LE PIANTINE DI ESTHER
Nell’ambito del progetto Agri-change, realizzato da Mani Tese in Kenya, ci arriva una bellissima testimonianza da Esther Tenges, presidente del gruppo Kailer creato per dare la possibilità a 15 donne di aumentare il proprio reddito curando una coltivazione di piantine.
La vita delle donne del villaggio di Ilchamus, nella contea di Baringo, non è priva di ostacoli. La zona è piuttosto arida e accedere a un bene essenziale come l’acqua non è per niente facile.
L’acqua è utilizzata non solo nelle case, ma anche per l’agricoltura, attività da cui dipende la sussistenza della maggior parte degli abitanti della zona.
Per la fornitura d’acqua i residenti si servono solitamente del fiume Molo, ma è un fiume stagionale e durante la stagione secca devono andare fino al lago Baringo, che è molto distante. In questi mesi, ad esempio, è caduta meno pioggia del necessario nella zona e, senza la disponibilità di acqua, alcune delle coltivazioni del villaggio sono appassite.
Esther Tenges vive da sola coi suoi figli. È rimasta vedova da quando il marito è stato ucciso in una delle razzie di bestiame che avvengono spesso nelle zone meridionali della contea di Baringo. La sua attività economica principale era l’allevamento di bestiame, ma lentamente sta passando all’agricoltura a causa del rischio di conflitti collegato proprio a quest’attività che le ha già portato via il marito.
Senza le sufficienti risorse economiche per fare investimenti, Esther non è mai stata in grado di dedicarsi completamente all’agricoltura e per mantenere la sua famiglia è costretta a svolgere un ulteriore lavoro occasionale nel villaggio.
Mani Tese ha coinvolto Esther nel progetto “Agri-change: piccole imprese grandi opportunità Sviluppo di filiere agro-alimentari nel bacino del fiume Molo” cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la cooperazione allo sviluppo e ora la sua vita è molto migliorata. La donna ha ricevuto infatti 125 piantine e si dedica alla loro coltivazione con altre donne del villaggio. Nello specifico, le piantine ricevute sono: 15 alberi di acacia, 100 banani e 10 manghi.
Essendo la località dove vive molto arida, tuttavia, non è facile garantire una buona irrigazione delle colture. Esther si serve così delle bottiglie di plastica per innaffiare le piantine attraverso l’irrigazione a goccia e conserva l’acqua in una vasca di stoccaggio che ha costruito seguendo le indicazioni del personale del progetto.
A volte, quando piove e il fiume Molo è pieno, Esther pompa l’acqua nella vasca e poi la usa per innaffiare le piantine. La vasca può contenere fino a 10.000 litri d’acqua e rappresenta una risorsa molto utile in periodi di siccità.
Esther è fra le prime persone che sono state coinvolte nel progetto Agri-change e i banani hanno già iniziato a fiorire. Grazie alla formazione che ha ricevuto e alle conoscenze acquisite Esther non ha più paura di non riuscire a prendersi cura delle piante e adesso spera, a breve, di raccogliere i primi frutti. Con la vendita del raccolto si augura di ottenere i fondi che le servono per espandere il frutteto e diversificare e aumentare la produzione.
Il problema principale che resta da risolvere è la dipendenza dagli intermediari per la vendita, che decidono i prezzi dei prodotti agricoli e sfruttano il lavoro degli agricoltori. Per questo Esther vorrebbe partecipare ad un corso di formazione sulla commercializzazione dei prodotti per diventare completamente indipendente.