Gli anacardi stanno vivendo un vero e proprio boom in Europa: li troviamo ovunque, dalle coppe da aperitivo al sushi, nei bar e in alcuni prodotti trasformati come il pesto. L’Italia è al quarto posto tra i consumatori, ma i benefici per la salute non valgono gli impatti ambientali negativi della coltivazione degli anacardi nei Paesi produttori. La Guinea-Bissau emerge come caso di studio particolarmente interessante per l’analisi della filiera produttiva dell’anacardo e delle sue conseguenze ambientali. Per questo motivo, Mani Tese e lavialibera hanno condotto una ricerca sul campo in Guinea-Bissau, con l’obiettivo di comprendere a fondo la filiera e i suoi impatti ambientali e sociali.