IL FENOMENO DEI BAMBINI TALIBÉ E LA TUTELA DEI DIRITTI DELL’INFANZIA IN GUINEA-BISSAU

La nostra cooperante in Guinea-Bissau Giulia ci racconta il fenomeno dei bambini talibé, una delle tante facce dello sfruttamento minorile.

di Giulia Inguaggiato, cooperante in Guinea-Bissau

Talibé, in lingua araba, significa “cercare” mentre il talbo, nella tradizione dei Mandinga di Bidjine, è una persona che si sposta da un luogo a un altro per apprendere il Corano. Nell’Africa Occidentale la parola talibé ha assunto purtroppo un carattere negativo poiché descrive un fenomeno transfrontaliero di sfruttamento che colpisce svariati Paesi africani, tra i quali la Guinea-Bissau dove Mani Tese opera da più di 40 anni.

In questo contesto si definiscono talibé i bambini reclutati in massa da villaggi e città e mandati in Senegal, Gambia e Guinea-Conakry con la scusa di acquisire i precetti coranici. Dinnanzi alla precarietà dell’insegnamento che connota la Guinea-Bissau, e in un contesto di forte povertà delle comunità rurali, molte famiglie lasciano partire i propri figli con la speranza di assicurargli una migliore educazione religiosa all’estero.

Tuttavia, le famiglie sono ignare del vero scopo del viaggio e delle condizioni di vita in cui verseranno i minori una volta partiti. Giunti nel paese di destinazione i bambini, di età compresa tra i 5 e i 15 anni, vengono infatti lasciati a mendicare nelle strade da supposti maestri coranici che pretendono giornalmente una somma di denaro. Mangiano poco e male, molto spesso solo attraverso la carità che ricevono nelle strade, indossano stracci sporchi e logori e dormono sui marciapiedi. Inoltre, quando non riescono a consegnare alla fine della lunga giornata di mendicanza la somma di denaro richiesta, vengono picchiati e abusati.

Nel contesto del traffico dei minori che interessa la subregione dell’Africa Occidentale, la Guinea-Bissau rappresenta un Paese di origine dei flussi, con una predominanza del fenomeno nelle regioni di Gabu e Bafata, connotate dalla forte presenza di comunità musulmane. Alla luce della condizione inumana e degradante che caratterizza i talibé, molti bambini tentano di scappare da questa forma di schiavitù moderna, cercando protezione e sicurezza.

È questo il quadro nel quale Mani Tese ha deciso di intervenire, come partner di VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo e COOPI – Cooperazione Internazionale, nelle azioni in Guinea Bissau del progetto Multipaese “Investire sul futuro: protezione, formazione e occupazione per i migranti di ritorno, i migranti potenziali ed i migranti minori non accompagnati in Senegal, Gambia e Guinea Bissau”, cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, che include, tra i suoi ambiti di intervento, proprio la protezione dei minori e dei diritti dell’infanzia, proseguendo il processo di rafforzamento delle capacità del partner locale Amigos das Criancas – AMIC, iniziato nel 2018.

AMIC è infatti parte della RAO, la Rete dell’Africa dell’Ovest, che si occupa della protezione dei minori e dei giovani in mobilità che versano condizione di vulnerabilità, nello spazio della CEDEAO (Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale) e in Mauritania. AMIC coordina il lavoro della Rete in Guinea-Bissau, contribuendo alla protezione dei minori attraverso la loro presa in carico, la reintegrazione individuale nelle comunità di origine e con attività di prevenzione, che mirano a sensibilizzare le famiglie di appartenenza su un fenomeno spesso ignorato e sottovalutato.

Mani Tese, con l’attuale intervento, supporta l’intero processo di tutela dei minori, dalla fase dell’accoglienza, attraverso il miglioramento della struttura ricettiva di Gabu, fino alla completa reintegrazione dei talibé, assicurando sussidio psico-sociale, secondo un approccio olistico che si rivolge contemporaneamente a famiglie e minori, e garantendo il reinserimento scolastico. Tuttavia, consapevoli che tale azione non possa prescindere dal rafforzamento del livello istituzionale, l’intervento mira anche a consolidare il meccanismo di coordinamento nazionale di lotta al traffico, affinché il quadro legislativo possa allinearsi agli standard nazionali, sovranazionali ed internazionali sulla protezione dei minori, rendendo il processo di protezione e reintegrazione più durevole nel tempo.

Qui di seguito alcune foto dal centro di accoglienza di Gabu:

Un gruppo di minori accolti a Gabu e a Pirada

Un bambino sottoposto a visita medica

Momento ludici presso il centro di accoglienza di Gabu

Un genitore firma il documento di presa in carico di un minore