Guatemala: lotta alla denutrizione nel dipartimento di Chiquimula
Mani Tese, insieme al partner locale ASSAJO (Asociacion Santiago de Jocotan), lavora in tre comunità del comune di Mocotàn per prevenire la malnutrizione e favorire l’accesso al cibo.
Di Riccardo Mulas, inviato di Mani Tese
In Guatemala siamo presenti con il progetto LOTTA ALLA DENUTRIZIONE NEL DIPARTIMENTO DI CHIQUIMULA cofinanziato dai fondi 8 per 1000 della Chiesa Cattolica Italiana e Associazione Mani Tese Firenze e collaboriamo con ASSAJO, una locale organizzazione nella regione di Chiquimula, nel comune di Cocotan.
Il Guatemala presenta tassi elevatissimi di denutrizione cronica infantile: quasi 1 bambino su 2 (49.6%) ne risulta colpito e presenta valori che rientrano nella definizione di denutrizione cronica, secondo i dati Unicef. Chiquimula risulta essere la quinta regione del Paese per tasso di denutrizione cronica.
Il Guatemala è anche uno dei Paesi al mondo maggiormente esposti alle catastrofiche conseguenze del cambiamento climatico. Frequentemente, negli anni passati, il Paese è stato attraversato da tormente tropicali che hanno provocato devastazione e danni, peggiorando ulteriormente la capacità di raccolta di numerose comunità. Nella regione di Chiquimula, in particolare, le conseguenze del cambiamento climatico sono una prolungata canicola, cioè il tempo di secca durante la stagione delle piogge, che ha c effetti nefasti sui raccolti. Una canicola particolarmente lunga può infatti seccare completamente i raccolti di mais e fagioli piantati durante la stagione delle piogge, debilitando fortemente la dieta delle comunità.
La regione, inoltre, negli ultimi 25 anni ha abusato delle soluzioni chimiche da apportare in agricoltura, ottenendo degli ottimi risultati nell’immediato ma rovinando alla lunga i terreni, che a oggi si presentano poco produttivi e con bisogno di riposo per vari anni. La scarsezza di terre disponibili obbliga le persone del luogo a utilizzare gli stessi campi tutti gli anni.
Mani Tese, insieme al partner locale ASSAJO (Asociacion Santiago de Jocotan), lavora in tre comunità del comune di Mocotàn per prevenire la malnutrizione, con particolare focus sulla malnutrizione infantile, e per favorire l’accesso al cibo attraverso la promozione dell’agroecologia e della sovranità alimentare. Nel progetto lavoriamo su due filoni principali, quello della promozione dell’agroecologia e quello del miglioramento delle condizioni igienico-domestiche nelle comunità interessate.
Il progetto si propone di rafforzare la produzione di mais e fagioli, attraverso la fornitura di fertilizzanti organici, e gli orti domiciliari costruendo depositi di acqua piovana per garantire l’irrigazione, distribuendo stufe migliorate per permettere ai beneficiari di cucinare in un ambiente più salutare ed ecofiltri per rendere pulita l’acqua per uso domestico, promuovendo inoltre corsi di formazione in agroecologia e in sovranità alimentare per rafforzare le conoscenze in ambito di produzione e consumo di grani antichi e prodotti tipici delle comunità e combattere la diffusione di cibi preparati di scarsa qualità.
Lavoriamo in tre comunità principali, Muyurco, Marimba e Rodeo, coinvolgendo direttamente 100 famiglie e 200 persone e raggiungendo indirettamente più di 500 membri delle famiglie.
I risultati intermedi del progetto hanno mostrato già un aumento di quantità di mais e fagioli disponibile nei campi coltivati con materiale organico, ma soprattutto una crescente coscienza nei partecipanti dell’importanza di coltivare il proprio cibo per offrire ai propri figli una dieta adeguata.
Ariel Cristiana Marin Rodriguez, nicaraguense emigrata in Guatemala e nutrizionista, è la formatrice del progetto in sovranità alimentare e diritto al cibo. Ha promosso un ciclo di 6 incontri per 28 beneficiari, quasi tutte donne. Considerando l’alto tasso di analfabetismo tra i partecipanti, è stata studiata una metodologia ad hoc per il corso, utilizzando disegni, discussioni e momenti di animazione.
“Le formazioni che il progetto propone sono fondamentali perché i beneficiari prendano coscienza che gli alimenti comunitari, le coltivazioni tradizionali, tutto ciò che la terra conferisce loro, sono fondamentali per proteggerli dalla denutrizione – afferma Ariel Cristiana Marin Rodriguez – È importante che comprendano cosa coltivare e come consumarlo, perché spesso la denutrizione è figlia di un’alimentazione errata e non solo di mancanza di cibo. La sensibilizzazione delle popolazioni locali e comunitarie è il primo passo per prevenire la denutrizione infantile cronica rompendo così la catena dell’insicurezza alimentare che storicamente colpisce queste comunità”.