PADRE DANIELE MOSCHETTI, DA MANI TESE A MISSIONARIO ALL’ONU
Questa settimana è venuto a trovarci Daniele Moschetti per raccontarci la sua esperienza: ecco le tappe della sua straordinaria esperienza
Questa settimana è venuto a trovarci Daniele Moschetti per raccontarci la sua esperienza.
E’ proprio notizia di questi giorni che Padre Daniele sia stato incaricato di seguire un’attività di advocacy e lobbying per portare le istanze dei più poveri presso le Nazioni Unite e il Parlamento Americano. A New York collaborerà con Vivat International e a Washington con l’African Faith and Justice Network.
E’ stato davvero emozionante ripercorrere le tappe dell’esperienza straordinaria di Padre Daniele, dedicata alla ricerca del senso profondo della vita a fianco dei più bisognosi.
Tutto cominciò proprio con Mani Tese, e in particolare con un campo estivo dell’associazione, quello di Andria (Bari), di cui Daniele venne a sapere leggendo Famiglia Cristiana.
Quella del campo fu una bellissima esperienza d’incontro con il Sud del mondo. Lì Daniele conobbe Don Vito Miracapillo, espulso dal Brasile dei tempi della dittatura per aver difeso i diritti dei contadini. L’esperienza del sacerdote colpì molto Daniele che, tornato a casa, cambiò vita e fondò, insieme ad altri, il gruppo di Mani Tese Gallarate.
Fu inoltre presso la sede nazionale di Mani Tese che Daniele incontrò per la prima volta Alex Zanotelli, un’altra figura molto importante per la sua formazione.
“Contro la fame, cambia la vita” ricorda Padre Moschetti “Era lo slogan di Mani Tese di quei tempi. Io ci credevo e ci credo ancora“.
Oltre al lavoro con Mani Tese, crebbe in Daniele il desiderio di concretizzare il proprio impegno sociale anche nella dimensione spirituale.
Un viaggio in Repubblica Centrafricana “alla scoperta della parola di Dio” fu determinante e lo riconciliò alla Chiesa portandolo a seguire la propria la vocazione dapprima a Firenze e poi in Africa, a fianco di Alex nelle baraccopoli di Korogocho, in Kenya.
Poi da lì l’esperienza con i giovani nel nord-est italiano per poi tornare di nuovo a Korogocho, dove rimase fino al 2008. Proprio in quel luogo, in mezzo agli ultimi degli ultimi, Padre Daniele trovò “il Vangelo incarnato nella realtà”.
In seguito, fu mandato dapprima in Palestina e poi in Sud Sudan. Tutti luoghi in cui le contraddizioni del sistema apprese con Mani Tese furono vissute da Padre Daniele in prima persona.
“Mi sarebbe piaciuto rimanere in Sud Sudan o lavorare in Italia a fianco dei migranti ma non sarà così” continua Moschetti riferendosi al suo prossimo, inatteso, incarico. La sua meta ora saranno gli Stati Uniti, dove dovrà coordinare e far sentire la voce dei missionari sparsi nel mondo presso le Nazioni Unite.
Del resto, chi meglio di lui, che ha conosciuto dal vivo le peggiori ingiustizie che avvengono quotidianamente nelle periferie del Pianeta e che ha un’idea estremamente lucida dell’attuale situazione geopolitica, può portare le istanze dei più emarginati nei luoghi in cui dovrebbero avvenire le più importanti decisioni politiche?
Noi di Mani Tese siamo convinti che Padre Daniele farà un ottimo lavoro e che, ancora una volta, sarà d’aiuto agli ultimi facendosi portavoce della loro dignità.