Contesto
Dal 2015, le regioni settentrionali del Burkina Faso confinanti con il Mali e il Niger sono colpite da una crescente insicurezza dovuta all’attivismo dei gruppi armati di ispirazione salafita-jihadista. Il progressivo deterioramento delle condizioni di sicurezza, oltre ad aver portato alla chiusura di 2.512 scuole, privando 350.000 studenti dell’accesso all’istruzione, e di 135 centri di salute, ha costretto un numero crescente di persone a fuggire. Il numero degli sfollati interni è lievitato e il 75% di essi vive in condizioni abitative precarie con una disponibilità di acqua e strutture igienico-sanitarie insufficienti, condizioni di sovraffollamento e rischio di epidemie. L’aumento di popolazione, inoltre, mette a dura prova i già limitati servizi di base e le scarse risorse naturali, incrementando i bisogni umanitari ed esacerbando le tensioni intercomunitarie per l’accesso alle terre e al pascolo e, quindi, all’autoproduzione di cibo.