Un traguardo storico per i movimenti internazionali in favore dell’acqua bene comune dell’umanità. Da allora però si è sempre più rafforzato, proprio in sede ONU, il coinvolgimento del settore privato per sopperire ai mancati finanziamenti del settore pubblico. Con il sostegno di Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale, ciò ha fatto si che le multinazionali dell’acqua si possano oggi presentare come attori chiave dei principali servizi idrici (captazione, adduzione, distribuzione, fognature e depurazione) e sentirsi legittimate a lucrare sopra un diritto che dovrebbe essere invece universalmente riconosciuto.
Una rincorsa al profitto che nella stragrande maggioranza dei casi si è rivelata inefficace e che ha determinato un quadro mondiale drammatico.
1 MILIARDO DI PERSONE SENZA ACCESSO A FONTI DI ACQUA POTABILE, 2 MILIARDI E MEZZO CHE NON DISPONGONO DI SERVIZI IGIENICO-SANITARI DECENTI, UN BAMBINO OGNI 20 SECONDI CHE MUORE PER MANCANZA DI ACQUA PULITA.
IL COMITATO ITALIANO CONTRATTO MONDIALE SULL’ACQUA, DEL QUALE MANI TESE È SOCIO FONDATORE, È COMPOSTO DA CITTADINI, COMITATI, ASSOCIAZIONI CHE SI RICONOSCONO NEI PRINCIPI CONTENUTI NEI MANIFESTI DELL’ACQUA, A PARTIRE DA QUELLO DI LISBONA (1998), CHE SONO IMPEGNATI SUI TERRITORI A PROMUOVERE UNA NUOVA CULTURA E POLITICA DELL’ACQUA COME DIRITTO UMANO E COME BENE COMUNE, PATRIMONIO DELL’UMANITÀ.
Le motivazioni alla base di questo impegno “militante” è quello di impedire che l’acqua diventi sempre di più una merce, una risorsa sottratta al controllo delle comunità e dei cittadini per diventare una risorsa a valenza economica da commercializzare, da sfruttare e consumare, da utilizzare anche in termini di speculazione finanziaria.
IL DIRITTO ALL’ACQUA? UN DIRITTO UMANO.
Maggiori informazioni sulla campagna: www.waterhumanrighttreaty.org