JOSUALDO: LA MIA ESPERIENZA NEL PROGETTO “ANTULA è GIOVANE”

Il progetto Antula è giovane, in Guinea Bissau, si è concluso da poco. Il progetto aveva come obiettivo quello di offrire ai giovani delle comunità residenti fonti di sostentamento che rappresentino valide alternative alla partenza e, nel contempo, quello di promuovere l’integrazione sociale ed economica dei migranti di ritorno. Antula è giovane ha portato risultati […]

Il progetto Antula è giovane, in Guinea Bissau, si è concluso da poco. Il progetto aveva come obiettivo quello di offrire ai giovani delle comunità residenti fonti di sostentamento che rappresentino valide alternative alla partenza e, nel contempo, quello di promuovere l’integrazione sociale ed economica dei migranti di ritorno.

Antula è giovane ha portato risultati notevoli, i cui sviluppi abbiamo documentato sul nostro sito nelle settimane precedenti. A conclusione di questo percorso, oggi pubblichiamo la testimonianza di un nostro giovane collaboratore guineense che l’ha seguito in prima persona.

“Mi chiamo Josualdo J. C. Lopes Semedo e sono un ingegnere agroalimentare residente a Bissau in Guinea Bissau.
Ho lavorato come responsabile dalla reintegrazione socio-professionale dei migranti di ritorno e sono responsabile delle attività produttive all’interno del progetto “Antula è jovem!” implementato dalla ONG Mani Tese e OIM e finanziato dall’Unione Europea che ha avuto inizio il 27 febbraio 2017 e si è concluso il 27 agosto 2017.

L’esperienza di lavorare nel campo dei flussi migratori mi ha fatto crescere sia come persona che a livello professionale. Tenendo in considerazione il lavoro fatto sul territorio posso capire realmente cosa è la migrazione irregolare e le difficoltà che hanno affrontato i nostri fratelli che hanno scelto questa via per arrivare in Europa.

È stato scioccante ascoltare la dura realtà e le sofferenze che hanno dovuto affrontare i migranti nel corso del loro viaggi, dove sono stati spesso vittime delle autorità regionali o di furti di banditi che spacciatisi per autorità o fatti prigionieri o addirittura assassinati per aver resistito ai furti, oppure ancora ritornati tramite l’OIM. Questi racconti mi hanno motivato ancora di più a lavorare con Mani Tese nello sviluppo di questo progetto, che ha avuto l’obiettivo di rafforzare l’integrazione sociale e economica dei migranti di ritorno attraverso opportunità di formazione e inclusione professionale nel quartiere di Antula.

Il progetto ha previsto l’implementazione di corsi di informatica, di base e avanzata, grazie ai quali i giovani beneficiari hanno potuto avere accesso in a questo nuovo mondo dove chi non ha le conoscenze informatiche è considerato analfabeta.

Un’altra attività è stata l’avvio di microimprese in ambito sartoria e panetteria/pasticceria. Le 30 persone beneficiarie di queste attività erano per la maggioranza disoccupate e senza professione. Oggi si sono diventate sarti e panettieri.

Sono davvero felice di aver partecipato a questo progetto, che ha aiutato a realizzare quello che sembrava un sogno per molti e ora invece è realtà. Desidero ringraziare Mani Tese per questa opportunità e tutto il personale di progetto (in particolare il nostro coordinatore Piero Meda!) e un grazie a OIM che continua a sostenere i nostri giovani per prevenire i pericoli della migrazione irregolare”.

Josualdo J. C. Lopes Semedo

sartoria_mani tese_2017
Josualdo (secondo da sinistra) con alcuni ragazzi e ragazze del progetto “Antula è giovane”