Mani Tese a fianco delle donne del Sud Sudan

Associazionismo e commercializzazione dei prodotti Il progetto che prevede il sostegno alle associazioni di contadini nello sviluppo agricolo a fini commerciali della provincia di Lobonok, è giunto ormai alle fasi conclusive. L’iniziativa, supportata dal Programma Alimentare Mondiale con il quale Mani Tese collabora ormai dal 2013, si pone l’obiettivo di dare supporto a gruppi di contadini […]

Associazionismo e commercializzazione dei prodotti

Il progetto che prevede il sostegno alle associazioni di contadini nello sviluppo agricolo a fini commerciali della provincia di Lobonok, è giunto ormai alle fasi conclusive. L’iniziativa, supportata dal Programma Alimentare Mondiale con il quale Mani Tese collabora ormai dal 2013, si pone l’obiettivo di dare supporto a gruppi di contadini nell’organizzarsi in associazioni e migliorare la propria produzione e produttività agricola per poter transitare da un’economia di sussistenza alla generazione di surplus da avviare ai mercati locali. L’iniziativa pone particolare attenzione al rafforzamento della componente femminile delle associazioni, cardine dell’attività agricola comunitaria ma culturalmente dipendente economicamente dagli uomini e totalmente esclusa dalla gestione dei ricavi.

In Sud Sudan, infatti, circa l’83% della popolazione vive nelle campagne e il 78% dipende dalla produzione cerealicola, gestita prevalentemente dalle donne. Supportare le donne in agricoltura significa pertanto contribuire alla crescita socio-economica delle comunità, garantire la sicurezza alimentare e combattere la povertà nelle campagne.  Almeno 180 donne, mogli, vedove e madri sole hanno partecipato ai 5 incontri organizzati in ciascun villaggio per informare e sensibilizzare le donne stesse rispetto ai propri diritti, al proprio ruolo all’interno delle famiglie e della comunità e al loro potenziale socio-economico. Con giochi di ruolo e brevi sketch teatrali si è parlato di leadership ed imprenditoria al femminile, di proprietà e partecipazione nei processi decisionali, ma soprattutto di violenza di genere, pratica purtroppo particolarmente diffusa nelle aree interessate dal progetto. Inoltre, alla registrazione di due nuove associazioni di contadini presso il Ministero di Giustizia farà seguito una fase di formazione delle stesse al marketing e all’imprenditoria agricola per incrementare l’accesso ai mercati locali.

Le sessioni formative avranno lo scopo di assistere e supportare le associazioni nella gestione di un fondo di rotazione da investire nello sviluppo agricolo e nella commercializzazione dei propri prodotti. Le associazioni verranno quindi guidate nella definizione di un piano imprenditoriale, nella gestione dei profitti e nelle relative fasi di valutazione dei costi e definizione dei prezzi. Una componente importante verrà dedicata alle modalità, semplici di documentare tutte le transazioni e alla trasparenza.

Ciascuna delle 3 associazioni nate dall’avvio del progetto verrà quindi dotate di un Raksha, una moto camionetta a tre ruote usata localmente per il trasporto di beni di consumo verso i mercati. Data la scarsità di mezzi di trasporto pubblici nell’area e ai relativi costi non sostenibili per i contadini, le 3 moto camionette faciliteranno le associazioni sia nel trasporto dei prodotti agricoli dai vari produttori verso i magazzini, sia per la loro vendita nei mercati limitrofi e nella capitale Juba. I 2 magazzini costruiti a Kit e Karpeto, grazie a iniziative precedenti di Mani Tese nella provincia, diventeranno pertanto centri di riferimento delle comunità per lo stoccaggio dei raccolti e per i commercianti.

Orticoltura

Parallelamente, Mani Tese è impegnata nella stessa provincia in un’altra iniziativa a supporto dello sviluppo socio-economico dei gruppi di donne dei tre villaggi attraverso l’avvio dell’attività orticola come strumento per rafforzare il ruolo economico delle donne all’interno delle proprie famiglie e delle comunità.

Le condizioni di vita delle donne sud sudanesi nelle zone rurali sono particolarmente difficili: si occupano della maggior parte del lavoro agricolo, ma non gestiscono il reddito che ne deriva, che diventa patrimonio del capofamiglia. In questo contesto economico si spiega anche la poligamia, largamente diffusa. Una donna può coltivare un acro di terra, con cui sfama se stessa e i propri figli e consegna il surplus al marito, ogni moglie aggiunge il surplus di un acro alla ricchezza del capofamiglia. La produzione di ortaggi e frutta è orientata non solo al consumo familiare ma anche al mercato locale, in piccole quantità e su piccola scala, con lo scopo di produrre un reddito, seppur piccolo, che le donne possano gestirsi in gruppo e/o individualmente, cominciando così il difficile cammino dell’emancipazione economica e sociale.

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Gli stessi gruppi di donne partecipanti al percorso di rafforzamento femminile sono stati quindi coinvolti in attività di formazione alla leadership, ciascun gruppo è stato dotato, inoltre, di attrezzi agricoli (asce, zappe, carriole, annaffiatoi) e di sementi degli ortaggi più comuni, ma allo stesso tempo, più ambiti sui mercati. A causa, infatti, di decenni di guerra civile con l’attuale Sudan, e del recente conflitto accesosi all’interno del Paese nel dicembre 2013, il Sud Sudan è caratterizzato da un forte deficit produttivo. Gran parte delle derrate alimentari comunemente disponibili viene importata dai paesi limitrofi, Kenya e Uganda. I costi di trasporto ed importazione vanno ad influire sui prezzi di mercato, escludendo alcune fasce della comunità dall’accesso a beni primari di consumo, contribuendo all’insicurezza alimentare a alla malnutrizione. La prima stagione orticola è stata avviata nel mese di ottobre 2014. I gruppi di donne sono stati accompagnati dagli agronomi di Mani Tese nella preparazione dei vivai, nel trapianto dei germogli e nella crescita vera e propria degli ortaggi: pomodori, melanzane, okra (un ortaggio locale esteticamente simile alle zucchine), sukumawiki (ortaggio simile agli spinaci) e peperoni verdi. Armate di spray, guanti e maschera, le beneficiarie hanno anche imparato l’utilizzo dei pesticidi organici e, con l’incombere della stagione secca (novembre–marzo) si sono adoperate nell’utilizzo delle pompe a pedale, per pompare l’acqua presente dei fiumi limitrofi, direttamente negli orti. Il supporto ad una seconda stagione di semina è stato avviato con l’inizio della stagione delle piogge (aprile- ottobre). I gruppi si sono nuovamente armati di zappe e asce per liberare gli orti e smuovere la terra ormai brulla e secca, in attesa delle prime piogge.

Sementi di cipolle e cavolo verza, ortaggi particolarmente produttivi con piogge abbondanti, sono stati acquistati e seminati, insieme alle sementi avanzate dalla precedente stagione, nei vivai. Nelle prossime settimane saranno pronti per essere trapiantati nei campi e procedere con la crescita che ci auguriamo sia preludio di un abbondante raccolto.