Burkina Faso, quando le donne rilanciano le colture trascurate

Il progetto, finanziato da Alliance Bioversity & CIAT e realizzato da Mani Tese, si è posto l’obiettivo di valorizzare le specie trascurate e sottoutilizzate per favorire sostenibilità e sicurezza alimentare

Con risultati interessanti e indicazioni promettenti per il futuro, è giunta a conclusione un’iniziativa di Mani Tese in Burkina Faso: grazie al co-finanziamento di Alliance Bioversity & CIAT, “Valorizzazione delle NUS (Neglected and underutilized species) e sostegno alla trasformazione nella Grande Ouaga” ha avuto una forte partecipazione della comunità di Loumbila, in particolare del gruppo di donne trasformatrici dell’Unione dei Produttori di Loumbila Nanglobzanga. L’iniziativa ha puntato a valorizzare queste specie per i loro benefici nutrizionali ed economici, nonché per la sostenibilità dei sistemi alimentari locali. Due gli aspetti principali del progetto: miglior conoscenza delle NUS e degli scambi informativi e la loro valorizzazione attraverso processi di trasformazione agroalimentare.

Analisi di mercato: criticità e opportunità delle NUS

Per quanto riguarda il primo risultato, è stata condotta un’analisi di mercato dettagliata che ha permesso di identificare i principali attori della filiera delle NUS: produttori, trasformatori e consumatori. Le indagini e le interviste condotte con ristoranti, hotel e punti vendita hanno fornito informazioni cruciali sulla domanda esistente di prodotti a base di NUS. Sono stati raggiunti 111 attori rispetto agli 85 inizialmente previsti. Lo studio si è focalizzato sulla zona denominata della Grand-Ouaga che include la capitale Ouagadougou, ma anche numerosi comuni periurbani che costituiscono ormai un’estensione della capitale stessa. Questi comuni sono molto importanti per l’approvvigionamento dei prodotti freschi e trasformati che poi arrivano nella città, un obiettivo essenziale verso la sicurezza alimentare endogena per una città che oggi ha una popolazione che supera ampiamente 2 milioni di persone e un ritmo di crescita molto elevato, di circa 300mila unità all’anno. I dati sono stati poi condivisi durante workshop che hanno favorito lo scambio di informazioni e buone pratiche tra gli attori coinvolti, creando reti collaborative che hanno rafforzato la filiera agroalimentare locale.

Questo studio sul mercato delle NUS nella zona della Grand-Ouaga, ha rivelato che, nonostante l’interesse crescente per le NUS, ci sono ancora ostacoli significativi alla loro diffusione. Le principali barriere identificate includono la disponibilità limitata di alcuni prodotti nei mercati urbani, il prezzo elevato dei prodotti trasformati e la scarsa conoscenza dei benefici nutrizionali di queste specie. Inoltre, la mancanza di diversità nelle ricette e la scarsa integrazione di queste piante nelle abitudini alimentari quotidiane rappresentano ulteriori sfide.

Tuttavia, sono emerse anche interessanti opportunità. Le cantine scolastiche potrebbero costituire un canale importante per introdurre le NUS nelle abitudini alimentari dei giovani, mentre i punti di distribuzione come i mercati locali e i supermercati stanno gradualmente integrando questi prodotti nei loro assortimenti. In particolare, la domanda di patata dolce e oseille di Guinea (bissap) è in forte crescita, sia per i prodotti freschi sia trasformati. L’indagine ha anche stimolato un grande interesse per l’espansione della gamma di prodotti trasformati a base di NUS, alimentando la consapevolezza e l’educazione al consumo di prodotti locali, che, pur essendo ancora poco conosciuti, presentano ampi margini di sviluppo.

Un’occasione di crescita per le donne trasformatrici

Un altro aspetto cruciale emerso è la necessità di costruire solide relazioni tra i vari attori della filiera, come produttori, trasformatori e rivenditori, per garantire un flusso continuo di NUS fresche o trasformate. La creazione di una rete di collaborazione tra queste diverse parti è fondamentale per superare le barriere alla diffusione di questi prodotti, come la disponibilità limitata e il costo elevato dei prodotti trasformati.

Per quanto riguarda la trasformazione, il progetto ha posto un’enfasi particolare sul rafforzamento delle competenze delle donne trasformatrici, con l’obiettivo di integrare le NUS nelle loro produzioni. Sono state organizzate attività formative che hanno combinato tecniche tradizionali con innovazioni per diversificare i prodotti e migliorarne la qualità. Inoltre, sono stati inclusi corsi sulle normative HACCP, per preparare il gruppo a soddisfare i requisiti necessari per una futura certificazione di qualità. Sono stati migliorati anche le infrastrutture e i materiali di trasformazione con la ristrutturazione degli spazi e la dotazione di nuovi macchinari (essiccatoio solare, frigo ad energia solare, un mulino multifunzione per prodotti secchi e freschi), con un’attenzione particolare alle normative igieniche e alle pratiche sicure nella lavorazione degli alimenti. Le donne hanno iniziato anche a cercare attivamente nuovi fornitori e strategie di vendita, dimostrando come il progetto abbia creato un ambiente positivo che stimola la crescita personale e collettiva, promuovendo la sostenibilità a lungo termine. Un ulteriore riprova dell’impatto significativo non solo nello stimolare la valorizzazione delle NUS, ma anche nel rafforzare l’autonomia delle comunità locali, in particolare delle donne, creando un ambiente più resiliente e inclusivo per le comunità del Grande Ouaga.