Gli effetti del ciclone freddy in Mozambico
Il ciclone Freddy si è abbattuto su Quelimane e sulle zone dove siamo presenti per realizzare i nostri progetti di cooperazione, e la situazione ora è di emergenza.
La provincia della Zambézia è stata colpita da una serie di gravi fenomeni meteorologici che hanno lasciato la popolazione in condizioni di notevole e immediata necessità. Il ciclone Freddy è arrivato nella notte tra sabato 11 e domenica 12 marzo 2023 con epicentro nella località di Macuze distretto di Namacurra, con venti a 148 km/h e raffiche fino a 213 km/h e piogge abbondanti di oltre 200 mm in 24 ore, interessando non solo la provincia di Zambézia, ma anche quelle di Sofala, Nampula e Manica, e Tete, otre al Malawi.
I primi dati indicano che i distretti più colpiti sono Quelimane, Nicoadala, Namacurra, Maganja da Costa, Mocuba, Milange, Mocubela e Pebane, dove il numero totale delle famiglie colpite è di circa 21.000 e quello dei feriti in cura nelle diverse unità sanitarie continua ad aumentare e i decessi, secondo i dati preliminari, hanno raggiunto quota 53.
La stampa ha evidenziato la registrazione di oltre 6.604 abitazioni completamente distrutte, oltre 9.873 parzialmente e circa 2.200 abitazioni allagate.
Le famiglie colpite hanno trovato rifugio principalmente nelle scuole che attualmente vengono utilizzate come centri di accoglienza per gli sfollati.
Hanno sofferto gravi danni anche 39 unità sanitarie e più di 500 aule scolastiche. Sono stati distrutti circa 200.000 ettari di colture varie, con cifre ancora imprecisate per la caduta dei pali dell’energia elettrica e delle telecomunicazioni. Coloro che cercano di riparare le proprie case sostituendo le lamiere di zinco che ne costituiscono il tetto, stanno risentendo economicamente, visto che ogni lamiera di 5 metri è passata da circa 5 € a circa 12 € l’una nel giro di un paio di giorni.
Il numero dei Distretti (a livello nazionale) con un’epidemia di colera è passato da 27 a 32 in una settimana, uno scenario forse associato al degrado del sistema igienico-sanitario nel mezzo e alla contaminazione delle fonti idriche a causa delle piogge che si sono registrate in questi giorni un po’ in tutte le province del Paese. A Quelimane, capoluogo della Zambézia, continuano ad aumentare i casi di colera registrati e la previsione è che aumentino continuamente per via delle condizioni di promiscuità e scarsa igiene in cui si incontrano gli sfollati alloggiati nelle scuole ed altri ripari di fortuna collettivi.
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Mani Tese opera a fianco della popolazione colpita con i suoi progetti di cooperazione internazionale, oggi ancora più importanti perché permetteranno alle comunità di risollevarsi dopo questa calamità.
Per chi può e vuole aiutare, abbiamo aperto una raccolta fondi.
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