio ha dovuto affrontare mari sempre più in burrasca: dai lockdown del 2021 e le varie ondate pandemiche, che hanno dato un primo duro colpo alla economia locale, fino alla crisi attuale. Aleggia inoltre l’incertezza tipica del processo elettorale, in quanto il paese si sta preparando alle elezioni presidenziali che si preannunciano complesse e tese. La menzionata siccità e gli effetti del cambiamento climatico hanno ulteriormente alimentato questa tempesta perfetta. L’obiettivo di Agrichange è la promozione di due catene del valore, quella animale e quella del miele, nella zona di Baringo e la promozione della funghicoltura nella zona di Molo. Nonostante le difficoltà, siamo riusciti a realizzare tutte le strutture ed è stato fatto un importante sforzo per supportare le filiere del miele e dell’allevamento circolare. A oggi il miele è stato colpito duramente dalla siccità con volumi ridotti di produzione ma ha ancora un forte potenziale specie qualora la stagione umida aiuti nella ripresa produttiva. La recente missione dei tecnici di APAM in Kenya, inoltre, ha aiutato i piccoli produttori locali, che hanno potuto apprendere una migliore gestione degli alveari. Per quanto riguarda l’allevamento circolare, attualmente i prezzi di vendita hanno reso l’allevamento suino altamente poco redditizio e i gruppi formati stanno riducendo drasticamente il numero di capi in attesa di un miglioramento. Particolarmente critica è la situazione a Baringo, dove però Mani Tese sta operando con altri progetti per sostenere la comunità con attività alternative generatrici di reddito. La parte di funghicoltura, per fortuna, è quella che più sta avendo successo, con la costituzione di cinque gruppi produttori attivi e una produzione costante di orecchioni nella zona di Molo, la quale fornisce un forte sostegno al reddito dei produttori. Con il timido inizio delle precipitazioni a inizio maggio, il team di progetto ha provveduto alla distribuzione di semi e fitocelle per le comunità a Marigat in modo da supportare in questo momento di difficoltà i gruppi e le famiglie. Grazie ad Agrichange abbiamo poi lavorato con E4Impact per la formazione e l’avvio di piccole imprese locali. Grazie a questa attività alcuni giovani beneficeranno di un fondo per intraprendere piccole attività imprenditoriali dando così un messaggio di speranza in questa situazione difficile. Insieme all’Università di Torino abbiamo poi lavorato alla creazione di un allevamento di mosche soldato per la produzione di larve per alimentazione animale, che, seppur risenta della situazione generale, ha margini potenziali per il futuro. A 6 mesi dalla fine del progetto Agrichange stiamo vivendo un momento complesso. Le continue crisi hanno dato un durissimo colpo al morale dello staff e del partner locale NECOFA. Nonostante tutto, continuiamo a lavorare anche nei momenti più bui e complessi perché questa è la nostra responsabilità e questo è il nostro concreto impegno di giustizia.

Articolo pubblicato nel Giornale di Mani Tese di giugno 2022.

Burkina Faso: continua il processo di transizione agroecologica

Le donne del villaggio di Poedogo, beneficiarie del progetto di Mani Tese, hanno ricevuto semi, attrezzi e formazione e partecipato a un’importante visita di scambio: sono pronte per affrontare la sfida agroecologica!

Sono passati già diversi mesi dall’inizio dei progetti Donne al centro per uno sviluppo inclusivo e sostenibile” e “Donne al centro per la transizione agroecologica”, complementari tra loro e co-finanziati rispettivamente da Regione Veneto e Regione Emilia-Romagna, nel villaggio di Poedogoe abbiamo fatto parecchia strada insieme al gruppo di donne delle “Soeur Burkinabe di Poedogo”. Questo gruppo ha forti legami di collaborazione con l’Associazione delle sorelle Burkinabé di Treviso, che partecipa al progetto con alcune attività in Italia insieme al gruppo Mani Tese di Treviso. Immediatamente dopo l’evento di sensibilizzazione su come produrre cibo sano e sostenibile, abbiamo infatti iniziato le vere e proprie attività.

Da un lato abbiamo intrapreso la formazione per fornire alle donne i necessari strumenti di empowerment e, dall’altro, abbiamo realizzato attività che hanno permesso di mettere in pratica quanto appreso per avviare una vera e propria transizione agroecologica.

Il primo step di questo importante cambiamento è stata la visita presso il perimetro orticolo del partner locale Association Watinoma. La visita ha coinvolto oltre una ventina delle 70 donne del gruppo, che hanno potuto fare esperienza diretta dei risultati evidenti di una coltivazione realizzata senza l’uso di concimi chimici o di pesticidi e che, soprattutto, hanno potuto beneficiare dell’esperienza e della motivazione di altre donne. Questa visita di scambio ha anche suscitato nel gruppo delle “Soeur Burkinabe di Poedogo” delle importanti riflessioni sulla gestione comune degli attrezzi da lavoro e sull’ottimizzazione dell’uso dell’acqua.

La visita di scambio

Successivamente alla visita, abbiamo distribuito i semi da orto secondo le esigenze espresse dalle donne e abbiamo fornito loro un kit di attrezzi da lavoro per la cura degli stessi: pale, rastrelli, guanti, annaffiatori, zappe e nebulizzatori sono stati dati individualmente mentre carriole e nebulizzatori per i biopestici sono stati forniti per un uso collettivo.

La distribuzione di semi e attrezzi è stata affiancata da un’opportuna formazione sull’agroecologia. Nei quattro giorni trascorsi con i formatori dell’Associationi Watinoma e gli animatori di Mani Tese, le donne hanno acquisito importanti conoscenze sulle tecniche di preparazione del compost e dei biopesticidi, sull’interazione fra le culture orticole e arboree, sull’importanza del mantenimento di un equilibrio sinergico tra piante, alberi e insetti all’interno di un ecosistema naturale come quello di un perimetro orticolo agroecologico.

Le donne intente a preparare i vivai per gli alberi di papaya
Formazione agroecologica

Durante la formazione sono state anche condotte esercitazioni pratiche che hanno permesso di realizzare quattro grandi cumuli di compost, che saranno utilizzati per rivitalizzare il terreno dell’orto, molto impoverito dal precedente uso di prodotti chimici. Utilizzando questo ricco fertilizzante naturale – realizzato a partire da differenti strati di paglia, deiezioni animali, cenere e acqua che si decompongono diventando un ricco humus per il terreno – le donne riescono a non dipendere più dall’uso di altri fertilizzanti chimici. Il risultato è un terreno rivitalizzato e fertile con un risparmio concreto di denaro, che le donne possono utilizzare per le proprie spese, come ad esempio le cure mediche.

Le donne alle prese con la preparazione del compost
Un’altra immagine relativa al processo di preparazione del compost

Altre importanti formazioni sono state realizzate nei mesi successivi. La prima è stata condotta da Mani Tese sulle tecniche di trasformazione e di essiccazione di foglie e frutti. L’essicazione è una delle tecniche più antiche e semplici di trasformazione e permette di aumentare il tempo di conservazione dei prodotti, che in questo modo possono essere disponibili anche al di fuori del loro periodo di stagionalità. Durante la formazione sono stati anche distribuiti due essiccatori solari.

Formazione sulle tecniche di essicazione

La seconda formazione ha riguardato i principi di una sana alimentazione, il riconoscimento dei sintomi della malnutrizione infantile, l’igiene personale e dei luoghi di trasformazione. Per le mamme è infatti fondamentale l’acquisizione delle competenze per individuare tempestivamente un eventuale stato di malnutrizione nei loro bambini prima che si trasformi in una forma cronica e abbia ripercussioni sul loro sviluppo fisico e mentale.

Formazione sulla nutrizione

Mani Tese ha poi curato la realizzazione della sede associativa delle donne agricoltrici, un edificio a basso impatto ambientale di circa 40 mq di spazi al chiuso e 35 mq esterni di tettoia, costruito con mattoni di laterite, una pietra locale dal bellissimo colore rosso. Questa scelta, a differenza del cemento, rende l’edificio più accogliente, in grado di accumulare meno calore e più resistente nel tempo.

La sede in via di costruzione

Nei prossimi mesi ci aspettano ancora molte sfide, ma siamo certi che le Soeur Burkinabe di Poedogo ora hanno dalla loro parte tanti nuovi strumenti oltre che la giusta motivazione per poterle affrontare al meglio insieme!

Aiutaci a rendere indipendenti le donne del Burkina Faso e sostieni i nostri progetti con le donne di Poedogo donando via bonifico o a questo LINK inserendo la causale “Insieme per le donne del Burkina Faso”.

Benin: garantire cibo e igiene fra terrorismo, lavoro minorile e siccità

Nonostante le minacce jihadiste, gli effetti della pandemia e il costo della vita sempre più elevato, proseguono le attività di Mani Tese per garantire la sicurezza alimentare e le condizioni igienico sanitarie della popolazione.

In Benin molte minacce  gravano sull’intera popolazione della  regione  dell’Atacora, dove siamo presenti nei comuni di Natitingou, Toucountouna e Kouandé con il progetto “Miglioramento della sicurezza alimentare e delle condizioni igienico-sanitarie delle comunità agricole del dipartimento dell’Atacora” cofinanziato dai fondi 8 per 1000 a diretta gestione statale.

Dal punto di vista produttivo in  ambito agricolo, la stagione delle piogge 2021 è stata caratterizzata da precipitazioni inadeguate intervallate da un lungo periodo di siccità. La diretta conseguenza di questa situazione è la carenza precoce di alcuni importanti alimenti nei mercati locali e un aumento incontrollato dei prezzi nel 2022. L’ irregolarità delle piogge ha anche causato una siccità prematura di bacini e fiumi tradizionali necessari per lo sviluppo delle attività orticole.

Sul piano sociale, la pandemia di Covid-19 ha causato nuovi disagi sanitari e la chiusura delle scuole per alcuni mesi, che ha portato a un aumento del fenomeno del lavoro minorile con frequenti casi di bambini trafficati a scopo di sfruttamento.

Il territorio del Nord, del quale fa parte l’Atacora, del Benin è stato inoltre segnato dall’aumento di episodi di sconfinamento dei movimenti di matrice jihaidista attivi nel vicino Burkina Faso con atti di terrorismo che hanno causato la perdita di vite umane ma anche un  esodo importante di popolazioni burkinabé, in fuga dalle violenze del loro paese di origine.

Nonostante il contesto incerto, le attività del nostro progetto sono proseguite e anzi hanno permesso di ridurre, per la popolazione destinataria delle attività, gli effetti di queste minacce.

Negli scorsi mesi, abbiamo lavorato per garantire la sicurezza alimentare insieme a 21 gruppi di donne (per un totale 525 donne) con cui abbiamo preparato gli appezzamenti di terreno per avviare le attività agricole nella stagione secca. Le agricoltrici hanno partecipato a un corso di formazione sull’orticoltura per la produzione di ortaggi e a un corso di formazione in nutrizione.

Due donne mostrano fiere i loro prodotti orticoli
Una donna innaffia il proprio campo

Sono stati inoltre distribuiti attrezzi e  semi di varietà orticole per incrementare le loro capacità di produzione di ortaggi fuori stagione e sono stati costruiti e inaugurati 4 centri di trasformazione con annesso magazzino per la manioca e il fonio. Infine, sono stati distribuiti kit per irrigare i campi di ciascun gruppo agricolo.

Un ragazzo verifica l’efficienza del kit di irrigazione appena installato

Per prevenire, infine, la diffusione di malattie a trasmissione oro-fecale come il colera, l’amebiasi, la taeniasi, la dracunculiasi, l’ascariasi e la bilharzia, sono state organizzati corsi di formazione sull’igiene e la salute nei villaggi.

Il nostro impegno in Benin oggi prosegue. Con l’aiuto di chi vorrà sostenerci, contiamo di portare a termine il nostro progetto per rendere la popolazione sempre più sicura, indipendente e resistente alle minacce di un contesto purtroppo sempre più instabile.

Aiutaci a garantire indipendenza e resilienza a centinaia di famiglie in Benin e sostieni i nostri progetti donando via bonifico o a questo LINK inserendo la causale “Con gli agricoltori del Benin”.

Segui le api e troverai il miele!

In Kenya Mani Tese ha celebrato la giornata mondiale delle api con scambi, festeggiamenti e l’esposizione dei prodotti locali realizzati nell’ambito del progetto “Agrichange”.

“Se l’ape sparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”, diceva Albert Einstein. E noi non potremmo che esserne più d’accordo!

Il 20 maggio si è tenuta la giornata mondiale delle api ed anche in Kenya ci siamo uniti al resto del mondo per celebrarla con una tre giorni di eventi chiamata “Bee Engaged: celebriamo il contributo delle api all’ambiente, al cibo, alla sicurezza e alla creazione di reddito per l’umanità”. La celebrazione nazionale si è svolta a Nakuru nel giardino Nyayo.

Grazie all’esibizione dei nostri prodotti realizzati nell’ambito del progetto “AGRICHANGE: PICCOLE IMPRESE, GRANDI OPPORTUNITÀ. Sviluppo di filiere agro-alimentari nel bacino del Fiume Molo”, co-finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, ci è stato possibile entrare in contatto con altre organizzazioni e altre delegazioni di diversi paesi africani.

Il 18 maggio si è tenuta una visita all’Istituto Agrario di Baraka con lo scopo di condividere i temi di apicoltura, design delle arnie, apiario aperto e meccanismo di controllo dei parassiti. Il 19 maggio, oltre all’esposizione, è stato anche organizzato un simposio i cui argomenti principali sono stati la condivisione di ricerca e dati sulla produzione di miele, l’apicoltura e la miglior gestione dell’apiario. Il simposio ha anche permesso alla direttrice degli apicoltori Rabai, Lilian Kirui, di stabilire contatti chiave per la sostenibilità e crescita della società.

La direttrice degli apicoltori Rabai, Lilian, e Esther, una delle apicoltrici

La giornata mondiale delle api (20 maggio) è stata festeggiata con una manifestazione pacifica nella città di Nakuru per sensibilizzare le persone sull’importanza delle api riconoscendone il fondamentale ruolo nell’ecosistema, come quello di altri impollinatori.

La marcia organizzata durante il World Bee Day

Lo stand del progetto ha esibito una serie di prodotti locali (balsamo per le labbra, unguento per la mungitura, crema per il corpo, cera, candele e miele) che sono stati elogiati per la loro qualità.  

“Fuata nyuki ule asali” (segue le api e troverai il miele), si dice qui in Kenya, ed è proprio il motto che ha caratterizzato questo evento, che le api hanno reso un vero successo.

Leggi il nostro giornale

Il giornale di Mani Tese è una voce qualificata e autorevole che segue da oltre 50 anni l’attività della nostra ONG, fa informazione libera e indipendente sui temi di attualità e sulle campagne di sensibilizzazione che ci stanno a cuore. IN QUESTO NUMERO: Tema dell’ edizione di giugno 2023 è il futuro del cibo declinato […]

Il giornale di Mani Tese è una voce qualificata e autorevole che segue da oltre 50 anni l’attività della nostra ONG, fa informazione libera e indipendente sui temi di attualità e sulle campagne di sensibilizzazione che ci stanno a cuore.

IN QUESTO NUMERO:

Tema dell’ edizione di giugno 2023 è il futuro del cibo declinato in diversi approfondimenti.

Ecco il sommario:

IL FUTURO DEL CIBO

Cibo e diritti. Un’altra idea di sovranità, Intervista a Nora McKeon, esperta di politiche alimentari, Agroecologia in Benin contro l’insicurezza alimentare, Burkina Faso. Una cintura verde per nutrire la città, Challenge: chiamata all’azione per un cambiamento agroecologico, La sostenibilità della filiera dell’avocado in Colombia, le persone di Mani Tese.

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Si è conclusa la School Week 2022!

La School Week 2022, un’iniziativa del Municipio 8 Comune di Milano in collaborazione con e Mani Tese e Reattiva, è stato un contenitore di eventi dedicati ai temi della pace e del diritto al gioco, che si sono tenuti tra il 23 e il 28 Maggio 2022, e che hanno coinvolto l’intera comunità educante.

La School Week 2022 del Municipio 8 di Milano è stato un contenitore di eventi dedicati ai temi della pace e del diritto al gioco, che si sono tenuti tra il 23 e il 28 Maggio 2022, e che hanno coinvolto l’intera comunità educante.

La School Week è stata un’iniziativa del Municipio 8 Comune di Milano in collaborazione con e Mani Tese e Reattiva, nell’ambito di Piccoli che Valgono, progetto selezionato da Con i Bambini all’interno del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

L’intento della School Week 2022 è stato quello di offrire uno spazio di partecipazione tra le persone e gli enti coinvolti nella sfida educativa valorizzando il tema la Pace in Gioco con le moltissime iniziative nate spontaneamente o attraverso Tavoli di confronto già consolidati all’interno del territorio e organizzando degli appuntamenti ad hoc dedicati a tutti per mettere a sistema le esperienze fatte e dare un significato comune alla settimana di mobilitazione.

Fra i vari eventi, durante la settimana sono state messe in scena tre repliche dello spettacolo teatrale “Il racconto dei Promessi Sposi” a cura della compagnia teatrale Lafabù. Lo spettacolo, per bambine e bambini tra i 7 e gli 11 anni, ha visto la presenza di narrazione, azione e burattini a ricostruire gli episodi salienti dei Promessi Sposi.

Il 27 maggio 2022 si è poi tenuta la Giornata del Gioco: le scuole aderenti hanno proposto un gioco ideato dai ragazzi (Zombie Lava) che si è svolto all’interno delle scuole stesse.

Nello stesso giorno, presso l’Auditorium Enzo Baldoni, si è tenuta una conferenza pubblica dedicata a genitori, insegnanti ed educatori dal titolo: “La Pace in Gioco (il diritto a litigare delle bambine e dei bambini)”. Nel giorno in cui si festeggiava la ratifica da parte dell’Italia della Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, è stato affrontato il tema della cura dei litigi come spazio per esprimere le proprie emozioni e come laboratorio per costruire una cultura di pace, con uno sguardo alla sfida educativa che stanno affrontando genitori e insegnanti di fronte all’escalation di una guerra così vicina e così dolorosa come quella tra Russia e Ucraina.

I relatori presenti sono stati: Daniele Novara, fondatore e direttore del CPP Centro PsicoPedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti; Marta Versiglia, pedagogista, insegnante e formatrice referente del metodo Litigare bene; Giulia Pelucchi, Presidente del Municipio 8; Silvio Premoli, Garante dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Comune di Milano; Micol Dell’Oro, vice presidente di Mani Tese.

La mattina di Sabato 28 Maggio, nell’ambito degli eventi previsti presso il parco Monte Stella, è stato proposto uno spettacolo teatrale dedicato ai bambini tra i 2 e i 7 anni e alle loro famiglie presso il piccolo anfiteatro del Giardino dei Giusti, dalle 10. La Compagni Lafabù, già protagonista degli spettacoli proposti per la fascia 7-11 anni, ha messo in scena “Il mago di ghiaccio”, un racconto fantastico dedicato ai più piccoli sul tema della pace.

La marcia verso la cima del Monte Stella è stato l’evento conclusivo della School Week 2022, nell’ambito del quale è stata issata la bandiera della Pace grazie alla collaborazione dell’Agesci Milano e del CAI Milano.

Agrichange: piccoli imprenditori crescono

Tramite il progetto “Agrichange: piccole imprese grandi opportunità”, Mani Tese mira ad aumentare il potenziale economico dei piccoli produttori del Kenya con iniziative di sviluppo locale innovative, inclusive e sostenibili, con particolare attenzione all’imprenditoria femminile.

Nell’ambito del progetto Agrichange Agri-change: piccole imprese grandi opportunità. Sviluppo di filiere agro-alimentari nel bacino del fiume Molo”, cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, la squadra di esperti E4impact ha avviato una formazione sulle pratiche imprenditoriali rivolta ai proprietari di piccole imprese nelle contee di Nakuru e Baringo. La formazione della contea di Nakuru si è svolta online e vi hanno partecipato 40 proprietari di impresa. Si è conclusa con un concorso per presentare nuove idee imprenditoriali, grazie al quale le 15 migliori riceveranno un finanziamento per la loro impresa.  

La formazione nella contea di Baringo si è svolta invece in presenza nella città di Marigat ed anche questa è stata molto partecipata. Un pubblico di 38 persone per la maggior parte giovane e ben rappresentato in termini di genere.

La formazione è stata suddivisa, in particolare, in tre sessioni avvenute in presenza e in una avviata online. Le prime tre sessioni hanno trattato il modello strategico Business Model Canvas, la finanza e il marketing. L’ultima sessione si è focalizzata su come sviluppare un business plan e applicare le tecniche apprese alla propria attività imprenditoriale. Anche questa formazione si è conclusa con un concorso per presentare nuove idee, al termine del quale 10 imprese riceveranno una sovvenzione.

Samuele, Responsabile Paese Mani Tese, durante la formazione in presenza

 “Ho imparato molto da questa formazione” ha detto uno dei partecipanti alla conclusione della formazione in presenza “in particolare su come tenere i registri finanziari, cosa che prima trascuravo pensando ciecamente di stare guadagnando. Ora so come seguire l’andamento della mia impresa e come fare dei cambiamenti, se necessario”.

La squadra dei formatori è stata molto professionale e ha saputo insegnare contenuti di alto livello in modalità semplici, anche passando dall’inglese al kiswhaili per accertarsi che tutti e tutte capissero. Al termine della formazione, uno dei partecipanti ha commentato: “È un piacere aver avuto l’opportunità di frequentare una formazione così istruttiva. Anche se tutti speriamo di avere la sovvenzione, è stata comunque un’ottima esperienza. Grazie alle conoscenze acquisite, la mia impresa non sarà più la stessa. Ringrazio E4impact e Necofa-Manitese per questa meravigliosa esperienza”.

Consegna degli attestati di avvenuta formazione

Ora speriamo che la conoscenza e le tecniche apprese vengano usate nelle imprese per portare cambiamenti positivi e abbiano effetti anche sulle altre persone della comunità.

Crediti foto E4Impact